Amanda Lear: «Sono stata con molti uomini. Con David Bowie litigavamo per il fondotinta»

«Quando ho saputo che dovevo fare una nonna, ho detto: “Una nonna? Chi? Io?”. Poi ho letto il copione e mi sono innamorata di questa donna che è una nonna sui generis, eccentrica, svampita, mitomane, un personaggio surreale, perfetto per me. Ma la storia è tutta un po’ fuori dalla realtà, quasi una fiaba».

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Amanda Lear è nel cast di Metti una notte, il film di Cosimo Messeri (premio Panorama Italiano alla Festa del Cinema di Roma) in onda da oggi su Sky Cinema Uno.
«Ho sempre adorato il vostro cinema, sono stata amica di Zeffirelli, De Sica, Bolognini. Oggi credo che il meglio arrivi dai giovani e preferisco lavorare con un autore alla sua opera prima piuttosto che strapagata in una super produzione».

Non è che ha rimpianto di non essere davvero nonna e di non essere stata madre…
«È una vocazione che non ho mai avuto. L’artista è egoista, egocentrico, pieno di sé. Mette al mondo un figlio e lo affida alle tate oppure se lo trascina dietro al lavoro mentre fa l’imbecille o sculetta»

Le piace fare cinema
«Mi sarebbe piaciuto farne di più anche qui, in Italia, così come in Francia. Qui mi sono fermata a Zio Adolfo in arte Fuhrer con Celentano. Un disastro»

In verità ha fatto di tutto: pittrice, modella, attrice, cantante, conduttrice televisiva…
«Adoro comunicare: con un quadro, con una canzone… ho bisogno di sedurre, di sentire l’approvazione della gente ma soprattutto di darle gioia. È il senso dell’arte»

Diamo i voti alle tante Amanda. Il più alto?
«Alla pittrice. Mi dispiace che sia il mio lato meno conosciuto nonostante le mostre. Si ricordi che ho fatto le Beaux Arts a Parigi…»

Poi?
«L’attrice. Mi piaccio, sia sul set che in scena dove torno ogni stagione. Il teatro mi ha anche insegnato a cantare meglio»

La cantante, appunto
«Per carità, mai avuta ’sta gran voce, mai stata Mina né la Vanoni. Però ho venduto 28 milioni di dischi. Sarà il stato carisma di quel timbro che s’inventarono i produttori tedeschi: cercavano una nuova Dietrich»

E Amanda modella?
«Eravamo povere ragazze magroline. Mica dive miliardarie alla Campbell. Non dovevi aprire bocca, una gruccia per portare in passerella un abito. Figurarsi, io stare zitta, che frustrazione»

La conduttrice televisiva?
«Ci so fare perché sono sincera, “battutista” come dicono quelli della tv, parlo come mangio, non mi sento diva. Ho sempre detestato quelle che se la tirano, col codazzo di segretarie, assistenti, truccatori. Non sopporto i red carpet, godo per una pizza con gli amici»

Eppure gli amori sono stati fuori dall’ordinario
«Ho sempre amato la testa degli uomini, mai sospirato per un bicipite. Salvador Dalì e David Bowie non erano certo adoni, ero incantata dalla loro creatività, dal loro essere eccentrici, antiborghesi. C’erano anche scontri, a volte, specie con Bowie perché mi rubava i fondotinta e siccome la sera non si struccava mi macchiava le federe»

Meglio il mondo in quegli anni turbolenti o meglio quello di oggi?
«Oggi siamo ridotti malissimo tra ipocrisia, razzismo, omofobia. Mi sforzo d’essere ottimista ma… Meglio i tempi del Maggio francese, della rivoluzione sessuale»

A proposito: il suo giocare, 40 anni fa, con il gender, ha contribuito ad aprire orizzonti?
«Non so, io volevo solo creare curiosità. Se poi a qualcosa è servito…»

Non sembra il tipo da nostalgie
«Che si rimpiange a fare? Il passato non torna. Meglio chiedersi: domani cosa farò?»

Ecco, domani cosa farà?
«Spero mi chiami Woody Allen tanto per far capire meglio che Amanda non è solo quella di “Voulez-vous un rendez-vous tomorrow…” (canta). Al di là dei desideri, come ogni giorno, curerò i miei ulivi, in mezzo a questo bel verde della Provenza, cucinerò sano, darò da mangiare ai miei gatti, dipingerò, scriverò e se passa di qui qualche bel ragazzo magari ci si può fare compagnia … non pensi a cose strane, ho già tirato giù la saracinesca».

Amanda Lear: «Sono stata con molti uomini. Con David Bowie litigavamo per il fondotinta»ultima modifica: 2020-07-15T18:50:36+02:00da manuela_man27