#testdrive: #Skoda Scala Montecarlo novità bifuel a sorpresa dalla Casa boema

L’allestimento più performante con motore a benzina o a metano

Compatta e ben accessoriata con il tetto panoramico per godersi il viaggio

Una berlina compatta di fascia media, che offre grandi spazi interni, è maneggevole, e si presenta con un confort di buona qualità sia in viaggio che negli spostamenti più brevi. È la Skoda Scala, che ha sostituito la vecchia Rapid ed è arrivata nel panorama automobilistico europeo quasi in sordina, pur presentando elementi di interesse che la distinguono e sono quasi inaspettati. Una linea compatta ma aggressiva e accattivante, con potenti ed efficaci fari a led. LA Skoda Scala è un progetto verso la sostenibilità dell’auto della Casa boema interessante e singolare nella sua unicità. La prima sorpresa che la distoglie dalla media è infatti IMG_0010 IMG_0012 IMG_0023 IMG_0027 IMG_0032 IMG_0040 IMG_0028 IMG_0038 IMG_0039 IMG_0043l’alimentazione, che la rende sostenibile anche se il primo approccio aveva generato diffidenza: il modello provato, pur nell’allestimento Montecarlo, ovvero quello più performante, è alimentato sia a benzina che a gas metano. Ovviamente, ed è giusto così, quando ce l’hanno affidata si sono ben guardati dal consegnarci schede, manuali, libretti di istruzioni. E nel caso ci fossero stati, diligentemente risposti nel cassetto del cruscotto, non li avremmo consultati se non fugacemente, per non essere influenzati nella prova. Non voglio essere frainteso: non è certo rilasciando le istruzioni che la Casa, o chi per lei, può stimolare o indirizzare l’esito di un test drive. Più semplicemente, e proprio nell’ottica della massima trasparenza, sta al test driver valutare anche la facilità di approccio dell’automobilista al mezzo che si appresta a guidare. In questo caso, un po’ di diffidenza me l’aveva suscitata un approccio superficiale al cruscotto degli strumenti: la prima cosa che balza all’occhio è la presenza di

due orologi per il carburante, sistemati specularmente,

che apparentemente cominciano a segnare dalla metà del quadrante, la metà rispetto a come sono configurati nelle altre auto. Per questo abbiamo certato subito di approfondire il problema, perché avevamo progettato di iniziare la prova in una grande città per valutare duttilità dell’auto e i dati dei consumi, quindi, sarebbe stato indispensabile poter sapere di quanto carburante disponevamo, soprattutto per pianificare il rientro. La prima scoperta è stata l’impostazione singolare di questa Skoda Scala: due serbatoi, per un impiego quasi parallelo, ovvero per un’autonomia quasi analoga a benzina come a gas: il serbatoio del metano è da 18 litri, quello della benzina di soli 9 litri, ovvero, quasi la riserva di un’auto tradizionale. Quindi, l’autonomia dichiarata è di? Secondo la Casa potremo percorrere circa 330 km con l’alimentazione a gas, 110 con quella a benzina. Il motore è di 1000 cc che eroga 90 CV, è a trazione anteriore con il cambio manuale a sei marce e una buona curva di Coppia, quasi quella di una vettura con un propulsore più grande.

Un display al centro del cruscotto suggerisce la marcia più conveniente.

Beh, però è presto per svelarvi tutti i segreti della Skoda Scala. Veniamo così alla seconda sorpresa, quella che ha regalato anche ai passeggeri seduti sui comodi sedili posteriori il valore aggiunto di un grande spettacolo: il tetto della Scala è interamente finestrato, ovvero, è trasparente dal montante anteriore fino alle spalle dei passeggeri. Tanto che abbiamo che ipotizzato la scelta del nome sia stata ispirata dal fatto che dall’abitacolo si prova la sensazione di essere seduti su un dei balconi rivolti verso il Palco della Scala. Una opportunità accattivante sfruttata da subito dagli ospiti a bordo, scorrendo lungo le strade del cuore di Milano: ci ha infatti consentito di ammirare dettagli architettonici solitamente trascurati dei palazzi più arditi e delle ville storiche della capitale lombarda. Svelandoci una metropoli per certi aspetti segreta ai più.

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#testdrive : Un SUV ibrido leggero a suo agio in montagna è la Mazda 2

Motore 1500 cc a benzina da 90 CV con cambio manuale a sei marce

Arriviamo al Piancavallo per la Coppa del mondo di snowboard

Un mini SUV ibrido leggero, che usa la tecnologia e la parte elettrica per ottimizzare i consumi e migliorare il rendimento. Quindi, anche se monta una batteria ausiliaria, essa non è determinante per il funzionamento dell’auto. Ovvero, l’autonomia e le prestazioni del motore dipendono dal pieno di benzina e le variazioni della temperatura dell’aria non influiscono sul rendimento. Quindi? Andiamo direttamente in montagna per vedere come si comporta sulla neve. Il trasferimento sulle strade extraurbane conferma le valutazioni sui consumi che abbiamo già elaborato, con un consumo che si aggirava sui 3,5 l x 100 Km. Ciò, nonostante abbiamo accelerato nell’ultimo tratto prima della salita perché siamo stati raggiunti dalle vetture di testa dell’evento primaverile dell’Italian Bahia. Vedremo ora in montagna, dove ci attende un’altra sorpresa. La giornata è bellissima, sole, aria tersa, le strade per buona parte pulite perché la neve era caduta all’inizio della settimana, poi le temperature si erano alzate consentendo alle strade principali di essere percorribili senza particolari accorgimenti. Ma fortunatamente per noi, non tutte. La nostra meta è Piancavallo dove la stagione sciistica, anche se si avvia alla conclusione, è ancora in corso. La sorpresa? Consiste nel fatto che sull’impianto da sci principale è in corso

la tappa della Coppa del mondo di snowboard di slalom parallelo

assegnata alla montagna friulana. Così, prima di proseguire per il test drive ci avviciniamo alla base della pista per goderci lo spettacolo. Riusciamo a raggiungere la piazzola nella quale si conclude la performance degli atleti, dopo il traguardo. La gara è di slalom parallelo, quindi il divertimento è assicurato per noi, da spettatori, anche se, deformazione professionale, seguiremo la gara con un approccio tecnico visto che avremo la possibilità di confrontare direttamente le prestazioni dei concorrenti. Finiamo anche a ridosso delle postazioni dei media, e ciò ci permetterà di incontrare alcuni colleghi e colleghe. Lo spettacolo si fa entusiasmante, quando al cancello di partenza, in cima alla pista, e lo possiamo seguire nel maxischermo, si affaccia uno dei due finalisti che veste il colore azzurro: è uno degli atleti italiani che vincerà la finale tra le ovazioni entusiaste di una folla attenta e calorosa. L’entusiasmo trasmesso dalla condivisione delle performance degli atleti con un pubblico competente sarà palpabile, paragonabile a ciò che si prova all’interno di uno stadio di calcio, quando gioca la squadra di casa. Ovviamente, al termine ci rimettiamo subito in movimento per proseguire nel nostro lavoro. Ma dopo essere rimasti per un’ora fermi con i piedi sulla neve, senza gli scarponi anche se con scarpe tecniche invernali, andiamo alla ricerca della tradizionale fetta di torta Sacher e della cioccolata con panna dalla nostra ormai ‘quasi complice’ Gelsomina, nel suo accogliente locale all’uscita del ring del Piancavallo. All’arrivo in cima, o quasi, al termine della salita interamente esposta tutta sul lato sud della montagna, un tracciato tecnico e ottimo per i test perché si snoda su un percorso completo e articolato che la

Mazda 2 ha superato in maniera convincente,

per accelerare il nostro approccio con il clima avventuroso e coinvolgente di Piancavallo avevamo incrociato un appassionato di volo libero, immaginando lo scenario fantastico che stava ammirando dalla sua postazione mobile privilegiata, un po’ più alta della nostra. Ed è da quel punto che proseguiremo ora per cercare una strada tecnica e innevata. L’obiettivo è la strada panoramica che percorre in quota il versante del complesso del monte Cavallo affacciato sulla pianura pordenonese, con un panorama a 180 gradi che spazia dalla pedemontana friulana ai monti Berici. Ma di questo, parleremo la prossima settimana.

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#testdrive : Mini Clubman Cooper SD 4 all JCW si impadronisce della strada di montagna

Con la neve verso il disgelo si ripristinano le strade del Rally

Ed ecco la PS ‘Icio Perissinot’ ma da Piancavallo a Barcis

La montagna friulana, d’inverno, presenta scorci e paesaggi suggestivi che si rinnovano curva dopo curva. Spesso, anche percorrendo poche decine di metri lo scenario cambia proponendo immagini sempre più accattivanti e tali da fidelizzarci al luogo, alla vallata. Ciò avviene con ancor maggiore efficacia quando la neve dei mesi più freddi comincia a lasciare qualche varco agli escursionisti, che debbono comunque sempre affrontare con rispetto la montagna, come avviene per il mare, consentendo di percorrere strade per diversi mesi bloccate dalla coltre bianca. Anche nella nostra palestra naturale, il Monte Cavallo, naturale perché il sito montano più vicino a casa, il momento del disgelo consente di riscoprire strade che hanno fatto la storia del rallysmo internazionale. Come la Barcis-Piancavallo, che è stata dedicata a Icio Perissinot, il navigatore ufficiale Lancia che aveva corso con Presotto, Bettega, Toivonen e altri assi del rallysmo, ma in particolare ha creato assieme a Giancarlo Predieri, allora presidente dell’Azienda di soggiorno del Piancavallo, e altri amici pordenonesi il Rally del Piancavallo, che sarebbe diventato internazionale, del quale sono stato a lungo l’addetto stampa. Appunto perché Piancavallo è la località di montagna più vicina a casa mia, questa ‘speciale’ potrò percorrerla in senso contrario, ovvero da Piancavallo al Lago di Barcis. Il modo per divertirci lo troveremo certamente, perché stiamo sempre provando la Mini Clubman Cooper SD 4all con allestimento JCW e motore diesel 2000 da 190 CV. Quattro ruote motrici gestite elettronicamente assieme alla curva di coppia generosa del motore diesel sono il mix ideale che ci darà modo di percorrere una strada di montagna, con molte variabili, tornanti in discesa, tratti di falsopiano, misto veloce. Ovvero, di tutto un po’. Volendo ottenere il massimo ci aiuteremo manualmente con il cambio manuale azionato dalle palette al volante, anche se quello automatico, sempre a 8 marce, di bordo,

vedremo che riesce ad assecondare bene le nostre necessità.

In effetti, la strada si presenta ormai quasi pulita e la Mini non fa difficoltà a destreggiarsi in mezzo al fitto bosco che pian piano si apre fino a restituirci la visibilità luminosa verso il lago, permettendoci di apprezzare anche le dimensioni maggiori di questa Mini, più lunga e con passo allargato, che la ancorano ancor di più all’asfalto. Tanto che dalla modalità Green utilizzata alla partenza, quella più sostenibile e morbida, passiamo alla Mid, che conferisce all’auto l’assetto intermedio. Finché, presa confidenza con la strada, arriviamo alla modalità Sport, quella più dinamica, che comunque mantiene ‘sostenibile’ l’utilizzo dell’auto. Ecco il lago e i colori del tramonto. Quasi quasi, ora, dirigendoci verso casa, dopo il sound della Mini Clubman Cooper ci godiamo un po’ di bella musica con l’impianto Harman Kardon di bordo.

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#testdrive : #Mini #Clubman in perfetto stile inglese è efficiente sulle strade innevate

Più larga e lunga anche sulla neve può competere come al Monte

Veloce e rassicurante anche nel misto veloce

Adesso capisco perché il mio naviga, che da poche settimane può finalmente aspirare alla Patente A, insisteva per disporre di un piumino nuovo, effettivamente quello in dotazione si era rimpicciolito dall’anno precedente o più probabilmente si era ingrandito lui, e mi indicava una svendita per poterlo acquistare a un prezzo più conveniente. Si sa, è una Casa di moda specializzata e anche i miei piumini con questo marchio hanno sempre garantito calore, duttilità, morbidezza, durata confacenti alle attese. Ma niente marchette pubblicitarie altrimenti penserete che si tratta di un nostro sponsor. Non è così. Per accontentarlo, a scuola si guadagna questi bonus, ma anche a casa, abbiamo girato per un grande magazzino centralissimo, specializzato, poi anche nella sede milanese della Casa: eravamo però stati preceduti, e l’unica prova dell’esistenza del piumino, meglio un piumone, rimasta, era l’esemplare in esposizione nel negozio ufficiale, peraltro, per regolamento interno non in vendita e comunque di colore celeste. Per quegli strani casi della vita, e della sorte, mentre gli era stato suggerito di verificare on line l’eventuale disponibilità in altri punti vendita italiani dai quali gli sarebbe potuto essere spedito, ha scoperto che l’ultimo rimasto si trovava, lo sapete dove? In un negozio a meno di un km da casa, peraltro di amici. Quando ho ritirato con lui questa Mini, mi è venuto il sospetto che avesse sbirciato nella mailing che intrattengo periodicamente con gli addetti stampa delle Case per concordare le prove. Perché il piumino era degli stessi colori della Clubman JCW, ovvero il verde corsa inglese con due fasce bianche. Infatti, l’abbinamento tra la nota casa italiana di capi anche tecnici invernali, e non solo, e un marchio tra quelli nati e cresciuti per i giovani nel mondo dei social, ha generato un giaccone da sci che, guarda caso, ha gli stessi colori della nostra Mini Clubman JCW. Quindi? Quindi andiamo a provarlo! O meglio,

andiamo a provare l’auto sulla neve e sul fondo con scarsa tenuta.

Quando ci mettiamo al volante, avvicinandoci alle 200 auto provate in 4 anni di #charlieinauto, a volte siamo colti da una crisi di identità: sono un driver, un pilota, un automobilista della domenica, un viaggiatore slow… Ma soprattutto, l’auto sulla quale sto seduto che cos’è, e qual è? Tanto sono stati rapidi i cambi, che spesso mi è successo, al termine di un convegno, un incontro, o anche alla uscita dal cinema, di non riconoscere l’auto che avevo in dotazione tra le tante nel parcheggio esterno. Ma che cosa mi posso o devo attendere in una staccata, in un tratto improvvisamente ghiacciato, schiacciando a fondo il pedale dopo un tornante, guidando ritmicamente nel misto veloce dall’auto che ho in prova: una guida sicura, l’emozione di un mezzo da poter portare al limite, la tranquillità di un’auto da gran turismo… Riepilogando: si tratta di un 2000 cc, diesel, da 190 CV. Infatti è la Mini Clubman Cooper SD4all con allestimento JCW. I posti a bordo sono comodi ma nel contempo sicuri per spostarci anche a lungo, mentre la parte ‘ciclistica’ è adeguata alle prestazioni che, con una curva di coppia alta, anche se apparentemente la potenza non è delle più elevate, sono rassicuranti. Il fatto che questa Mini sia più larga delle altre, con quel gioco a incastro che spesso i progettisti concretizzano per mettere insieme accessori, potenzialità e caratteristiche, le assegna una tenuta di strada sull’asfalto, anche veloce, che è molto elevata.

Abbiamo già detto che anche ‘tirando’ questa Mini ha consumi contenuti,

assicurati anche dal motore diesel, e il suo utilizzo in montagna è molto divertente. Così, puntiamo con decisione su una delle strade, aperte anche se innevate, a nostra disposizione. Non ci poteva che essere una conferma: l’avevamo già provata in anteprima su un circuito innevato, ma sull’imprevedibilità, che è sempre prevedibile, di una bella strada innevata ha confermato le sue doto di affidabilità e la sicurezza garantite dal sistema elettronico di controllo di trazione sulle 4 ruote, sulla frenata, sull’assetto. Il che ci permette di esagerare un po’ e guidare in puro divertimento tra il Piancavallo e il Lago di Barcis, sempre con consumi sostenibili.

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#testdrive : una Mini con allestimento di lusso non disdegna il fango

Maneggevole sul misto e rassicurante sulle stradine di campagna 

Una Mini lunga, che riprende l’idea progettuale della Mini Clubman Estate degli anni ’60, ovvero il concetto delle utilitarie di lusso divenendo in breve l’auto delle signore dell’alta borghesia e dei giovani professionisti. In Italia era importata dalla Leyland, per l’Italia Koelliker che proponeva una versione personalizzata con le fiancate in legno, i cerchi in lega specifici e interni in pelle e radica, desiderata dalle signore della Milano dei Vip. Sulla stessa onda di pensiero, la Mini Clubman Cooper SD 4All con l’allestimento sportivo JCW, che però sfrutta tutte le potenzialità dell’elettronica e della tecnologia applicata su questa generazione di Mini per sfruttare al meglio il motore diesel da 2000 cc e 190 CV, con 4 ruote motrici.

Già, 4 ruote motrici. Da dove cominciamo?

Dalla neve, visto che in montagna ce n’è ancora, o dal… fango. In effetti è piovuto da poco, e in campagna forse ne troviamo. L’obiettivo è quello di vedere come si comporta la Clubman con scarsa aderenza. Ci avviciniamo alla Mini con la chiave elettronica in tasca, e lei si apre automaticamente: una fatica i n meno. Ci mettiamo in viaggio, questa volta sarà abbastanza breve, e ci gustiamo la bella musica con l’impianto Harman Kardon di bordo. Il cambio è automatico a 8 marce, ma volendo si può intervenire con quello manuale, o con le palette al volante o con la leva a cloche. La Mini Clubman è docile e maneggevole anche sul misto lento nonostante la lunghezza. I limiti di velocità?

È bene prestare sempre attenzione al tachimetro

perché con la coppia bassa di questo motore diesel è facile ‘sforare’ anche se di poco i limiti di velocità. In questo caso siamo agevolati dallo split screen, lo schermo a scomparsa sul quale la Mini ci proietta le indicazioni principali sul funzionamento e la marcia dell’auto. Un’auto elegante, che non per questo trascura l’aspetto pratico. Per metterla alla prova troviamo un percorso adatto, a poca distanza dal fiume Tagliamento, tra l’argine e la campagna. Il fondo è incoraggiante… tra l’erba della campagna il percorso è tracciato da due solchi non sempre ben pronunciati, ricoperti a tratti dall’acqua piovana. Ovvero, sotto c’è il limo più viscido che ci si possa aspettare. Così faccio un paio di prove, accelerando e rallentando bruscamente: il sistema di controllo di trazione e anti-sbandamento è efficace e arriviamo in fondo alla strada senza incertezze. Provo a schiacciare bruscamente l’acceleratore, ma il controllo dell’auto non cambia e continuo a guidare in piena sicurezza.

L’ho provata con la modalità di guida Green, quella più ‘sostenibile’

che riduce i consumi e adegua l’assetto. Ora provo l’assetto intermedio, Mid, ma l’affidabilità della Mini Clubman non viene meno, e proseguiamo verso la fine del percorso off road, che per le caratteristiche del fango diviene sempre più estremo, in piena sicurezza. Prima parte del test-drive superata quindi. Così ci possiamo dedicare a un altro trasferimento in pieno confort aiutati dal sistema cruise control adattivo di fascia alta, senza lasciarci distrarre troppo dalla comodità che la Mini Clubman assicura al conducente e ai passeggeri.

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#testdrive : Non è solo Mini ma un’auto familiare comoda e accogliente

La Clubman Cooper SD riprende il primo modello con le fiancate in legno

Tecnologia confort e prestazioni con allestimento sportivo JCW

Mini dopo Mini, siamo arrivati alla Clubman. L’avevamo provata sulle nevi delle Dolomiti friulane, e nonostante la lunghezza maggiore rispetto alle ‘sorelle’, ne avevamo apprezzato la duttilità e l’affidabilità anche spingendo sull’acceleratore in condizioni di aderenza estreme. Questa volta si tratta della Mini Clubman Cooper SD 4All allestimento JCW, cioè quello sportivo. L’Aspetto è decisamente elegante, in stile inglese, ma ciò non dissimula la grinta che traspare anche dalla livrea, con la colorazione in verde bottiglia, è la tinta simbolo delle corse per la Gran Bretagna, come lo è il Rosso per l’Italia, il blu per la Francia, con elementi di colore bianco laccato. Saliamo a bordo, sempre partendo dalla luccicante sede di BMW Italia, alle porte di Milano, e ci lasciamo convincere dall’allestimento sportivo dei sedili, completamente regolabili quelli anteriori, elettronicamente fuorché nella seduta, che si può adattare con regolazione manuale di precisione al nostro stile di approccio al volante. Da che tipo di motore è spinta?

Da un diesel di 2000 cc da 190 CV, probabilmente lo stesso della

Countryman, gestito da un cambio automatico a 8 marce, anche con comando manuale, a palette al volante o con la cloche delle funzioni di guida posta sul tunnel centrale. Come nei modelli precedenti, è studiato con cura nei dettagli il confort assieme al benessere del conducente e dei passeggeri. Per esempio, l’illuminazione dell’abitacolo è assicurata da fasci di fibre ottiche protetti da finiture cromate che portano la luce multicolore, la tonalità è a scelta o varia a seconda delle funzioni impostate, nella zona delle maniglie delle portiere. Tonalità che è coordinata con le luci di cortesia e con quelle che circondano il grande display elettronico rotondo piazzato sul cruscotto al centro dell’abitacolo. I comandi sono a leva, stile vintage, replica di quelli classici in alluminio delle Mini Minor. Una sorpresa speciale è riservata ai passeggeri dei sedili posteriori, che possono essere fino a tre e ciononostante sono sistemati tutti comodamente sull’accogliente divano posteriore:

il tetto della Mini Clubman è interamente finestrato, ed è apribile

nella parte anteriore. La comodità degli interni è ‘aumentata’ dal fatto che oltre che più lunga è anche più larga degli altri modelli di Mini. Ciò le conferisce un spetto muscoloso e sportivo, al quale contribuiscono anche i due tubi di scarico laterali, posizionati appena sotto al portellone del bagagliaio che apre l’intera coda della Mini a compasso. L’apertura, elettrica, che avviene con un lento preavviso iniziale e poi più rapidamente, può essere comandata anche passando un piede sotto alla coda dell’auto, in modo da avere le mani libere per caricare valige, bagagli, la spesa ecc. Un’auto dallo stile elegante, ma molto confortevole, dalla quale ci attendiamo conferme anche rispetto alla sostenibilità. Il motore diesel ritorna infatti d’attualità, purché le emissioni rientrino nei parametri indicati dalle Direttive, perché nelle scorse settimane la Ue rimodulato i termini per la produzione delle vetture con motore endotermico. Il 2035 non sarà infatti il termine ultimo per la loro immissione sul mercato. Oltre potranno essere prodotte ancora le auto con motori endotermici ‘sostenibili’, ovvero quelli nei quali le tecnologie elettroniche ed elettriche riescono a ridurre la produzione di emissioni potenzialmente dannose per la salute e per l’ambiente. E comunque stiano le cose, al momento, le

emissioni dei motori a olio combustibile, o diesel, non contengono metalli

pesanti, come il mercurio, il piombo e l’alluminio, spesso invece presenti nelle benzine, che a lungo andare possono provocare nell’uomo gravi patologie. Ma questo è uno degli aspetti che, speriamo, siano o siano stati considerati dalla Ue. Al fatto che difficilmente entro il 2035, anche stante l’attuale situazione economica generale, molto difficilmente sarebbe stato possibile rimpiazzare i motori diesel, pensiamo a esempio ai settori del trasporto merci e delle persone, si è aggiunto l’aumento esponenziale del costo dei carburanti e altri fattori che qualche anno fa sarebbe stato difficile prevedere. Per il momento ci basta considerare che per quanto riguarda i consumi, la Mini Clubman diesel è sostenibile. Quanto, lo vedremo nelle prossime puntate. Per ora un giretto per i locali della città di Lignano Sabbiadoro in versione invernale prima di passare alla Riviera friulana. Una tappa al Marina Sant’Andrea di San Giorgio di Nogaro, della famiglia lignanese Andretta, dove organizzerò a breve la nuova edizione del premio Voce dell’Adriatico, ideato assieme a Fortunato Moratto, il responsabile della struttura. Nelle edizioni precedenti, realizzate con il supporto dell’ARGA FVG, l’Associazione regionale della stampa agricola, agroalimentare, dell’ambiente e territorio del FVG, e dell’Associazione culturale La Riviera friulana, l’atteso riconoscimento è andato tra gli altri agli skipper Mauro Pelaschier e Cino Ricci, al conduttore televisivo, Patrizio Roversi, al metereologo Bergamasco, al biologo televisivo, Corrado Piccinetti.

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Testdrive: Un SUV di fascia media ma grande in prestazioni spazi e confort

La nuova Hyundai Tucson full-hibrid dispone di ben 230 CV

Docile e morbida in città e altamente tecnologica

Un SUV crossover performante e comodo dalla linea grintosa e …spaziale. Ho provato diversi modelli della Hyundai, ma questo mi ha incuriosito perché l’avevo scorto al cinema, tra i protagonisti del più recente film di Spiderman, quello nel quale il supereroe viene proposto facendo recitare contemporaneamente tutti e tre gli attori che hanno interpretato l’Uomo ragno. Si tratta della nuova versione della Tucson, che è full-hybrid, ovvero si ricarica da sola in decelerazione la batteria ausiliaria. Batteria, che alimentando un motore elettrico da 45 V consente all’auto di disporre di una potenza combinata di ben 230 CV. Che cosa mi aspettavo da questa nuova versione di un modello molto diffuso della Casa coreana?

Un’esplosione di potenza suggerita dal nuovo design del frontale

che lo rende davvero innovativo: ha i fari integrati nella trama della griglia del muso formati da triangoli di luci a led. La sostenibilità è espressa dal look della parte posteriore con il logo Hyundai che entra nel lunotto con fari sempre a led orizzontali sottolineati da due elementi rettangolari ciascuno. Saliamo a bordo, nel parcheggio della Hyundai Italia a Milano, ed ecco gli interno molto spaziosi e curati con uno stile tecnologico. Il cruscotto è digitale, configurabile e di pronta consultazione. Lo schermo touch sintetizza la ricca dotazione tecnologica, di assistenza e  multimediale.

Ciò che risalta immediatamente è il confort che circonda il conducente

e i passeggeri. Mettiamo in moto prima di farci un giro per la metropoli e prendiamo confidenza con i suoi contenuti. Il motore è a benzina di 1600 cc. È dotato di motore turbo mentre il motore elettrico si affianca alla turbina per accelerazioni che rendono la guida interessante e divertente. La guida in città è confortevole resa ancor più rilassante dal cambio automatico. Una città trafficata è densa di imprevisti, ma la ‘frenata automatica d’emergenza’ generata da un sistema di sensori e telecamere molto avanzato ci consente di muoverci in tutta tranquillità. Dispone anche dell’avanzato sistema di sicurezza anti abbandono dei bimbi a bordo: nel caso dovesse accadere

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cellulare. Due sono i display da 10,3” a disposizione: il cruscotto che crea due orologi più gli altri strumenti di controllo, e quello centrale entrambi con una grafica curata. Il sistema Bluelink tramite una app permette di controllare alcune funzioni dell’auto dal telefono cellulare, ovvero, anche mentre la Hyundai Tucson vi sta aspettando in via Brera e voi vi state gustando un piatto di una Regione italiana sul terrazzo panoramico della Rinascente. Il viaggio di rientro è, come ci si attendeva, confortevole. Rassicurato dal fatto che ci sono almeno sei sistemi di air bag di sicurezza a disposizione, compreso uno tra i sedili. Che sono in pelle e comodi per tutte e cinque le persone che possono rimanere a bordo. Avvolgenti quelli anteriori, dotati di riscaldamento e sistema di ventilazione. Quello del guidatore è a regolazione elettronica con memoria. Il clima è ‘tri-zona’. L’impianto è di buona qualità, e ci accompagna in una guida docile e morbida. Il resto lo esamineremo la prossima volta.

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#testdrive : stabile nella guida veloce anche sullo sterrato la Nuova Hyundai Kona Electric

Con assetto e controlli elettronici 204 CV è come non sentirli

SUV Crossover discreto regala grandi emozioni e sicurezza alla guida

Certo, la passione per il mondo dei motori ci spinge ad apprezzare il sound delle auto performanti, un suono pieno, corposo, fatto di potenza, ma, come nel caso di supercar italiane, anche di armonia, quasi di musicalità, purché non se ne faccia abuso. Il collegamento che la mente fa tra il rumore di un motore potente e le sue performance ottimali è talmente istintivo da essere quasi imprescindibile. A volte, sembrerebbe quasi che non se ne possa fare a meno. Tant’è che, come avrete letto anche su queste nostre pagine, ci sono ormai Case che dotano i modelli più sportivi ma anche sfiziosi della loro linea di produzione di un apparato destinato ad amplificare il rumore del motore semplicemente attivando le modalità più performanti dell’auto. Quindi, siamo arrivati anche al punto da essere talmente dipendenti dalle emozioni e sensazione che produce in noi il corposo sound di un motore potente, specialmente se da un’auto ci attendiamo prestazioni ‘allegre’, da non poterne fare a meno.

Il suono del motore svolge funzioni utili anche in materia di sicurezza,

tant’è che ormai i costruttori, e Hyundai è stato uno dei primi, dotano le loro auto elettriche di un sistema che emette un suono artificiale, quasi etereo ma nettamente percepibile, destinato a richiamare l’attenzione dei pedoni, dei ciclisti, di quanti si trovano nei pressi dell’auto in avvicinamento, evitando così investimenti e collisioni causate dalla distrazione. O, meglio, dal non aver percepito l’imminente sopraggiungere dell’auto. Ma se il mondo dei motori non riesce a fare a meno del sound del propulsore endotermico, come farà qualora e se i motori elettrici dovessero avere il sopravvento su quelli endotermici? Chissà? Forse li doteranno di emettitori di suoni vintage diffusi da avvisatori acustici permanenti, sempre, anche, per far sapere a chi si trova nell’area di manovra che corre il rischio di essere investito. Ma tralasciamo per il momento le disquisizioni di carattere psicologico, sofistico o filosofico, per ritornare al nostro percorso abituale: il test drive.

L’Auto ideale dev’essere  confortevole, sicura, affidabile, veloce.

Ma anche sostenibile: vi bastano questi requisiti?

Ne consegue che, al termine della nostra prova, poco importerà ai lettori il tipo di rumore o di suono che il veicolo emette, ma è indispensabile ed essenziale che sia affidabile e vada bene. Vi sono però altri aspetti che consideriamo raramente. Innanzitutto, la possibilità di accesso al centro storico nelle nostre città, che è sconsigliabile in caso di grande traffico e di giornate intense, ma in certi casi, per esempio di buon mattino o la sera, quando le attività principali sono chiuse e la viabilità diviene scorrevole e accessibile, si può trasformare in un’occasione interessante per visitare luoghi nuovi ed immergersi in un ambiente urbano da riscoprire. E con le auto a basso impatto, elettriche, ibride e similari, l’accesso al centro storico delle città è consentito quasi ovunque, in quanto non fanno rumore e non contribuiscono all’inquinamento dell’aria. Una caratteristica che possiamo trasformare in vantaggio, anzi, in uno stimolo, se valutiamo il problema dal lato opposto. Ovvero, quando si visitano, dove è consentito,

le aree naturali protette lo si può fare senza disturbare il mondo naturale,

senza incutere timore nei piccoli abitanti selvatici delle aree di pregio, per poterli così osservare nel loro habitat. Facciamo una prova: ci dirigiamo verso i Colli morenici del Friuli, da Rive d’Arcano a Fagagna, passando per il forte di Col Roncone. Un’opportunità interessante per ghermire al paesaggio scorci di una natura intatta che d’inverno conserva le sue ricchezze, per aprirle in primavera.  Un sito incredibile e inatteso, a pochi chilometri dalla città, su un contrafforte morenico dal quale si domina la pianura. Si trova a pochi chilometri da Fagagna, dall’Oasi dei Quadri dove nidificano le cicogne.

Lì accanto si trova il Golf club Udine: è a Villaverde di Fagagna,

e come spesso accade per gli impianti dello sport del prato verde, questo ha un percorso sul ‘green’ a 18 buche, è adagiato in una zona impagabile dal punto di vista naturalistico. Il centro benessere e l’attiguo resort completano la sensazione di relax in questo complesso presieduto da Gabriele Lualdi. Perfettamente in sintonia con la sensazione di relax correlata alla guida di un veicolo elettrico quindi silenzioso come la Nuova Hyundai Kona Electric. Per arrivare fin qui abbiamo percorso anche strade bianche, carrarecce, percorsi fuoristrada per mettere alla prova la nostra Hyundai Kona Hybrid. Ricordiamo che si tratta di un SUV crossover comodo e performante, con un motore elettrico che eroga 204 CV con oltre 450 km di autonomia. L’elettronica di bordo, come abbiamo già visto molto avanzata, ci ha permesso di continuare a guidarla ‘con due dita’, ovvero, con una semplicità correlata alla precisione dei controlli e alla sua stabilità, sempre controllata elettronicamente, che ci ha permesso anche di spingere un po’ sullo sterrato. La Nuova Kona Electric ci ha confermato anche in questo caso la sua grande affidabilità.

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#testdrive : con la nuova Hyundai Kona Electric una maggiore autonomia

Il clima freddo non incide sulle performance della batteria né dell’auto

Sul ghiaccio del Cansiglio corre via in piena sicurezza

‘Tanto va la gatta al lardo…’ che non ci lascia lo zampino. Per sfatare questo proverbio che solitamente ha un riscontro ineccepibile, non resta che mettere alla prova la nostra auto elettrica. Ricordate? anche il modello precedente l’avevamo testato a bassa temperatura e in montagna, e il riscontro era stato positivo. Questa volta abbiamo sotto i piedi un’auto elettrica più potente e con una autonomia dichiarata maggiore. Solitamente i due elementi coincidono perché l’autonomia, come la potenza e le prestazioni dell’auto, nei motori elettrici dipendono dalla capacità della batteria. Anche se a diverse decine di chilometri, da casa nostra ammiriamo a occhio nudo le mete dei nostri test drive. Stavolta non ci rimane l’imbarazzo della scelta, perché l’intero arco montuoso che circonda la nostra skyline è ricoperto di neve. Se ciò conferma le basse temperature presenti in montagna, ciò ci permetterà di testare le prestazioni e la sicurezza della nuova Hyundai Kona Electric.

La potenza, abbiamo detto, è di 204 CV.

Dopo una sosta al drive-in per rifocillarci con un hamburger di carni nostrane, la prima parte della nostra gita ci permette di verificare come quest’auto con una guida assistita di livello 2 si comporta sulle lunghe percorrenze. Il ‘trasferimento’ ci conferma la silenziosità, ma anche la reattività del motore, qualità che avevamo già riscontrato sul modello precedente. Quanto all’accelerazione è notevole, e l’apprezziamo soprattutto nei sorpassi. Finalmente andiamo all’attacco della strada che porta sull’altipiano del Cansiglio.  La Hyundai Kona Elecrtic ha una notevole accelerazione e ci conferma le qualità di tenuta di strada anche sulle rampe che portano al pianoro. Si tratta di un SUV Crossover molto maneggevole, ma nonostante esprima una decisa vocazione al fuoristrada la sua guida è molto fluida e sicura. È facile riscontrarlo in salita, direte voi, perché basta togliere il piede dall’acceleratore e la forza di gravità rallenta automaticamente la vettura. Ma in questo caso, lo scatto in avanti del motore elettrico, che è notevole,

ci porta rapidamente verso la curva successiva,

anche laddove la strada è in forte salita. Il sistema frenante è adeguato alle prestazioni, e se ciò non bastasse, alla sua azione possiamo aggiungere il sistema di ricarica della batteria che agisce anche sull’intensità del ‘freno motore’ e aumenta l’energia destinata a ricaricare la batteria. Lo fa, in modo proporzionale all’intensità della frenata. Eccoci in cima dopo avere fatto una tappa per rifocillarci alla Malga del Titti, quasi in cima rispetto alle balze che la strada compie per raggiungere il pianoro. Ed ecco che dinnanzi a noi si spalanca l’ampia distesa innevata. E le strade battute, o meno, sono già lucide come uno specchio. Un segnale preciso che il fondo stradale è adatto alla nostra prova. Tutto è ovattato dalla neve e il paesaggio stemperato dalle splendide sculture e dai giochi di luce amplificati dal riflesso cangiante. Così lasciamo fare alla Kona Electric, ovvero,

ci infiliamo in una delle stradine che ci paiono più infidamente ricoperte

di uno strato bianco che pare zucchero a velo, ma che cela una lastra inaffrontabile anche a piedi. Accelero la prima volta in lenta progressione, e l’auto procede senza incertezze, è a trazione anteriore, ma i controlli anche sull’impianto frenante e direzionali fanno il resto permettendoci anche di arrestarci in piena sicurezza. Riprovo affondando sul pedale dell’acceleratore e la Kona non mi dà soddisfazione. O meglio, non me la dà da subito, bensì quando ho la sensazione che qualcuno abbia otturato il getto del carburatore, ovviamente qui assente perché il motore è elettrico. Un disagio che viene subito ripagato dal fatto che mi sto muovendo sempre più velocemente, senza alcuna sbandata, fino a prendere velocità. Nemmeno ora la Kona ha dimostrato alcun segno di incertezza o sbandamento. Così è accaduto in frenata, manovra che l’auto gestisce autonomamente fermandosi in poco spazio. Appagati da questi risultati di eccellenza, ora ci dedichiamo al trekking sulla neve per raggiungere i margini del bosco e la malga sottostante. Inutile raccontare che la discesa per il ritorno in pianura è servita per ricaricare la batteria e amplificare un’autonomia già considerevole.

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#testdrive : la nuova Hyundai Kona Electric ottimizza le opzioni per la sicurezza

Non rinuncia alle performance con la versione da 204 CV 

Nemmeno la neve mette in difficoltà il SUV super elettrico coreano

L’avevamo già provata, ricordate? E’ stata la prima esperienza con un’auto full-electric, e avevamo dovuto riposizionare tutte le nostre abitudini endotermiche per individuare innanzitutto le introvabili colonnine, o quanto meno, nella nostra zona, posizionate in siti lontani dalle nostre abitudini, per poi ritarare il modo di viaggiare, programmando gli spostamenti in funzione della autonomia e dei punti di ricarica. Anche in questo caso, le colonnine fast sono comunque ancora troppo rarefatte. Per fortuna a sopperire a queste criticità, nel frattempo in parte ridotte dall’installazione di nuove colonnine sul territorio, c’erano, almeno per noi, quelle sistemate a due passi da casa, al Marina Punta Faro di Lignano Sabbiadoro. E con la Kona Electric il riposo notturno era più che sufficiente per raggiungere la ricarica completa anche senza disporre di un impianto Fast. Nel frattempo la situazione è migliorata. Sarà perché abbiamo acquisito anche la mentalità dell’automobilista dotato di una vettura elettrica, ma anche perché a due anni di distanza la Hyundai Kona Electric, versione 2022 è ovviamente stata ottimizzata. Innanzitutto raddoppiando l’offerta, perché è prodotta nella versione con motore e batterie da 39,2 o da 64 KW, il che significa disporre di un’auto con tempi di ricarica ridotti ma commisurati alla potenza della macchina, oppure di un SUV davvero performante. Poi, perché per entrambi i modelli è stata estesa l’autonomia ed è stato migliorato il rendimento. Così ora quella da

64 KW eroga ben 204 CV, e assicura 484 km di autonomia

(per quella da 136 CV l’autonomia è di 305 km). Il che la rende davvero sostenibile perché riduce la necessità di ricercare i punti di ricarica e amplifica il raggio d’azione dei vostri spostamenti. In realtà, sulla notevole capacità di ricarica utilizzando il sistema che è una sorta di dinamo, come quelli che montavamo sulla ruota anteriore delle biciclette per accendere i fanalini, e si amplifica azionando la paletta di sinistra al volante, c’eravamo già soffermati nel test drive della versione precedente: era stato sufficiente discendere da una montagna impervia per una ventina di minuti frenando esclusivamente con le palette per ottenere un’autonomia vicina ai 450 km, anche dopo un lungo trasferimento in autostrada. Stavolta andiamo oltre e la Kona si è rivelata ancor più rassicurante. Ricordate il luogo comune, ma comprovato, secondo il quale la carica delle batterie, qualora esposte alle basse temperature, dura di meno? Per questo, visto che siamo in inverno programmiamo una gita in montagna. Non ad alta quota, come facciamo spesso, ma tra le dolci vallate della Carnia.

Raggiungiamo il capoluogo, Tolmezzo, e ci spostiamo verso Sutrio

per ammirare la magica rappresentazione dei Presepi sparsi per l’intero borgo montano. Qui, la suggestiva sorpresa che ci accompagnerà fino alla discesa verso la pedemontana friulana: una silenziosa, morbida, sempre affascinante nevicata. Una sorpresa che non ci ha certo colti impreparati, perché la Hyundai è dotata di gomme invernali adeguate alla potenza, è a trazione anteriore, ma soprattutto dispone di una dotazione elettronica di alto livello. La guida assistita l’abbiamo riprovata nel trasferimento. Quella su fondo con scarsa aderenza anche, ma con la neve fresca, il test sarà ancora più rassicurante. Sulla Kona Electric, che dispone anche dei sedili riscaldati, i comandi delle funzioni sono concentrati sul tunnel davanti al poggiagomiti del conducente. Da lì si decide che risposta avere dal motore e

la modalità di guida: Eco +, Eco, Normal, Sport.

Eco + serve quando la batteria comincia esaurirsi e permette di raggiungere la ricarica più vicina. Però, dovendo risparmiare l’assorbimento di corrente disattiva tutti i controlli, il climatizzatore, e i sedili riscaldati. In Eco, si risparmia energia ma l’auto rimane reattiva. Ma vediamo come si comporta sulla neve… Il test la promuove come d’altronde la gran parte dei modelli della Casa coreana grazie al computer di bordo che si occupa di garantire la tenuta di strada, evitare lo slittamento delle ruote motrici, impedire che l’auto non reagisca ai comandi o abbia reazioni impreviste. In sintesi, ci troviamo a viaggiare sotto alla fitta nevicata, quindi, prima che i mezzi antineve e spargisale entrino in azione, in piena sicurezza, come se stessimo guidando sull’asfalto sotto la pioggia. Così ci possiamo godere la bellezza del paesaggio innevato e gli effetti di luce creati dalla neve fresca.

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