Mentre discutiamo del sesso degli angeli (lo ius soli) in Africa si continua a morire di fame e di sete

Sentite questa: dopo gli scioperi della fame a singhiozzo, interrotti per andare a votare il “rosatellum” (questo vino inacidito con cui il regime spera di arginare il M5S!), che avrebbero dovuto rinvigorire la campagna a favore dello “ius soli”, già abbondantemente rigurgitato da tutta la “vera” opposizione, con in testa i grillini, il ciarliero e “decisionista” ministro degli Interni, Minniti, finalmente tace, come fanno tutti i bugiardi seriali, quando le loro frottole, mistificate da verità, riemergono come scorie defecali dalle fogne.

Voi credevate che l’ondata migratoria finisse, vero? Che gli accordi “fasulli” con i libici (che finora reggono perché stiamo pagando ai due regimi fior di milioni, ma questo Minniti non lo dice!), finalmente bloccassero gli sbarchi, e che le ONG se la smettessero di “contrabbandare” carne umana, peggio che ai tempi dello schiavismo?

In realtà, zitte zitte, le navi di Soros sono sparite, ma solo perché sono state sostituite da capo da quelle “europee”, che continuano ad applicare pedissequamente gli accordi, che prevedono l’Italia come il bidone dell’immondizia immigratoria. E fin qui tutto prevedibile, compreso il bluff dell’”homo novus” ex-capo delle nostre intelligence, grande amico della Cia.

A lasciarci strabiliati, ma non più di tanto, sono arrivati, nel frattempo i dati ufficiali di una ONG che, fortunatamente ha ripreso a fare il proprio dovere: SAVE THE CHILDREN, e non “SAVE THE CUNNINGS”, cioè quegli individui che godono di privilegi, denaro, protezioni e salute, soprattutto, che lasciano l’Africa e arrivano qui da noi, soprattutto per scappare dall’ingrato compito di lavorare (per aiutare il loro continente: che, nel frattempo, si sta riempiendo, di cinesi!). Le cifre di STC sono allucinanti: sono 6 milioni i bambini che muoiono prima di aver compiuto 5 anni, ma per malattie facilmente curabili e malnutrizione. Mentre ce ne seno qualcosa come 155 milioni, sulla Terra, che vivono in degrado, con gravi conseguenze per la loro crescita. Il Corno d’Africa e il Kenya sono a secco d’acqua da mesi. Comunque, la malnutrizione è la principale causa delle morti infantili: 61 milioni in Asia e 52 in Africa.

Nel frattempo, Europa ed Usa abbondano di bimbi obesi, circa 41 milioni. Se poi parliamo di siccità, solo metà delle popolazioni che vivono nelle zone urali del mondo possono accedere a fonti d’acqua sufficienti per vivere.

Ecco perciò che tutto quanto ci appare da qui, dalla “grassa Europa” e dall’ “ipocrita Italia” si capovolge, e tutti i piagnistei, le doglianze, i pietismi per l’immigrazione, diventano l’alibi di quanti “cunnings” (furbi) se la cavano, lasciando a casa milioni di bambini morenti, che non potranno mai neppure pensare di scappare dal loro triste destino; e il fenomeno diventa semplicemente una strumentalizzazione di gente ricca e senza scrupoli verso la gente povera e miserabile del mondo! (D.S.)

Donne in carriera

Lo scandalo hollywoodiano che ha travolto la major Miramax e il suo tycoon Harvey Wienstein, ha aperto gli occhi sul sordido mondo del successo femminile, che spesso viene confuso con capacità e bravura. In realtà, era da tempo che questo potente ebreo, produttore cinematografico multi miliardario, finanziatore del partito democratico (aveva regalato milioni sia a Obama che alla Clinton!) era sotto le lenti d’ingrandimento della giustizia, ma se l’era sempre cavata, in quanto s’era sempre difeso dicendo che lui non aveva mai obbligato a fare sesso nessuna delle starlette giunte nel suo studio in cerca di soldi e fama, ma quelle che l’avevano accontentato erano poi state ricambiate con una rapida carriera: i nomi sono altisonanti, si va dalla Jolie fino alla nostra “modesta” Argento. Anche stavolta, ma la vendetta è scattata da parte di chi, evidentemente, ha dato, ma non ha ricevuto in proporzione (non vogliamo commentare vita e vicende di queste donnette, perché ci si rizzano i capelli in testa al solo pensarlo!), Wienstein si difende al solito modo: è vero, lui è un infatuato di certi giochi erotici, ma è falso che abbia mai stuprato nessuno!

Secondo noi, dice la verità: così, come nel mondo della celluloide, la maggior parte delle carriere “fulminanti” vengono suscitate in base a certi favori, restiamo convinti che il cinema non è che uno dei tanti trampolini dove questa generazione di ragazzotte, imbombite dai concorsi aperti dalle TV nelle “isole dei famosi” nei “grandi fratelli”, negli “X-Factor”, per non parlare delle allucinanti e infinite gare di bellezza; ubriacate da certi personaggi da caravanserraglio, come l’ex-cavaliere, che prima gettano l’esca della Tv commerciale, poi se le sbattono in separata sede; hanno deciso di tagliare tempi e modi che altre migliaia di coetanee si sudano per ottenere uno straccio di lavoro, magari pagato a salario precariale. E poi vanno a lamentarsi perché cedono il loro corpo, ma poi ottengono il minimo indispensabile “contrattuale”, niente di più di qualche marchetta!

Siamo oltremodo convinti che lo stesso accada anche in politica, nel giornalismo, nelle lettere, nel mondo accademico, ecc., anzi forse questi sono gli ambiti che più si avvicinano al cinema, visto che, in realtà sono realtà basate soprattutto su sceneggiate e sceneggiature: basta guardarsi attorno e paragonare tante giovani leve che si guadagnano il pane con sacrifici inenarrabili, mantenendosi oneste e pulite, e quelle che invece sfondano, e poi, quando ci intrattengono, nelle riunioni politiche o nelle decisioni ministeriali; o quando “troneggiano” dai talk-show di regime, o si pavoneggiano dai seggi parlamentari; o vincono concorsi letterari o cattedre universitarie: tutti i nodi vengono al pettine. E comprendiamo immediatamente che dietro costoro c’è sempre un “Wienstein” che ci ha messo il cappello! (D.S.)

 

 

 

 

 

Stupri costituzionali

Increscioso, offensivo, criminale l’affronto che si sta consumando nel nostro Parlamento, contro la Costituzione e la democrazia nata dalla Resistenza, da parte di un paio di cento scagnozzi che definire “fascisti” sarebbe già un complimento, mentre traditori del popolo, è un epiteto più appropriato; tanto da sollevare perfino il sopracciglio omertoso e perfido di Giorgio Napolitano, anch’egli scandalizzato da questa banda di scellerati, se non fosse stato proprio lui a promuoverli a uomini di Stato!

E ancora più grave e significativo (a proposito di “fascismo” e “conformismo” di regime), il silenzio che quasi tutte le testate giornalistiche e i media, hanno dedicato alla scelta di “ridurre” a fiducia il passaggio della nuova, desolante legge elettorale; mentre intitolano a caratteri cubitali, la crisi spagnola (che non ci riguarda proprio, o almeno sarebbe da paragonare ai nostri sciocchi referendum lombardo-veneti, e basta!), la scoperta del solito “terrorista all’italiana” (che serve soprattutto all’apparato poliziesco per farsene vanto!), e perfino gli stupri seriali del capo della cupola ebraica hollywoodiana, il produttore Harvey Weinstein, nei confronti di decine di attricette, poi divenute star della mecca del cinema!

Questa stampa, allineata ormai alla dirompente e inarrestabile dittatura politica ed economica, che prende ordini dalle logge massoniche di Bruxelles, e dai comitati d’affari di Wall Street, si è arresa, per quattro sporchi spiccioli che Renzi & C. distribuiscono ad editori corrotti e venduti, i quali si sono messi in testa di vivere con i loro sponsor o morire falliti per sempre. Tra essi non possiamo non citare l’ultimo arrivato, Urbano Cairo, altro esponente di spicco delle rampanti massonerie etniche, come la B’nai Brith, che da editore di fumetti è diventato proprietario del Corsera, e poi padrone della peggiore TV faziosa sulla faccia della terra, addirittura peggio della stessa Rai renziana, La7!

Il tentativo vergognoso, ma prevedibile (e il M5S, occorre ammetterlo, è stato preso di contropiede!) di creare una legge elettorale ad hoc, sta così andando in porto senza voti segreti, senza emendamenti, con maggioranze che via l’uno sotto l’altro degli utili idioti, che sono accampati nelle istituzioni per loro precipuo tornaconto.

E il Quirinale acconsente a questo stupro istituzionale, perché già prevede il dopo elezioni (è già arrivata la solita telefonata da Berlino e da Washington), quando accantonato il pericolo grillino in quattro mosse (F.I., Lega, PD e AP+satelliti), potrà affidare l’incarico prima a Renzi, poi con malcelata sorpresa di questi nel vedersi bocciato, a Calenda o a Minniti, se non anche a Draghi, sotto copertura di una coalizione sufficientemente pronta a mediare con la Troika, alle spalle del popolo italiano.

Adesso si ricorre alla piazza per bloccare il progetto: ma non sarà troppo tardi? (DEMOCRAZIA SOCIALE)

Il libercolo delle occasioni perdute

Interi salotti letterari mobilitati, schiere di giornalisti illetterati a discutere sui capitoli, i talk-show della nuova tv di regime, La 7, tutti uniformati a questo “fenomeno”, al cui confronto i romanzi ripetitivi e noiosi del commissario Montalbano, fanno la figura di sciatte favolette: stiamo parlando del best-seller “Avanti”, scritto dall’ex-bimbo prodigio di Rignano sull’Arno, che i più conoscono come ex-Presidente del Consiglio, nonché come segretario del PD. A questo aggiungiamo che la Feltrinelli non ha voluto rivelare gli estremi del contratto che ha offerto a Matteo Renzi, né tanto meno l’anticipo in soldoni, aldilà delle effettive copie vendute.

In realtà, si tratta di traduzione e copiatura, fatta anche con i piedi, di quanto scritto apologeticamente, a priori, dai cronisti francesi in merito alle performance di Emmanuel Macron, con il suo “En Marche”, che può essere tradotto “Avanti”, secondo che lo pronunci un massone o un socialista, due figure che poi, di questi tempi, coincidono.

Una massa di bugie, fantasie, ipocrisie, fallimenti mascherati da vittorie, e illusioni mascherate da propositi, che il nostro ha lasciato sul terreno in questi tristi anni del suo “dominio”, e che è dedicato principalmente a Beppe Grillo, che, umilmente ringrazia, di essere fatto oggetto di tanto marketing. Con quelle velenose rimembranze di quel famoso streaming durante il quale, mentre il neo-movimento grillino faceva il tifo perché ci si accodasse all’”uomo della provvidenza e della rottamazione”, il comico genovese gli spiaccicò in quella faccia da schiaffi la frase: “Noi, con un personaggio come te, non faremo mai nessun accordo!”

Bontà sua! Solo per questo, milioni di elettori oggi dovrebbero riconoscere a Grillo di aver visto lungo, i disastri e le distruzioni che Renzi ha sparso per l’Italia, e che ne hanno determinato la decadenza, da nazione primaria, a nazione da Terzo Mondo.

In questa disamina e analisi delle medaglie di latta e di plastica che lui si è appuntato al petto (e per enumerarle a ripetizione bastano i suoi tweet o le domande ruffian “con risposta allegata” del sign. Mentana), c’è tutta la velleità ormai spenta di questo “piccolo avventuriero”, ma anche tutta la faccia tosta di chi continua a ignorare, che quei poteri forti che un giorno lo scelsero per sfondare, e rendere malleabile il boccone italiano, da ingurgitare un poco alla volta, lo stanno abbandonando, e hanno scelto altre strategie, più garantiste: Macron ne è l’esempio, proprio dopo le batoste che Matteo ha portato a casa.

Da ora in poi i poteri forti non accetteranno più “scugnizzi della politica spicciola” fatti crescere, come lui, a pane e imbrogli, perché gli imbrogli del faccendiere o del banchiere di provincia, per intendersi, mamma e papà Renzi, o le famiglie Boschi, Lotti, Serra, ecc., alla fine si consumano entro le velleità stesse di questi imbonitori; da ora in poi sceglieranno direttamente dal “giardino d’infanzia” dove essi allevano certi yuppi, come, appunto Macron, che recano un’impronta genetica irreprensibile.

E “Avanti” dimostra, appunto, quanto in basso sia caduta questa “promessa mancata” di logge e finanzieri, tanto da aver messo in netta difficoltà i suoi stessi sponsor: al punto che, l’unica vera, seria critica da portare a queste paginette fotocopiate, è quella che sarebbe stato molto meglio non scriverle, perché faranno incazzare costoro ancora di più.

E se, tutto sommato, una via d’uscita gliel’avevano offerta, relegandolo a burocrate di partito (ma anche lì di danni ne ha fatti e continua a farne!), e beneficiario di fondazioni milionarie (messe in piedi perché anche lui “tiene famiglia”), che nessuna indagine della GdF o di magistrati sfiorerà mai, continuamente alimentate, come sono, da fondi neri o da prebende di grandi imprese legate alla globalizzazione e alla predazione dei popoli. Lui, no, da quell’orecchio non ci vuol sentire: e adesso è come il re nudo, che, seduto sul trono sogna di governare ancora, ma è solo un’icona scoperta sulle sue vergogne, che non ha neppure più le mutande, per difendere i suoi attributi, ormai ridotti a pieghe di pelle rinsecchita.

E se gli restano le chiacchiere, e le “ambizioni” letterarie, è perché siamo in Italia: e ci sono ruffiani, come la maggior parte dei giornalisti, che hanno scommesso tutto su di lui, la loro carriera e la loro pagnotta, e immaginano, invece, che il re, come in quell’antica favola, porti addosso ancora le vesti più prestigiose, ma s’ingannano…. (R.Scagnoli)

 

 

Un premier che ha urgente bisogno dell’alcool-test

Fino a ieri in Europa si aggirava un finanziere, specializzato in riciclaggio di denaro, con cui favoriva i grandi evasori, insignito, dall’associazione criminale più potente e inviolabile, quella dei banchieri, niente meno che dell’Ufficio di Commissario dell’Unione, che, appurato, pare, non solo dalle voci di corridoio, ma da alcuni episodi incontestabili (come quelli di essere portato via in stato confusionale dalle riunioni, più volte!), sia dedito all’uso di alcool “leggermente” sopra le righe! Oggi possiamo dire che c’è n’è un altro, italiano, nominato Presidente del Consiglio da certe manovre di palazzo, avallate, anch’esse, dai poteri finanziari più nefasti, mai eletto dal popolo italiano, che, evidentemente, a causa dei rovesci subiti a livello politico e d’immagine, si è messo a scolare bottiglie!

E non può essere altrimenti, dopo le varie performance, cui abbiamo assistito e assistiamo, e che non lasciano dubbio che egli voglia imitare il suo grande referente europeo.

Cominciamo, però, da quasi un anno fa, quando, d’accordo con l’associazione di cui sopra, tutelata in modo vergognoso dalla magistratura, decise di salvare quattro banche fallite per colpa, appunto, dei rispettivi amministratori (tuttora a spasso a farsi i comodi loro!), strappando 2,5 miliardi di risparmi a 130.000 famiglie che li avevano accantonati, per lo più, per motivazioni di carattere personale e sociale e immettendoli entro i quattro bilanci falsificati, in attesa, però, che quegli stessi istituti fossero salvati (perché ancora salvi non sono, e vivacchiano con il malloppo derubato!) da fatiscenti compratori, che ancora non si sono visti. La motivazione finale fu quella di “salvare 6.000 posti di lavoro”, cioè l’occupazione dei dipendenti dei quattro istituti, una vera idiozia, in quanto, oltre a mentire sul numero dei dipendenti, poco più di 2.500, se era vero che sarebbe arrivato il 7° Cavalleria a salvare capre e cavoli, i più anziani, come già fatto tante volte, sarebbero potuti essere messi in pre-pensionamento, e gli altri riassunti dalla nuova entità.

Nel frattempo si erano concluse le sceneggiate dell’Expo, un investimento dello Stato costato oltre 13 miliardi, che ne intascò meno di uno, e il cui bilancio è restato segreto, tra scandali e imbrogli, per favorire l’elezione del sindaco PD di Milano; in base al quale avrebbero trovato lavoro 50.000 persone, quando invece, alla fine ne risultarono non più di 5.000, la maggior parte precarie.

Da allora, poi, iniziò il balletto del Jobs Act, conteso dai bari dell’INPS e dell’ISTAT, che iniziarono a dare i numeri al lotto (un esercizio certo più serio del loro!), sullo stato dell’occupazione e della disoccupazione, che il “nostro” subito si accaparrò, stampando manifesti in tutto Italia, sostenendo di aver occupato 500.000 posti di lavoro, sic et simpliciter, con la bacchetta magica della contribuzione regalata agli industriali; salvo poi continuare a imbrogliare sulle nuove cifre (contrabbandate in modo scandaloso), dopo che Confindustria era stata lasciata a secco, e restituiva i lavoratori assunti, come merce avariata. Ad un certo punto dovette intervenire l’OCSE, che lo sbugiardò definitivamente, lui e quel sant’uomo di Poletti, colui che aveva scoperto il lavoro precario entro le Coop.

In seguito arrivò l’annuncio che Roma si sarebbe candidata per le Olimpiadi del 2024, costituendo subito un “comitato” di squali e murene, diretto dai sigg. Montezemolo, Malagò e Caltagirone, approfittando brutalmente della “vacatio” commissariale della città, dopo che l’ex-sindaco Marino non si era pronunciato ancora sulla evenienza, ma opportunamente cacciato via. Fu a quel punto che il premier lanciò la bomba dei 170.000 occupati, che sarebbero serviti per completare i lavori, una volta che l’Olimpiade fosse stata assegnata all’Italia, però: nel frattempo, tuttavia, il “comitato marino” dei pensatori cominciò a spendere e spandere milioni di euro, che, ovviamente nessuno, tantomeno l’ANAC ha mai contestato.

E giungiamo al referendum delle “trivelle”, quello in cui l’ex-sindaco fiorentino si spese perché la gente evitasse di votarlo, cosa che avvenne puntualmente, grazie alla somma intelligenza degli italiani, specie quelli più giovani: i quali, probabilmente abboccarono alla ennesima bubbola che, senza le trivelle (quelle nuove, perché le vecchie restavano al loro posto!), si sarebbero persi 30.000 posti di lavoro. Tre ore dopo il risultato referendario, e grazie al fatto che il petrolio continuava a scendere (e non s’è mai fermato!), i posti di lavoro cominciarono a mancare, ma quelli dei vecchi pozzi, per la loro inevitabile chiusura: immaginarsi se le Sette Sorelle & C. ne avrebbero mai aperti dei nuovi! Ma intanto l’Italia si trova oggi alla mercè di avventurieri a caccia di nuovi giacimenti a prezzi stracciati: e quale migliore occasione di avere a disposizione migliaia di precari?

Di colpo in bianco arrivò poi la “Bella Scuola”, che, udite udite, fu certificata dal nostro, come la “sistemazione definitiva di oltre 50-60.000 precari, anche anziani, che avevano perduto la dignità e la speranza nel loro lavoro educativo. Con l’aiuto di una ministra, “sinistrata” come la maggior parte dei suoi edifici scolastici, fu composto un puzzle umano, in cui questa massa di povera gente fu “spalmata per tutte le contrade italiane, con il principio “austriacante” del “divide et impera”: quelli del nord a sud e quelli del sud a nord. Ma non solo, ne restò fuori una fetta di 25-30.000, quelli che non poterono aderire a questa folle iniziativa, perché impossibilitati finanziariamente e per altre cause.

Siamo arrivati, così, al Ponte dello Stretto, un progetto “faraonico, tossico e altamente a rischio tecnico e tecnologico” (parola degli stessi giapponesi, i più grandi costruttori di ponti al mondo!), iniziato da Berlusconi, poi annullato da Monti, ma con una penale da pagare alle capofila Salini-Maltauro-Impregilo (tutt’e tre coinvolte nei maggiori scandali edilizi, dall’Expo, al Mose, alle inutili autostrade lombarde, alla TAV, ecc,), di 500 milioni, che l’Avvocatura dello Stato, sta ancora disperatamente cercando di evitare. Cosa fa Matteo Renzi, allora? Propone che le bocce ritornino al loro posto, e che si dia finalmente lavoro ad altre 100.000 persone, investendo una decina di miliardi, che, per ora sono tra le nuvole.

Se poi aggiungiamo che, a proposito del DEF, alle due di notte , è uscito da Palazzo Chigi, mormorando tra sé, e con il volto rubizzo, che il Pil va su e il debito pubblico va giù, cioè esattamente il contrario di quel che sta avvenendo (ma non ha detto una parola di come sarà composta la manovra), a questo punto come dubitare che ormai questo poveraccio sia pronto per l’affido agli Alcoolisti Anonimi?

(ITALIADOC)