A quasi tre anni dalla denuncia per diffamazione da parte di Selvaggia Lucarelli, arriva il rinvio a giudizio per Alessandro Sallusti, all’epoca direttore del quotidiano Il Giornale (ora a Libero), per una vicenda di cui si occuparono tutti i giornali e che alla giornalista non andò giù, per via dei termini utilizzati, a suo avviso decisamente forti.
Il caso dei commenti sessisti
Il caso nasce dall’ospitata a Non è la D’Urso di Sergio Vessicchio, il giornalista prima sospeso e poi radiato dall’Ordine dei giornalisti per via di alcuni commenti sessisti contro un arbitro donna. La Lucarelli sui suoi profili social aveva ripreso alcuni passaggi della sua intervista, ironizzando sulle sue parole (in cui definiva «becera» la tv della D’Urso) e aggiungendo «ridategli il tesserino da giornalista». A quei tweet, Sallusti aveva replicato duramente in un editoriale sul Giornale, definendo Selvaggia con l’epiteto «esperta di zoccolaggine» e sostenendo che Selvaggia avesse «preso le parti di Vessicchio, dando di fatto e in diretta delle zoccole a Barbara D’Urso e alle sue ospiti».
Infine Sallusti tirò fuori uno dei cavalli di battaglia dei critici della Lucarelli, cioè l’accusa di «aver messo in circolo un video hot privato di una giovane Belen». Nel documento in cui si rinvia a giudizio Sallusti, i giudici sottolineano su quest’ultimo punto che la giornalista è «totalmente estranea a tale condotta penalmente rilevante, e in più non risulta essere mai stata indagata su quei fatti». Ora, a distanza di tre anni, dovrebbe partire il processo, come confermato anche dalla stessa Lucarelli sul suo profilo Facebook.
Bene, il mio commento contro Sallusti non è stato pubblicato. Me lo aspettavo. Mi consola il fatto che Sallusti non potrà sfuggire alla giustizia, in cui ho grande fiducia.
Difendete, difendete, Sallustiì, non pubblicando il mio commento. Ci penserà il giudice penale a fare giustizia.
Ho compreso l’antifona. Sallusti è INTOCCABILE. Bisogna dirne solo bene. Che schifo.