Diario notturno (Reloaded)

La triste parabola dell'eroe decaduto


Il termine "eroe" riferito al noto pugile Clemente Russo forse può sembrare fuori luogo, ma di sicuro il campione olimpico originario di Marcianise, grazie ad una notevole determinazione, elogiata anche dallo scrittore Roberto Saviano, era riuscito ad emergere da una difficile realtà di degrado e a farsi strada nello sport.

Il ragazzo è stato sempre animato da una continua voglia di riscatto, che, però, può tramutarsi in una smania di successo, con scelte sbagliate, eccessi e l’inizio di una parabola discendente, almeno sotto il profilo umano.

Premetto che non amo il “Grande Fratello, sia che abbia come protagonisti perfetti sconosciuti che VIP (spesso meno noti dei primi), non per snobismo, ma perché la considero una grande gabbia in cui ognuno, invece che essere se stesso, si sente in dovere di mostrare il peggio di sé, convinto di poter così emergere tra la folla. Pur non guardando tale trasmissione, non posso fare a meno di essere bombardato di informazioni, considerato che tutti ne parlano, dalla gente comune ai critici televisivi, fino ad un regista di successo come Pupi Avati.

E allora non ho potuto fare a meno di leggere delle tristi esternazioni del pugile campano, che mi hanno fatto pensare alla parabola discendente di cui sopra. Un concentrato di affermazioni dense di omofobia e maschilismo, condite con una certa codardia. Perché come altro si può definire se non codardo, un uomo che si rivolge ad un ragazzo che non parla la lingua italiana, prendendolo in giro e utilizzando termini napoletani dal doppio significato (un po’ come “finocchio”, per intenderci)? E non è codardo un pugile, oltretutto poliziotto, che afferma che ammazzerebbe la propria moglie, in caso di tradimento?

Il Grande Fratello, alla ricerca di ascolti, in genere non si tira indietro nell’assecondare e favorire scandali, scene di sesso e nudo, e litigi ma, almeno in questa situazione, ha condannato il comportamento di Russo mediante una immediata espulsione. Questa punizione, a prescindere dal fatto che si tratti di una montatura, doveva far passare il messaggio secondo cui un bullo che prende in giro un ragazzo più debole o un marito che minaccia di usare violenza contro la propria donna vanno puniti sempre e comunque.

Eppure, sto leggendo in questo momento che sono state prontamente fornite diverse giustificazioni. Clemente sta passando un periodo difficile, le Olimpiadi sono andate male, in quel contesto è facile lasciarsi andare, sono chiacchere da bar. Giustificazioni fornite proprio dalla moglie, la potenziale vittima, se proprio vogliamo dirla tutta. Mentre, il suo gentile consorte appare addirittura stupito dallo sconcerto provocato dalle sue parole.

A mio avviso, tutti abbiamo momenti difficili, ma non per questo dobbiamo essere giustificati se ci lasciamo andare a comportamenti violenti e offensivi o trattiamo male esseri più deboli, che siano persone o animali. E, invece, il personaggio famoso sembra quasi convinto che gli si debba perdonare tutto, senza capire che è l’esatto contrario. Un uomo di successo, grazie alla sua visibilità, dovrebbe rappresentare un esempio per gli altri, per cui non può permettersi di lanciare messaggi negativi. Soprattutto, se si tratta di uno sportivo, che dovrebbe fare della lealtà e del rispetto la propria bandiera. A maggior ragione, se lo sportivo fa parte delle Forze dell’Ordine.

Per quel che mi riguarda, l’"eroe" Clemente Russo è definitivamente decaduto, a prescindere da scuse tardive e pilotate.