L’attore Ryan Grantham, star della serie tv Riverdale ora trasmessa su Netflix, è stato condannato all’ergastolo dopo aver ammesso di aver ucciso sua madre e aver anche complottato per assassinare il primo ministro canadese Justin Trudeau, secondo quanto riportato dal Daily Telegraph. La sentenza è stata espressa giovedì dalla Corte Suprema della Columbia Britannica a Vancouver.
La confessione in un video
Grantham, 24 anni, si è dichiarato colpevole dell’omicidio della madre, Barbara Waite, avvenuto nel marzo del 2020. La donna è stata uccisa con un colpo di pistola alla nuca mentre era distratta nel suonare il pianoforte nella casa di famiglia a Squamish. L’attore immediatamente dopo ha registrato un video con una videocamera GoPro in cui ha confessato il terribile gesto e mostrato il corpo senza vita della donna: «Le ho sparato», dice nelle immagini. In seguito, il 24enne ha comprato birra e marijuana e guardato Netflix mentre costruiva delle molotv artigianali, prima di coprire il corpo di sua madre con un lenzuolo e andare a letto, secondo la sua dichiarazione resa alla polizia. Il giorno successivo ha appeso un rosario al pianoforte di sua madre e ha messo candele accese intorno al suo corpo.
L’attentato al premier Trudeau
Poi è salito in auto portando con sé tre pistole e 12 bombe, direzione Rideau Cottage, la residenza di Trudeau a Ottawa. Grantham in seguito ha confessato agli investigatori il suo piano per uccidere il Primo Ministro, scrivendone anche nel suo diario. Mentre raggiungeva la sua destinazione, l’attore è stato sfiorato dall’idea di commettere una sparatoria di massa sul Lions Gate Bridge o alla Simon Fraser University, dove stava studiando, ma poi ha rinunciato ai suoi folli intenti e ha guidato fino al dipartimento di polizia di Vancouver, dove si è consegnato confessando l’omicidio della madre.
Il pentimento
Nei mesi precedenti il folle gesto, Grantham era caduto in una spirale discendente: passava le sue giornate a fumare erba e guardare video violenti sul deep web mentre era afflitto da pensieri suicidi e idee omicide. Il giudice Kathleen Ker, che ha emanato la condanna, ha spiegato che il giovane sembrava sinceramente pentito. A giugno, si è scusato per le sue azioni, dicendo che sua madre non meritava quello che le aveva fatto.