La scuola ai capannari e il dizionario di genere all’Italia

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“Ecco la scuola doveva dare a questi ignoranti e reietti, senza terra, senza anagrafe, una cittadinanza umana e civile. Era questo ben altro assunto che fargli compitare ed eseguire un addizione! La scuola con tutti i suoi sviluppi diveniva lo strumento non soltanto di assistenza materiale, ma di un affermazione dei diritti sociali, di una denunzia al mondo civile d’una superstite feudalità tanto più iniqua quanto più si esercitava sotto forma di commercio, all’ombra di qualche articolo del codice” (Marcucci).

 

100 anni che ci hanno cambiati. Quanto è lontano da noi il pensiero che nei primi del 900, guitti, gente bisognosa, abitasse in capanne: i capannari dell’Agro pontino .

Non di meno oggi, le case popolari sugli acquitrini di un comune italiano in dissesto finanziario (Eboli, Rai iersera).

Marcucci con Cambellotti sperimentarono fra l’altro l’invenzione del carro scuola e della lavagna ambulante, fornita di tutto il necessario per la lezione.

Ciò che rende la differenza è l’impegno sociale di artisti ed intellettuali del tempo, come i sodali  Marcucci e Cambellotti in un’Italia da costruire e istruire verso l’apparato dell’istruzione che oggi non riesce a contenere una buona dose d’indigenza culturale nemmeno negli esercizi dei dizionari.


in foto: Dallo specchio di un mobile di Marcucci "L'arte sognata l'arte vissuta" 


 

 

La scuola ai capannari e il dizionario di genere all’Italiaultima modifica: 2019-03-02T19:02:10+01:00da Dizzly

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2 Comments

  1. Nel suo piccolo studio
    dove ella si rifugia,
    la sua figura snella s’aggira tra le tele e i compensati;
    è tesa, tormentata,
    è triste, indifferente;
    s’entusiasma di tutto,
    non le importa di niente
    ma questo la fa bella
    ELICA BALLA per LAURA MARCUCCI

    • Quando le donne lavorano..di Lalla si dice che a casa non si preoccupava per prima cosa del da fare ma di vedere se le sue opere le davano la stessa giusta impressione di quando le aveva create 🙂 ..trova il verbo: Mamma dipinge!

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