Davanti al camino

Cap. 4 : noi...


 

Così siamo diventati amici,fratello e sorella, complici, confidenti. Da quel famoso esame le nostre vite scelsero di legarsi con un filo rosso al polso, per avere la sensazione di essere comunque vicini nonostante si venisse separati per un po' da diverse circostanze.

Le giornate ci vedevano insieme a fare i compiti, leggere un libro, giocare ad immaginare mondi e situazioni fantastiche: eravamo inseparabili e per fortuna i nostri genitori cominciarono a frequentarsi regolarmente anche tra loro il che ci permise di vederci spesso dopo la scuola anche negli anni a venire.

Io non provai mai una cotta per te e credo neppure tu per me; tu non eri "una ragazza", eri una parte di me ed innamorarci l'uno dell'altra inconcepibile poiché  vivevamo già l'una nelle vene dell'altro e viceversa.

Così quando tu , all'età di 14 anni, mi presentasti quel Marco come il tuo "ragazzo" io andai a casa sua a dirgli di brutto che lo avrei pestato se ti avesse mai fatto del male, mentre la mia gelosia per il tuo flirt da sedicenne con quel ragazzo del terzo liceo non era dovuta al fatto che tu avevi aperto il tuo cuore a lui, quanto al contrarsi conseguente dei nostri momenti. Tu risolvesti il problema dichiarandoti pronta ad una vita di clausura purchè io smettessi di sbaciucchiarmi alle feste con una ragazza ogni mese diversa, e quella proposta mise fine ai miei scleri e tu trovasti piu' tempo per me .

Terminato il liceo tu mi insegnasti a guidare la mia auto ed io ti mostravo la sera, mentre a pancia per aria ammiravamo il cielo notturno, le stelle ed i pianeti dei quali conoscevo nomi e caratteristiche e ti parlavo dei miti che gli uomini avevano inventato su di loro.

   

Tutti i lunedì pomeriggio andavamo insieme in libreria, sceglievamo un libro che attirasse entrambi, io lo leggevo e tu mi ascoltavi e commentavi: eri piu' preparata di me in tanti campi, potevi facilmente tenere alta l'attenzione di qualsiasi pubblico parlando di qualsiasi argomento, eppure quando io raccontavo qualcosa tu mi facevi sentire importante e si vedeva che per te era essenziale che io mi sentissi tale quando passavamo del tempo insieme.

                    Alla fine dell'università io mi trasferii a Padova per un master in ingegneria mentre tu iniziasti a girare il mondo con la tua fotocamera ed il tuo block notes, internet si era diffuso e ci si teneva in contatto con la posta elettronica: non riuscimmo a vederci per i successivi tre anni.

Quando io sposai Teresa tu mandasti un regalo di auguri ed una cartolina dalla Patagonia, dopo due anni mi inviasti tu la tua partecipazione di nozze con un tale che faceva il giornalista e chiedesti a me di farvi da testimone: dopo il matrimonio vi trasferiste a Londra e le nostre vite sembrarono prendere strade diverse mentre la nostra rispettiva quotidianità frenetica e gli impegni famigliari ridussero le nostre comunicazioni agli auguri per le diverse festività ed in occasione dei compleanni .

E la nostra storia entro' a fare parte dell'album dei bei ricordi.