#testdrive: #Skoda Scala Montecarlo novità bifuel a sorpresa dalla Casa boema

L’allestimento più performante con motore a benzina o a metano

Compatta e ben accessoriata con il tetto panoramico per godersi il viaggio

Una berlina compatta di fascia media, che offre grandi spazi interni, è maneggevole, e si presenta con un confort di buona qualità sia in viaggio che negli spostamenti più brevi. È la Skoda Scala, che ha sostituito la vecchia Rapid ed è arrivata nel panorama automobilistico europeo quasi in sordina, pur presentando elementi di interesse che la distinguono e sono quasi inaspettati. Una linea compatta ma aggressiva e accattivante, con potenti ed efficaci fari a led. LA Skoda Scala è un progetto verso la sostenibilità dell’auto della Casa boema interessante e singolare nella sua unicità. La prima sorpresa che la distoglie dalla media è infatti IMG_0010 IMG_0012 IMG_0023 IMG_0027 IMG_0032 IMG_0040 IMG_0028 IMG_0038 IMG_0039 IMG_0043l’alimentazione, che la rende sostenibile anche se il primo approccio aveva generato diffidenza: il modello provato, pur nell’allestimento Montecarlo, ovvero quello più performante, è alimentato sia a benzina che a gas metano. Ovviamente, ed è giusto così, quando ce l’hanno affidata si sono ben guardati dal consegnarci schede, manuali, libretti di istruzioni. E nel caso ci fossero stati, diligentemente risposti nel cassetto del cruscotto, non li avremmo consultati se non fugacemente, per non essere influenzati nella prova. Non voglio essere frainteso: non è certo rilasciando le istruzioni che la Casa, o chi per lei, può stimolare o indirizzare l’esito di un test drive. Più semplicemente, e proprio nell’ottica della massima trasparenza, sta al test driver valutare anche la facilità di approccio dell’automobilista al mezzo che si appresta a guidare. In questo caso, un po’ di diffidenza me l’aveva suscitata un approccio superficiale al cruscotto degli strumenti: la prima cosa che balza all’occhio è la presenza di

due orologi per il carburante, sistemati specularmente,

che apparentemente cominciano a segnare dalla metà del quadrante, la metà rispetto a come sono configurati nelle altre auto. Per questo abbiamo certato subito di approfondire il problema, perché avevamo progettato di iniziare la prova in una grande città per valutare duttilità dell’auto e i dati dei consumi, quindi, sarebbe stato indispensabile poter sapere di quanto carburante disponevamo, soprattutto per pianificare il rientro. La prima scoperta è stata l’impostazione singolare di questa Skoda Scala: due serbatoi, per un impiego quasi parallelo, ovvero per un’autonomia quasi analoga a benzina come a gas: il serbatoio del metano è da 18 litri, quello della benzina di soli 9 litri, ovvero, quasi la riserva di un’auto tradizionale. Quindi, l’autonomia dichiarata è di? Secondo la Casa potremo percorrere circa 330 km con l’alimentazione a gas, 110 con quella a benzina. Il motore è di 1000 cc che eroga 90 CV, è a trazione anteriore con il cambio manuale a sei marce e una buona curva di Coppia, quasi quella di una vettura con un propulsore più grande.

Un display al centro del cruscotto suggerisce la marcia più conveniente.

Beh, però è presto per svelarvi tutti i segreti della Skoda Scala. Veniamo così alla seconda sorpresa, quella che ha regalato anche ai passeggeri seduti sui comodi sedili posteriori il valore aggiunto di un grande spettacolo: il tetto della Scala è interamente finestrato, ovvero, è trasparente dal montante anteriore fino alle spalle dei passeggeri. Tanto che abbiamo che ipotizzato la scelta del nome sia stata ispirata dal fatto che dall’abitacolo si prova la sensazione di essere seduti su un dei balconi rivolti verso il Palco della Scala. Una opportunità accattivante sfruttata da subito dagli ospiti a bordo, scorrendo lungo le strade del cuore di Milano: ci ha infatti consentito di ammirare dettagli architettonici solitamente trascurati dei palazzi più arditi e delle ville storiche della capitale lombarda. Svelandoci una metropoli per certi aspetti segreta ai più.

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#testdrive : Un SUV ibrido leggero a suo agio in montagna è la Mazda 2

Motore 1500 cc a benzina da 90 CV con cambio manuale a sei marce

Arriviamo al Piancavallo per la Coppa del mondo di snowboard

Un mini SUV ibrido leggero, che usa la tecnologia e la parte elettrica per ottimizzare i consumi e migliorare il rendimento. Quindi, anche se monta una batteria ausiliaria, essa non è determinante per il funzionamento dell’auto. Ovvero, l’autonomia e le prestazioni del motore dipendono dal pieno di benzina e le variazioni della temperatura dell’aria non influiscono sul rendimento. Quindi? Andiamo direttamente in montagna per vedere come si comporta sulla neve. Il trasferimento sulle strade extraurbane conferma le valutazioni sui consumi che abbiamo già elaborato, con un consumo che si aggirava sui 3,5 l x 100 Km. Ciò, nonostante abbiamo accelerato nell’ultimo tratto prima della salita perché siamo stati raggiunti dalle vetture di testa dell’evento primaverile dell’Italian Bahia. Vedremo ora in montagna, dove ci attende un’altra sorpresa. La giornata è bellissima, sole, aria tersa, le strade per buona parte pulite perché la neve era caduta all’inizio della settimana, poi le temperature si erano alzate consentendo alle strade principali di essere percorribili senza particolari accorgimenti. Ma fortunatamente per noi, non tutte. La nostra meta è Piancavallo dove la stagione sciistica, anche se si avvia alla conclusione, è ancora in corso. La sorpresa? Consiste nel fatto che sull’impianto da sci principale è in corso

la tappa della Coppa del mondo di snowboard di slalom parallelo

assegnata alla montagna friulana. Così, prima di proseguire per il test drive ci avviciniamo alla base della pista per goderci lo spettacolo. Riusciamo a raggiungere la piazzola nella quale si conclude la performance degli atleti, dopo il traguardo. La gara è di slalom parallelo, quindi il divertimento è assicurato per noi, da spettatori, anche se, deformazione professionale, seguiremo la gara con un approccio tecnico visto che avremo la possibilità di confrontare direttamente le prestazioni dei concorrenti. Finiamo anche a ridosso delle postazioni dei media, e ciò ci permetterà di incontrare alcuni colleghi e colleghe. Lo spettacolo si fa entusiasmante, quando al cancello di partenza, in cima alla pista, e lo possiamo seguire nel maxischermo, si affaccia uno dei due finalisti che veste il colore azzurro: è uno degli atleti italiani che vincerà la finale tra le ovazioni entusiaste di una folla attenta e calorosa. L’entusiasmo trasmesso dalla condivisione delle performance degli atleti con un pubblico competente sarà palpabile, paragonabile a ciò che si prova all’interno di uno stadio di calcio, quando gioca la squadra di casa. Ovviamente, al termine ci rimettiamo subito in movimento per proseguire nel nostro lavoro. Ma dopo essere rimasti per un’ora fermi con i piedi sulla neve, senza gli scarponi anche se con scarpe tecniche invernali, andiamo alla ricerca della tradizionale fetta di torta Sacher e della cioccolata con panna dalla nostra ormai ‘quasi complice’ Gelsomina, nel suo accogliente locale all’uscita del ring del Piancavallo. All’arrivo in cima, o quasi, al termine della salita interamente esposta tutta sul lato sud della montagna, un tracciato tecnico e ottimo per i test perché si snoda su un percorso completo e articolato che la

Mazda 2 ha superato in maniera convincente,

per accelerare il nostro approccio con il clima avventuroso e coinvolgente di Piancavallo avevamo incrociato un appassionato di volo libero, immaginando lo scenario fantastico che stava ammirando dalla sua postazione mobile privilegiata, un po’ più alta della nostra. Ed è da quel punto che proseguiremo ora per cercare una strada tecnica e innevata. L’obiettivo è la strada panoramica che percorre in quota il versante del complesso del monte Cavallo affacciato sulla pianura pordenonese, con un panorama a 180 gradi che spazia dalla pedemontana friulana ai monti Berici. Ma di questo, parleremo la prossima settimana.

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Testdrive: Mazda 2 e con Skyactiv-g e tecnologia sostenibile

Un modello ibrido-leggero di SUV concentrato di innovazione

Una guida sicura e assistita con consumi di benzina ridotti

Nell’incertezza sul futuro dell’automobile prolificano i progetti, le proposte, le scelte innovative, frutto della ricerca motivata a individuare tecnologie capaci di rendere sempre più sostenibile la mobilità. Quale sarà lo scenario dell’auto tra una decina d’anni? Ci sposteremo con le vetture spinte da motori endotermici, elettrici, a idrogeno, oppure? Per il momento, demonizzato, come già spiegato, ingiustamente, il diesel, l’opzione delle Case cade inevitabilmente sui motori a benzina. La sfida è dunque aperta e sarà vinta da chi riuscirà prima degli altri e in modo convincente a mettere sul mercato un motore brillante, ma che nel contempo consuma poco. Alla Mazda il problema è stato affrontato per tempo, e la soluzione si chiama Skyactiv. Si tratta di una tecnologia ibrida concretizzata dall’abbinamento di un piccolo motore elettrico a quello principale a benzina. Nella Mazda 2 e-Skyactiv-g permette di risparmiare davvero: provata in autostrada,

a 120 km/h consuma tra i 3,1 e i 3,4 litri per 100 chilometri.

Il test al ritorno da Milano, dove l’abbiamo ritirata alla carrozzeria Carrozza, base del parco stampa della Mazda Italia a Milano per quanto riguarda il Nord Italia. Di colore grigio semiopaco con interni beige, pur essendo poco più grande di una citycar non solo offre spazi generosi rispetto alle attese, ma assicura un buon confort. La sua sostenibilità è maggiore nei tratti extraurbani, anche se il cambio manuale a 6 marce permette di sfruttare adeguatamente il motore a 4 cilindri di 1496 cc da 90 CV con 148 di coppia. La trazione è ovviamente anteriore. Skyactiv è una tencologia adottata da Mazda dal 2008, che inizialmente prevedeva un motore a iniezione diretta, cambio automatico e sospensioni modificate. Skyactiv-G è invece una serie di motori a benzina

a iniezione diretta con un rapporto di compressione elevato a 14,0:1.

Per ridurre il rischio di guasti al motore a alta compressione il gas residuo viene ridotto utilizzando particolari sistemi di scarico del motore e con una cavità nel pistone che ottimizza l’iniezione del carburante. La durata della combustione è ridotta intensificando il flusso d’aria e aumentando la pressione di iniezione e utilizzando iniettori multi foro. Di recente, l’introduzione della tecnologia ibrida ha reso ulteriormente giustizia a un propulsore così innovativo, caratterizzato da un basso consumo di  carburante. Dunque, trasferimento da Milano al Friuli Venezia Giulia avvenuto in modalità davvero sostenibile. In relax perché Mazda 2 e-Skyactive-g dispone di un buon impianto di climatizzazione e riscaldamento e anche di intrattenimento, il display è centrale non touch screen, le rifiniture dell’abitacolo sono di livello superiore mentre passando a un primo esame della guida i sistemi di assistenza sono di classe elevata, con controllo laterale e anticollisione avanzati e il cruise control adattivo.

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#testdrive : Mini Clubman Cooper SD 4 all JCW si impadronisce della strada di montagna

Con la neve verso il disgelo si ripristinano le strade del Rally

Ed ecco la PS ‘Icio Perissinot’ ma da Piancavallo a Barcis

La montagna friulana, d’inverno, presenta scorci e paesaggi suggestivi che si rinnovano curva dopo curva. Spesso, anche percorrendo poche decine di metri lo scenario cambia proponendo immagini sempre più accattivanti e tali da fidelizzarci al luogo, alla vallata. Ciò avviene con ancor maggiore efficacia quando la neve dei mesi più freddi comincia a lasciare qualche varco agli escursionisti, che debbono comunque sempre affrontare con rispetto la montagna, come avviene per il mare, consentendo di percorrere strade per diversi mesi bloccate dalla coltre bianca. Anche nella nostra palestra naturale, il Monte Cavallo, naturale perché il sito montano più vicino a casa, il momento del disgelo consente di riscoprire strade che hanno fatto la storia del rallysmo internazionale. Come la Barcis-Piancavallo, che è stata dedicata a Icio Perissinot, il navigatore ufficiale Lancia che aveva corso con Presotto, Bettega, Toivonen e altri assi del rallysmo, ma in particolare ha creato assieme a Giancarlo Predieri, allora presidente dell’Azienda di soggiorno del Piancavallo, e altri amici pordenonesi il Rally del Piancavallo, che sarebbe diventato internazionale, del quale sono stato a lungo l’addetto stampa. Appunto perché Piancavallo è la località di montagna più vicina a casa mia, questa ‘speciale’ potrò percorrerla in senso contrario, ovvero da Piancavallo al Lago di Barcis. Il modo per divertirci lo troveremo certamente, perché stiamo sempre provando la Mini Clubman Cooper SD 4all con allestimento JCW e motore diesel 2000 da 190 CV. Quattro ruote motrici gestite elettronicamente assieme alla curva di coppia generosa del motore diesel sono il mix ideale che ci darà modo di percorrere una strada di montagna, con molte variabili, tornanti in discesa, tratti di falsopiano, misto veloce. Ovvero, di tutto un po’. Volendo ottenere il massimo ci aiuteremo manualmente con il cambio manuale azionato dalle palette al volante, anche se quello automatico, sempre a 8 marce, di bordo,

vedremo che riesce ad assecondare bene le nostre necessità.

In effetti, la strada si presenta ormai quasi pulita e la Mini non fa difficoltà a destreggiarsi in mezzo al fitto bosco che pian piano si apre fino a restituirci la visibilità luminosa verso il lago, permettendoci di apprezzare anche le dimensioni maggiori di questa Mini, più lunga e con passo allargato, che la ancorano ancor di più all’asfalto. Tanto che dalla modalità Green utilizzata alla partenza, quella più sostenibile e morbida, passiamo alla Mid, che conferisce all’auto l’assetto intermedio. Finché, presa confidenza con la strada, arriviamo alla modalità Sport, quella più dinamica, che comunque mantiene ‘sostenibile’ l’utilizzo dell’auto. Ecco il lago e i colori del tramonto. Quasi quasi, ora, dirigendoci verso casa, dopo il sound della Mini Clubman Cooper ci godiamo un po’ di bella musica con l’impianto Harman Kardon di bordo.

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#testdrive : #Mini #Clubman in perfetto stile inglese è efficiente sulle strade innevate

Più larga e lunga anche sulla neve può competere come al Monte

Veloce e rassicurante anche nel misto veloce

Adesso capisco perché il mio naviga, che da poche settimane può finalmente aspirare alla Patente A, insisteva per disporre di un piumino nuovo, effettivamente quello in dotazione si era rimpicciolito dall’anno precedente o più probabilmente si era ingrandito lui, e mi indicava una svendita per poterlo acquistare a un prezzo più conveniente. Si sa, è una Casa di moda specializzata e anche i miei piumini con questo marchio hanno sempre garantito calore, duttilità, morbidezza, durata confacenti alle attese. Ma niente marchette pubblicitarie altrimenti penserete che si tratta di un nostro sponsor. Non è così. Per accontentarlo, a scuola si guadagna questi bonus, ma anche a casa, abbiamo girato per un grande magazzino centralissimo, specializzato, poi anche nella sede milanese della Casa: eravamo però stati preceduti, e l’unica prova dell’esistenza del piumino, meglio un piumone, rimasta, era l’esemplare in esposizione nel negozio ufficiale, peraltro, per regolamento interno non in vendita e comunque di colore celeste. Per quegli strani casi della vita, e della sorte, mentre gli era stato suggerito di verificare on line l’eventuale disponibilità in altri punti vendita italiani dai quali gli sarebbe potuto essere spedito, ha scoperto che l’ultimo rimasto si trovava, lo sapete dove? In un negozio a meno di un km da casa, peraltro di amici. Quando ho ritirato con lui questa Mini, mi è venuto il sospetto che avesse sbirciato nella mailing che intrattengo periodicamente con gli addetti stampa delle Case per concordare le prove. Perché il piumino era degli stessi colori della Clubman JCW, ovvero il verde corsa inglese con due fasce bianche. Infatti, l’abbinamento tra la nota casa italiana di capi anche tecnici invernali, e non solo, e un marchio tra quelli nati e cresciuti per i giovani nel mondo dei social, ha generato un giaccone da sci che, guarda caso, ha gli stessi colori della nostra Mini Clubman JCW. Quindi? Quindi andiamo a provarlo! O meglio,

andiamo a provare l’auto sulla neve e sul fondo con scarsa tenuta.

Quando ci mettiamo al volante, avvicinandoci alle 200 auto provate in 4 anni di #charlieinauto, a volte siamo colti da una crisi di identità: sono un driver, un pilota, un automobilista della domenica, un viaggiatore slow… Ma soprattutto, l’auto sulla quale sto seduto che cos’è, e qual è? Tanto sono stati rapidi i cambi, che spesso mi è successo, al termine di un convegno, un incontro, o anche alla uscita dal cinema, di non riconoscere l’auto che avevo in dotazione tra le tante nel parcheggio esterno. Ma che cosa mi posso o devo attendere in una staccata, in un tratto improvvisamente ghiacciato, schiacciando a fondo il pedale dopo un tornante, guidando ritmicamente nel misto veloce dall’auto che ho in prova: una guida sicura, l’emozione di un mezzo da poter portare al limite, la tranquillità di un’auto da gran turismo… Riepilogando: si tratta di un 2000 cc, diesel, da 190 CV. Infatti è la Mini Clubman Cooper SD4all con allestimento JCW. I posti a bordo sono comodi ma nel contempo sicuri per spostarci anche a lungo, mentre la parte ‘ciclistica’ è adeguata alle prestazioni che, con una curva di coppia alta, anche se apparentemente la potenza non è delle più elevate, sono rassicuranti. Il fatto che questa Mini sia più larga delle altre, con quel gioco a incastro che spesso i progettisti concretizzano per mettere insieme accessori, potenzialità e caratteristiche, le assegna una tenuta di strada sull’asfalto, anche veloce, che è molto elevata.

Abbiamo già detto che anche ‘tirando’ questa Mini ha consumi contenuti,

assicurati anche dal motore diesel, e il suo utilizzo in montagna è molto divertente. Così, puntiamo con decisione su una delle strade, aperte anche se innevate, a nostra disposizione. Non ci poteva che essere una conferma: l’avevamo già provata in anteprima su un circuito innevato, ma sull’imprevedibilità, che è sempre prevedibile, di una bella strada innevata ha confermato le sue doto di affidabilità e la sicurezza garantite dal sistema elettronico di controllo di trazione sulle 4 ruote, sulla frenata, sull’assetto. Il che ci permette di esagerare un po’ e guidare in puro divertimento tra il Piancavallo e il Lago di Barcis, sempre con consumi sostenibili.

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#testdrive : Non è solo Mini ma un’auto familiare comoda e accogliente

La Clubman Cooper SD riprende il primo modello con le fiancate in legno

Tecnologia confort e prestazioni con allestimento sportivo JCW

Mini dopo Mini, siamo arrivati alla Clubman. L’avevamo provata sulle nevi delle Dolomiti friulane, e nonostante la lunghezza maggiore rispetto alle ‘sorelle’, ne avevamo apprezzato la duttilità e l’affidabilità anche spingendo sull’acceleratore in condizioni di aderenza estreme. Questa volta si tratta della Mini Clubman Cooper SD 4All allestimento JCW, cioè quello sportivo. L’Aspetto è decisamente elegante, in stile inglese, ma ciò non dissimula la grinta che traspare anche dalla livrea, con la colorazione in verde bottiglia, è la tinta simbolo delle corse per la Gran Bretagna, come lo è il Rosso per l’Italia, il blu per la Francia, con elementi di colore bianco laccato. Saliamo a bordo, sempre partendo dalla luccicante sede di BMW Italia, alle porte di Milano, e ci lasciamo convincere dall’allestimento sportivo dei sedili, completamente regolabili quelli anteriori, elettronicamente fuorché nella seduta, che si può adattare con regolazione manuale di precisione al nostro stile di approccio al volante. Da che tipo di motore è spinta?

Da un diesel di 2000 cc da 190 CV, probabilmente lo stesso della

Countryman, gestito da un cambio automatico a 8 marce, anche con comando manuale, a palette al volante o con la cloche delle funzioni di guida posta sul tunnel centrale. Come nei modelli precedenti, è studiato con cura nei dettagli il confort assieme al benessere del conducente e dei passeggeri. Per esempio, l’illuminazione dell’abitacolo è assicurata da fasci di fibre ottiche protetti da finiture cromate che portano la luce multicolore, la tonalità è a scelta o varia a seconda delle funzioni impostate, nella zona delle maniglie delle portiere. Tonalità che è coordinata con le luci di cortesia e con quelle che circondano il grande display elettronico rotondo piazzato sul cruscotto al centro dell’abitacolo. I comandi sono a leva, stile vintage, replica di quelli classici in alluminio delle Mini Minor. Una sorpresa speciale è riservata ai passeggeri dei sedili posteriori, che possono essere fino a tre e ciononostante sono sistemati tutti comodamente sull’accogliente divano posteriore:

il tetto della Mini Clubman è interamente finestrato, ed è apribile

nella parte anteriore. La comodità degli interni è ‘aumentata’ dal fatto che oltre che più lunga è anche più larga degli altri modelli di Mini. Ciò le conferisce un spetto muscoloso e sportivo, al quale contribuiscono anche i due tubi di scarico laterali, posizionati appena sotto al portellone del bagagliaio che apre l’intera coda della Mini a compasso. L’apertura, elettrica, che avviene con un lento preavviso iniziale e poi più rapidamente, può essere comandata anche passando un piede sotto alla coda dell’auto, in modo da avere le mani libere per caricare valige, bagagli, la spesa ecc. Un’auto dallo stile elegante, ma molto confortevole, dalla quale ci attendiamo conferme anche rispetto alla sostenibilità. Il motore diesel ritorna infatti d’attualità, purché le emissioni rientrino nei parametri indicati dalle Direttive, perché nelle scorse settimane la Ue rimodulato i termini per la produzione delle vetture con motore endotermico. Il 2035 non sarà infatti il termine ultimo per la loro immissione sul mercato. Oltre potranno essere prodotte ancora le auto con motori endotermici ‘sostenibili’, ovvero quelli nei quali le tecnologie elettroniche ed elettriche riescono a ridurre la produzione di emissioni potenzialmente dannose per la salute e per l’ambiente. E comunque stiano le cose, al momento, le

emissioni dei motori a olio combustibile, o diesel, non contengono metalli

pesanti, come il mercurio, il piombo e l’alluminio, spesso invece presenti nelle benzine, che a lungo andare possono provocare nell’uomo gravi patologie. Ma questo è uno degli aspetti che, speriamo, siano o siano stati considerati dalla Ue. Al fatto che difficilmente entro il 2035, anche stante l’attuale situazione economica generale, molto difficilmente sarebbe stato possibile rimpiazzare i motori diesel, pensiamo a esempio ai settori del trasporto merci e delle persone, si è aggiunto l’aumento esponenziale del costo dei carburanti e altri fattori che qualche anno fa sarebbe stato difficile prevedere. Per il momento ci basta considerare che per quanto riguarda i consumi, la Mini Clubman diesel è sostenibile. Quanto, lo vedremo nelle prossime puntate. Per ora un giretto per i locali della città di Lignano Sabbiadoro in versione invernale prima di passare alla Riviera friulana. Una tappa al Marina Sant’Andrea di San Giorgio di Nogaro, della famiglia lignanese Andretta, dove organizzerò a breve la nuova edizione del premio Voce dell’Adriatico, ideato assieme a Fortunato Moratto, il responsabile della struttura. Nelle edizioni precedenti, realizzate con il supporto dell’ARGA FVG, l’Associazione regionale della stampa agricola, agroalimentare, dell’ambiente e territorio del FVG, e dell’Associazione culturale La Riviera friulana, l’atteso riconoscimento è andato tra gli altri agli skipper Mauro Pelaschier e Cino Ricci, al conduttore televisivo, Patrizio Roversi, al metereologo Bergamasco, al biologo televisivo, Corrado Piccinetti.

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#testdrive : stabile nella guida veloce anche sullo sterrato la Nuova Hyundai Kona Electric

Con assetto e controlli elettronici 204 CV è come non sentirli

SUV Crossover discreto regala grandi emozioni e sicurezza alla guida

Certo, la passione per il mondo dei motori ci spinge ad apprezzare il sound delle auto performanti, un suono pieno, corposo, fatto di potenza, ma, come nel caso di supercar italiane, anche di armonia, quasi di musicalità, purché non se ne faccia abuso. Il collegamento che la mente fa tra il rumore di un motore potente e le sue performance ottimali è talmente istintivo da essere quasi imprescindibile. A volte, sembrerebbe quasi che non se ne possa fare a meno. Tant’è che, come avrete letto anche su queste nostre pagine, ci sono ormai Case che dotano i modelli più sportivi ma anche sfiziosi della loro linea di produzione di un apparato destinato ad amplificare il rumore del motore semplicemente attivando le modalità più performanti dell’auto. Quindi, siamo arrivati anche al punto da essere talmente dipendenti dalle emozioni e sensazione che produce in noi il corposo sound di un motore potente, specialmente se da un’auto ci attendiamo prestazioni ‘allegre’, da non poterne fare a meno.

Il suono del motore svolge funzioni utili anche in materia di sicurezza,

tant’è che ormai i costruttori, e Hyundai è stato uno dei primi, dotano le loro auto elettriche di un sistema che emette un suono artificiale, quasi etereo ma nettamente percepibile, destinato a richiamare l’attenzione dei pedoni, dei ciclisti, di quanti si trovano nei pressi dell’auto in avvicinamento, evitando così investimenti e collisioni causate dalla distrazione. O, meglio, dal non aver percepito l’imminente sopraggiungere dell’auto. Ma se il mondo dei motori non riesce a fare a meno del sound del propulsore endotermico, come farà qualora e se i motori elettrici dovessero avere il sopravvento su quelli endotermici? Chissà? Forse li doteranno di emettitori di suoni vintage diffusi da avvisatori acustici permanenti, sempre, anche, per far sapere a chi si trova nell’area di manovra che corre il rischio di essere investito. Ma tralasciamo per il momento le disquisizioni di carattere psicologico, sofistico o filosofico, per ritornare al nostro percorso abituale: il test drive.

L’Auto ideale dev’essere  confortevole, sicura, affidabile, veloce.

Ma anche sostenibile: vi bastano questi requisiti?

Ne consegue che, al termine della nostra prova, poco importerà ai lettori il tipo di rumore o di suono che il veicolo emette, ma è indispensabile ed essenziale che sia affidabile e vada bene. Vi sono però altri aspetti che consideriamo raramente. Innanzitutto, la possibilità di accesso al centro storico nelle nostre città, che è sconsigliabile in caso di grande traffico e di giornate intense, ma in certi casi, per esempio di buon mattino o la sera, quando le attività principali sono chiuse e la viabilità diviene scorrevole e accessibile, si può trasformare in un’occasione interessante per visitare luoghi nuovi ed immergersi in un ambiente urbano da riscoprire. E con le auto a basso impatto, elettriche, ibride e similari, l’accesso al centro storico delle città è consentito quasi ovunque, in quanto non fanno rumore e non contribuiscono all’inquinamento dell’aria. Una caratteristica che possiamo trasformare in vantaggio, anzi, in uno stimolo, se valutiamo il problema dal lato opposto. Ovvero, quando si visitano, dove è consentito,

le aree naturali protette lo si può fare senza disturbare il mondo naturale,

senza incutere timore nei piccoli abitanti selvatici delle aree di pregio, per poterli così osservare nel loro habitat. Facciamo una prova: ci dirigiamo verso i Colli morenici del Friuli, da Rive d’Arcano a Fagagna, passando per il forte di Col Roncone. Un’opportunità interessante per ghermire al paesaggio scorci di una natura intatta che d’inverno conserva le sue ricchezze, per aprirle in primavera.  Un sito incredibile e inatteso, a pochi chilometri dalla città, su un contrafforte morenico dal quale si domina la pianura. Si trova a pochi chilometri da Fagagna, dall’Oasi dei Quadri dove nidificano le cicogne.

Lì accanto si trova il Golf club Udine: è a Villaverde di Fagagna,

e come spesso accade per gli impianti dello sport del prato verde, questo ha un percorso sul ‘green’ a 18 buche, è adagiato in una zona impagabile dal punto di vista naturalistico. Il centro benessere e l’attiguo resort completano la sensazione di relax in questo complesso presieduto da Gabriele Lualdi. Perfettamente in sintonia con la sensazione di relax correlata alla guida di un veicolo elettrico quindi silenzioso come la Nuova Hyundai Kona Electric. Per arrivare fin qui abbiamo percorso anche strade bianche, carrarecce, percorsi fuoristrada per mettere alla prova la nostra Hyundai Kona Hybrid. Ricordiamo che si tratta di un SUV crossover comodo e performante, con un motore elettrico che eroga 204 CV con oltre 450 km di autonomia. L’elettronica di bordo, come abbiamo già visto molto avanzata, ci ha permesso di continuare a guidarla ‘con due dita’, ovvero, con una semplicità correlata alla precisione dei controlli e alla sua stabilità, sempre controllata elettronicamente, che ci ha permesso anche di spingere un po’ sullo sterrato. La Nuova Kona Electric ci ha confermato anche in questo caso la sua grande affidabilità.

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#Testdrive: sembrerebbe quasi una citycar se non fosse per il look deciso e sportivo

Il cofano trattiene a stento un motore di 2000 cc e 450 Nm di coppia!

Da o a 100 km/h in? Per stavolta accontentiamoci di immaginarci il sound

Superata la nebbia con gli efficaci fari a led tour nella #Rivierafriulana

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Non si può dire che non si tratti di un’auto impegnativa: 231 CV nel cofano di un’auto così compatta! Per fortuna il progettista ha pensato anche alla nostra incolumità. Dopo l’escursione pre-natalizia nella capitale economica del Paese imbocchiamo la strada di casa, o meglio, l’autostrada di casa. Per quanto riguarda i posti anteriori, i sedili molto comodi sono anche avvolgenti, di foggia decisamente sportiva, e riportano i marchi Mini e la bandiera inglese, simboli dell’allestimento sportivo e delle auto della Casa già inglese e oggi tedesca, cioè il John Cooper Works. I comandi sono a portata di mano e consentono di avere sempre in pugno la situazione. Un po’ sacrificati, in profondità, sono i due posti posteriori. Ma è così per tutte le vetture cabrio, e d’altro canto, se si vuole viaggiare in più di due persone su una super car come questa, qualche sacrificio lo si accetta volentieri. Sicurezza pensata su misura: la Mini Cabrio, che è ‘spinta’ da un

motore 2000 turbocompresso che offre la bellezza di 450 Nm di coppia,

corre su un sistema assistito a quattro ruote motrici, gestito in modo da assicurare la trazione e la spinta in modo differenziato, e dove occorre, a ciascuna delle quattro ruote della vettura. Ma questo lo verificheremo più avanti. Per ora, limitiamoci a giocare con un primo approccio alle prestazioni della Mini Cabrio, andando anche alla ricerca di qualche effetto speciale che scopriremo in corso d’opera. Il primo approccio con le prestazioni, al solito, alla ripartenza dopo l’ingresso nel casello autostradale dove sono a nostra disposizione, nel primo tratto, ben sei corsie. Quindi, un’accelerata nel rispetto del codice e della sicurezza ce la possiamo permettere: lascio fare al cambio automatico ma

non sono in grado di lasciargli inserire la quinta di 8 marce, perché

sono già molto vicino al limite di velocità. Così, mi limito a prendere confidenza con le modalità di funzionamento che si selezionano con un piccolo interruttore a leva, replica in stile vintage dei vecchi interruttori della Mini posto sotto al display centrale, accanto all’interruttore, simile, dell’accensione. La prima funzione è Green, che ci stimola a una condotta di guida adeguata indicandoci quanti Km di autonomia siamo riusciti a guadagnare tenendo il piede più leggero sul pedale dell’acceleratore. Questa funzione ci offre una Mini più morbida e scorrevole e leggermente meno performante, ma più sostenibile. Normal, restituisce all’auto le prestazioni standard. Sport, riflette onomatopeicamente sulla vettura il carattere con il quale è stata pensata. Ma serve una premessa per rassicurare gli appassionati e i potenziali fruitori di questo mezzo performante: viaggiando a velocità costante, anche utilizzando il suo cruise control adattivo che è molto rassicurante,

a 120 km/h il consumo va dai 17 ai 19 km/l.

Nonostante il tettuccio apribile, quindi privo di sistemi di insonorizzazione, la rumorosità di scorrimento percepita all’interno dell’auto è molto contenuta. Salvo… eh sì! Essendo ancora l’inizio del nostro test drive, ci mancava di scoprire una funzione che viene attivata con un comando apparentemente marginale: Sport. Si attiva spostando nella modalità manuale la leva formato joystic del cambio, ovvero con una leggera spinta verso il conducente. Ma non basta. Una sorta di booster ci aspetta e si mette in azione spingendo l’ultimo dei cinque interruttori a leva al centro dell’auto, sulla plancia appena al di sopra della leva del cambio. Servirà per i sorpassi in sicurezza. Ma facciamo un passo alla volta. Complice, ancora una volta, la sosta di ristoro all’autogrill, alla ripartenza verso casa, il ‘naviga’, sempre attento nella ricerca e alla scoperta delle sorprese che ogni progettista riesce a inserire con obiettivi e target sempre diversi, da individuare auto dopo auto, ci spinge a inserire la funzione Sport. Lo facciamo a cuor leggero, dopo avere verificato, nelle prime decine di km di viaggio, che i consumi della Mini Cabrio, nella guida normale sono sostenibili. E lo facciamo con l’auto in leggero movimento: non appena abbiamo attivato il comando, abbiamo percepito al volante, alla seduta, sotto il piede, l’unico da utilizzare visto che la frizione è ovviamente automatica anche con il cambio manuale sia che si utilizzi con i comandi a paletta che con la leva sul tunnel centrale, la trasformazione avvenuta sotto di noi.

La Mini si è istantaneamente irrigidita e leggermente abbassata, lo sterzo

è più rigido, ma soprattutto, l’auto è molto più reattiva alle sollecitazioni dell’acceleratore. Non abbiamo ancora riacceso l’impianto di intrattenimento Harman Kardon, commisurato al fatto che l’abitacolo non è molto insonorizzato, quindi è di alta qualità e buona potenza, e per questo ci accorgiamo che d’improvviso la nostra Mini Cabrio ha cambiato la voce e si fa sentire. Infatti, un dispositivo comandato elettronicamente modifica il sound emesso dal doppio tubo di scarico situato al centro della coda dell’auto. Ma queste sono soltanto le premesse, perché il bello del test drive arriverà ora, quando, reinserendomi sull’autostrada, proverò ad affondare il piede sul pedale dell’acceleratore: i 231 CV scaricati alle 4 ruote motrici con un cambio perfettamente coordinato con la progressione della vettura e una curva di coppia che arriva a 450 Nm parlano e cantano da soli. Ma anche in questo caso, i dettagli ve li tutti svelerò la prossima settimana.

Vicino a casa, ci concediamo un tour del gusto nella #Rivierafriulana.

Per ora, al rientro, siamo vicini alle festività, così ci dedichiamo a un tour breve tra le aziende vitivinicole e agroalimentari di eccellenza della Riviera friulana. Questa volta rientrando a Lignano facciamo tappa a Pertegada,  frazione di Latisana, accanto alla strada regionale 354, all’Azienda agricola Lorenzonetto Cav. Guido, accolti da Guido, con i figli Marco e Mara. Una vasta gamma di prodotti enologici, oltre 25 etichette, ma anche la Birra artigianale Agricola Australian Pale Ale, leggera, rivolta a chi deve guidare e si deve attenere alle regole più degli altri degustatori, e ,l’olio. Il viale di accesso scorre infatti tra un vigneto e un grande uliveto. Poi scendendo a Lignano, una tappa per l’aperitivo al Bar Fontana di Mattia Bianchin, nella centralissima Piazza Fontana, accanto al Villaggio di Natale, prima di dedicarci alla cucina alla brace di Carbon Neri, a Pineta, di Francesco Rizzi e Cati. Infine, il digestivo o un drink dal sapore mitteleuropeo al Terrazza Cortina di ‘Conny’ e Lucia, a Pineta. dove, però, forse abbiamo fatto un po’ tardi: comincia ‘già’ ad albeggiare…

#charlieinauto3/263    

#testdrive: con #Skoda Octavia e-teck viaggiare è anche divertimento

Prestazioni adeguate e guida sicura per la wagon superaccessoriata

Consumi sostenibili per affrontare l’aumento dei costi della benzina

Un’auto che qualche anno fa avremmo chiamato ‘familiare’, e che in effetti lo è, ma poliedrica e superaccessoriata, innovativa con diverse soluzioni hi-teck. La Skoda Octavia e-teck, mild hybrid, si presta agli spostamenti in pieno confort, ma è docile in città e nel traffico intenso. Al di là delle aspettative, il motore di ‘soli’ 1000 cc tre cilindri eroga 110 CV e spinge adeguatamente questa wagon della Casa boema che, stando alle dotazioni, alla sensazione di robustezza e al volume anche di carico non è certo tra le più leggere. Infatti, come accennato, il cambio automatico a sette marce, manuale con le palette al volante o con la cloche multifunzione sul tunnel centrale, propone un sincronismo efficace e continuo tra la curva di coppia, le prestazioni, le esigenze di spinta rispetto alla maneggevolezza. Abbiamo spinto sulle strade periferiche nella funzione Sport, ed è divertente pur rimanendo confortevole e sicura.

Ora attiviamo la funzione ‘mappa’ nel cruscotto display digitale

e ci facciamo guidare verso Portogruaro, città dalle origini romane, sulle rive del fiume Lemene lungo il quale anticamente venivano trasportate le merci. Prima, avevamo incontrato dei tratti interessati dalla nebbia, e la Octavia aveva assegnato automaticamente al cruscotto-display la precedenza alle indicazioni della segnaletica stradale orizzontale e dei veicoli che ci precedevano. Ci è capitato lungo un tratto autostradale, sul quale poco prima avevamo testato i consumi:

a 125 km/h la strumentazione di bordo ci dava oltre 6 l/100 km.

Le strade di Portogruaro sono suggestive, caratterizzate dai porticati ad arco, mentre molte abitazioni sono in stile veneziano. Siamo infatti in Provincia di Venezia, ma l’influenza di numerose culture e civiltà in questa zona di scambi e di passaggio si fa sentire. Tanto che in molti qui parlano anche la lingua friulana tramandata dai nonni dai tempi dell’influenza del Patriarcato di Aquileia, quando Concordia Sagittaria, che è la località adiacente, era sede vescovile. Ora però la giornata volge al termine e rientriamo a Lignano. Si fa sera così giochiamo un po’ con la possibilità di modificare i colori e l’intensità delle luci di cortesia interne che assecondano l’atmosfera rilassante accompagnata dal buon impianto di intrattenimento, amplificata dal massaggiatore lombare attivabile sui sedili anteriori. La stagione è invernale e i punto di riferimento del gusto e i ritrovi sono ovviamente meno numerosi rispetto alla stagione balneare. Meno numerosi, ma forse anche per questo maggiormente attrattivi. Come il Terrazza Cortina Pub di Pineta di Conny e Silvia. Dove la fondatrice del locale, mamma Cornelia, di madrelingua tedesca ma ormai lignanese da decenni, prepara personalmente snack, bruschette, ma anche dolci della tradizione mitteleuropea e bevande calde, d’estate drink dedicati, capaci di fidelizzare gli ospiti di ogni età.

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Testdrive: un SUV crossover duttile sicuro e preciso nella guida la Mazda CX30

Confortevole e spaziosa per le escursioni anche fuoristrada

Come sul suggestivo colle del Castello di Fagagna (Ud)

Una guida precisa e la sicurezza garantita da un SUV compatto ma spazioso, con le ruote da 18’ che oltre a permetterci di mantenere la traiettoria impostata su qualsiasi tipo di fondo stradale assicurano un confort elevato e la comodità di salita e di seduta. È un’auto, la Mazda CX 30, che fa sentire subito a suo agio chi si mette al volante. Un crossover al quale chiediamo di portarci ovunque? Ovviamente ci vuole un distinguo. Crossover sì, per poterci spostare quasi ovunque, ma non per azzardare escursioni su terreni particolarmente fangosi, ghiacciati, innevati… Ma non fraintendetemi. Questa Mazda interpreta benissimo il suo ruolo e ci porta in sicurezza dappertutto, grazie a un sistema di controlli elettronici di trazione, anticollisione, di traiettoria che sono molto avanzati e ci permettono di tenere in mano il volante senza particolari patemi d’animo.

I suoi 186 CV di potenza da un motore di 2000 cc

che abbiamo visto si comporta come un diesel grazie alla tecnologia Skyactive, ci portano dei vantaggi soprattutto in montagna. Ma è bene ricordare che per gli spostamenti su terreni e in zone particolari, un’altra componente essenziale per viaggiare tranquilli sono gli pneumatici. Difficilmente l’auto acquistata per l’uso di ogni giorno può disporre di gomme tassellate, scolpite o artigliate quanto serve per avere un grip eccellente anche in situazioni di fondo stradale improponibili. Perché montarle significherebbe rinunciare a parte del confort e dell’insonorizzazione che invece la CX 30 ci garantisce. Infatti, le vibrazioni che si trasmetterebbero al volante, ma anche all’intera auto, quindi anche ai passeggeri, potrebbero essere importanti e soprattutto, produrre un forte rumore di rotolamento. Quindi, è bene essere sempre consapevoli del mezzo che si ha per mano. Ma la Mazda CX 30 non rientra in questo ragionamento mirato a stimolare la consapevolezza alla guida, perché sue dotazioni rispondono perfettamente alle attese dei più esigenti automobilisti, per un uso normale. Vi ho soltanto fatto questo appunto, ricordando che quando provai uno dei primi SUV usciti sul mercato, affidato a un collega che prova auto come me, vissi un’avventura singolare, ma frequente tra chi ama esplorare il territorio sulle due come sulle quattro ruote. A un certo punto, decise di imboccare un percorso in spiaggia apparentemente sicuro e con il fondo stabile, che però, dopo qualche decina di metri divenne instabile. Tanto che dopo qualche metro le ruote pur grandi affondarono nella sabbia facendo appoggiare la pesante vettura con il fondo sulla sabbia. Con il risultato? Che si è reso necessario l’intervento del carro attrezzi per tirarci fuori da lì. Invece, questa volta non intendiamo esagerare. Ma divertirci e come sempre farvi conoscere qualche chicca del territorio. Saliamo verso i colli morenici del Friuli, verso

Fagagna, un borgo di origini rurali

che conserva ancora qualche memoria medioevale. Come il castello, situato sul colle panoramico meta di turisti e appassionati, ma anche degli innamorati, perché da lì, anche se l’altitudine è relativa, si gode una splendida vista sulla pianura friulana, fin verso la Riviera friulana. Come ci capita spesso, ci arriviamo verso il tramonto, e nelle foto potrete ammirare i risultati di questa ennesima gita di #charlieinauto.

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