PROIEZIONI Vedute dalla Quarantena

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PROIEZIONI

 

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PROIEZIONI. Da “SKE19” e “Dalla Quarantena” a “Paradigma” e Caligramma Sonori. Le vedute. Il Mondo Magico di Fabio Camilli.
Evento d’Arte in digitale. Le Scuderie e il Virtuale. Frascati. Dal 5 maggio2020

Con il distanziamento sociale dovuto all’emergenza Covid19, alcuni paradigmi o forme specifiche di vedere la società sono cambiate temporaneamente. Lo Spirito del tempo, il genius saeculi, oltre quello materiale dei nuovi ordinamenti provenienti dallo state-house, la court-room che proibiscono assembramenti e spostamenti oltre il necessario, lo conosciamo come quel fenomeno più sottile che riguarda le attività culturali, e in generale, le pratiche quotidiane e della vita domestica. È proprio dell’espressione ottocentesca Zeitgeist dire che ad avere il più profondo interesse per noi è ciò che “è fatto e sofferto in casa, nella costituzione, nel temperamento, nella storia personale”. Così l’uomo, nella sua individualità, con la sua presa di coscienza, partecipa in ogni caso al destino collettivo, dando forma non solo al suo spirito ma all’evoluzione della società stessa: applicandosi nelle scienze spirituali come storia, letteratura ed arte da il suo contributo. A questo pare di assistere in questa “Call d’Arte” che l’assessore alla cultura Emanuela Bruni di Frascati ha intuito invitando Fabio Camilli un giovane architetto ed artista emergente, a mostrare le opere realizzate da “vedutista” durante la sua quarantena alle Scuderie Aldobrandini per l’Arte di Frascati.
Camilli esamina lo spazio e il lotto in cui è costretto, divorando letteralmente carte ruvide e a grana fine, godet di acquarelli secchi, ecoline, acrilici e pennini  per rappresentare l’inquietudine del limite e della chiusura obbligata, con ispezioni a corto raggio di azione: le vedute dalla finestra, gli sbocchi e le exit (la scala dell’androne e il terrazzo), e luoghi prossimi (il Giardinetto, il Parco chiuso, la vecchia cassetta per gli Espressi, le griglie del Castelletto) mentre emerge la progettualità costruttiva più ampia ed inizia a lottizzare altri spazi, immaginari. Realizza nuove vedute, con proiezioni di geometrie ed elementi architettonici che combina infine in città di un mondo magico; con punti di vista centrali e poi, nella ricerca, ispirato da combinazioni sempre più cosmiche, interrogando Orione e Giza.

L’arte è avvezza ad investigare le dimensioni spirituali o percettive in ogni direzione, ribaltando tutto e nulla, analizzando ed evocando un vasto assortimento di posizioni narrative legittime sul tempo, la velocità, lo spazio, la verità, e lo stesso modo di indagare la realtà, ribaltando paradigma o valori. Paradigmi che siamo costretti a rivedere mentre l’arte continua ad assolvere il suo dovere di comunicazione e di fatto terapeutico e rivitalizzante.

Nell’attuale contesto specifico l’Arte è una ripercorrenza o una scoperta per chi si trova nella contingenza della Domus ad esternare l’intimo attingendo ad abilità e sentimenti di forme d’arte. L’archetipo Casa, sia palazzina, casa di campagna, o villa, o capanna è non solo l’organizzazione degli affetti, del riparo stabile e rifugio, della sua funzione storica della discendenza e quindi emblema di stabilità stanziale e luogo da cui procedere nelle attività sociali, è anche la nostra capsula, il nostro razzo nello spazio, il nostro pozzo di acqua, lo Stepwells di Chand Baori a Jaipur India, il Casotto del nostro caos, il contenitore personale, il rifugio da cui osserviamo e replichiamo come assenza – presenza la vita momentaneamente coattata.
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In Lezioni americane, Italo Calvino pone un quesito importante sul potere evocativo delle immagini, considerate già una riproduzione in assenza del reale e come queste incideranno sull’umanità sempre più inondata dal diluvio delle immagini prefabbricate. Italo non poteva nemmeno lontanamente prevedere che scavalcato il 2000, ventanni dopo, si sarebbe presentata la necessità obbligata dell’immagine per mantenere piuttosto le relazioni col mondo, siano esse visioni d’artista, che documento di impossibilità stessa di andare a rappresentare lo spazio tale e quale. Di dover scavalcare alcune convinzioni e assunti dati fino a quel momento certi, come, appunto, la reale assenza della fruibilità dello spazio circostante che genera immagini.

Non solo, all’emblematica assenza figurativa nello spazio divenuto astrazione “sospesa” dello sfondo esterno, pittorico, urge il sopravvivere alla dimensione fattasi triste fuori, prendendo appunti quotidiani “dei mille frantumi della nostra consuetudine” – delle tonalità noir della suspence – “dei messaggi muti dello spazio nuovo, eppur antico”; delle ultime geometrie, di luci che s’insinuano con prepotenza tra le ombre: coscienza luminosa ed evanescente, in cui si cerca direzione nuova col grande desiderio di movimento impossibile, muovendo matite e colori incessantemente (in corsivo Emanuela Bruni).

Fabio Camilli, giovane architetto e pastry chef, pâtissier, “che lavora sul segno e il disegno da quando era bambino” val la pena introdurlo dagli Sketch emozionali del 2019 (SKE19) in cui luoghi cari della memoria cittadina sono schizzati rapidamente sul blocco notes, rosso e blu open air, durante brevi uscite e ripubblicati come selfie in rete dell’ambiente reale e la sua immagine disegnata: “Bacio, Rebus, Tempo al tempo, Albero guida, Come Atlante, Cuori inferriati, Art at park, Riflessi di Luna, Pianti naturali”.

In questo pasticcio attuale, l’autore soffre la quarantena – era fondamentale avere il materiale per disegnare come bene primario – spiega, e reagendo con la produzione continua di acquarelli di scorci fugacemente visitati o visti alla finestra “Dalla Quarantena”. Di geometrie emozionali, queste ultime titolate proprio “Paradigma” con Porte magiche, Ponti della scoperta, Torri della Verità fino alla veduta della Città totale dalle finestre dei sogni .
Una serie di proiezioni architetturali che da un caos geometrico generano un Mondo e la ricerca della Verità attraverso Porte (rossa, verde e blu) e specchiate Porte magiche o Portali di un Mondo in cui accedere attraverso Ponti coordinati alle mattonelle primarie; discese e risalite su analoghe Torri in cui è possibile osservare una verità, ampliando necessariamente l’orizzonte e lo spazio. Pattern progettuale dell’immaginario architettonico di un labirinto in cui l’autore adotta le techiche di proiezioni ortogonali della geometria descrittiva, ma con una ampia caratura percettivo emozionale e fantastiche decorazioni su matita di pennarelli, ecoline e colori acrilici che sconfinano dagli strombi delle vedute, nella serialità dell’illustrazione e del design grafico.

“Calligramma Sonori” infine come mostrare e nominare; figurare e dire; riprodurre e articolare; imitare e significare; guardare e leggere e dunque suonare, ascoltare. Opere di sovraimpressione automatica di scrittura di liric tests: liric painting .

Come in “Intra ordinario” di Daniel Perec, la sintesi di come si può leggere a più livelli lo spazio cittadino e non, e di un ambiente consueto”monsieur Perec, in questo caso l’autore Fabio, prende appunti del proprio spazio d’azione, perché è in questi momenti che l’arte può dare molto rispondendo intimamente alla domande che ci poniamo, mentre l’occhio cerca o ricrea attorno a sè lo spazio. E in tutto questo, le nuove forme della Quarantena sfiorano il “sublime”, dovendo riflettere non sulle limitazioni delle forme della natura o della società (Immanuel Kant, Unbegrenztheit) ma sull’esperienza immaginativa che ne fa il soggetto o lo spettatore, contribuendo ad un maggior respiro della clausura. Alla finestra e nello sguardo, una veduta in rapporto con l’arte come con un’edicola votiva

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PROIEZIONI Vedute dalla Quarantenaultima modifica: 2020-05-04T23:18:57+02:00da Dizzly

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2 Comments

  1. Ogni segno o simbolo possiede un significato e un significante diverso. L’abilità di riconoscere e gestire i simboli viene definita funzione semiotica.
    Le rappresentazioni sono parte integrante della nostra vita. Usiamo di continuo segni e simboli, perché ci aiutano a pianificare, comunicare e orientare le nostre azioni. La loro utilità risiede nel fatto che ci permettono di interagire mentalmente con un elemento senza sperimentarlo nella realtà. Ogni rappresentazione possiede due elementi: il significante e il significato. Il primo si riferisce alla componente fisica della rappresentazione. Ad esempio, le lettere che formano una parola o i tratti di un disegno. Il significato è l’immagine che si crea nella nostra mente quando vediamo un determinato simbolo. L’uso delle rappresentazioni apre un universo di possibilità allo sviluppo mentale. Permette al soggetto di distanziarsi dalla situazione presente e aprirsi a luoghi distanti nel tempo e nello spazio. Apporta inoltre la capacità di creare mondi fittizi che esistono solo nella nostra immaginazione. Ed è questo che ha fatto Fabio Camilli con il suo lavoro d’artista in questo periodo di isola-mento dal mondo conosciuto quotidiano. Attraverso il suo segno ha rivisitato e ha creato una nuova veste o significato alla sua percezione, per crearsi la possibilità di una via d’uscita dalla sua prigione che era diventata la sua stanza, creando e progettando così proiezioni nuove con diversi significanti liberatori come: (Ponti, scale, portali), insomma, sempre possibili collegamenti, o misteriose e ignote vie d’uscita… Attraverso il disegno, Fabio comincia a dimostrare la sua capacità di rappresentare la realtà, ed è necessario sottolineare che questa attività va oltre la semplice copia della realtà. Disegnare significa realizzare un’immagine interiore: e il bambino creativo disegna ciò che sa dell’oggetto che vede. Non dobbiamo dimenticare che la funzione semiotica è una delle abilità più importanti per l’essere umano. Si tratta della funzione che ci ha portato a creare un sistema di comunicazione. E con il linguaggio, abbiamo creato una cultura e una storia che ci hanno consentito di progredire e sopravvivere. E anche in questo contesto di limitazioni e forti disagi causati dal COVID-19, il caro Fabio Camilli è riuscito a trovare la sua terapia per la sopravvivenza, attraverso il linguaggio dell’Arte, che gli ha permesso di proiettarsi in nuovi Mondi e Città invisibili.
    Come padrino di questa prima mostra di Fabio, mi sento di fargli i miei più sentiti auguri per questa sua prima esperienza espositiva, e riporto tutta la mia stima per il suo straordinario talento, Artistico e Umano.
    Concludo con una citazione che mi sembra calzante in questo contesto che stiamo tuttora vivendo…

    “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

    Italo Calvino, Le città invisibili

    • Semplicemente Fantastico dalla citazione di Calvino – attualissimo – all’intervento sul segno e semiotica, grazie di cuore Carlo Marchetti♥Dy

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