Il Drago per Terni |Thyrus l’emblema della città entro la fine del 2023

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Dopo Umbria contemporanea 

Progetto Thyrus. “Il Drago per Terni” è un importante racconto visivo sull’identità nel quale rispecchiarsi. Mi interessa la chiarezza del messaggio un’opera non calata dall’alto.  07 maggio 2023.

Lo dice Marco Diamanti scultore ternano e insegnante di scultura al liceo Artistico ‘Orneore Metelli’, autore del bozzetto del Drago che sarà realizzato in acciaio, tecnica ‘sliced’, su progetto di Jacopo Cardinali CEO, Designer & Co-founder di Materie Unite.

Ospite nei laboratori, presto avrà uno studio dove sviluppare nuovi progetti –  racconta Diamanti che spiega di tenere in particolar modo a far crescere artisti e giovani artisti, e non sorprende che col suo spirito di educatore d’arte con i giovani studenti, e anche allenatore sportivo, la missione d’arte si rivesta del sapore di squadra e di cultura del territorio. Annuncia che l’installazione del Drago è prevista entro la fine del 2023, in attesa del materiale, il rotolo di acciaio da cui sorgerà Thyrus, a tutto tondo, il Drago per Terni.

”Sono stati due anni di ostinato lavoro per creare l’Associazione Thyrus come associazione culturale radicata sul territorio, fare rete con le realtà pro attive, Ast-Arvedi, la Fondazione Carit, Asm, Camera di Commercio, il Caos e altre associazioni, cooperative, coagulare giovani artisti, attori e professionisti della cultura – aggiunge Marco che in principio immaginava di creare e installare Thyrus nella rotonda Filipponi come il “Toro di Wall Street” (collocato senza preventiva autorizzazione all’indomani del crack finanziario del 1987 lo storico lunedì nero). In realtà mi interessa la chiarezza del messaggio – continua – un’opera non calata dall’alto ma realizzata dal basso, che abbia a cuore lo strato fertile della città e un simbolo in cui riconoscersi senza esitazione.  Il drago, simbolo di protezione, fosse anche con lo stilema di un fantasy a mio avviso sdoganabile se avvicina i giovani al proprio territorio, alla propria storia, e all’arte. Se pare strana la presenza di un Drago in città pensiamo a Lubiana con il drago nello stemma comunale, e il noto Ponte dei draghi.” 

Jacopo Cardinali, il progettista del Drago per Terni, anche lui nel direttivo di Thyrus, è  dell’idea che alle tante Associazioni di categoria senza progetti per la città, vada assolutamente affiancata un’associazione che possa riscattare dall’inerzia la cittadina e la provincia stessa in un processo di autostima. Jacopo racconta che dopo essere stato lontano da Terni per studio, ha compreso il bisogno di tornare nella sua città con spirito diverso e una identità determinata in cui riconoscersi, attiva e propositiva, fuori dagli schemi di una provincia spesso schiacciata dall’altra, di Perugia. Serve  soprattutto ricreare un ambiente peculiare di creatività locale.

La notizia che la scultura in acciaio di oltre 4 metri raffigurante il drago dello stemma di Terni abiterà lo spazio prospiciente il Centro per l’arte contemporanea e Museo storico “Caos” ha sollecitato l’intervento di Mauro Cinti, architetto ex funzionario dell’Urbanistica di Terni che considera l’opera “raggelante” e di ‘deriva fantasy’, buona per la città di Dragonball. “Al suo posto dovrebbe esserci Genesis – dice – la fontana del fiume Nera“, opera della scultrice americana  Beverly Pepper (Brooklyn 1922 – Todi 2020), prevista nella riqualificazione dell’area che idealizza la cascata, il flusso del Nera, le acque di Terni. Nei fatti, per il progetto iniziato nel 2004 e non concluso “non è stato possibile reperire tutti i fondi necessari alla sua realizzazione”. L’opera si perde dal fondo culturale.   La sua reale fattibilità, soprattutto economica, pare legata all’ipotesi di “rinunciare all’impianto idrico interno” – paventava Cinti in una passata pubblicazione. (Ipotesi di compromesso però che dal punto di vista artistico sbilancerebbe il significato di “sentimento ristorativo” da essa incarnato). 

Ma il ‘Drago per Terni’ è fantasy?

Il Thyrus ideato da Marco Diamanti e Jacopo Cardinali presenta un’iconografia funzionale.

Il Drago di Terni, è un antico simbolo in cui tutti si riconoscono. Già nello stemma comunale di Terni, il Tiro araldico non è più quell’anfibio rettile tozzo con coda lunga a doppio giro, lo scitale dei Bestiari medievali. Quel Drago originale, il Tiro in pietra come lo vediamo ancora oggi nella scultura collocata a Palazzo Spada, ha subito dal trecento un’evoluzione iconografica non solo nello stendardo della città che lo adottò, assumendolo a guardiano dopo essersene liberata; l’addomesticamento del mostro, come narra la leggenda il Tiro e il Fiume che dettero le insegne a Terni. Nell’identificarsi nel trofeo del drago si mostra il simbolo della potenza della città, coesa, che piega il male, il demonio nella concezione medievale, e nel caso di Terni la debellazione della malaria dalle zone paludose.

Lo spiega la critica d’arte Eleonora Belli, ricercatrice al Bardini di Firenze, e docente al Metelli di Terni: “agli ultimi capitoli del mondo medievale del ‘drago all’Italiana’ già si sovrappone una letteratura che rappresenta il drago decorato di ali, dai draghi di Paolo Uccello (San Giorgio e il Drago) a quelli del Codice Atlantico di Leonardo, e le tradizioni nordiche del tardo rinascimento del nord europa. Il drago è un sauro che sviluppa gli arti superiori come e fino al romantico e fantasy drago dell’800, sempre più umanoide. Tuttavia è  riduttivo considerare fantasy il Drago della Thyrus Ets – prosegue la Belli –  dal Tiro in pietra a Thyrus l’iconografia è evoluta ed attuale”. 

“L’opera è moderna, come il nuovo materiale ultramoderno dell’industria pesante e per tecnica e forma. È il risultato dell’iperrealismo figurativo di Diamanti che da conoscitore dell’anatomia rende tutta la tensione della muscolatura della fera nell’atto di caricare la gettata del fuoco del drago. Va da sé – conclude la professoressa Belli  – che screditare il drago contemporaneo  è pretestuoso, rispetto al simbolo di rinascita, e lo spirito di collaborazione che incarna, senza escludere che un’eventuale coesistenza delle due opere –  riferendo di Genesis  – ancor meglio rappresenterebbe la storia e la mitologia di Terni. “

Tra Grifoni (nb: nello stemma di Perugia) e Draghi pare dunque di assistere ad un medioevo fantastico, anzi al filosofare, e a sdoganare il fantasy ci pensa Lucrezia Ercoli direttrice artistica di “Popsophia” docente di Storia dello spettacolo, editorialista. Dai suoi recenti interventi al festival delle scienze dedicato al tema “IMMAGINARI” presso l’Auditorium di Roma: “L’immaginario fantasy entra in contatto con gli eventi storici, costruisce un medioevo fantastico; un passato immaginario tra essere e non essere che è un palcoscenico in cui si affacciano domande cruciali della vita.”

Soprattutto Il fantasy è legato al senso del meraviglioso, a ciò che va oltre l’ordinario, ciò che è  fuori dal comune. Quella meraviglia che è all’origine della filosofia, nella Grecia antica da Platone (Dialogo Il Teeteto, il thauma) ad Aristotele (Primo libro della metafisica): oggi come in origine gli uomini hanno iniziato a filosofare dal meravigliarsi – spiega ancora la Ercoli.

Cos’è il thauma lo spiega infine Omero di fronte a Polifemo, un’esperienza duplice di spavento e attrazione di fronte alla quale  accade di guardarci con occhi altri. Così l’incontro con il drago mitologico, la fera con cui realizzare un dialogo.

Al lavoro di Diamanti e Cardinali si è interessato anche il “Caos” come contenitore pro attivo sul territorio, gestito dalla società cooperativa Le Macchine Celibi dal 2019. Raccoglie esposizioni temporanee nazionali ed internazionali, laboratori didattici e creativi, il Museo d’arte Moderna e Contemporanea Aurelio De Felice, il Museo Archeologico Claudia Giontella, il Teatro Sergio Secci, Baravai anfiteatro romano, spazi per residenze e produzioni artistiche, una biblioteca e una sala video, aule didattiche, il Fat Art Club. Jacopo Borghetti –  uno dei referenti  raggiunto alla sede dell’’Anfiteatro romano dove Leonardo Martellucci artista e scrittore ci fa da sapiente guida storica sul prezioso sito –  sottolinea l’apertura culturale del Caos con iniziative come il ‘Festival Baravai Letz’, e collaborazioni in sinergia con ‘Umbria Jazz‘ ospitando i main event, ‘Umbria che spacca’ per citarne alcuni del Baravai. Ed è solo un aspetto dell’offerta culturale del Caos il cui coordinamento è affidato a Chiara Ronchini, soprattutto “del creare un senso di comunità nel tessuto sociale ternano”  (tratto da “Un’Oasi per la città”) e di ampio respiro dell’offerta culturale.

Quel tessuto che può ritrovarsi sotto le ali del drago,  dal sapore orientale a significare l’acqua, simbolo identitario di protezione della città, che punta diretto alle istanze sociali e culturali, lenisce le difficoltà umane.

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cover il Modello Thyrus, Marco Diamanti, Jacopo Cardinali. Intervistati presso Materie Unite

Thyrus Terni |Umbria contemporanea

Il Drago per Terni |Thyrus l’emblema della città entro la fine del 2023ultima modifica: 2023-05-07T17:15:36+02:00da Dizzly

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1 Comment

  1. In questo articolo ci si perde meravigliosamente nelle stratificazioni secolari di simbolismi magici assunti ad emblemi reali. Complimenti.

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