Un appello per il voto referendario più importante della storia!

Quella che si apre questo lunedì è una delle settimane più significative della storia del nostro Paese: domenica 5 novembre i siciliani andranno alle urne per la prima volta, per votare un “referendum” di sopravvivenza, del proprio futuro civile, del proprio amor proprio di “piccola nazione” da sempre vivente di vita propria, nel bene e nel male, del proprio lavoro e ricchezza, ma soprattutto della propria dignità di popolo mediterraneo. Nessuno qui vuol fare paragoni irreali con la Catalogna, ma, dopo gli ultimi avvenimenti, gravi, di portanza totalitaria, messi in atto da governi che “solo superficialmente” si dichiarano “democratici”, ma in realtà rispondono a logiche di mercato, di corruzione e di violenza, soprattutto di malavitosità, frutto delle bande che dominano quest’Europa alla deriva; non è difficile comprendere come, dietro l’eventuale trionfo normalizzatore e conformista che vorrebbe lasciare l’isola in mano a chi per decenni l’ha spogliata di tutto, c’è la minaccia, verosimile quanto mai, che anche l’intero Paese rischia, dopo il passaggio vergognoso di una legge elettorale-truffa, di trovarsi immerso in una palude di vecchia impronta lobbistica, dove la libertà diventerebbe un’opzione, e i partiti predatori, gli unici protagonisti.

Perciò, bene ha detto Beppe Grillo a Catania: si tratta di un “referendum”, come lo sarà, altrettanto, a marzo, quando l’accozzaglia, di cui i nuovi “angioini” calati da nord sono il fulcro, in questa Sicilia ormai speranzosa solo nei suoi “vespri”, vorrà impadronirsi dell’Italia, per consegnarla definitivamente alle truppe d’invasione europee, poteri forti e massonerie!

Perciò non meravigliamoci più se il capo della cupola, scacciato dalle piazze (e dalle stazioni!), si rifugia nelle chiese, dove trova un’accoglienza degna di lui, mentre, nel sottofondo, un papato congeniale lo assiste e lo benedice. Né che al suo fianco rispuntino “cadaveri putrefatti di morti viventi”, che per venti anni hanno dominato questa povera repubblica, dedicandosi esclusivamente al proprio (e a quello dei loro adepti) interesse, mentre il popolo restava alla berlina: morti viventi che, ad un certo punto, sembravano morti sul serio, e invece avevano già seminato le loro spore maligne, da cui sono poi nati il renzismo, con tutte le sue amene figurette horror; né che un partito che ha ciarlato per anni di “rivolta contro il sistema”, di caccia all’immigrato per la salvaguardia dell’italianità, e altre amenità, si sia poi schiacciato penosamente ai piedi della stessa accozzaglia che dice di respingere: tipico esempio del peggiore trasformismo elettorale!

Insomma, queste non sono più parole, ma fatti: l’Italia è ad un bivio drammatico, come mai lo è stata, tantomeno nella stagione di “tangentopoli”, con tutte le sue sceneggiate, che a confronto con le situazioni attuali, è come la favole di Cappuccetto Rosso, così come bene l’ha raffigurata Diego Fusaro: “premessa obbligata” dei poteri massonici all’avvento di una “destra” che offende perfino la sua stessa definizione, tanto è stata lontana dalla sua vera essenza sociale, e soprattutto di quel che è venuto dopo, quando la sinistra si è trasformata nella peggiore delle simulazioni antipopolari!

Da qui l’inequivocabile possibilità che sia la gente, solo la gente di strada (non certo i lobbisti, le caste e chiunque viva alle spalle del regime), a impugnare quella matita e respingere l’incubo fino al mattino, quando le prime luci dell’alba lo potranno trasformare in un brutto, solo un brutto sogno… (D.S.)

La massoneria in diretta dal Parlamento…

Per chi non se ne fosse accorto, la giornata di ieri ha segnato un punto di gravità incontrovertibile per la nostra repubblica: dopo quasi cinquant’anni abbiano udito tutti i diktat della massoneria dai banchi del Senato, a mezzo del confratello Denis Verdini, che ci ha rivelato, e non poteva essere altrimenti, il piano a lungo termine che le logge italo-americane stanno tentando di concludere contro la libertà istituzionale del Paese; la risposta, quella strategica, aldilà delle giuste proteste dei Cinquestelle, di FdI e della Sinistra contro gli intrighi, non si è fatta attendere: per bocca dell’altra massoneria, quella italo-anglo-francese ed ebraica (B’nai Brith), legata all’alta finanza europea e alla Nato, che tramite la loggia del Quirinale e dei banchieri, ha sbugiardato l’ex-suo pupillo, Matteo Renzi, ormai abbandonato a se stesso, dopo la forzatura della legge elettorale, che pure passerà per timore dell’avvento grillino, che entrambe temono; ripromuovendo il più incapace e irresponsabile governatore della Banca d’Italia della storia, che resta al suo posto solo grazie a questo conflitto intestino.

Queste due branche dei poteri occulti, ormai ad un passo dallo spartirsi il Paese, vegetano entrambe sulle decisioni di politica economica del gran maestro Mario Draghi, e sulle programmazioni economiche più letali del gruppo di economisti israelo-europeisti, con a capo il franco-rumeno Moscovici, e la tenutaria dell’asset usuraio e criminale che ruota attorno alla Banca Mondiale e al FMI, Christine Lolluette Lagarde, cresciuta alla scuola politica della potente famiglia Cohen americana, e poi approdata, con un colpo di mano tipico degli ambienti finanziari più ermetici, al FMI, dopo aver eliminato (con uno scandalo fittizio) il suo correligionario e collega Dominique Strauss-Kahn. E sono giunte ai ferri corti, incoraggiate dalla presidenza Napolitano (membro della potente massoneria Three Eyes, come risultò a suo tempo da una interrogazione dei grillini, mai smentita), e dal gruppo U-Lodges, che in Italia ha come adepti “testati”, oltre a Draghi, già citato, Mario Monti, Fabrizio Saccomanni, Pier Carlo Padoan, Massimo D’Alema, Gianfelice Rocca, Domenico Siniscalco, Giuseppe Recchi, Marta Dassù, Corrado Passera, Ignazio Visco, Enrico Tommaso Cucchiani, Alfredo Ambrosetti, Carlo Secchi, Emma Marcegaglia, Matteo Arpe, Vittorio Grilli, Giampaolo Di Paola, Federica Guidi.

In realtà, in Italia il terreno era già occupato dagli eredi di Licio Gelli, legati alla “mafia-massoneria” P2, quella di Berlusconi, di Dell’Utri, e dei trecento che oggi si sono inseriti nel cosiddetto centro-destra.

Voi direte: una lotta ideologica, allora? Tra massoneria di destra e di sinistra? Tra logge “tradizionali” e logge “d’assalto”?

Niente di tutto questo: le regole che vigono in loggia non prevedono conflitti, ma piuttosto “invasioni di campo”, “sovrapposizioni di potere economico e finanziario”, “moltiplicazioni di attività lobbistiche”, che alla fine determinano una predazione “doppia”, in quelle realtà che costoro scelgono di sfruttare, come l’Italia degli ultimi cinquant’anni.

E ha ragione Diego Fusaro, quando ha dichiarato in TV, di fronte ad un Di Pietro “finto tonto”, che la stagione di “mani pulite” non fu altro che un’operazione condotta dalla massoneria contro il vecchio regime catto-socialista, per inaugurare il regime capital-comunista, che i confratelli americani, con in testa il gran maestro Henry Kissinger, consideravano più controllabile e malleabile di Bettino Craxi. Regime che, dopo la parentesi berlusconiana, costruita quale “mediatrice” tra il partito che fingeva di lottare contro Berlusconi, anche con una magistratura di parte, che alla fine, però, non gli ha torto un capello, e le esigenze delle ex-logge di Gelli (cane non mangia cane, come detto sopra), che proprio a mezzo del cavaliere hanno divorato la loro parte di bottino, e poi, alla fine, hanno ceduto il testimone.

Poi sono arrivati gli errori di persona: per divorare una preda, prima bisognerebbe ingrassarla e non ridurla pelle e ossa! E sono arrivati Mario Monti, Enrico Letta e infine il più ignorante, la pedina su cui i confratelli avevano puntato di più, visto l’entourage di amici, amanti, e familiari massoni su cui poteva contare da sempre, che ha rovinato tutto, e sappiamo come.

Da qui il conflitto, che ieri ha colpito duro, appunto, con la riconferma “spettacolare” dell’indegno Visco, a cui ha risposto Pietro Grasso, con una mossa terrificante, abbandonando il PD.

C’è un’ultima cosa da dire: che tutti questi signori e signore, con i loro apparati, le loro potestà, le loro macchinazioni e le loro malversazioni, temono solo una cosa: i popoli. Quando i popoli, che hanno continuato a spogliare per anni, fino a privarli della sovranità e della dignità, non si ribellano, e reagiscono: o con la forza o con il voto.

E allora si spostano, e vanno a far danni altrove… (D.S.)

 

Il “rosatellum” è la zappa sui piedi del regime

Forse non sarebbe dovuta finire così, con un’opposizione spaccata ormai profondamente e inesorabilmente tra coloro che vogliono una legge elettorale costruita per continuare a svendere il paese alla corruzione, alle mafie e alle lobby politico-economiche, del tutto manovrata dalle segreterie dei partiti di maggioranza (compresa Forza Italia, che da sei anni fa finta di fare opposizione, se non quando si tratta di interessi personali di Berlusconi e di suoi lacchè!); e coloro che, giù amalgamati dall’opposizione durante il referendum del dicembre scorso, chiedono soltanto il rispetto della democrazia, cioè la restituzione al popolo della sua più importante risorsa, il voto consapevole.

Di punto in bianco, il partito che, nelle fisiognomiche politico-istituzionali, la Lega, avrebbe potuto ritrovarsi per un certo verso, con il M5S nella dura contestazione del sistema, compresa una rivisitazione dei rapporti con l’Unione Europea, anche senza coalizzarsi, viste tante altre differenziazioni, ha scelto di schierarsi apertamente con i poteri “decaduti” ma attivi, grazie al trasformismo delle compra-vendite parlamentari, che pure, nel bailamme generale, non sono state neppure sufficienti, tanto da ricorrere vergognosamente al voto di fiducia. E lo ha fatto sperando di accaparrarsi un pugno di parlamentari con cui poter “mangiare” ancora qualche brano di quest’Italia ormai mezza divorata, grazie soprattutto al prestito di 40 milioni di € che il tycoon azzurro gli ha concesso, dopo che la magistratura glieli aveva sequestrati, a seguito degli scandali bossiani. Quindi una mera operazione di do ut des.

A questo punto il M5S si trova con altri compagni di viaggio, ma altrettanto inaffidabili. Se ci vogliamo riferire ad Art.1, fino a poche ore fa, Bersani & C. hanno tentato di trovare il solito compromesso con Renzi, dopo che per tre anni e mezzo l’hanno votato sempre, nonostante le contestazioni, e poi addirittura l’uscita dal partito. Se vogliamo, poi, riferirci alla “Sinistra”, dei vari satelliti ruotanti attorno ai capetti a cui la storia ha condannato da sempre questo comparto ideologico, non osiamo pensare cosa potrebbe accadere, un domani, con costoro che una mattina si alzano con in testa lo ius soli, e l’altra, con la resurrezione della lotta di classe nelle fabbriche!

Per cui è giocoforza che il movimento se ne stia in disparte, cercando di amalgamare più voti possibili, non escludendo tuttavia a priori, liste civetta che possano rimpinguarlo, se credibili e identificabili. Nella logica della catastrofe e della confusione che il “rosatellum” creerà, visto che nessuna delle c.d. coalizioni ha la maggioranza per governare da sola il Paese (e al momento la più debole è proprio la renziana, che comunque è avanti rispetto alla berlusconiana!), e per ora, sinceramente, sembra una barzelletta pensare che il centro-destra si consegni, anima e corpo, all’ex-sindaco di Firenze. Questo, probabilmente, potrebbe avvenire (ma con sconquassi prevedibili, come una scissione leghista, o una fuoriuscita della Meloni), nel caso che, come probabile, si tornasse a votare entro un anno o poco più, quel che le maggiori agenzie internazionali prevedono, esattamente come avvenuto in Spagna e in Belgio.

Né crediamo realizzabile il progetto “massonico”, vincente in Francia, con Macron, teso alla nascita di un partito “nuovo”, che possa attirare il voto delle classi borghesi più impaurite e scoraggiate, che attualmente si astengono: per numi tutelari, si fanno i nomi di Calenda, Draghi, Minniti, ma ci sembra troppo esiguo ormai il tempo per organizzare il tutto, visto che Mattarella aspetta solo che il “rosatellum” passi, per sciogliere le Camere.

Perciò le soluzioni sono solo due, entrambe opzionabili: una vittoria strepitosa dei grillini (40%), o la creazione di un Governo minoritario esattamente come è stato finora, da tre anni e mezzo, che, però, non starebbe più bene al Quirinale. Perché? Perché da Bruxelles (e da Washington) arrivano segnali di fumo, molto inquietanti: la situazione economica e strategica dell’Italia si indebolisce ogni giorno di più, e l’intervento della Troika è indifferibile ormai. Questo causerà il rafforzamento delle politiche fiscali e, perciò, un allargamento inesorabile della forbice tra ricchi e poveri, molto simile alla Grecia: con rivolte sociali e torbidi che solo un Governo forte, ancora più poliziesco, gestito dalla Commissione europea, potrà gestire. E quindi, allora, si tenterà, sempre che nel frattempo i disastri non siano giunti ad un limite di ingovernabilità, la “grande coalizione” centro destra-sinistra.

A quel punto cosa faranno gli italiani? Correranno a dare milioni di voti a Grillo, ingrosseranno le file dell’estrema destra (improbabile, perché in Italia il massimo che il MSI-DN ottenne fu il 9%, e c’era Almirante!), o preferiranno, come sempre, abbassare il collo, e assumere la famosa posizione, tipica, della bestiola lanosa? (D.S.)

 

E’ ora di denunciare l’ISTAT per truffa ai danni del popolo italiano

Le “statistiche” dell’ISTAT hanno dell’incredibile: se non si trattasse di una scienza parossistica, che è stata inventata per bubbolare la gente, previsionando l’impossibile, ci sarebbe veramente da incazzarsi di brutto. Non bastavano, infatti, le previsioni, sempre ad usum delphini, cioè del Governo e del PD, sulla occu-disoccupazione, un mix di veri e presunti falsi, che spifferano cifre che a dirle contraddittorie, è una opzione; né le altre menzogne relative alla “uscita dal tunnel”, che fa di questo istituto deleterio, occupato da scagnozzi renziani, una banda di minatori, piuttosto che di “scienziati”.

Oggi, costoro, ci vengono a dire, guarda caso, che l’ “aspettativa di vita”, una di quelle formule che assomigliano molto alla quadratura del cerchio o ai polli di Trilussa, e che colpisce nello stomaco gli anziani prossimi alla pensione in modo “regolare”, è aumentata vertiginosamente, talchè il brodo si allungherà di altri 5 mesi. Una truffa a dire poco, un crimine a dirla tutta: ci piacerebbe sapere questi signori da dove diavolo hanno cominciato a intrecciare numeri del lotto, su un paese che considera gli anziani semplicemente “carne da cannone” (ovviamente quelli che non godono di vitalizi e pensioni d’oro); con un sistema sanitario da terzo mondo (basti pensare al ministro che ci troviamo tra i piedi!), una sicurezza pubblica che preferisce di gran lunga difendere i treni renziani piuttosto che i vecchi aggrediti ogni minuto secondo, dentro casa e fuori, dai criminali a caccia di prede facili; con una disintegrazione del risparmio accumulato a lacrime e sangue da parte delle banche mafiose, salvate dai ministri mafiosi, e con l’attacco sempre più in profondità alla Cassa Depositi e Prestiti, dove giacciono oltre 180 miliardi di piccoli depositi delle Poste (il 50% derivanti da pensioni sotto la soglia dei 2.000 €), ridotta a bancomat per le gradi abbuffate di Stato, dalla Sorgenia di De Benedetti, alla Telecom francese, dall’Alitalia araba, e all’Ilva della signora Marcegaglia: tutte scalate d’imbroglioni, che i pensionati si trovano a pagare senza poter dire una parola.

A proposito: ma che fine hanno fatto gli “esodati”, cioè coloro che non godono né di pensione né di lavoro, e che la “strega” si dimenticò di mettere nei conti della sua famosa riforma? Come mai della famosa APE, cioè la pensione pagata in anticipo dalle banche (sic!), sia in modo gratuito, che a pagamento, non si è ancora approvata una sola pratica?

E questa sarebbe un’aspettativa di vita positiva, a tal punto da far campare i vecchi un po’ di più? VERGOGNATEVI! (D.S.)

Perchè il “referendum” è diventato l’arma popolare per eccellenza contro i regimi

I referendum sull’autonomia segnano un’altra batosta subita dal governo e dal PD, soprattutto perché a indirli sono state le Regioni (Lombardia e Veneto, 15 milioni di abitanti, 1/6 del Pil), ma a votarli c’era anche il M5S, che ha portato all’operazione di oltre 6 milioni di sì, almeno 2 in Veneto e 1 in Lombardia.

Quelli che sorprendono (non più di tanto) sono i commenti: la Lombardia ha un elettorato di natura completamente diversa dal Veneto, e non ci si poteva aspettare altro che un 20-25% di adesioni: è arrivata al 40; il Veneto si trova a dover combattere ai confini con due situazioni anomale e scandalose, il Friuli e il Trentino, Regioni autonome che vivono di vita propria, si arricchiscono con i soldi dello stato da 70 anni, e hanno lo stesso tenore di vita della Germania. Era ora di dire basta!

Invece i giornali di regime cosa fanno? A parte quelli di parte berlusconiana (l’elettorato azzurro, badate bene, in genere non è andato a votare, perché è conservatore e nazionalista!), che esaltano l’operazione, gli altri, pompati da un PD, da capo, scosso da queste “rivolte popolari”, discriminano i lombardi (hanno fallito!) e blandiscono i veneti (vedremo cosa otterranno, qui non siamo in Catalogna!). Né è servita la muina messa in campo dai renziani, a proposito di regioni come l’Emilia, dove è stato raggiunto un accordo su una certa autonomia, senza ricorrere a referendum: come se non fosse noto il privilegio statale che godono le Regioni rosse, rispetto alle altre!

In realtà questa operazione, che ha avuto un indubbio successo, va interpretata in modo molto diverso da quello che la Lega, ma soprattutto i mistificatori azzurri, vogliono dargli: si potrebbe dire che, dopo il 4 dicembre del 2016, in Italia tutto è cambiato (come d’altronde, da quando c’è stata la Brexit anche in Europa tutto è cambiato!). Talune forze politiche, che i regimi neo-liberisti di destra e di sinistra amano definire “populiste”, si sono ormai rese conto che ai popoli è stato sottratto il primo diritto della democrazia, la libertà di voto, dopo che erano state strappate loro la libertà di espressione e di stampa, e la libertà, che anche un diritto, del lavoro: in Italia poi, le politiche malavitose e massoniche, hanno da tempo cassato la libertà di detenere i proprio risparmi, quella di pagare le giuste gabelle, e il diritto ad avere una giustizia equa per tutti… Allora ecco che l’unica arma che resta, aldilà delle rivolte popolari, come in Catalogna, dove il peso di quel regime è divenuto, né più né meno oneroso quanto quello “fascista” precedente, soprattutto in termini di economia e diritti personali, restano le consultazioni di base, cioè i referendum, ma anche le leggi di iniziativa popolare, un altro di quei “lodi” irrisolti della nostra Costituzione, che fanno spavento al regime.

Da qui l’adesione del M5S, che non è un’adesione da poco, ma strutturale: che indubbiamente cozza con l’idiozia “nazionalista” che ancora inonda certi menti malate della destra tradizionale; la quale poi, con una contraddizione in termini a dir poco paradossale, progetta una repubblica federale, con regioni “statalizzate”, purchè ci sia l’elezione diretta del capo dello stato!

In realtà, quel che conta ormai, nei confronti di una democrazia allo sbando come quella italiana, è di indebolirla al massimo, in modo da ridurre il peso delle forze che mirano alla disgregazione dello Stato, una vera disgregazione, in termini economici e sociali, che con l’autonomia nulla ha a che fare!

E mentre Matteo si fa il proprio tour ferroviario, e viene accolto dall’ “amore” sviscerale della gente, quella stessa gente lo punisce nelle urne, partecipando compatta ai referendum, la forma, ancora pacifica, di contestazione al sistema. In attesa delle altre prove elettorali, quelle in Sicilia e politiche, dove la sua fine definitiva potrebbe finalmente liberare l’Italia da una delle sue piaghe più purulente! (D.S.)

Perchè Matteo Renzi vuole cacciare Ignazio Visco

Si può, una volta tanto, fare i “bastian contrari”, e assolvere il segretario del PD?

Le motivazioni riguardano il suo attacco fuori dai denti contro il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, secondo tutta la “galassia”, colpevole delle trascuratezze se non delle vere e proprie “collusioni” tra la Vigilanza e le varie banche fallite, per ora solo 7, ma si pensa che in futuro raddoppieranno!

Questo personaggio, algido come una medusa velenosa, ha sempre dimostrato una untuosità e un’aria di superiorità da primus inter partes, tipica di chi ha le terga protette da taluni poteri forti e segreti, tali da permettergli di superare ogni ostacolo e ogni sospetto. Oltretutto caricato da due super-sponsor, il Quirinale e la Consob, mentre la magistratura che già chiude un occhio se non tutti e due sui banchieri strozzini e ladri, si guarda bene dall’incriminarlo!

E invece sarebbe dovuto essere proprio incriminato per tutta o quasi la vicenda MPS, e per tutte e quasi le vicende delle quattro “bancarelle” fallite, per non dire della quinta, la Banca Popolare di Spoleto di cui non è il caso di parlare per decenza. E che dire delle due banche venete, del cui default si incolpa il destino, e non la faciloneria degli amministratori, mai neppure intaccati dalla solita Vigilanza?

Eppure ci fu un tempo in cui un suo collega, tale Antonio Fazio, fu destituito per colpe molto meno gravi: cioè il tentativo, anche se maldestro, di salvare la BNL dalla cessione ai francesi, con la connivenza dell’allora PD!

La spiegazione, e ce ne dispiace per il dr. Visco, la sanno anche i gatti: ella e il suo staff, e i suoi colleghi dell’ABI (l’associazione sindacale delle banche), i banchieri onnipotenti, e il ministro dell’Economia, e i vertici del Commissariato europeo di Pierre Moscovici e lui stesso, così come quasi tutti i governatori delle banche centrali del mondo, e il Presidente di BCE, e i presidenti delle grandi società finanziarie, e dei fondi d’investimento; sedete tutti, e in posti di responsabilità, entro logge massoniche di grande spessore, e da lì decidete chi sta dentro o chi sta fuori, chi può derubare milioni di risparmiatori e chi no, chi può strangolare le imprese piccole, e invece finanziare quelle grandi (i cui titolari siedono con loro!), fino a rovinare e rendere insolventi i loro istituti, mentre si arricchiscono fino a scoppiare; e perciò siete intoccabili. Siete una casta, suddivisa in lobby nefaste!

Nel caso italiano, poi, le grandi responsabilità del dr. Visco si sono accentuate quando il Governo criminale di Renzi ha scelto di derubare i risparmiatori, con la scusa di salvare quattro piccole banche più le due venete, perché in questo modo si ingraziava i suoi finanziatori occulti; e lui non ha mosso un dito, neppure a discolpa. Memore che i suoi silenzi durante l’affare AntonVeneta, per cui un bambino, non un vigilante, si sarebbe accorto della truffa contro il MPS, erano stati deflagranti, e non una cane lo aveva denunciato, se non il solito M5S!

Povero Matteo Renzi! Cosa avrebbe dovuto fare, a bordo di quel treno fatale, che dove si ferma debbono farlo risalire, perchè altrimenti vogliono linciarlo, così a corto di argomentazioni elettorali, dopo che si è reso protagonista dell’ennesima truffa ai danni del popolo, che si chiama “Risatellum”? Mettetevi una buona volta nei suoi panni! Ha sparato contro questo individuo al momento opportuno, e con tutte le cartucce del suo fucile: il motivo è semplice. Squilibrare il Governo, provocare Mattarella, barellare la legislatura, in modo che si vada ad elezioni già a gennaio. Tagliando al M5S anche l’arma di una campagna elettorale lunga e letale per il PD!

Perciò, bene fa a voler cacciare via Visco (che per noi dovrebbe andare il galera!), ma male ha fatto deciderlo solo adesso, quando il brodo si è allungato, e la povera gente è distrutta, nei risparmi di una vita!

Che egli si illuda, forse, che costoro, esasperati fino all’inverosimile, se la prenderanno con il Governatore, anziché con lui?

Si metta il cuore in pace: lo sta capendo molto bene dall’accoglienza che gli riservano le stazioni ferroviarie… (D.S.)

Le sceneggiate del Governo ormai non servono più

Il Governo Gentiloni sarebbe definibile come “sceneggiata” quotidiana, se non fosse che sta portando lentamente, sotto l’oculata responsabilità della Presidenza della Repubblica, il nostro Paese verso il tracollo definitivo. Basti pensare al bluff del nuovo “uomo della provvidenza”, l’oscuro e manipolatore Minniti, personaggio che ha fatto dell’intrigo un’arte, mentre sedeva nei consessi delle peggiori e nefaste intelligence mondiali: egli ha gettato fumo negli occhi a tutti, nel far credere di aver risolto il problema dell’immigrazione, convincendo i due regimi libici ad interrompere gli imbarchi, in realtà concedendo loro milioni di € sottratti alle pensioni, agli incentivi per la disoccupazione, alle ricostruzione delle zone terremotate. In realtà gli sbarchi continuano, ignorati all’uopo dai media di regime, dalla Tunisia e dall’Algeria, in flussi, più o meno pari a quelli precedenti. Se le ONG “negriere”, sputtanate dal M5S, sono praticamente scomparse, è solo perché sono riapparse puntuali le navi militari europee!

Lo si comprende bene dal DEF che sta passando, senza colpo ferire, con l’appoggio dell’accozzaglia di maggioranza, in cui dei 20 miliardi previsti (sic!), ben 16 sono allineati sulle pretese europee “di salvaguardia”, tra cui l’aumento dell’Iva è il nocciolo, e il blocco delle pensioni e dei salari, un’opzione: tutti e due, oltre al Jobs Act, le future tenaglie che la Troika fisserà come punti invalicabili per la definitiva sottomissione dell’Italia. Il resto, è praticamente a zero, anzi è solo ipocrisia, come gli “incentivi all’occupazione giovanile” (altri tre anni di regalie alla Confindustria, che prima incassa e poi licenzia!), distribuiti in 3 anni, in base a previsioni tali che quelle del mago Otelma sarebbero tavole della legge!

Il “vuoto a perdere” di una compagine insulsa, che è servita a Mattarella per allungare il brodo velenoso, che dura ininterrottamente da quel 2011 in cui si decise di rivoltare la democrazia, è agli sgoccioli: costoro, e i poteri criminali che si sollazzano nelle stanze dei bottoni, hanno portato a termine l’ultimo insulto alla nostra Costituzione, con una legge elettorale da Paperopoli, con la quale si illudono di imprigionare per sempre il popolo italiano ai diktat massonici e globalisti. E, come sta accedendo in Sicilia, di mandare al potere una classe dirigente ben peggiore della precedente, già insozzata dalla corruzione e dal trasformismo, ma che obbedisca ciecamente, come può fare solo un traditore concusso dal nemico, per svendere la propria patria.

Se gli italiani non sapranno reagire con il voto, entro l’estate del prossimo anno, l’Europa ci commissarierà con la Troika, e per l’Italia sarà finita sul serio: il tracollo bancario, il più grave dalla crisi degli Anni Trenta (quando la creazione dell’Iri salvò il Paese dalla bancarotta!), è ormai ineludibile: un Paese sotto ricatto non può vivere senza liquidità e senza impieghi. A meno che utilizzi il suo enorme debito pubblico, come “merce di scambio” della ripresa, così come hanno fatto a suo tempo Usa e Giappone, al contrario di un’Europa che ha scelto le barbare politiche fiscali, che hanno impoverito le imprese e le famiglie, disgregando il lavoro e il sociale. Il debito americano e quello Giapponese sono stati spesi per dare fiato all’economia, salvo, una volta riavviato il motore dell’espansione, riportarlo sotto controllo: il segreto perché questa manovra del tutto keynesiana andasse in porto, sono state le “riforme strutturali”, di cui in Italia non si può parlare, perché eliminerebbero la mediazione, e quindi la corruzione: la riforma vera del lavoro e delle pensioni, il reddito di cittadinanza legato all’occupazione, la riforma della giustizia, e quindi il funzionamento delle authority, che invece stanno a guardare; la riforma bancaria e monetaria, ristabilendo la nazionalizzazione di Bankitalia e della banche fallite; e l’emissione di carta moneta parallela, per convogliare il deficit verso una contabilità scevra dall’euro; e la gestione della riserva aurea. Si tratta di tratti indispensabili, che ci permetterebbero di restare in Europa (esattamente come sta facendo la Germania, e in parte la Francia, che se ne fregano dei vincoli di Maastricht), o, male che vada, di restarci, ma ripristinando un euro-lira, come la metà dei partner.

Continuando a premere sui redditi, e specialmente su quelli medio-bassi, oltre ad aver cimiterializzato intere filiere sociali e imprenditoriali, ha prodotto la caduta verticale della domanda (tranne quella dei beni di lusso, che servono alle caste per crescere a scapito del popolo!), e la fuga di intere generazioni di “cervelli”, che non ritorneranno mai più in questo “Paese per vecchi”.

Bruxelles, d’altra parte, tenta di suonare sempre lo stesso disco rotto: è un ectoplasma orma decotto, che vive dei meccanismi di trasferimento di risorse (fiscal compact, fondo di stabilizzazione, quantitave easing, ecc,), ma che andrebbero sostituiti, tramite euro-bond, in trasferimento di risorse tra paesi troppo ricchi e quelli troppo poveri: esattamente come avviene negli Stati federati, che altrimenti, crollerebbero. Si illude che la Brexit non l’abbia sfiorata nelle sue certezze, ma si sbaglia di grosso.

Ebbene, per aprire gli occhi sul nostro futuro, le “sceneggiate politiche e governative” da parte di compagini e partiti che hanno perduto il senso stesso dello Stato, non bastano più. Per amore e per forza il popolo italiano dovrà intervenire, o tutto sarà compromesso. (D.S.)

Il 2018 sarà l’anno del default bancario italiano


Il mercato dei crediti deteriorati che inondano il sistema bancario italiano, quest’anno, alla fine supererà i 100 miliardi di euro. Una discarica di prestiti marci che infesta le nostre banche e che, come sottolinea La Stampa, fa gola ai grandi fondi di investimento tradizionali. A livello europeo, secondo l’Fmi, i crediti deteriorati (Npl) ammontano a 988 miliardi di euro: l’Italia, dunque, detiene il 30% di questa poco rassicurante torta.

Nel dettaglio, secondo i dati Bce, le sole banche italiane rilevanti hanno in pancia 249,35 miliardi lordi di prestiti marci o quasi, il 14,79% del totale concesso alla clientela. La media europea, per intendersi, parla di un’incidenza del 5,92 per cento. La Banca d’Italia nell’ultima rilevazione statistica di fine settembre, calcola il totale in 297,2 miliardi lordi, suddivisi tra 189,34 miliardi di sofferenze e altre due categorie ritenute ancora “recuperabili”: 101,62 miliardi di inadempienze probabili e 6,24 miliardi di prestiti scaduti.

Una vera e propria bomba, almeno sulla carta. Una bomba che la Bce cerca di disinnescare imponendo aumenti agli accantonamenti: la copertura dei crediti dubbi è salita dal 54% di inizio 2014 al 62% attuale. E in questo contesto, come detto, entrano in gioco i grandi fondi: si è infatti sbloccato il mercato della compravendita dei crediti marci. Chi li acquista mira al recupero oppure alla gestione di tali crediti, con i quali si possono fare ottimi affari. Ottimi per i colossi della finanza e gli speculatori (la cartolarizzazione di questa immondizia viene ceduta al 5-6% d’interessi), ma non per i cittadini. Tanto per intendersi, secondo le stime di Banca Ifis, nel 2017 tra operazioni fatte e annunciate, la crescita delle operazioni di compravendita sui crediti sarà esponenziale, permettendo al mercato di raggiungere una dimensione di 104 miliardi.

L’Italia, dunque, è la nuova meta prediletta dei grandi fondi internazionali che, non a caso, stanno invadendo Milano (Fortress e Pimco, Banca Ifis, AnaCap, Hoist Finance, Kruk, Algebris, Quaestio attraverso il Fondo Atlante II). In questo contesto si fa sempre più pesante il pressing della Bce, che ha introdotto nuove e contestate regole sugli Npl (questo il nome dei crediti deteriorati). Le regole prevedono che per quelli che dal primo gennaio 2018 saranno catalogati come Npl, le banche mettano da parte un valore pari al 100% dello stesso credito deteriorato: dovranno farlo entro due anni se il credito non è coperto da garanzie, entro 7 se al contrario le garanzie ci sono.

Insomma, i nostri istituti saranno chiamati a trovare molta liquidità e in poco tempo. Ed è proprio questa la circostanza che preoccupa privati e imprese: la possibile conseguenza di questa situazione è che le banche tornino a chiudere i rubinetti del credito, soffocando quel minimo barlume di ripresa che si intravede. E ancora, le nuove regole imposte dalla Bce potrebbero determinare un’accelerazione nel peggioramento del rating bancario: basterà uno sconfinamento rispetto ai tempi previsti per essere visti con sospetto e magari declassati. E ad ogni declassamento peggiorano le condizioni per attingere ai finanziamenti. Uno scenario esplosivo. Una nuova bomba sopra il quale si muove il sistema bancario italiano. Che non è difficile prevedere determinerà anche una ristrettezza spavantosa di salari e pensioni, e un limitato prelievo di disponibilità!

E’ evidente, ormai che le banche italiane potranno solo rivolgersi alla Troika per liquidizzare le loro necessità: ma, mentre i crediti deteriorati finiranno a seppellire milioni di investitori in o non in buona fede, il FMI, come è accaduto in Grecia, pretenderà delle garanzie reali per il rimborso del credito: si parla dei massimi asset pubblici e della riserva aurea, la terza del mondo. E per far questo necessiterà un Governo “comunitario”, lo stesso che determinò l’ascesa di Mario Monti, che osservi pedissequamente i diktat europei. Da qui la spiegazione di una siffatta legge elettorale, così come il silenzio-assenso dei sindacati e di Confindustria. Infatti, mentre costoro e tutti i loro complici che vivono alle spalle del Paese (il famoso 10% delle famiglie) i soldi da tempo li hanno sistemati all’estero, il popolo pagherà duramente il fatto di aver lasciato correre, di aver continuato a premiare i partiti letali del passato e del presente, di aver disertato le urne, illudendosi su un eventuale “uomo della provvidenza” accorso a salvarli.

Sarà il più grande errore della storia…

 

Mentre discutiamo del sesso degli angeli (lo ius soli) in Africa si continua a morire di fame e di sete

Sentite questa: dopo gli scioperi della fame a singhiozzo, interrotti per andare a votare il “rosatellum” (questo vino inacidito con cui il regime spera di arginare il M5S!), che avrebbero dovuto rinvigorire la campagna a favore dello “ius soli”, già abbondantemente rigurgitato da tutta la “vera” opposizione, con in testa i grillini, il ciarliero e “decisionista” ministro degli Interni, Minniti, finalmente tace, come fanno tutti i bugiardi seriali, quando le loro frottole, mistificate da verità, riemergono come scorie defecali dalle fogne.

Voi credevate che l’ondata migratoria finisse, vero? Che gli accordi “fasulli” con i libici (che finora reggono perché stiamo pagando ai due regimi fior di milioni, ma questo Minniti non lo dice!), finalmente bloccassero gli sbarchi, e che le ONG se la smettessero di “contrabbandare” carne umana, peggio che ai tempi dello schiavismo?

In realtà, zitte zitte, le navi di Soros sono sparite, ma solo perché sono state sostituite da capo da quelle “europee”, che continuano ad applicare pedissequamente gli accordi, che prevedono l’Italia come il bidone dell’immondizia immigratoria. E fin qui tutto prevedibile, compreso il bluff dell’”homo novus” ex-capo delle nostre intelligence, grande amico della Cia.

A lasciarci strabiliati, ma non più di tanto, sono arrivati, nel frattempo i dati ufficiali di una ONG che, fortunatamente ha ripreso a fare il proprio dovere: SAVE THE CHILDREN, e non “SAVE THE CUNNINGS”, cioè quegli individui che godono di privilegi, denaro, protezioni e salute, soprattutto, che lasciano l’Africa e arrivano qui da noi, soprattutto per scappare dall’ingrato compito di lavorare (per aiutare il loro continente: che, nel frattempo, si sta riempiendo, di cinesi!). Le cifre di STC sono allucinanti: sono 6 milioni i bambini che muoiono prima di aver compiuto 5 anni, ma per malattie facilmente curabili e malnutrizione. Mentre ce ne seno qualcosa come 155 milioni, sulla Terra, che vivono in degrado, con gravi conseguenze per la loro crescita. Il Corno d’Africa e il Kenya sono a secco d’acqua da mesi. Comunque, la malnutrizione è la principale causa delle morti infantili: 61 milioni in Asia e 52 in Africa.

Nel frattempo, Europa ed Usa abbondano di bimbi obesi, circa 41 milioni. Se poi parliamo di siccità, solo metà delle popolazioni che vivono nelle zone urali del mondo possono accedere a fonti d’acqua sufficienti per vivere.

Ecco perciò che tutto quanto ci appare da qui, dalla “grassa Europa” e dall’ “ipocrita Italia” si capovolge, e tutti i piagnistei, le doglianze, i pietismi per l’immigrazione, diventano l’alibi di quanti “cunnings” (furbi) se la cavano, lasciando a casa milioni di bambini morenti, che non potranno mai neppure pensare di scappare dal loro triste destino; e il fenomeno diventa semplicemente una strumentalizzazione di gente ricca e senza scrupoli verso la gente povera e miserabile del mondo! (D.S.)

Donne in carriera

Lo scandalo hollywoodiano che ha travolto la major Miramax e il suo tycoon Harvey Wienstein, ha aperto gli occhi sul sordido mondo del successo femminile, che spesso viene confuso con capacità e bravura. In realtà, era da tempo che questo potente ebreo, produttore cinematografico multi miliardario, finanziatore del partito democratico (aveva regalato milioni sia a Obama che alla Clinton!) era sotto le lenti d’ingrandimento della giustizia, ma se l’era sempre cavata, in quanto s’era sempre difeso dicendo che lui non aveva mai obbligato a fare sesso nessuna delle starlette giunte nel suo studio in cerca di soldi e fama, ma quelle che l’avevano accontentato erano poi state ricambiate con una rapida carriera: i nomi sono altisonanti, si va dalla Jolie fino alla nostra “modesta” Argento. Anche stavolta, ma la vendetta è scattata da parte di chi, evidentemente, ha dato, ma non ha ricevuto in proporzione (non vogliamo commentare vita e vicende di queste donnette, perché ci si rizzano i capelli in testa al solo pensarlo!), Wienstein si difende al solito modo: è vero, lui è un infatuato di certi giochi erotici, ma è falso che abbia mai stuprato nessuno!

Secondo noi, dice la verità: così, come nel mondo della celluloide, la maggior parte delle carriere “fulminanti” vengono suscitate in base a certi favori, restiamo convinti che il cinema non è che uno dei tanti trampolini dove questa generazione di ragazzotte, imbombite dai concorsi aperti dalle TV nelle “isole dei famosi” nei “grandi fratelli”, negli “X-Factor”, per non parlare delle allucinanti e infinite gare di bellezza; ubriacate da certi personaggi da caravanserraglio, come l’ex-cavaliere, che prima gettano l’esca della Tv commerciale, poi se le sbattono in separata sede; hanno deciso di tagliare tempi e modi che altre migliaia di coetanee si sudano per ottenere uno straccio di lavoro, magari pagato a salario precariale. E poi vanno a lamentarsi perché cedono il loro corpo, ma poi ottengono il minimo indispensabile “contrattuale”, niente di più di qualche marchetta!

Siamo oltremodo convinti che lo stesso accada anche in politica, nel giornalismo, nelle lettere, nel mondo accademico, ecc., anzi forse questi sono gli ambiti che più si avvicinano al cinema, visto che, in realtà sono realtà basate soprattutto su sceneggiate e sceneggiature: basta guardarsi attorno e paragonare tante giovani leve che si guadagnano il pane con sacrifici inenarrabili, mantenendosi oneste e pulite, e quelle che invece sfondano, e poi, quando ci intrattengono, nelle riunioni politiche o nelle decisioni ministeriali; o quando “troneggiano” dai talk-show di regime, o si pavoneggiano dai seggi parlamentari; o vincono concorsi letterari o cattedre universitarie: tutti i nodi vengono al pettine. E comprendiamo immediatamente che dietro costoro c’è sempre un “Wienstein” che ci ha messo il cappello! (D.S.)