Donatella, suicida in carcere a 27 anni. L’ultima lettera al fidanzato: «Perdonami amore mio, sii forte, ti amo e scusami»

Si è suicidata in carcere a 27 anni inalando gas da un fornelletto. Così è morta Donatella, detenuta nella casa circondariale di Montorio (Verona). La giovane donna era originaria dell’Albania ma residente in Italia da oltre vent’anni. Prima di morire ha lasciato una lettera scritta a mano al fidanzato trovata accanto al suo corpo.

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La paura di perdere il suo amore
Donatella, con problemi di dipendenza e colpevole di una serie di furti, si trovava in carcere dopo essersi allontanata da una comunità a cui era stata affidata. Il suo avvocato si stava adoperando affinché per lei venisse predisposta una misura alternativa al carcere che prevedesse anche un programma terapeutico e il trasferimento sarebbe stato deciso in tempi brevi. Ma qualcosa deve essere scattato nella mente della giovane, che nel biglietto lasciato al fidanzato Leo parla della sua paura di perderlo: «Leo amore mio, mi dispiace. Sei la cosa più bella che mi poteva accadere e per la prima volta in vita mia penso e so cosa vuol dire amare qualcuno ma ho paura di tutto, di perderti e non lo sopporterei. Perdonami amore mio, sii forte, ti amo e scusami».

«Insieme alle operatrici, Ilenia, Annarosa, Edissa, Martina e Federica abbiamo condiviso un pezzo di vita con Donatella, all’ interno della casa circondariale di Verona, dove si cercava di tenersi per mano e spesso il supporto e aiuto morale lo dovevamo trovare tra di noi. Dona in questo momento era senza le sue amiche storiche e probabilmente la solitudine, non fisica, ma dell’ anima era diventata per lei troppo pesante» – ha spiegato a Leggo Micaela Tosato, Responsabile dell’ Associazione Sbarre di zucchero.

Anche Vincenzo Semeraro, il magistrato di sorveglianza che aveva in carico Donatella, ha espresso il suo dolore per la morte della giovane: «La conoscevo dal 2016, avevo lavorato con lei e per lei in tante occasioni, utima delle quali nel marzo scorso, allorché la inviai nella comunità a Conegliano. Inutile dire che la sensazione che provo è quella di dolore e sgomento: quando in carcere muore così una ragazza di 27 anni vuol dire che tutto il sistema ha fallito. Ed io ho fallito sicuramente, so che avrei potuto fare di più per lei, anche se non so cosa».

Estate tragica
«In questa tremenda estate di suicidi in carcere quello a Verona della giovane tossicodipendente – il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo – rileva una verità che in tanti vorrebbero occultare: le droghe sono la causa del 35% dell’ingresso in carcere». La giovane era detenuta per alcuni furti compiuti per acquistare droga. Di Giacomo sottolinea che «resta ai livelli più alti degli ultimi 15 anni la presenza di detenuti definiti ‘tossicodipendentì: sono circa 18mila, poco meno del 30% del totale. Altri 6.000 in associazione con l’art. 74: associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope». «È una presenza – spiega – che resta maggiore anche rispetto al picco post applicazione della Fini-Giovanardi (27,5% nel 2007), alimentata dal continuo ingresso in carcere di persone ‘tossicodipendenti’. E si badi che il costo della sola carcerazione per droghe è oltre 1 miliardo di euro l’anno».

Donatella, suicida in carcere a 27 anni. L’ultima lettera al fidanzato: «Perdonami amore mio, sii forte, ti amo e scusami»ultima modifica: 2022-08-08T14:31:50+02:00da manuela_man27