Ridere dell’”Invidia” Biumor 2021

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Ridere dell’”Invidia”
Biumor 2021 chiama a raccolta gli artisti sul sentimento “livido
Aperto il concorso per Biumor 2021 31esima edizione della “Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte”. Il tema quest’anno è dedicato all’Invidia, il vizio che più di altri si fatica a confessare. Dopo “l’odio”, la kermesse continua a indagare gli aspetti oscuri della nostra società e delle relazioni personali. Scadenza fissata all’11 ottobre 2021 per la presentazione delle opere.

Tutti almeno una volta l’abbiamo provata. L’invidia, il sentimento inconfessabile che nel Purgatorio dantesco toglie la vista alle anime che “guardano contro” (in-videre) con sguardo maligno. Un vizio universale, perenne e più che mai attuale. Quanto è umano quel desiderio di sopraffare l’altro, il rancore per i successi altrui e le disgrazie proprie. Un sentimento tutto negativo o c’è anche qualcosa da salvare? Biumor continua a navigare nelle profondità oscure dell’animo umano e dopo il focus sull’odio dell’edizione precedente intende esorcizzare il male attraverso l’arma dell’Arte e dell’ironia.

“In un anno che è stato difficilissimo e doloroso – commenta il direttore artistico Evio Hermas Ercoli – che ha cambiato i rapporti sociali, le relazioni e il nostro stare nel mondo, il festival intende offrire la leva della risata amara per capire se davvero “ne siamo usciti migliori” o se invece quelle espressioni di crudeltà dell’animo siano ancora più scese nelle viscere e pronte ad esplodere. Più della letteratura o dell’arte è l’umorismo la chiave per stemperare pulsioni e tensioni e ancora una volta Biumor vuole essere fucina di riflessione e di approfondimento attraverso satira, umorismo e ironia. Perché se una risata può seppellirci, può anche riportarci in superficie”.

Ancora una volta sarà Tolentino la sede del festival Bumor 2021 che si svolgerà nelle giornate del 25, 26 e 27 novembre 2021.

“Siamo felici di tornare a programmare eventi e incontri culturali – ha aggiunto il sindaco Giuseppe Pezzanesi – da troppo tempo siamo stati privati della leggerezza e del piacere dell’incontro. Biumor è il festival più adatto in questo momento per provare a rimetterci tutti quanti in marcia verso una normalità attesa e sperata. La Biennale dell’Umorismo, manifestazione longeva e internazionale, è una risorsa del territorio che speriamo possa continuare a contribuirne allo sviluppo e all’arricchimento culturale”. Biumor con la sua longevità rappresenta un appuntamento radicato per la città e il vicesindaco Silvia Luconi traccia un bilancio di questi anni: “Le giornate di Biumor e della Biennale a Tolentino sono un’opportunità incredibile di promozione del territorio. Siamo certi che l’edizione del 2021 segni un punto di svolta dopo il recente passato che abbiamo vissuto e possa tornare ad essere occasione di richiamo e di incontro. La presenza di artisti internazionali rappresenta inoltre il miglior modo di veicolare il nome di Tolentino nel mondo”.

Punta sull’importanza della ripartenza di tutti i settori culturali l’assessore alla Cultura Silvia Tatò: “La Biennale è un’occasione unica non solo per gli spettatori che parteciperanno nelle modalità che verranno proposte e che sono in fase di programmazione, o per gli artisti che concorreranno al Premio, ma rappresenta un’opportunità per tornare a respirare cultura, condividere idee, progetti. Penso anche a tutti i lavoratori che di cultura ed eventi vivono e che come nessun’altra categoria ha subìto i contraccolpi del Covid. Oggi guardiamo avanti, fiduciosi, consapevoli che l’umorismo e la Biennale possono aiutare ad esorcizzare la paura con un sorriso”.

Il concorso è aperto e c’è tempo per gli artisti fino all’11 ottobre per inviare le proprie opere a Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte, Palazzo Europa, Via Tambroni n. 4, 62029 Tolentino (Italia) info@biennaleumorismo.it Il regolamento del concorso è disponibile qui.

Ridere dell’”Invidia” Biumor 2021ultima modifica: 2021-04-29T10:00:55+02:00da Dizzly

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6 Comments

  1. L’iniziativa è sicuramente apprezzabile, ma se il suo scopo fosse davvero quello di capire se “ne siamo usciti migliori” è un peccato perché immagino quanto impegno, lavoro, cura e sacrificio ci sia dietro alla realizzazione di un festival. Non per vantarmi, ma se Hermas Ercoli mi avesse chiamato gli avrei risposto che anche se non ne siamo usciti ancora, le premesse sono chiare: sempreché ne usciremo, di sicuro non saremo migliori. E non in qualcosa in particolare, ma proprio in tutto.

    • Ad esser sincera tollero l’idea che l’uomo coltivi la speranza ma non credo come te che possa uscir migliorato dall’esperienza, e non perché non è dato sapere se ne usciremo, ma perché lo sforzo di cercarsi migliori non dovrebbe accadere sotto la spinta, meglio la paura, di una catastrofe. In questo risiede anche la possibilità di manipolare e indirizzare le speranze in qualcosa di molto artificiale rispetto ad una evoluzione concreta. Tuttavia, dato che non sono una laconica pessimista, penso che procediamo per piccoli passi e che i più “dotati” potrebbero convogliare le loro voci per questo. Se Hermas Ercoli mi chiamasse andrei a godermi ironia, satira e umor proprio sulle inconfessabili paure. Ciao, buon 30:)

  2. Sapendo quanta fatica c’è dietro la preparazione di un festival, volevo fare un favore a Ercoli, anticipandogli la risposta alla domanda. Non era un “lascia perdere”. Fra l’altro credo che, essendo anche lui convinto che non ne usciremo migliorati, a differenza di me (te lo concedo), non rinuncia alla domanda che assieme a “speranza” vuole essere anche sfida propositiva.
    Il fatto che io non creda che ne usciremo migliorati, non significa che io lo ritenga negativo. Il solo fatto che ci poniamo una domanda così retorica, significa che abbiamo coscienza del bisogno di miglioramento, ma ci fermeremo alla consapevolezza perché non abbiamo uno straccio di idea o di proposta su come migliorare. Poi, leggendo la storia, lasceremo perdere del tutto. Da quando siamo venuti all’Universo non siamo mai migliorati. Se l’intelligenza è il nostro pregio, la presunzione è il suo limite. Ciao 🙂

    • :)…hai ragione, è catastrofe, bisogna smetterla di sperare o almeno sperare sottilmente , di-speriamo …

  3. la sottigliezza di un trattino,
    di-speriamo è già ottimismo,
    dis-periamo sarebbe tragedia.

    • Es periti
      :_°
      |me ne sono convinta in serata dopo il talk di Giulia Cenci #MAXXI BVLGARIPRIZE

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