Primario Ps arrestato: Ha ucciso pazienti Covid per liberare letti?

Questa storia è pazzesca, aggiunge dolore a dolore ai parenti delle vittime: è stato arrestato un primario di Pronto soccorso in provincia di Brescia per aver somministrato farmaci letali almeno a due pazienti Covid, si chiama Carlo Mosca e lavorava nell’ospedale di Montichiari.
Le vittime sono Natale Bassi di 61 anni e Angelo Paletti di 79, avevano avuto entrambi un peggioramento improvviso che li ha portati alla morte in poche ore e aveva insospettito gli infermieri, per fortuna un infermiere dell’ospedale ha presentato un esposto ai carabinieri. E da lì è scattata l’indagine che ha fatto finire nel mirino le morti di quattro pazienti.

Come è emerso da alcune chat tra infermieri, c’è chi scrive: “io non ci sto ad uccidere pazienti solo perché vuole liberare dei letti” e chi lo definisce “un pazzo“. Così ieri sono scattate le manette e i domiciliari per il rischio di reiterazione del reato e inquinamento delle prove.  Il primario ieri si è difeso nel primo colloquio con i suoi avvocati e dicendo di non aver mai somministrato quei farmaci. Ora attende di essere interrogato.

Io penso alle famiglie di questi due poveretti che ora sanno che non li ha uccisi il Covid ma chi avrebbe dovuto fare di tutto per salvarli,  forse gli infermieri avrebbero potuto fermarlo prima? Speriamo che non vengano fuori altri morti uccisi da lui e non dalla malattia. Che ne pensi?

carlomosca

Primario Ps arrestato: Ha ucciso pazienti Covid per liberare letti?ultima modifica: 2021-01-26T11:10:49+01:00da annawintour0

3 commenti


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    Non c’è da stupirsi, sono stato personalmente toccato da una situazione simile nel 2018, quando mio padre era ricoverato a seguito di un influenza che sembrava fosse sfociata in polmonite, dopo 3 mesi con episodi fortemente criticabili, è stato diciamo “accompagnato” per liberare il posto letto, ovviamente mio papà quando è stato “accompagnato” aveva delle crisi che si risolvevano dopo l’intervento dei dottori, ma non permettevano per il momento l’assistenza a domicilio, dopo questi interventi mio papà tornava quasi alla normalità, ovviamente dopo 3 mesi di ospedale non poteva scendere dal letto e mettersi a correre, in definitiva doveva liberare il posto letto, questa mia certezza è stata anche confermata in confidenza da un dottore.
    Sono convinto che molte altre persone hanno vissuto la mia stessa storia e sarebbe importante condividere l’esperienza per portarla alla luce e rendere onore ai nostri cari che hanno subito questa barbarie.

    Schirripa Domenico


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    se e’ davvero cosi’bisognerebbe fargli lo stesso servizio per vedere come se la cava questo essere immondo!!!!


  3. //

    Premettendo tutta la mia vicinanza e solidarietà alle persone che hanno subito perdite tanto dolorose quarto improvvise.
    Io credo che sarebbe ora in questo Paese di finirla di puntare sul dito anziché guardare alla luna. Se fosse accertata come vera questa notizia ci sarebbero tante corresponsabilità (a parte quelle degli infermieri che personalmente considererei anche più pesanti di quelle del dottore se fosse vero che si scambiassero messaggi su what’s up dove si evince chiaramente la loro consapevolezza su quanto stesse accadendo, i colleghi, il direttore sanitario della struttura stessa, e tante, non dico giustificazioni ma spiegazioni si. La professione medica è a rischio di una fenomeno chiamato burn out, in condizioni di normalità figuriamoci nel mezzo di una pandemia con tutte le carenze con cui si sono trovati ad affrontarla. E questo perché negli ultimi vent’anni si è ritenuto di apportare irresponsabili, ingiustificati e continui tagli a questo comparto ad esempio. Non giudicate. Pregate per entrambi semmai, vittime e carnefici poiché è innegabile che alla fine entrambi sarebbero vittime di un sistema Italia sempre più degradato e corrotto. Chi ha sbagliato deve pagare. Ma sono certa che la pena più grande per questo medico sarebbe il dover convivere con questa responsabilità per il resto della vita.

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