Vi avverto, oggi sono invasata da incontenibile spirito
rivoluzionario!
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Sono forse uscita di senno? Cosa sto facendo?
Semplice! Sto mettendo in atto una sorta di rivoluzione,
anzi, per dirla alla Derrida*, una “deconstruction“.
Sto accentuando il potenziale sovversivo della scrittura
che pare risieda proprio negli elementi fonetici non
fonetizzabili, nei “senza suono”: la punteggiatura,
le spaziature, le virgolettature, i corsivi, i grassetti
e tanto altro ancora.
Questi elementi scritti non “dicibili” hanno una carica
rivoluzionaria e consentono di operare differenze di senso inaudite.
Derrida praticando una “aggressione grafica” al termine
francese “differ(e)nce ” scrivendola con la “a” invece che
con la “e” (differ(a)nce) senza che ciò sia rilevabile a livello fonetico, lo fa per sottolineare proprio l’azione silenziosa della scrittura.
Non è dunque essa veleno, nè “figlia bastarda e parricida” come sostiene Platone preferendole il dialogo, la voce, la parola, l’unica per lui in grado di avvicinarsi alla Verità.
Per Derrida invece le cose non stanno proprio così,
la parola non aderisce perfettamente al concetto,
all’Essere; tra i due termini di paragone c’è uno scarto
che non può essere mai definitivamente colmato.
C’è appunto differance!
In quel che si dice e si racconta si cela dunque l’inganno,
c’è tanto di non detto e taciuto perchè indicibile e mai si
potrà dire.
La grammatica del testo scritto è il luogo dove si
aliena l’Essere: non la voce in cui è meno evidente
il “farsi differanza” dell’Essere: ma la grafia, il segno
scritto,la scrittura, dove “questo farsi altro è più evidente”.
La verità, l’essere però non è neanche nel testo scritto
ma è tra le righe, nell’interlinea del testo scritto, nel non
detto del testo scritto di cui il testo è la traccia.
A noi non resta che seguirle!
Che dite blogger? Non considerate eccitante trovare tracce dell’Essere nei vostri post?
Sorry…. vado a continuare la mia Rivoluzione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
W LA DIFFERANCE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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* Liberamente e malamente sintetizzato da:
“La farmacia di Platone” di Jacques Derrida
Oddioooo non sono mai stata molto brava a leggere e trovar tracce tra le righe 🙁
Ciao rivoluzionaria!! ^_^
Io più che trovare eccitante ritrovarsi nei post, trovo eccitante i tra le righe altrui.
Sai è la questione delle differ(a)nce, li specchi non m’interessano, mi conosco già! ^_^
Peccato tu non scriva spesso, a leggerti spunta sempre un sorriso. ^_^