L'assoluzione, a Firenze, è la fine di un lungo incubo. Fausta Bonino, l'infermiera di Piombino (Livorno) che era accusata di aver ucciso diversi pazienti con dosi letali di eparina, è stata riconosciuta non colpevole dalla Corte d'Assise d'Appello. E al termine della lettura della sentenza, ha potuto abbracciare il figlio Andrea, medico all'ospedale del capoluogo toscano. Fausta Bonino assolta: «Ho salvato vite, non le ho soppresse» «Quell'abbraccio è stato ancora più bello della lettura della sentenza di assoluzione. Mentre piangevo, ancora frastornata, mi ha baciata e mi ha detto che era convinto che sarei stata assolta. Mi è stato sempre vicino questo figlio dottore, mi ha dato la forza, ha creduto in me e io non l'ho tradito, non solo come mamma ma anche come infermiera» - racconta Fausta Bonino al Corriere della Sera - «Per sei anni lunghissimi mi hanno accusato di aver assassinato con iniezioni di eparina da 4 a 14 pazienti dell'ospedale di Piombino dove lavoravo. Per me ha significato il male assoluto. Non solo come donna e come mamma di due figli, uno dei quali medico, ma come infermiera. Io le vite le ho salvate non soppresse. E solo il sospetto sarebbe stato insopportabile».
Fausta Bonino, l'infermiera assolta a Firenze: «Ho salvato vite, non le ho soppresse»
L'assoluzione, a Firenze, è la fine di un lungo incubo. Fausta Bonino, l'infermiera di Piombino (Livorno) che era accusata di aver ucciso diversi pazienti con dosi letali di eparina, è stata riconosciuta non colpevole dalla Corte d'Assise d'Appello. E al termine della lettura della sentenza, ha potuto abbracciare il figlio Andrea, medico all'ospedale del capoluogo toscano. Fausta Bonino assolta: «Ho salvato vite, non le ho soppresse» «Quell'abbraccio è stato ancora più bello della lettura della sentenza di assoluzione. Mentre piangevo, ancora frastornata, mi ha baciata e mi ha detto che era convinto che sarei stata assolta. Mi è stato sempre vicino questo figlio dottore, mi ha dato la forza, ha creduto in me e io non l'ho tradito, non solo come mamma ma anche come infermiera» - racconta Fausta Bonino al Corriere della Sera - «Per sei anni lunghissimi mi hanno accusato di aver assassinato con iniezioni di eparina da 4 a 14 pazienti dell'ospedale di Piombino dove lavoravo. Per me ha significato il male assoluto. Non solo come donna e come mamma di due figli, uno dei quali medico, ma come infermiera. Io le vite le ho salvate non soppresse. E solo il sospetto sarebbe stato insopportabile».