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Da quando è nata mia figlia io ho fatto una cosa sola. Cioè no, ne ho fatte diverse ma diciamo che l’obiettivo principale è stato uno solo: intesserle attorno, ogni santo giorno, una ragnatela di fili di lana colorati. Ho costruito questa trama tutti i giorni, sempre più grande, tutt’attorno, per darle modo di muoversi ma senza cadere troppo nel buco nero che si trova attorno. Lei ci ha gattonato allegramente, ci ha mosso i primi passi, i primi saltelli e poi ha imparato a camminarci spedita e tra un po’ di sfilerà sopra con i tacchi a spillo e la mamma sarà sempre lì a ingradirla, questa passerella e a cercare di ripararla dove lei la rompe…perché lei la rompe…è naturale che sia così. Deve essere così. La ragnatela colorata funziona. Ha funzionato. Sta funzionando. Bisogna vivere focalizzati sempre su quella, è vero, diventa un’ossessione, però funziona. Poi però ti trovi, perché succede, in un posto come questo. E ti rendi conto che gli anni che hai passato a intrecciare fili colorati servono fino a un certo punto perché poi ti guardi attorno e c’è quella che per un’unghia incarnita si trova circondato da tutta la Sacra Famiglia che ce mancano er bue e l’asinello e ‘amo fatto er Natale…e chi invece non sa se vedrà spuntare l’alba e chi sta aspettando da due giorni e tu, comunque, se vuoi un bicchiere d’acqua ti devi alzare e te lo devi andare a cercare perché ti passano di fianco settecentomila persone che stanno portando l’ennesimo fazzolettino bagnato a qualcuno a cui non serve assolutamente a un cazzo ma manco se schiattano gli viene in mente di chiederti a te se ti serve qualcosa. E’ così. Io lo so che è così ed è giusto così. Ma come glielo spiego a lei? Come glielo spiego che quando succede che io entro qua dentro il mio unico problema è fare in fretta perché devo tornare a casa in tempo per far finta di essermi svegliata a casa o, quantomeno, per inventarmi una scusa qualsiasi perché non deve preoccuparsi e non deve crearsi nessun buco nella trama dei fili colorati?

E sono consolazioni più mie che sue. Perché lei, il buco nella ragnatela colorata, l’ha fatto sì. L’ha fatto qualche settimana fa, perché ormai ha 8 anni e i bambini, a 8 anni, ragionano già come degli adulti, purtroppo. E lei me l’ha detto, così, come se fosse la cosa più giusta del mondo. E me l’ha detto in francese, per giunta, e questa cosa ha un significato ben preciso: “Mamma, ma che ti credi, che io sono stupida? Che non lo so come girano le cose a casa nostra? Non è che se non ce lo diciamo allora non esiste: guarda che io lo so che, se non ho i nonni, significa che tu non hai i genitori. E lo so che se io non ho il papà a casa con me, significa che tu non hai il marito. E lo so che, se per me è abbastanza normale così, in generale non lo è. Non so il perché, certo, ma lo scoprirò. Quello che mi chiedo è solo una cosa: io ho te, ho papà e sono a posto. Ma tu perché non hai mai fatto niente per crearti una vita normale?”

Ecco fatto. E in un po’ di parole mi ha strappato tutto il lavoro fatto, anche un po’ stupidamente come stupide siamo noi mamme, in 8 anni di certosina finzione. Perché metticela una pezza ora. Ci sto pensando adesso a come sistemarla la mia bella ragnatela protettiva di fili colorati. Adesso che sto qua e mi guardo attorno e mi rendo conto che una bambina di 8 anni ha l’occhio più lungo del mio. Perché ha ragione lei: anziché perdere del tempo a mettere le pezze e a intessere protezioni che a lei non servono e infatti le ha strappate, avrei dovuto preoccuparmi di fare in  modo di avere qualcuno che potesse portare ‘sto cazzo di bicchiere d’acqua. Ed è quello che fanno tutte le persone equilibrate che si trovano a vivere una situazione come la nostra. Tutte. Ma io no. Perché io ho paura. E nella vita ho avuto solo paura, sempre paura e ho sempre vissuto con il terrore e se qualcuno per davvero mi portasse un bicchiere d’acqua io avrei paura che è avvelenata. Ed è per questo che anziché prendere mia figlia e lanciarla nel mondo dicendole “guarda che bello, nonostante tutto” ho passato il tempo a preoccuparmi di creare qualcosa che la proteggesse in caso cadesse. Perché io ho paura. Ce l’ho sempre avuta. E adesso lei mi sta chiedendo conto del perché ho passato la vita a crearle una rete rimbalzante anziché sistemare la nostra vita in un altro modo e io come glielo spiego?

Come glielo spiego a una bambina di 8 anni che io, alla sua età, avevo già visto quanto può fare schifo il mondo e la gente. E come glielo spiego che a me basta una mano che si allunga, una goccia di sangue, una voce più alta e mi si paralizza il sistema neuronale e non ci posso fare niente. E come glielo spiego io che se suo padre non l’ha voluta nel primo momento che l’ha vista…tutto quello che viene dopo, poi, è solo illusione e non ci sarà modo per lei di contare su di lui e non ci sarà modo di sostituirlo perché non è possibile. Perché pure io ho passato un sacco di tempo a cercare di sostituire la gente, a mettere qualcuno al posto di qualcun altro, a far finta di…ma non ha funzionato perché tanto alla fine, la gente non capisce un cazzo e se una mazzata nella vita te la metabolizzi, creartene altre trecentodue è da idioti. Ma a lei, come lo spiego? Come glielo spiego che la proteggo così tanto solo perché mi sento in colpa di non aver protetto abbastanza bene me? E come glielo spiego che quando devi decidere se rovinare o meno la vita di chi ti ha messo al mondo come fai fai sbagli? Che se gliela rovini tanto la tua è rovinata lo stesso ma se non lo fai ti senti in colpa di quello che potrebbe fare e se decidi di farlo poi devi rispondere a troppe cose e i toni sono sempre indagatori e accusatori e mai solidali o comprensivi. Mai. E allora l’unica cosa che puoi fare è imparare a fissare il famoso punto nel muro. Lo fissi per un tempo abbastanza lungo per cui diventa un puntone gigante che ti toglie un po’ di visuale…così vedi meno. E soprattutto passa il tempo. Ma a 8 anni, il tempo, non passa mai. E lei le risposte le vuole ora, domani, non le vuole tra 10 anni quando potrò parlare con una donna.

Io ora mi trovo qui. E mi guardo attorno. E mi rendo conto che, effettivamente, quando vieni al mondo un’etichetta karmica qualcuno te l’appiccica e non cambia tanto, a prescindere da come tu scegli di vivere. Ho passato la vita a trascinarmi a quattro zampe dietro a qualcuno che non aveva bisogno di me…e son passati quasi trent’anni e pure ora l’unico mio obiettivo è uscire di qua sulle gambe perché c’è la recita a scuola e io devo esserci…e forse, se non ci fossi, sarebbe uguale, ma io devo esserci perché lo voglio io. E l’ho sempre fatto in silenzio e solitudine, seguendo i miei ragionamenti pindarici sul perché della vita perché in effetti, io e mia figlia, non siamo poi così diverse…anche io ero come lei alla sua età e mi facevo tanti di quei ragionamenti…solo che io non potevo chiedere nessuna risposta né fare nessuna domanda ma lei può e io devo darle delle risposte, ne ha diritto. Solo che come cazzo glielo dico? Come glielo spiego io, il mondo che conosco io? Io son riuscita a sistemare tutto quanto su degli scaffali alti, per non intralciarmi troppo il passo…solo che erano cose pesanti, un sacco pesanti, ci ho messo un sacco di tempo e fatico…ora se le tocco e cadono…quelle mi cadono in testa ma la cosa peggiore è che rischiano di cadere in testa a lei. Ma lei sui fili colorati non ci vuole stare più…ha deciso che vuole entrare nella mia stanza e nella mia stanza protezioni non ce ne sono perché nessuno ne ha mai messe ed è pericoloso, è un sacco pericoloso.

Eppure qualcuno che ha capito, io nella vita l’ho incontrato…e poi l’ho lasciato andare e non so nemmeno io perché. E lei ha ragione a chiedermi conto di questo: perché non ho trattenuto chi poteva mettere i fili colorati anche nella mia stanza, così quando lei fosse entrata sarebbe stato più sicuro?

Io parlo tanto con mia figlia…noi parliamo un sacco…abbiamo confidenza, tanta. Però ho sempre cercato di tenerla fuori da certi angoli bui e pieni di ragnatele vere, non colorate. Ma lei, evidentemente, è riuscita lo stesso a guardare dalla finestra e a vedere cosa c’è dentro…che è quello che fanno le persone che vogliono veramente sapere chi sei. E lei è mia figlia, è ovvio che voglia sapere, ci mancherebbe pure che no. E io non sono ancora pronta a parlarle, però, perché vorrei solo vederla saltellare ancora per qualche anno su quei benedetti fili colorati, lontano da quella stanza là. Proprio io…che mi rimproverano tutti di parlare e pipponare troppo. Ed è vero. Io pippono su tutto. Ma è perché sono stata zitta una vita dicendo “di questo ne parlerò al momento opportuno e saprò tutto” e poi è successo che no…non ho più potuto parlare e non ho mai più saputo quello che volevo sapere, anche se forse, come mia figlia, anche io lo sapevo già. Ma finché dicevo “prossima volta ne parlerò” vivevo con la speranza di sentirmi dire “non è vero”. E invece poi, a un certo punto “la prossima volta” non c’era più. Ed è per questo che sono diventata una che adesso, quando c’è qualcosa, lo vuole sapere subito e lo vuole chiarire subito e c vuole arrivare subito. E invece, con mia figlia, sto facendo di nuovo l’errore del “prima o poi le spiegherò” e poi capita una sciocchezza qualsiasi come quella di stanotte, ti trovi in un posto come questo, per un cazzata qualunque e dici “oh santo cielo e se un giorno o l’altro prima o poi diventa mai? Vedi cosa può succedere?”

Può succedere, ad esempio, che tocca alzarsi e andare a cercare un bicchiere d’acqua. E vi assicuro che certe volte, andare a prendere un bicchiere d’acqua può essere una faccenda piuttosto complicata. Potrei quasi quasi promettervi tre o quattro pipponi sulla teoria del doversi alzare in certi frangenti per prendere un bicchiere d’acqua…e non è detto che non lo farò. E dopo…dopo…se riesco a trovare st’acqua e tornare qua…devo mettermi a pensare a un modo di mettere due fili colorati nella mia stanzetta privata…almeno qualcuno…per poi aprire la porta a mia figlia, che sta bussando. In fin dei conti…sono sopravvissuta fino ad oggi senza che nessuno me li abbia messi per me…posso riuscire a montarne qualcuno da sola per permettere a lei di entrare. Che ci vuole. Basta continuare a fissare il punto nel muro.

xultima modifica: 2017-04-10T05:56:39+02:00da Tiffany.2016

17 pensieri su “x

  1. Che dirti Tiff?????? Non lo so, francamente davvero non lo so. In un caso come il tuo, con una figlia acuta come la tua, mi verrebbe da dire che sei in un bell’impiccio. Però visto com’è acuta e perspicace, credo che capirebbe. Dille la verità Tiff, che se la dovesse mai scoprire da sè e fosse diversa da quello che le hai raccontato, potresti perdere la sua fiducia e allora hai voglia!!!! tutti i tuoi fili colorati diventerebbero neri e si romperebbero di colpo.

    • E’ perspicace sì…ma noto che tutti i bambini, oggigiorno, son svegli eh…io non so se sia un bene o un male ma ‘sti mocciosi ne sanno a pacchi di tutto, forse pure troppo o forse è più giusto così. Hai ragione quando dici che dire le cose vere e schiette è forse la mossa più giusta per la fiducia da costruire: solo che certe cose, per quanto loro siano svegli…vanno dette secondo me con prudenza non tanto nei contenuti quanto al momento giusto, con le parole giuste…io so che mia figlia prima o poi saprà tante cose e parleremo di tante cose…devo trovare la chiave però. Non voglio trasmetterle paure…proprio adesso che va incntro all’adolescenza, tra qualche anno avrà i primi morosi le prime esperienze…non voglio che ne abbia paura.

  2. commovente questo ruo spaccato di vita… lungi da medall’offrire consigli (neppure richiesti fra l’altro).
    posso solo dire che i bambini alle volte sorprendono per la loro acutezza ma solo perché abbiamo dimenticato che anche noi da bambini facevmo i conti col mondo
    un mondo fatto anche di scimmiottamenti dei discorsi degli adulti… tipo “come mai tuo papà non passa a prenderti?” (curiosità mammesche) o prendendola sul ridere potrei fare la curiosità babbesca “comemmai tua mamma ha il sedere tanto grosso?” 🙂
    Ma fra le esperienze che ho rubate ci sono anche quelle dei figli della guerra che si spaventano ai botti di festa ricordando che lo stesso suono significava l’arrivo della falciatrice di vite… di quei bambini che già piccoli dovevano entrare in stanze che popolano gli incubi di coetanei più benestanti… a quei bambini che devono controllare la salute del solo genitore rimasto fra le pareti di un luogo rimediato dagli scarti della città dei muri e dei palazzi dove altri bambini giocano
    So che ci sono madri e padri… maanche nonni che tentano in ogni modo di tessere la tua stessa rete e ci sono altri e a volte dentro le mura di una casa che tentano di distruggerla… ma soesso sono solo gusci che i nostri cuccioli rompono cone fanno i coccodrillini con le uova.
    lei si romperà la capoccia in quel buco nero Tiffany… ma magari trovando un filo iride sui fuseau ricorderà di quanto la mau metua ha fatto per lei.
    Senza paura non esiste coraggio e prudenza
    Senza prudenza si rischia di trovarsi invischiati in rapporti non solidi metua vahine e questo lo puoi spiegare alla tamahine senza cercare parole complicate
    Puoi spiegare che i disegni che fa sulla carta non sono fatti solo tirando colori su un foglio ma con un primo disegno a matita e si può ancora cancellare
    poi si usa un carboncino… e ancora si può correggere ma con difficoltà… infine si passa la china e allora per correggere restano graffi e tagli che possono lasciare il foglio uno straccio!
    Allora occorre essere ben certi deldisegno che si vuole disegnare
    🙂
    PS la prossima volta che mi definisci Guru ti prendo a calcioni sul sederone fino al mar di milano che non so manco dove sia! vedi te!

    • Certo che sarai sempre il mio guru 😀 calci o no, io ti vedo così. Ma hai ragione eh…i bambini ragionano secondo come gli insegni e vedono in giro. E ci sono bambini che sanno vivere da adulti già in tenera età perché la vita li mette in quella condizione lì e ci riescono meglio di noi, poco ma sicuro, forse perché hanno anche meno aspettative? Non lo so…di certo è vero che si spaccherà la capoccia nei buchi neri, come abbiamo fatto tutti e non potrò sempre difenderla, no…

  3. Dovrei stare qui tre ore a cazziarti . In primis tu hai 27 anni ed una vita davanti .
    Secondo ; cosa significa una vita normale ? avere un marito e’ avere una vita normale ? dove le metti le migliaia di donne separate con figli che vivono esattamente nella tua situazione ? E chi ti dice che la situazione non possa cambiare ? e chi ti dice che magari fino ad oggi o l’altro ieri tu non l’ abbia incontrato una persona adatta per averla una situazione normale ? (e rido del normale) e che non sia colpa tua ?
    Te l’ho sempre detto che i figli non possono essere protetti da tutto e ti ho sempre detto che i bambini hanno capacita’ di adattamento che manco te lo immagini, anzi te lo immagini perche’ e’ quello che tu hai fatto da sempre .
    Ora io dico , prima di parlare con tua figlia dovresti avere ben chiaro delle cose dentro di te e su di te . Il tuo passato non e’ colpa tua , non c’e’ nulla di strano nell’aver voluto tenere un figlio in eta’ giovane ed anche senza un padre (so che il padre c’e’ ). Non hai privato tua figlia di nulla , o almeno non di nulla di cui tanti altri figli e per altre vie vengono privati . Non c’e’ nulla di strano nel non avere una situazione “normale ” ossia un marito , perche’ significa che non hai incontrato una persona abbastanza saggia con cui farlo , questo non significa che sara’ per sempre , ma devi toglierti dalla testa il fatto che se lo farai (anche magari avendo altri figli ) priverai tua figlia di qualche cosa . Non e’ cosi . Lo splendido dell’amore e’ che e’ proprio condivisibile e che piu lo condividi piu diventa ricco . La tua vita non e’ finita e’ appena cominciata , e smettila di pensare che per essere una buona madre tu non possa avere un compagno , e’ sbagliato ed un giorno forse risultera’ un peso per tua figlia perche’ si sentira’ responsabile di questo e non e’ bello .
    Esci da questa mentalita’ da medioevo che hai (certe volte mi sembri una centenaria ) e pensa che tua figlia non potra’ essere felice se sapra’ che tu non lo sei . Credi di poter essere felice se tua figlia e’ infelice ? no , e credi che lei possa essere felice quando si rendera’ conto che magari tu non sei felice ? non e’ diverso sai . E smettila di vivere di stereotipi , tirati fuori da ste cose “Normali ” da cosa e’ normale o cosa non lo e’ ! tu sei normalissima , quindi decidi tu cosa e’ normale per te . Il problema sei tu non tua figlia tiff , e0 normalita’ cio che ci fa felici , spiegalo a tua figlia che non esistono situazioni normali , (mi pare gia’ ingabbiata pure lei nello stereotipo ) che esistono situazioni e che sono tutte diverse , ma che soprattutto possono cambiare sempre. Io non sarei fiera di dire ad una figlia ho rinunciato alla vita per te , (o farle intendere questo ) e’ un fardello troppo grosso per una bimba e pure per una futura ragazza, un fardello che non e’ giusto tu le faccia portare (sensi di colpa forse ) , liberala .

    • Eh lo so…discorsi che abbiamo fatto tante volte io e te e tutte le volte io ti dò ragione. Perché ce l’hai. E’ indiscusso che tu ce l’abbia e io ascolto e dico “eh sì, ha ragione”. Poi succede che quando mi trovo all’atto pratico…basta una piccola cosa che vedo…e vado in palla. Io so che il fatto di aver paura di mettermi un uomo in casa non è tanto “cosa da medioevo che non si fa” è che purtroppo so che basterebbe un piccolo gesto nei suoi confronti e a me verrebbe il panico puro…ed è sbagliato eh. Minchia se è sbagliato: vuol dire che non ho superato un bel niente. E fa male anche a lei, ovvio, come dicevo a Gil si rischia di metterle addosso paure che potrebbero limitarla e forse proprio per quello evito di metterle sotto gli occhi la situazione, non so se mi spiego…per non farle vedere che ho paura…o che mi preoccupo di questo…certo che va superata sta cosa, che le persone non sono tutte cattive ed è pieno il mondo di uomini e donne che sono fantastici genitori per i figli dei compagni, meglio di quelli naturali. Razionalmente lo so. Il problema è poi farlo, quello è un gradino difficile…

  4. aH HO dimenticato una cosa , quella dell’etichetta karmica e’ una delle tue cazzate 🙂 lo sai che a volte siamo noi stessi a lungo andare ad attaccarci delle etichette karmiche grosse come quelle che appiccicano sui capi nuovi . Ci spendolano fuori perche’ continuiamo a metterle in evidenza , senza preoccuparci del fatto che spesso siamo noi a continuare a riproporci nelle scelte sbagliate , nel non saperci vedere diversamente , o nello stare nel ruolo che ci siamo scelti perche’ in fondo ci piace raffigurarci cosi . Hai avuto una vita difficile questo si , ma ti sei riscattata mille e mille volte , smettila di appiccicarti etichette da te . Te lo dice una che di etichette se ne e’ attaccate tante in passato . Vai oltre tiff oltre ….non c’e’ nulla di predestinato …..

  5. …eri tu tiff la bambina che aveva bisogno di protezione quella bambina vive ancora nel tuo cuore…leggendoti immaginavo lei….tu sei una grande donna che ha sofferto l inimmaginabile e che ora cerca di proteggere il suo amore più grande….non potrai farlo in eterno purtroppo ma potrai insegnarle la lezione più grande: neanche le cose peggiori possono ucciderti nonostante le cicatrici ancora ogni tanto sanguinino…..piano piano arriverá il momento in cui comincerai a raccontarle mezze veritá….e quando sará abbastanza grande potrai dirle anche il resto…lei sará orgogliosa di avere una madre forte come te che ha messo sempre lei al primo posto….tu hai fatto molte domande qui….io una cosa voglio chiedere a te: tua figlia ti ha chiesto perchè non ti sei creata una vita normale……perchè non le hai risposto che tu giá l hai fatto?… 🙂 lo so le avresti dovuto raccontare troppo….ma tiff la prima che deve essere fiera di se stessa sei tu! Tu non avevi nulla e ti sei creata ogni cosa….quanti al tuo post lo avrebbe fatto?…in quanti ci sarebbero riusciti?…tua figlia quando sentirà la tua storia capirá quanto tu hai di normale ora….quanto hai ottenuto…e io ti assicuro che avrai ancora molto….

    • Sai che forse la cosa davvero più complicata, per un genitore in generale, è proprio rendersi conto che non potrai proteggere i tuoi figli in eterno? Ah che le mamme, a volte, mettono in atto meccanismi perversi eh, siamo gente pericolosa…quando “non vogliamo far crescere i figli” a volte veniamo tacciate di essere possessive o chiocce ( e comunque facciamo danni ) e invece il motivo è proprio questo: stiamo scendendo a patti col fatto di renderci conto che ‘sti mocciosi inizieranno a girare per il mondo, a fare scelte…e potrebbe succedere qualcosa di brutto. Ma il punto è che devono farlo, assolutamente, comprese le eventuali esperienze dolorose. E a noi mamme questo ci rode e spaventa. Io sì, prima o poi a mia figlia racconterò tante cose…ma non pensavo che le domande arrivassero così presto, ecco.

      • Sará tutto naturale tiff …io non sono madre quindi posso solo immaginare quello che provi….ma elena ha detto delle sante parole….vogliamo fare un post sulla normalitá? 🙂 ti sei costruita tutto da sola ce l hai fatta….e tua figlia avrà i suoi scivoloni ma se è caparbia come la madre lotterá sempre….eh crescono si ma la vita ha pure dei lati belli e crescere aiuta a goderseli appieno….

  6. Quando scrivi queste cose verrebbe solo voglia di abbracciarti e comunque no nn è normale ignorare chi sta li accanto a un tuo caro ed è palesemente solo anzi forse proprio con gli sconosciuti viene fuori la nostra profonda umanità o mancanza della stessa che a interessarci e preoccuparci e prenderci cura di chi amiamo e ci ama siamo bravi tutti.
    Dirò una cosa forte e magari del tutto errata ma la mia sensazione è che tu nn ti senta ” degna” di amore e da li nasca poi tutto il resto … Su gli altri discorsi sono completamente d’ accordo con quello che ti ha già scritto Elena: analisi lucida e veritiera la sua a cui nn saprei che altro aggiungere…Nn sei sola ne ?

    • Sì, Susi: io penso che certi percorsi di vita ti portino, poi, ad avere una visione di te stessa magari sbagliata, anche a prendere atteggiamenti che non sono proprio tuoi ma che decidi che lo sono e te li cuci addosso. Forse è difficile giudicarti quando il giudizio è viziato dalla paura, dai sensi di colpa, dai “se avessi fatto…se avessi detto…” Sì, Elena ha ragione. Io sulla carta non posso far altro che darle ragione è che poi mi perdo dalla teoria alla pratica..

  7. Buongiorno Tiffany,
    dovrei riprendere dall’ultimo commento che ti lasciai oltre un anno fa nel tuo ex_turbolento (*) blog che hai ritenuto opportuno cancellare. Forse salvai il post, ma non fa niente; si può riprendere anche così: guardando il muro che sta di fronte a ciascuno di noi. Sempre c’è un muro… in attesa di essere abbattuto o attraversato.
    Intanto:
    “Tu è la Nana”, cara Tiffany, ora siete una “Famiglia”. Vera. Oggi lo siete, di certo, una “splendida famiglia”. E ne dovete essere orgogliose. Come son sicuro lo siete realmente. Entrambe lo siete per ciò che emerge dal tuo post un po’ sfogo, un po’ denuncia, un po’ condivisione, un po’ speranza, un po’ qualcosa che tu agogni e tu solo intendi. Non è dato al lettore pretendere di comprendere tutto. Per mia esperienza diretta so che si possono scrivere cose non solo per essere comprese, ma anche per essere intuite soltanto al fine di restare “in attesa” di ciò che, in qualche modo, accadrà di cui necessariamente occorrerà tenerne conto. Un modo per rassodare lo spazio vitale che ci circonda.
    Allora:
    Dai dati dell’ultimo censimento della popolazione risulta che nel 2011 (**) in Italia c’erano 16 648 813 nuclei familiari e di questi ben 2 651 827 risultavano con un solo genitore. Circa un quindi per cento. Nella tua Brescia addirittura un 20%!
    Una famiglia su cinque!
    Se ben ricordo “una nonna”, in qualche modo presente, la Nana l’ha avuta o la tiene (non so se è ancora viva!). Questa nonna può ben valere per quattro. Anche se fosse al cimitero fa parte della vita della tua Nana; pur continuando a restare, magari, a te estranea.
    Certo che la “Bimba” ha compreso molte più cose di quanto dall’esterno si possa immaginare. Anche dalla posizione di mamma credo che alcune cose possano ben sfuggire come appare che tu ne sei pienamente consapevole. Quindi è giusto che lei sappia tutto in modo legittimo e non per vie traverse. In modo pulito e trasparente.
    Ti è stato già evidenziato qualcosa che credo anche tu non puoi disconoscere.
    Tu sei una “ragazza”! Una giovane donna con tutta una vita d’avanti!
    I tuoi 28 anni lo pretendono; non sei una nonnina!
    Con tutto il rispetto per i nonni di cui dovrei, io sottoscritto, rappresentare un’emblema in questo spazio virtuale. E ciò nonostante anche da nonni “il bicchiere d’acqua” è sempre bene che ciascuno cerchi di donarselo da se: magari con le mani dell’altro… se ciò si rende possibile e praticabile. Ma mai richiederlo; deve arrivare da se.
    Questo post, cara Tiffany, lo vedo sprecato qui. Spero che resti “pulito” e coltivato.

    Se lo ritieni opportuno creati “uno spazio un po’ riservato” come fosse una finestra della tua “casa virtuale” e lì piantaci tutti i fiori che vuoi; anche quelli con arbusti in modo che fra di essi, mischiati fra i fiori, possa sfiorire anche un’arcobaleno di tele senza che siano artefattamente tessute. E qui, da “gemello”, sai che ci vuole un po’ d’intuito!
    Un caro saluto, M@.

    (**) http://dati-censimentopopolazione.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DICA_NUCLEI

    (*) turbolento e un po’ da me non condiviso nel merito e nella forma… anche tendendo conto di quanto accadeva nel contesto.

  8. Aggiungo una considerazione sulla tua convinzione che un eventuale altro figlio toglierebbe qualcosa alla Nana: noi siamo quattro fratelli e ti assicuro che è stato il regalo e la ricchezza più grande che i nostri genitori potessero lasciarci, nn riesco ad immaginare una vita senza di loro 🙂

  9. prepara il sederone!
    SGRUNT
    I guru sono vecchiacci immondi e a me al massimo puoi dirmi “antico”
    come un graffito sulle pareti!
    A volte mi perplime di come ci si dimentichi di cosa sia amare!
    e sento cose tipo
    la passione che incendia i boschi con una fiammata
    la stella che esplode come una nova
    la galassia che risplende prima della sparizione
    e poi basta capire le domande di un pupo e ci si interroga su una sola cosa… ci sarò accanto a te?
    riuscirò a starti vicino senza opprimerti ogni giorno della nostra vita insieme?
    riuscirò a guardarti volare via e tornare?
    riuscirò ad entrare nel tuo tempo come te entri nel mio?
    domande che sembrano di filosofia pura… robba che kant je passa a pulijie er cesso!
    robba che sofocle ar confronto pare che sta in appenetenza AH AH AH
    e scopriamo quanto l’amore non sia il vento che scuote le fronde alte o la tempesta ma un sussurro che muove appena le foglie.
    paradossalmente non occorre teoria o pratica ma solo fiducia
    in latinorum fide
    ossia fede
    quindi spera che gli dei smettano di giocare con i delfini più tardi possibile e lei ancor più tardi 🙂

  10. Crescono, vero? E crescendo il vestitino che hai cucito loro diventa corto, e più crescono meglio vedono che tu, da genitore, mica hai finito di crescere. Non è crudeltà, è un loro diritto sapere perché non abbiamo portato a termine la nostra felicità, ad esempio. E’ un loro diritto giudicarci: Io l’ho fatto con mio padre (ed io lo so quanto sono stato severo, e perché) e so che mio figlio lo farà con me. Non è mai troppo presto: se tua figlia si sente pronta a fare queste domande, è perché tu le hai insegnato a essere forte, e infatti eccola qui. Sìi sincera, non avere paura di dimostrarle che sei stata fragile. Capirà.

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