Io ATLETA LIBERA e Sergio Parisse Il Capitano della NAzionale RUGBY ITALIA e Guilhem Guirado FR

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Guilhem Guirado FR_DZE’ un bel momento, alla vigilia  dell’ultima partita del 6 Nazioni incontrare all’Olimpico i capitani delle due Nazionali RUGBY ITALIA FRANCIA che si contenderanno  la palla ovale a Roma . Ultima prima dei campionati di Russia e poi i Mondiali del 2020.

Per gli Azzurri Sergio Parisse (in foto con Andrea Cimbrico  Comunicazione FIR)  per i francesi il capitano Guilhem Guirado, in conferenza stampa dopo l’allenamento sportivo del 15 marzo.

Io “atleta libera”, perchè il rugby è un valore di condivisione e partecipazione, anche femminile. E argomento di terzo e quarto tempo, “legato alla cultura”. Questo sport finalmente alla luce. E anche notizie di prima mano.  IL resto su Sit N Zero, qualunque risultato il branding Rugby Italia piace .

Dizzly

 

Io ATLETA LIBERA e Sergio Parisse Il Capitano della NAzionale RUGBY ITALIA e Guilhem Guirado FRultima modifica: 2019-03-15T19:18:49+01:00da Dizzly

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20 Comments

  1. Credo che non esista uno sport che abbia nel suo DNA la stessa bellezza del rugby, peccato che solo noi non l’abbiamo capito. Per questo continueremo a perdere anche quando vinciamo perché siamo nel terzo millennio, ma pare che solo Rugby Italia non l’abbia capito ancora. Da vent’anni importiamo maghi e maghetti da terre lontane, quelli che arrivano portandoci il verbo e da vent’anni, puntualmente, l’unico risultato è nei loro portafogli. Da vent’anni ci inventiamo nonni e nonnine per dipingere col tricolore passaporti improbabili. Siamo perdenti perché speriamo di vincere pagando maghi, comprando passaporti e siamo nel 5 Nazioni +1, perché abbiamo elemosinato quel posto, Che c’entriamo col rugby e che c’entra il rugby con tutto questo? Siamo patetici, ma lo è, nel terzo millennio, anche quel club privé del 5 Nazioni+1.

    • Sono di altro avviso, almeno quello che è stato messo a disposizione dalla F.I.R ieri all’Olimpico per comunicatori e giornalisti, con i direttori della comunicazione di Main Partner e responsabili di Federazione, nonchè Università e Testate, è la continuità della passione Rugby; non potrei farti osservazioni tecniche, ma che proprio e nonostante la Nazionale I sia perdente, e ci siano monetizzazioni, credo inevitabili come per qualsiasi altra formazione del planetario torneo, ciò non impedisce il vigore, storico e progressivo, dei fan club per questo sport che- come dici e condivido – Bello nel DNA.
      Ps: è sempre più facile mettersi sul carro dei vincitori

    • E’ pure vero, come dichiara anche il capitano azzurro, che “la Federazione Francia premia e da spazio a giocatori francesi, un vivaio giovanile che giocando con atleti di livello internazionale sin da subito può migliorare nel tempo”.

  2. Peccato quel “p.s.” perché se c’è bellezza proprio nel DNA di questo sport, questo vuol dire che lo “spirito” di questo sport viene ben prima dell’importanza della vittoria. Amo questo sport perché, fra i più gettonati, rimane quello nel quale non c’è violenza, non c’è slealtà, non c’è razzismo. Forse, a mio avviso, è lo sport che più di ogni altro si avvicina di più a quella cosa che, malgrado i soldi ed il professionismo, da’ un senso alla parola sport.
    Fatta questa premessa, se ti va ti spiegherò, uscendo dal gregge, i motivi per i quali, a mio avviso, le Federazioni, soprattutto quelle europee, predicano “ipocrisia” e coltivano l’orticello.
    Te lo chiedo perché, per educazione, non vorrei ammorbare te ed il tuo blog. Sarà un lungo commento, fuori dal gregge dei pregi di uno sport che non ha bisogno di epica e menate del genere ma, più concretamente, di uscire dall’ipocrisia del pianto greco dei vivai, degli aiuti economici e di fare i conti con la realtà elitaria con la quale continuano a chiudergli, invece, le porte. Come sempre, mi piace guardare le cose a 360° prima di dare l’impressione di sparare a vanvera o a zero. Non importa se dico cose condivisibili o meno, ma apro un ventaglio più ampio come qua:
    https://blog.libero.it/surfinia09/commenti.php?msgid=14335184&id=31520#comments
    Buon sabato e 16. Ciao 🙂

    • Personalmente le tue critiche e relativi commenti – e di chiunque altro – sono ben accetti arien in questo blog sul tema che si è sollevato dopo il mio post di ieri e la Captain’s run all’olimpico; molto meno l’indirizzamento e la pubblicità di un “blog” suppongo non coinvolto nella discussione rugby, anche se a dimostrazione delle modalità ampie degli interventi tuoi, cosa peraltro che mi è ben già nota. Motivo per cui seguo il tuo spazio tra pochi e non tutti:)

      • Ti ringrazio e credo che sai quanto io stesso apprezzi il tuo spazio dove commento, entro i miei limiti, restando sempre in tema e non certo per il giochino del do ut des. L’indirizzamento non era inteso a fare pubblicità e non riferito al rugby ma, come hai detto, voleva solo essere un esempio su cosa intendo con l’affrontare un argomento a 360°, scusami se è stato un superfluo e gratuito esibizionismo :))

        p.s.: non mi fa loggare.

        • Credo che non esista nessuno sport dove una vittoria non possa essere casuale o frutto di un episodio fortunato o, anche, di un errore arbitrale. Ci sta.
          Non ci sta, invece che, in coerenza col termine “sport” esistano campionati dove le squadre abbiano dei privilegi che non rispondono, in termini regolamentari, con la meritocrazia.

          In Europa alcune federazioni sportive si lamentano della disparità con la quale lo Stato, ma anche i media trattino le loro discipline. In genere sono le federazioni dei cosiddetti sport minori. Cosa peraltro molto vera. C’è anche da dire che molte di queste federazioni non siano loro stesse incapaci di attuare iniziative per facilitare l’avvicinamento dei media e sviluppare quindi una maggiore attenzione verso i giovani.

          Di sicuro il rugby non è uno sport minore considerato che ha un notevole appeal nel mondo ma, di contro, alcune federazioni di rugby sono fra quelle che quando si tratta di esibire il pianto greco degli aiuti di Stato o dello sviluppo dei vivai sono in prima fila.

          Peccato, però, che nel momento in cui andiamo a zoomare su certe anomalie ecco che ci si rinchiude a riccio per difendere, guarda un po’, proprio le anomalie.

          Io credo che se nel calcio esistesse un torneo privato fra Juve, Milan ed Inter che assegna ogni anno il titolo di Campione d’Italia, relegando tutte le altre squadre a giocarsi il Torneo di serie B, il calcio sarebbe meno diffuso ed anche meno praticato perché, volendo o nolendo, gli occhi dei riflettori sarebbero tutti puntati sul Torneo Privato. Cosa ancora peggiore se quel torneo fosse chiuso, inaccessibile e privo di promozioni e retrocessioni. Così come è il Torneo 6 Nazioni.
          Questo modus di ragionare elitario, il calcio e gran parte degli sport più diffusi lo hanno abbandonato da secoli. Ben altra cultura malgrado nessuno sport possa vantare una cultura intima quale quella del rugby. Purtroppo la cultura di uno sport non coincide sempre con quella delle sue federazioni.

          Lamentarsi che il rugby non riesca a sviluppare un vivaio adeguato, malgrado sia seguitissimo dai media, è un fatto ovvio visto che i media seguono soprattutto il 6 Nazioni ed il mondiale. Non è forse vero che il 6 Nazioni rappresenta un torneo elitario dove nessuna di quelle Nazioni accetterebbe di essere retrocessa? Non è forse vero che quel torneo prima di essere a 6 era a 5, prim’ancora, a 4 squadre quando non c’era ancora la Francia che, se non fosse stata accettata, starebbe anche lei in serie B come ci starebbe l’Italia e come ci stanno Romania, Georgia, Spagna, Russia e tutto il resto d’Europa?
          Non è ridicolo piangere di vivai e di soldi quando da un lato si potrebbe arricchire la Serie A (6 Nazioni) portandolo ad almeno 10 Nazionali che comunque dovrebbero accettare la retrocessione per creare interesse e sviluppo giovanile perché il torneo di Serie B, da un lato si arricchirebbe di gloria ed interesse con retrocesse nobili come quelle che oggi giocano nel 6 Nazioni e dall’altro lato quelle di Serie B potrebbero accedere in Serie A con la promozione derivante dalla vittoria nel torneo di Serie B?

          La nobiltà del 6 Nazioni accetterebbe il rischio delle retrocessioni perdendo da un lato quell’aplomb di aristocrazia del cazzo e dall’altro lato, soprattutto, i soldoni che arrivano alle Federazioni dai media? Siamo nel Terzo millennio e, solo nel rugby europeo esiste ancora l’aristocrazia di uno sport che si sottrae alla regola fondamentale della meritocrazia.

          La Federazione italiana, anziché battersi perché il rugby sposasse la meritocrazia accettata in tutti gli altri sport, ha preferito scegliere di andare a fare la Cenerentola in quel torneo e sentirsi migliore delle restanti nazioni d’Europa.
          Bene, è stata una scelta. Se la difenda e non rompa le palle utilizzando soldi pubblici per pagare maghi che vengono a svernare in Italia, fare passaporti improbabili e lamentarsi di soldi e vivai che non crescono.

          Il rugby è uno sport stupendo ma le federazioni non hanno la cultura di uno sport che, più di ogni altro sport, non ha bisogno di mediazioni che passano attraverso gli eroismi, le mitizzazioni, le aristocrazie del cazzo e le narrazioni risibili e da mille e una notte per essere apprezzato per quello che è e che insegna.

          Ciao, buona serata 🙂

          • Per saperne di più sul Rugby, sport peraltro che ho avuto sempre intorno nella mia città, ho partecipato al seminario della Federazione e della Stampa del 15 all’Olimpico inclusiva del Capitain’s Run e della Conferenza stampa del 15 francese alla vigilia della sfida ultimo atto del Guiness 6 nazioni per Italia Francia, perso purtroppo dalla nazionale azzurra 15 -24. I contenuti ruotavano attorno al gioco di squadra, il Rugby e chi lo racconta. Presente il Gotha della Federazione e i reparti della comunicazione, il main sponsor Cattolica assicurazioni, giornalisti come Ferrajoli e Bagnasco, IL Sole 24 ore con un master di marketing.
            Ora converrai che le tue osservazioni sono molto utili, con molti aspetti che andrebbero approfonditi e documentati, perchè se nel contesto specifico – e grazie all’aumento di denari per le federazioni di sport minori- e all’affaire Sponsor che con la F.I.R mettono su dei buoni piani di comunicazione, di interazione universitaria con un laboratorio di affiliazione e coinvolgimento Social dei più giovani mirato all’aumento dei biglietti venduti=partecipazione ; di incremento di attività di Terzo e Quarto Tempo ( valori, non so lasciamo stare, ci sono ma li discuterei nella loro rappresentazione o nella matrice stessa del messaggio da comunicare, cultura non c’è traccia, almeno secondo me e se non fumosa e localmente ); di meritocrazia eccetera …- nulla è emerso in merito alla formazione sportiva dei più giovani per quel vivaio di cui si è detto e per implementare una nazionale in grado di evitare il cucchiaio di legno o lo spettro del Whitewash e di essere la Cenerentola del 6N. (Noi però non abbiamo i giocatori delle colonie): Dici forse troppi interessi dirigono scelte verso tecnici stranieri, e società che non rappresentano il rugby nell’essenza? Una domanda poteva essere posta, vista la presenza di direttori e presidenti e la nazionale stessa (a saperla prima). Quanto ai finanziamenti per lo sport, se non erro i giallo verdi vogliono portare tutto sotto il carrozzone governativo -alla mercè dunque dei loro partiti- , smontando il Coni (approfondire) e forse quel liberalismo imprenditoriale, comunque coeso al potere politico stesso che tenta però un traguardo alle sue casse, congiuntamente al valore sportivo. E a quel punto forse non sapremmo più quale era il male minore, o la scelta migliore. Stadio dei Marmi docet

            • Il punto che sollevo rimane e coinvolge tutto il rugby europeo: per quale motivo non si ridisegnano due tornei europei uno di Serie A ed uno di serie B (promozioni e retrocessioni), dando a tutte le nazionali europee la possibilità sportiva di ambire alla serie A togliendo questo “privilegio” alle 6 nazioni che se lo sono preso?
              Per quale motivo uno sport “sano” come il rugby coltiva e protegge, in Europa, il privilegio?
              E’ ovvio che le due domande hanno una sola risposta, ci sono 6 nazioni che non vogliono perdere i propri privilegi (soprattutto di business) e tutte le altre federazioni subiscono passivamente il loro dominio.

              • Io non ci trovo nulla di strano nella mitizzazione di uno specifico sport racchiuso in una struttura che non abbiamo inventato noi. Diverso se alcuni meccanismi non creano il giusto vivaio e impediscono a Leve italine forti di arrivare in campo per i incrementare i risultati – come mi è parso ascoltare da Parisse stesso. Avremmo dovuto inventarlo noi, un torneo. Il rugby non è di casa ma è una passione diventata italiana. E vista la bellezza sovrannaturale di questo sport non mi cimenterei in critiche fiaccanti…questo è il mio pensiero, il lato fan, la partecipazione allo spettacolo sportivo resta sempre la trazione principale. La cosiddetta tifoseria si dispera e gioca in campo emotivamente coi propri atleti. Ps : hai visto per caso anche il Derby Milan Inter :):)Eccezionale risultato.

                • Certo che non ci trovi nulla di strano, peccato che non ti riesce di fare quel piccolo salto e, parlando di sport, spogliandoti dell’abitino tricolore provassi ad immaginare che nel privée del 5 Nazioni+1 ci giocasse la Romania oppure la Georgia oppure il Lussemburgo e non l’Italia. Forse diresti che non è normale e, forse, diresti che uno sport diffusissimo come lo è anche il calcio o il basket o il ciclismo e così via non può, a livello continentale(!), stare sotto le voglie elitarie di un club aristocratico. Nota il termine “elitario” che da solo rende ridicolo ogni discorso su vivai, interesse mediatico e quindi massificazione di un fenomeno sportivo. Non ci trovi nulla di strano che solo in Europa e solo, proprio nel rugby, esista ancora un torneo espressamente “elitario” e non di merito? Perfino il golf ha capito l’assurdità che nel terzo millennio esista ancora il termine “elitario” riferito proprio allo sport? Non trovi che ci sia incoerenza fra il concedere ad uno sport di essere “elitario” in una sua struttura continentale e pretendere poi che il vivaio si sviluppi e cresca?
                  E tu che non ci trovi nulla di strano, immagino che diresti lo stesso se vent’anni fa avessero fatto entrare il Lussemburgo nel 5 Nazioni+1 ed il caro Parisse, invece, continuasse a marcire da vent’anni in quel campionato Europeo che ha una visibilità mediatica tale che se vuoi guardarlo devi cercartelo su qualche rete Tv di quarta fascia e, guarda un pò, se vinci il campionato Europeo non cambia nulla perché comunque non vai a giocare con i predestinati nel Torneo degli Illuminati. Contemporaneamente chi, fra i predestinati, continua a fare figure di palta da vent’anni, continua a rimanere predestinato. Sto parlando di sport Dizz, prova (IO ATLETA LIBERA) a fare quel piccolo salto di pensiero e, se non lo trovi intellettualmente scomodo, prova ad immaginarti rumena, georgiana, spagnola, russa oppure azzurra, ma out dal club dove non ti fanno entrare… 🙂

                  p.s.: “Io “atleta libera”, perchè il rugby è un valore di condivisione e partecipazione, anche femminile. E argomento di terzo e quarto tempo, “legato alla cultura”. Questo sport finalmente alla luce.”

                  “Finalmente alla luce”… esclusiva dei soci del privée?
                  🙂

                  • Già persino la Birmania ha la sua nazionale e Mc Curry fotografa i bambini che giocano a pallone, senza nazionale probabilmente giocherebbero a mosca cieca. Non indosso tricolore sportivo per default, e qualcosa mi disturba di ogni apparato, che ci sia l’Italia questo è tanto quanto non ci fosse, a me non cambierebbe una virgola del sentirmi atleta libera, libera anche di aderire eventualmente ad un sport nato non qui e tifare Scozia, e dunque senza ricercare per forza il vanto di appartenenza nazionale o di genere per il quale intendevo rugby femminile- chi lo pratica – perchè ci mette la sua grinta ed entusiasmo, forse a prescindere da un obiettivo internazionale, non sò. Anche se vuoi incidere sulla mia sensibilità è gradito se in ogni caso se presenti il problema in terza persona, detesto il dito puntato contro nel bel mezzo di chiacchierate. Puoi spiegare, io ascolto. Mi sto informando, racconto quello che so (e certamente voglio sapere di più). Che criticare le federazioni sia possibile- in specie sulle incoerenze per il vivaio – l’ho già osservato, grazie. Sempre interessant. Buonasera

                    • Che brutto quel buonasera senza lo smile… “detesto il dito puntato contro nel bel mezzo di chiacchierate. Puoi spiegare, io ascolto”… non vedere il dito puntato contro perché non c’era, anzi scrivevo, sorridevo e temevo… tant’è che mi sono dedicato un post da solo 🙂 e poi a te io non devo spiegare nulla, ne sai tante e tanto più di me che se dovessi pagare wikipedia per tutte le volte che devo consultarlo a causa tua, finirei sul lastrico ma ben vengano certe cause… diciamo che io ti ascolto con più attenzione di quanta ne metti tu con me… colpa del farmi percepire male, forse… buonasera a toi e con tanto di faccina sorridentissima, tiè :)))
                      p.s. io dall’equinozio mi prendo la fettina di kiwi con le coccinelle, posso o sono in punizione?

                    • …ora ho capito la lettera a Giacomo…ah ah prendi pure la frutta per colazione tié:) So di non sapere, ovvero non possiamo sapere tutto, si fa il possibile, senz’altro, in questo e più casi, la tua capacità di critica è più rapida, come il cateto occidentale, io, come hypotenusa, ho l’area più grande e per conoscerla centimetro centimetro, per via dell’estensione dei contenuti, ci metto più tempo. buon19:]’ PS. poi atleta libera perchè ci metto del mio …una sottile metafora dell’autenticità..

        • Ps: l’attacco al “pezzo” a più tardi, e grazie, mi sarà utile a completare il quadro…

          *****non ho aperto questo spazio per cercare frequenze, ma se ci sono mi fa piacere. In genere aborro spazi chiusi nel loro do ut des irreale, di elogio ad personam. Locali arredati come quando andavo alle elementari o peggio alla paesana, di perfetti sconosciuti, infine tutti uguali tra loro, che si possono incontrare a migliaia ovunque. Un tempo il make blogging permetteva belle impennate di comunicazione.
          Diciamo pure che ilPost ha il suo linguaggio per certi versi obsoleto rispetto instagram ad esempio, con immagini notizia flash o twitter e che un qualsiasi meme trova spazio a miliardi in FB; che argomenti più”seri” e documentati meritano una testata con tanto di editoriale:
          certo la velocità non significa capacità, ma il blog resta attualmente una formula vaga di comunicazione che senza un’interazione su vasta scala di followers o lettori resta un diario personale senza carta o una corrispondenza resa pubblica. Mi sorprende la convinzione di alcuni blogger di essere importanti.

          • Concordo su quanto hai detto. Anche sull’immediatezza del linguaggio di social come Twitter e Instagram, a patto però che le due righe e la foto non siano superficiali come può esserlo anche un pippone di 100 righe. In breve, sarà sempre il contenuto il focus e se si riesce ad esprimerlo con sintesi ed immediatezza è anche un valore aggiunto.
            Concordo anche sulla paventata “convinzione di alcuni blogger di essere importanti”. In fondo è un aspetto che incontriamo nella realtà e non vedo perché non possiamo incontrarlo anche nella virtualità. Dietro un social o blog ci sono persone e non avatar. E’ qualcosa alla quale non presto attenzione perché, a mio avviso, lascia il tempo che trova. In termini di reti, siano esse neuronali, stradali, fognarie o di comunicazione, è indubbio che tutte le loro componenti siano importanti. Lungo i bordi di una strada, tutti i tombini sono importanti ed anche indispensabili, che poi uno di essi (perché non io, ad esempio) possa sentirsi più importante o indispensabile di un altro tombino, sono affari suoi, della sua vanità e della sua cultura. E’ un fatto privato che non mi tange finché non impatterà sul buon funzionamento di tutta la rete.
            🙂

            (p.s.: non mi logga)

    • ps: riprende lo streaming. Vado. E’ una bella partita, una bella Nazionale anche se con un arbitraggio che pur accademico resta un po’ sordo e un sacco di errori, ciao.

  3. meta di Tebaldi ! al 54° peccato senza trasformazione …

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