TINA. Sempre meno lucidi? Il pensiero di Baricco

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TINA l’acronimo di there is no alternative, ma che cosa ne è di tutta la vita che non viviamo?

Senza stretta tutto il 2021 stop&go. Un lockdown totale per 2 settimane farebbe abbassare la curva secondo il parere di  Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Speranza ( contrari Salvini, Meloni e Toti). intanto le settimane diventano tre con gli ammennicoli delle sfumature di colore fino al rosso. Da questo 15 marzo al 6 aprile inclusa la settimana di Pasqua.

Ascoltiamo ogni dichiarazione politica ma che ne pensa uno scrittore del calibro di Alessandro Baricco? Scrive Baricco le forze politiche che stanno dirigendo le operazioni strategiche contro il virus ancora una volta si stanno esibendo nel loro numero preferito: there is no alternative, il famoso TINA (adottatto dalla Thatcher). Qualsiasi cosa decidano, la ragione per cui lo fanno è sempre la stessa: non c’è altra possibilità.
Ma è vero? Se costruisci la scuola in un certo modo, se ti fidi di una particolare comunità scientifica, se gestisci una Regione in un certo modo, se disponi di un sistema sanitario fragile, se l’educazione ti sembra meno essenziale che la produzione del reddito, allora è vero: non c’è alternativa, devi chiudere.

Da un anno, lei è lì: tutta la vita che non viviamo, per non rischiare di morire. E  quando ne parliamo? Baricco si prende la responsabilità di descrivere la cosa in un altro modo: una certa ottusa razionalità meccanica si è a tal punto fissata sulla soluzione di un problema, da perdere di vista il quadro più complessivo della faccenda, vale a dire quel che chiamiamo il senso della vita.

Se io sbaglio una serie di gesti, arriverà un momento in cui fare una cosa sbagliata sarà l’unica cosa giusta da fare.

TINA

L’ossessiva applicazione razionale alla soluzione di un problema  porta regolarmente a un crollo del valore della vita umana e a una colossale mortificazione del diritto all’esperienza e alla felicità. È un errore che conosciamo. Un deficit di intelligenza. Può portare a veri disastri quando si smetta di ascoltare la vibrazione del mondo, il suo respiro reale, e si finisca per fidarsi solo di quegli avatar che chiamiamo numeri.

Di solito, quando ciò accade, ci si appella alla grande capacità che gli umani hanno di soffrire. Tatticamente è una mossa feroce, ma corretta. Detta un compito, inevitabile e giusto.

 Così soffriamo, ubbidendo, di questo soffrire, ognuno a modo suo, in ordine sparso, ormai logorati, sempre meno lucidi.

IL punto: esiste un’altra intelligenza, più adatta alle sfide che ci aspettano? Esiste un’intelligenza non novecentesca? La stiamo formando da qualche parte, in qualche scuola, in qualche azienda, in qualche centro sociale? Abbiamo ragione di pretendere che emerga in superficie nella gestione del mondo, e di pretenderlo con una rabbia pericolosa?
Tutte queste domande ne portano in grembo un’altra, istintiva, quasi naturale: non è che per caso l’intelligenza che stiamo cercando è in realtà sotto gli occhi di tutti, ha già preso il potere, e non è altro che quella che chiamiamo intelligenza digitale? Siamo quindi presi in trappola nella morsa tra Draghi e Zuckerberg? Tina, Is there any alternative? Vorrei provare a scrivere un testo, su queste cose.
A puntate. Poche.

Questa è la prima.

 

TINA. Sempre meno lucidi? Il pensiero di Bariccoultima modifica: 2021-03-13T11:02:32+01:00da Dizzly

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2 Comments

  1. Non per niente Baricco nei suoi 31 punti parla di questa epidemia come un mito, di cui pare l’umanità necessitasse, ed attorno alla quale debba ruotare tutta la nostra vita, guidata da menti sovrumane pronte a zittire qualsiasi pensiero non allineato. Buona serata…

    • Buongiorno, non concordo che necessitasse, per ora, nessun riscontro ma che attorno ad essa giri l’occasione di prove di condizionamento. In ogni caso è uno stato di crisi con un deficit di intelligenza

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