Dieci e zerosei

50 Sfumature di Indignazione


Questo è un post trasversale. Lo dichiaro. Anzi no, è proprio una risposta diretta a un post che mi è piaciuto. Devo dire che negli ultimi due giorni, in un certo blog, ho letto tre o quattro frasi che mi hanno fatto sorridere ma non di ironia, di speranza. Un ritorno a principi che mancavano da un po'. E fa piacere, a prescindere da tutto, rendersi conto che in fondo, anche se dopo acredini forti, le persone non le avevi giudicate così sbagliatamente di primo acchitto. Poi, gli sbarelli, tra gente, ci stanno. Ma la prima impressione forse non era così sbagliata. Indignarsi, si dice. Indignarsi di fronte alle ingiustizie del mondo. Lo si fa poco. E' vero. Innegabile. Se lo si facesse in modo giusto non ci sarebbero ingiustizie, ça va sans dire. E finchè ci sarà un solo bambino che non potrà entrare agevolmente in carrozzina in un istituto vorrà dire che non ci stiamo indignando come dovremmo. Figuriamoci oggi quanto ce ne stiamo fottendo viste le situazioni attorno a noi. Si è detto che, ai tempi, nessuno si indignò di fronte a post estremamente razzisti. Questo è parzialmente vero. Io, alcuni, non li ho mai letti, per esempio. Dove ho letto ho sempre parlato. Discussi in maniera ben poco ortodossa con la mia grande amica, tutt'oggi amica, maestra elementare, che scrisse un post dove velatamente...molto velatamente faceva una differenza tra bimbi. Qualcun altro parlò sotto al post incriminato. Io stessa qualcosa dissi lì sotto. Vero. Non con la veemenza che ci si sarebbe aspettati. Non lo nego. Si doveva intervenire con più piglio. E su questo non ci piove. Vero anche però che, dopo, grazie all'intervento di chi indignarsi a mille sa farlo, tanti si sono esposti. Sì, certo, 800 commenti di insulti tra di noi. Ma in quegli 800 ce n'erano più della metà che invece parlavano di campi rom da non dover vedere come il demonio o di reti da non erigere o di barconi da non affondare. Questo non può essere dimenticato. Gli insulti sono arrivati proprio perchè ci si è messi contro il campo rom da bruciare, il barcone da sparare e la vignetta della bambina che impersonificava l'ebola. Va detto anche questo, per correttezza verso tutti quelli che hanno speso tempo ad avallare l'indignazione, anche se non partita esattamente da loro. Penso che, alla luce del passato, le posizioni di ciascuno di noi siano piuttosto chiare. Credo che nessuno possa pensare o avere il dubbio che io ( e parlo di me non per protagonismo...ma perchè qua se fo nomi mi mandate all'aria di nuovo e io di riaprire poi non son capace, è uno sbattone indicibile! ) sia razzista o non mi interessi del bambino che non viene trattato nel giusto modo o non me ne freghi dei corpi che restano, purtroppo, senza vita a dieci metri dalle nostre coste. Almeno questo penso mi si possa riconoscere. Non sono certamente il tipo di persona che non offre il caffè, laddove sia carino ( e non oso dire "necessario" ) farlo. E non sono certamente il tipo di persona che fa queste cose per ricevere un grazie. Del resto, a parte in pochi post "ad hoc" ho mai parlato di quanto faccio o non faccio, nel mio piccolissimo? E non credo ci sia neanche bisogno...faccio ciò che è NORMALE e GIUSTO che qualsiasi persona con un tetto sulla testa e uno stipendio redistribuisca nel mondo. Anzi, faccio pure molto poco. Molto molto poco. Troppo poco. Come la maggior parte di noi. Detto questo. Indignazione. Concetto. Giustissimo. Concordo. Al mille per mille. Allora perchè sorge la lite e il problema? Per il seguente motivo. Indignarsi sotto un post razzista o scendere in piazza a urlare per difendere i diritti umani, fanculizzare al parco la mamma idiota che impedisce al proprio principino biondo di giocare col principino moro, metterla giù dura contro chi si lamenta del ragazzino autistico che urla al ristorante, schifare chi fa i locali child free o dog free o biondo free...sono tutte azioni molto molto giuste. Ma, a mio avviso e sottolineo a mio avviso, azioni da fare al momento. Fermamente. Se poi, verso chi compie queste azioni parte un atteggiamento di rifiuto totale...non hai insegnato la lezione. La lezione si insegna con la bastonata ma poi con l'esempio. La bastonata te la dò ma poi ti tratto come un essere umano come tutti altrimenti diventano fazioni che si fanno la guerra e non integrazione. Ti serviranno diecimila bastonate e diecimila ritrattamenti da essere umano? Ho pazienza e lo fo. Ne basterà una? Ottimo. Non cambierai mai? Pazienza, il fallimento è umano e ci sta. Indignarsi per il concetto, anche qua sopra, è giusto. E ci siamo indignati. Lo abbiamo fatto. Abbiamo parlato di campi rom per mesi, indignandoci su certe frasi. Ci siamo indignati per la vignetta. Ci siamo indignati anche verso amici che hanno scagato in qualche affermazione inaccettabile. Ma se l'indignazione sfocia poi in un togliere il saluto, girare la faccia, mettere all'angolo e sputare in faccia, a mio avviso, ripeto, non si ottiene nulla. Indignarsi sul discorso specifico è assolutamente obbligatorio e non discuto. Indignarsi sulla persona...soprattutto qui...dove non sappiamo esattamente chi c'è dietro, dove non sappiamo cosa andiamo a toccare, esattamente, se parliamo di un corredo o di un passato o di uno smeraldo o di regalare i caffè ( sì, ho sbagliato...nel rebelot io credo che abbiamo tutti sbagliato e io non meno di altri, pure io voglio rientrare nel concetto di non togliersi dal mucchio ) ... è pericoloso. Effettivamente, come si diceva un tempo, il personalismo andrebbe completamente levato da certi discorsi. Ma levato non nel senso "non parlo di me" "non parlo di te". Levato nel senso che anche di fronte al concetto razzista, una volta risposto per le dovute rime, andrebbe poi vista la persona per quello che è: uno sconosciuto che, da dietro una tastiera, spara odio. E' possibile che sia solo una persona di merda che meriterebbe solo ceffoni a due a due finchè diventano dispari. Possibilissimo e probabile, pure. Ma è possibile che sia una persona con alcune problematiche. Chi odia, spesso, ha delle problematiche. Nel dubbio...io eviterei la messa all'angolo e la discriminazione del razzista o dello stupido o del dispensatore di odio. Per l'esatto stesso principio che si utilizza nell'accogliere chi ha altri tipi di problemi e necessita di aiuto. Per me integrazione è questa. Qui, come nella vita. Il bambino che a scuola picchia gli altri probabile non sia il Franti della situazione, sempre probabile che a casa ne prenda tante ma così tante da non riuscire a portarle. L'adulto incattivito e incarognito che gode nel sottomettere le persone con le sue cattiverie, probabilmente pure lui ne prende tante dalla vita. Va scusato? No. Va randellato. Di brutto proprio. Ma una volta randellato, secondo me, senza lo step del "ti parlo ancora, ti ho randellato perchè avevi torto ma comunque ti parlo ancora, non mi fai schifo, parliamoci" non si arriva alla chiusura del cerchio del concetto di integrazione o, meglio, di tentativo di convivenza civile. E' questo a cui auspichiamo, no? Nessuno vuole che tutti decidano di amare i profughi. Profondamente. Anche perchè sarebbe una cazzata: facciamo fatica ad amare il marito, a volte, come si può pretendere che qualcuno ami di slancio degli sconosciuti? Che siano profughi o avvocati di grido, eh. Ma in molti vogliamo che tutti lavorino e si adoperino per garantire la dignità umana e i diritti civili di base a tutte le persone del mondo. Tutte. Indistintamente. Compresi gli assassini in carcere. Sei assassino, ti fai l'ergastolo...ma devi avere il cibo tre volte al giorno, i vestiti puliti e lo psicologo che ti supporta. E' difficile da digerire. Qualcuno che magari ha ucciso un ragazzino indifeso lo si vorrebbe vedere, probabilmente, appeso a un palo per i coglioni. In effetti sì...ma bisogna capire che non è nostro compito stabilire questo. La giustizia Divina non sappiamo nemmeno se esiste. Non possiamo farla noi. Quidi anche il razzista...si fa "il carcere" ( nel senso, si prende la sua risposta bella decisa ) ma poi non va lasciato lì appeso...perchè non è giusto. Perchè è un essere umano pure lui. E non va discriminato in toto nemmeno lui. Fermo restando che non va mai mai mai mai mai "lasciato dire". Questa è la sfumatura d'indignazione che applico io nella vita. Per questi motivi. E' vero. Non è quella dura e pura che ti fa diventare come Gino Strada o Madre Teresa o Gandhi nè come i grandi uomini e donne delle cause umane nel mondo. Me ne rendo conto. Ma io non ho le capacità per diventare uno di loro. Che devo fa? Non ho quel pelo sullo stomaco, quel coraggio, quella combattività e quel "non me ne frega di nessuna conseguenza" che hanno loro. Li ammiro, profondamente, ma non sarò mai come loro. Faccio le cose come le so fare. Con le mie motivazioni. Nessuno deriderà mai un bambino con una pelle diversa davanti a me senza che io dica nulla. Ma non toglierò il saluto a chi l'ha fatto. Perchè il saluto a mio avviso è un diritto civile, anche per gli idioti. E a me piacerebbe un mondo dove il diritto civile lo hanno tutti. Tutti tutti tutti. E a volte fa anche male. A volte è difficile salutare qualcuno per cui nutri zero rispetto. Ti nausea anche un po'. Ma lo fai. Perchè è giusto. E anche farsi un minimo di violenza per trattare tutti tutti tutti come esseri umani è in fondo una piccola lotta. Non al pari delle grandi lotte dei Grandi...certo. Ma la maggior parte di noi non è un grande. La maggior parte di noi è un piccolo e, secondo me, se già facciamo piccole lotte, un po' di aiuto lo dai. E...e magari ora partirà la domanda? Ma è scema questa? Prima se la prende, poi sbraita, poi dice brutte cose, poi invece dice bella frase, ma che gioco sta a fà, l'acqua e l'olio per ottenere chissà che cosa? Ma no. Forse sono solo fatta così. Forse, e sì, lo ridico, forse proprio per la vita che ho avuto sono fatta davvero così. Che oggi ti fanculizzo perchè dici una cosa che non mi piace e però poi riesco a passare oltre la fanculizzazione e vedere domani con occhi nuovi che giudicano solo la cosa del momento. Non è un pregio, eh. Forse è un limite. Un difetto. Un modo di fare del cazzo, qualunquista, non lo so. Però io non me la sento di spiccicare un'etichetta addosso a qualcuno e lasciargliela a vita...non son capace, ho imparato che nella vita non puoi farlo perchè tutti dipendiamo in qualche modo dagli altri che ci stanno attorno e non puoi escludere qualcuno, non puoi per te nè per lui. Forse credo davvero nelle favole del "saremo tutti amici prima o poi". Sarà stupidità. Non lo so. Ma io dico quello che penso al momento, senza filtri. E se oggi penso "che stronzo" e domani lo stronzo dice qualcosa che mi viene da dire "che bella cosa ha detto"...io purtroppo non sto zitta nè quando devo di' stronzo nè quando devo di' che bello e sembro un'incoerente rimbambita. Forse lo sono. Boh.