Le cooperative “Karibu” e “Consorzio Aid” sono finite sotto la lente della procura di Latina per possibili irregolarità nei contratti e nei pagamenti dei lavoratori. Coinvolte nelle indagini Marie Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, rispettivamente suocera e moglie del deputato Aboubakar Soumahoro (Alleanza Verdi e Sinistra). Mentre il parlamentare urla al complotto contro di lui, i riflettori si sono accesi sulla consorte e in particolare sul suo stile di vita ostentato via social.
“Libero” oggi racconta di come Liliane Murekatete su Instagram sfoggi borse, valigie ed occhiali di lusso, mentre si fotografa in pose da diva in hotel 5 stelle. Secondo quanto riporta lo stesso quotidiano, perfino sul profilo Twitter della società Karibù – specializzata nell’assistenza ai migranti – ci sono rimandi continui a marchi di alta moda come Missoni, Prada, Fendi, Gucci e Valentino. Liliane Murekatete, secondo una visura camerale consultata da “Libero”, fino al 17 ottobre risultava consigliera di amministrazione di Karibu.
La versione di Maria Therese e Liliane
«L’obiettivo è Aboubakar, vogliono affossarlo. Un mese dopo il suo ingresso in Parlamento, e subito dopo essere andato a Catania per difendere lo sbarco dei migranti, scoppia questo scandalo»: sono le dichiarazioni rilasciate al quotidiano “La Repubblica” da Maria Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete. L’indagine è emersa senza ipotesi di reato né comparsa del nome di Soumahoro, che tuttavia ha tenuto a precisare la propria estraneità alla vicenda parlando con i media e in un accorato appello social, in cui piangendo ha rivendicato la propria lotta per i diritti delle persone e contro qualsiasi forma di sfruttamento. La suocera di Aboubakar, Maria Therese Mukamitsindo, ha detto che «tutto è stato speso per i rifugiati. Tutto è rendicontato e posso provarlo», mentre la moglie del deputato, Liliane Murekatete, ha dichiarato che Aboubakar «non si è mai interessato alla coop. In famiglia non ne parliamo mai».
Soumahoro: «Mia moglie è disoccupata»
«Sono molto preoccupato. Non sottovaluto questi attacchi mediatici. Ma, a chi vuole seppellirmi politicamente, dico: mettetevi l’anima in pace, il fango mediatico non ci fermerà». Lo ha detto Soumahoro, che ieri ha rilasciato dichiarazioni ai quotidiani “Corriere della Sera” e “La Repubblica”. «Non avendo vissuto nulla di questa vicenda finirei per fare un’informazione approssimativa con un’indagine della Procura in corso», ha affermato a proposito della vicenda, spiegando di non voler eludere le domande e che sua moglie «non possiede nessuna cooperativa, non fa parte di nessun Cda e non è mai stata all’interno del consorzio Aid. È vero che è stata una dipendente della Karibu, ma allo stato attuale è disoccupata». Quando «vorranno sentirla, fornirà tutti i chiarimenti», ha aggiunto.
Il parlamentare ha anche pubblicato su Facebook un filmato in cui, con la voce rotta dal pianto, ha esordito: «Mi dite cosa vi ho fatto? Da una vita sto lottando per i diritti delle persone. Vent’anni per strada a lottare per dare dignità alle persone. La mia vita è stata caratterizzata dalla lotta contro qualsiasi forma di sfruttamento. Voi mi volete morto. Ho sempre lottato». E ancora: «Voi avete paura delle mie idee, di chi lotta».
«Pensate di seppellirmi ma non mi seppellirete. Sono giorni che non dormo. Io non lotto solo per Aboubakar, non ho mai lottato per Aboubakar. Ho lottato per le persone che voi avete abbandonato. Mia moglie è attualmente disoccupata, è iscritta all’Inps, non possiede allo stato attuale nessuna cooperativa. Perché non parlate con lei? Quando l’ho conosciuta lavorava già nell’ambito dell’accoglienza. Parlate con mia suocera, chiedete a lei che è proprietaria della sua cooperativa, e io sarò il primo ad andare lì, a lottare, a scioperare con i dipendenti e difendere i loro diritti», ha continuato. «La montagna di fango non seppellirà le mie idee; probabilmente riuscirete a seppellirmi fisicamente, ma non riuscirete mai a seppellire le nostre idee, le idee degli invisibili», di «quel mondo che voi avete abbandonato». «Io sono una persona integra, pulita», ha rivendicato Soumahoro.