I dolori della giovane Virginia

L’analisi di Michele Serra  sulle vicende romane degli ultimi giorni è abbastanza condivisibile: davvero la radicalità dei propositi aumenta il clamore di un eventuale insuccesso.

Bisogna ricordare, che l’elezione della “sindaca” Raggi è avvenuta in forza di un voto di protesta verso il vecchio regime, a seguito delle tante lamentele verso i disservizi e gli scandali dell’Amministrazione capitolina, di fronte ad un Movimento che garantiva l’assoluta rottura con il passato.

Ricordo ancora una frase che mi è capitato di ascoltare ai seggi, nel corso delle ultime elezioni: “votiamo la Raggi, non vedete quanta spazzatura c’è in giro?”. Quindi, le aspettative erano tali che dopo poche settimane ci si stupiva che la spazzatura, il leitmotiv di questa sorprendente elezione, fosse ancora al suo posto. Non a caso, circolava su Facebook una vignetta, “La Raggi non ha ancora risolto la fame nel mondo”.

Gestire una città come Roma non è certamente una passeggiata, per cui l’inesperienza, unita alla volontà di andare avanti senza cedere a compromessi, sta dando luogo ad una situazione di stallo, con le numerose dimissioni cui stiamo assistendo in questi giorni. La vignetta di Altan arriva davvero a proposito.

Raggi Altan

In questa sede, non intendo esprimere le mie opinioni sulla politica grillina, anche perché sono abbastanza variabili. Tuttavia, vorrei essere più ottimista di Michele Serra. Roma Capitale ha bisogno di una svolta, ma anche di un governo stabile che garantisca l’adozione di tutte le misure necessarie per il superamento delle tante criticità. Per questo mi auguro che Virginia ce la faccia a superare la situazione di stallo e vada avanti, consentendoci di valutarla esclusivamente in base al suo operato e ai risultati raggiunti. L’elezione del nuovo Assessore al Bilancio, figura fondamentale nella gestione del Campidoglio, potrebbe essere un buon inizio.

MIchele Serra

La vignetta di Charlie Hebdo: è giusto indignarsi?

La vignetta di Charlie Hebdo sulle vittime italiane del sisma sta suscitando inevitabili polemiche e discussioni.

Certamente, si può discutere sulla non appropriatezza, sul pessimo gusto, sull’offesa arrecata alle vittime del terremoto. Si può affermare che si tratta di una vignetta priva di senso con oggetto un argomento su cui non c’è nulla da ironizzare o si può ipotizzare che i veri destinatari siano ben altri, coloro che in qualche modo hanno causato il disastro o vi speculeranno sopra, come si può ben intuire anche dalla “vignetta rettificata”.

COMBO CHARLIE HEBDO PER SITO

Io propendo per questa ipotesi. La satira, violenta, sfacciata, crudele, raramente ha come obiettivo principale dei poveri innocenti, ma intende mancare di rispetto a chi quel rispetto non lo merita. Allora, se all’apparenza la vignetta sembra sbeffeggiare i morti, destando un giusto sconcerto iniziale, alla fine il messaggio deve arrivare forte e chiaro alle orecchie di chi dovrebbe avere il compito di agire o ha avuto responsabilità nel disastro. Questa, è ovviamente la mia opinione.

In questo dibattito, non riesco a capire, in ogni caso, perché bisogna richiamare con insistenza l’attentato terroristico di alcuni mesi fa e la solidarietà espressa allora. Continuo a leggere vignette con un messaggio molto simile: “Adesso non siete più Charlie!” e mi chiedo: l’aver manifestato la propria vicinanza alle vittime di un folle gesto sanguinario (che di certo non può essere giustificato da una vignetta irriverente), perché mai dovrebbe escludere la possibilità di criticare quanto realizzato poi dalla rivista satirica?

É inutile discutere in questo momento se il messaggio “Je suis Charlie” fosse vera solidarietà o solo un gesto compiuto per seguire la massa (spetta alla coscienza di ognuno stabilirlo).

Si può tranquillamente esprimere la propria opinione su quanto rappresentato dai vignettisti, a prescindere dal fatto che ciascuno di noi sia stato o meno Charlie, purché la critica stessa non si trasformi in odio e in tentativi censori, che ci farebbero pericolosamente assomigliare a quei soggetti che hanno armato la strage di mesi fa.

E ovviamente si può discutere, ma fino ad un certo punto e con intelligenza. In queste ore, sto notando, più che altro, un proliferare di indignazioni: accanto all’indignazione verso la vignetta, vi è l’indignazione verso chi non è più “Je suis Charlie” o l’indignazione per l’indignazione. Ecco, magari potremmo smetterla di urlare allo scandalo e cercare di reagire smentendo nei fatti i vignettisti, costruendo case che non crollino al primo soffio di vento e adottando misure antisismiche. Ma siamo in Italia, ci riusciremo mai?

Introduzione

L’idea del titolo di questo nuovo blog trae spunto dall’omonimo bellissimo libro di Ennio Flaiano, che spero possa darmi diversi spunti di riflessione.

Il mio obiettivo è parlare di temi di attualità, commentare aforismi e citazioni che mi hanno particolarmente colpito o semplicemente esprimere le mie libere riflessioni. Ci saranno, inoltre, spazi dedicati alla musica, con una rubrica sui miei brani preferiti, e rinvii al mio primo blog “Un faro nella nebbia”, dedicato ad approfondimenti di cultura e dintorni.

Benvenuti!

Lorenzo

MONDO

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