Dal Portfolio di Stefania Sabatino: Eroi dei loro incontri.

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Perchè il corpo, non solo la testa, può essere un bellissimo posto per pensare.
Stamane sembra che io abbia inventato un quadro. Quello il cui ricordo mi ha spinto a scrivere quanto segue il giorno dell’Assunta.
Elio Rumma suggeriva di conoscere Stefania Sabatino, un’artista partenopea ritenuta interessante, da approfondire. Così procedo. Da un primo fresco e disinvolto contatto on line ricevo il Portafolio, unitamente ad un notevole curriculum, la biografia, e alcune immagini della sua ultima personale  “Genesi” chiusa a fine maggio al Graal di Nocera Inferiore (SA).
Per quel che rendono le gallerie virtuali, e le foto in cui scopro per lo più le dimensioni notevoli delle opere, mi prendo il tempo di assimilarla, di riflettere soprattutto sulle sue figure senza testa, prive di un palese raziocinio sostituito da immanente colore e la presenza reiterata del gesto, del contatto, di mani, che sono il fare più che il pensare.
Sotto questa coda d’estate da 15 politico, a luce fissa, con un sole gonfio che si trattiene sull’orizzonte sconnettendo i respiri,  che congela visioni e blocca il tempo, sino al suo  decadimento prossimo sotto il frinire delle cicale;   mentre si nutre invidia per un notturno deciso di fresca luna piena, di grilli e profumi, le opere della Sabatino astraggono dai colori standard delle condizioni climatiche, dalle ombre espressamente diurne e notturne, per portarci in un atemporale e astrale terreno di gioco di formosi e classici nudi di umani senza volto. “Perchè il corpo, non solo la testa può essere un bellissimo posto per pensare”.
Questa è la parte migliore.
Quella che tenta di esserlo, malgrado gli eventi infausti collettivi, di proseguire come non ci fosse alcuna influenza. Trattenuto l’amaro sorridere. Poichè ognuno resta con il proprio inferno e si pacifica nella sua estate con l’obbligo di evasione.
D’altro canto lanciare un ultimo strale a chi si nutre di delazione e ipocrisia e di parole di pancia, e della stessa arte inconcludente, non sarebbe tempo perso se anche gli umani col senno non fossero in perenne vacanze del silenzio, di quell’indifferenza che li vorrebbe al di sopra degli eventi, in attesa di buon governo.
Dove avrò lasciato la testa.
Come travolti da un insolito destino, chi  ha metabolizzato la cultura del novecento ben sa cosa lo aspetta oggi e domani: un pensiero liquido, metamorfico, dissolto e riformulato con codici ancora inaccessibili, più ancora slogan di pixel immaterici eppure scrupolosamente mechati, di straordinaria e curiosa arte quantica (?).  Il nuovo linguaggio è all’orizzonte, o appena scomparso, vedendo l’arte di Sabatino. Neo cubismo con le visceri a posto del cervello la bocca sul pisello le orecchie sotto i piedi, gli occhi al posto delle mani. 
In fondo il noto  Gatto di Schrödinger  insegna il punto di vista.

Per questo, forse, Stefania Sabatino in piacevole esame, nelle sue opere “inchioda” e zumma, invece, gli ultimi dettagli umani come eroi dei loro incontri, una base da cui ripartire, e in cui però, l’elemento cerebrale sembra assente in attesa di nuova identità intellettuale. O forse perchè è molto più semplice vero non proferire una costruzione mentale, facilmente fallace e controvertibile, ma l’attimo che ci rende Dei, divini, archetipi di gesta leali.
Così a posto della testa, mani in attesa di toccare.

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Dal Portfolio di Stefania Sabatino: Eroi dei loro incontri.ultima modifica: 2019-08-15T11:24:09+02:00da Dizzly

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2 Comments

  1. Rotonde e accoglienti figure lasciano ampio spazio al colore che segna movimento ed esplosione: il giallo, il cobalto, il malva nel primo e le “bollicine” azzurre nel secondo. L’assenza della linea del capo potrebbe voler evidenziare il linguaggio del corpo, intelligenza differente che gioca con la dualità del bianco e nero della foto della pittrice: la testa, le mani (corpo) che la tengono salda, come ad offrire un contributo non essenziale ma presente. I dettagli, tanti, dello scatto, si ritrovano diluiti e trasformati nei dipinti, ma sono là, ci sono tutti dall’anello all’orologio.
    Intrigante e accattivante l’interpretazione e la lettura dell’autrice. Precisa e abbondante per non lasciare nulla in ombra.

  2. Fa piacere che tu abbia notato la foto dell’autrice, scelta non casuale (come capiterebbe in tante recensioni), un bianco e nero che va oltre il compito di presentarla; ottimo rimando alle questioni sollevate nel testo. Quindi, e intanto, complimenti a te minoue.
    Scoprire Sabatino è stata una festa, un ferragosto ad arte, incluso il giallo del ritrovamento nell’Arazzo.
    Grazie per esserti soffermata anche tu su questa autrice che mantiene “bollicine di blu nella geometria vulcanica delle intuizioni femminili!

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