Per quanto ami Sterek la vera coppia è la Stydia

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Lo avrò detto un milione di volte ma sono costretta a ripetermi: ricordo che, quando iniziai Teen Wolf, vedendo Stiles e Lydia pensai vabbé, ennesima coppia dove lui ama lei, lei ama un altro ma alla fine staranno insieme. Col senno di poi, visto quanta acqua è passata sotto ai ponti nel frattempo, credo di essermela un po’ buttata perché Stiles e Lydia sono lontani anni luce dalla banalità che mi è uscita dalle labbra cinque anni fa. A mia discolpa, ero molto ingenua.
Innamorarsi di Stiles per noi è stato facile. Come non si poteva crollare davanti a lui, così goffo e tenero? Non dimostra di essere solo un grande amico, ma anche un ragazzo attento e premuroso. Lydia, invece, recitava la parte di un personaggio che le apparteneva solo in parte: la classica ragazza popolare sciocca e svampita che sta con il ragazzo più bello della scuola. Verrebbe quasi da chiedersi che cosa ci vedesse in lei Stiles, loro che erano opposti come il giorno e la notte. Eppure, se Stiles non fosse stato il ragazzo premuroso e attento che poi effettivamente è, chi si sarebbe accorto della vera Lydia? Quella che è intelligente, ma finge di non esserlo? Quella che è generosa, sotto quello scudo che ha sollevato pur di non soffrire?
La prima stagione è servita loro per conoscersi, per permettere a lui di entrare nel radar di Lydia, ma lei a quei tempi stava con Jackson, non c’era spazio per questo altro ragazzo.
Però…nonostante questo, nonostante Lydia stesse con un ragazzo che senza ombra di dubbio e nonostante tutto amava veramente, questo non le ha impedito di accorgersi di Stiles. E non semplicemente di vederlo, ma di capire quanto lui vedesse lei. Lui, che per primo l’ha esortata a essere se stessa, a mostrare tutta la sua intelligenza al mondo e a smettere di nascondersi, a mettere da parte da fredda Lydia e lasciare uscire quella vera. Mi è sempre piaciuta l’espressione che ha lei durante il ballo, quando Stiles le confida di amarla fin dalla terza elementare e le fa letteralmente l’elenco di tutte quelle piccole cose, ma importanti, che probabilmente conosce solo lui, perché passa dall’incredulità a un’emozione non esattamente definita. Sembra quasi dire “tra tutte le persone che potevano accorgersene, proprio lui. Proprio questo tizio che fino a qualche giorno fa nemmeno salutavo, adesso sembra conoscermi meglio di chiunque altro”. E mi piace, perché è esattamente così che stanno le cose. Non metto in dubbio che lei amasse sinceramente Jackson, e che alla fine – ma solo alla fine – anche lui sia riuscito a ricambiare i suoi sentimenti con sincerità. Fino a quel momento, Lydia aveva dovuto recitare una parte, perché credeva che nessuno avrebbe amato la sua vera personalità, eppure adesso si trovava davanti un ragazzo che non solo aveva capito tutto di lei, ma che con tono autoritario la spronava a liberarsi di tutti i suoi falsi miti e a volare, ad andare a vincere il Nobel e tutto il resto.
Lydia a quei tempi non credeva abbastanza in se stessa, ma Stiles credeva in lei abbastanza per entrambi. E questo mi bastava già. Ma poi la storia è andata avanti.
Stiles ci provava in tutti i modi a lanciarle messaggi, ma Lydia proprio non coglieva. O forse sì, perché bastava guardarlo in faccia mentre la osservava, per capire quanto lui tenesse a lei, e non ho mai creduto che Lydia fosse così cieca. Semplicemente, sapeva di essere la cotta di questo ragazzo ma non le importava più di tanto, perché lei aveva Jackson e credeva che quello fosse il massimo al quale poter aspirare. Perché lei lo amava, sebbene lui la trattasse un po’ come spazzatura – non lo perdonerò mai, MAI, per averle detto che voleva liberarsi di tutti i pesi morti della sua vita, e di voler cominciare da lei, mi dispiace – ma dopo una discussione con Allison, ammette che non era quel tipo di amore. Quello che ti toglie il respiro, che ti fa diventare impaziente perché non vedi l’ora di vedere l’altra persona. Ci sta. Non tutti riescono a trovare un amore così, purtroppo.
Comunque, sinceramente dopo la seconda stagione chiunque sano di mente avrebbe mollato. Lei non sembrava minimamente intenzionata a cambiare idea, nonostante lui le esprimesse tutto il suo amore semplicemente con uno sguardo. La seconda stagione è quella del if you die, I will literally go out my freacking mind, una delle frasi Stydia più significative. A Lydia non importava di morire, e ancora una volta Stiles dimostra di avere abbastanza amore per entrambi, le dimostra che a lui importa di lei più di quanto lei possa anche solo immaginare, e soprattutto non capisce perché voglia rischiare la sua vita, che per lui è così preziosa, per qualcuno che forse neanche la merita. Lydia, così poco abituata a ricevere tanto affetto e attenzioni, probabilmente ne è spaventata. Però una parte di lei lo riconosce e ne è grata, tant’è che nel momento del bisogno, sebbene sia ancora presto per definirli amici, è da lui che si rifugia. È da lui che va, a sorpresa, dopo l’apparente morte di Jackson.
E forse questo mi ha spinta a continuare a tifare per loro. Se Stiles ci credeva ancora al piano dei 10 (poi 15) anni, e aveva abbastanza entusiasmo per sé e per gli spettatori, perché non dovevo crederci io? Forse Lydia aveva scelto ancora una volta – e nonostante tutto – Jackson lasciandolo in lacrime, ma avevano condiviso un momento sul campo di lacrosse, e lui lo sapeva. Per la seconda volta, Lydia lo aveva visto. Piccoli passi, giusto?
La terza stagione è stata quella della svolta. E non parlo del bacio, ma di tutto il resto: smessi i panni del ragazzino timido e goffo, Stiles ha iniziato a trasformarsi nel personaggio più adulto che conosciamo oggi. Inevitabilmente anche il suo rapporto con Lydia è cambiato: se prima a stento riusciva a parlare con lei, a parte in qualche rara occasione spinto più che altro dalla sua frustrazione in cui le vomitava addosso fiumi di parole, finalmente smette di metterla su un piedistallo e inizia a trattarla come una sua pari. O forse eleva se stesso, non so, fatto sta che prima che potessimo rendercene conto il loro rapporto è diventato più maturo. Ormai sono invischiati fino al collo in faccende sovrannaturali, Lydia non fa altro che trovare cadaveri e disegnare alberi mentre qualcuno compie sacrifici rituali. La loro parola d’ordine è collaborare, e questi due lo fanno piuttosto bene. Loro due, Scott e Allison sono un gruppo affiatato, pronto a superare tutto.
E quella che era una semplice cotta di un ragazzino che da anni sogna di conquistare una ragazza dai capelli biondo fragola, si è trasformata in un’amicizia fatta di forza – you’re the one who always figures it out, disse Lydia mentre teneva un piede su una trappola per orsi, ed è grazie a lei che lui ce la fa davvero -; di una inspiegabile connessione, perché è questo quello che effettivamente è: due ragazzi che in un altro contesto probabilmente non si sarebbero mai parlati, grazie alle avventure che si sono trovati ad affrontare sono costretti ad avvicinarsi – Lydia, you go with Stiles non è una frase che Deaton pronuncia per indicare un momento finito. Da lì in poi saranno innumerevoli le occasioni nelle quali, nonostante un certo allontanamento nel futuro, i due faranno affidamento l’uno sull’altra -; di profonda e innegabile fiducia nei confronti dell’altra persona. Il mio momento preferito in assoluto resta quello in camera di Stiles, quando Lydia ancora una volta cade nelle vecchie abitudini e inizia a dubitare di se stessa ma lui è lì, pronto a rassicurarla e a prometterle che sarebbe disposto alle cose più impensabili pur di dimostrarle che ha ragione, che ha sempre avuto ragione. Perché a lui questo basta, e ancora una volta la sua fiducia, il suo credere in lei è così grande che basta per entrambi. E lei lo sa, e ne rimane commossa. Sembra quasi che non si sia ancora abituata ad avere un amico che crede così tanto in lei e nelle sue – a quel tempo – indefinite capacità. E quel filo rosso che intrecciano tra le dita, secondo me non è mai stato messo lì a caso. Secondo me ci annunciava che erano destinati, bisognava solo dare loro un po’ di tempo.
Però…nella terza stagione Lydia aveva Aiden, ma si vedeva lontano un miglio che stava lì solo per sostituire Jackson. Aiden non l’ha trattata male, ma era pur sempre un cattivo ragazzo, lo ammette lei stessa.
E Stiles ha trovato Malia. Pensavo che così fosse chiusa la questione Stydia, ma non l’ho mai creduto fino in fondo per via di quelle piccole cose: il modo in cui Stiles continuava a preoccuparsi per Lydia, Lydia stessa che entra nella sua mente insieme a Scott, la loro connessione che viene palesata quando lei urla nello stesso momento in cui lui soffre e il Nogitsune prende il sopravvento. Derek dice che Lydia non scapperebbe mai a nascondersi, e Aiden da per scontato che sarebbe Stiles a trattenerla. Non lo abbandona nemmeno per andare da Allison, sebbene sappia che la sua migliore amica sta per morire.
Forse hanno trovato altre persone, ma hanno anche trovato qualcuno l’uno nell’altra.
Potrei citare tutto l’episodio 3×24, che è pieno zeppo di momenti tra loro. Stiles ha passato l’episodio praticamente appiccicato a lei, perché aveva bisogno di un sostegno e c’era Lydia. Dopo due stagioni in cui lui ha incoraggiato lei, finalmente la ragazza può ricambiare il favore ed erano così in sintonia…
La quarta stagione è quella che più mi ha fatta soffrire. Dopo tanti passi fatti in avanti, è stato come tornare quasi al punto di pazienza. Sembrava che fosse stato tutto cancellato, non abbiamo avuto nemmeno il nostro solito momento Stydia nell’episodio 11. Erano diventati due colleghi, c’era sempre la fiducia ma sembrava che ogni sentimento residuo fosse stato rimosso. Non vedevo più la cotta, perché Stiles sembrava essere andato avanti definitivamente con Malia – e non lo critico per questo, perché Lydia ha cambiato sì atteggiamento nei suoi confronti, ma non ha mai nemmeno espresso un vero e proprio interesse. C’era qualche minuscolo gesto (il modo in cui alza gli occhi al cielo quando Malia dice che non abbandonerebbe mai Stiles) ma niente di veramente concreto, e poi aveva appena perso Aiden in maniera abbastanza tragica. Nessuno dei due sembrava disposto a fare una mossa e lui non poteva certo aspettarla per sempre.
Ma questo non significa che non ci fossero ancora l’uno per l’altra: lui non la lascia sola quando va a fare visita a Meredith, l’altra banshee, e il suo sguardo è furente quando la ragazza con un urlo ferisce Lydia; lui c’era, quando Lydia apprende della morte di Meredith, e l’accoglie tra le sue braccia; lui l’aiuta a risolvere il rompicapo della lista delle creature soprannaturali di Beacon Hills; riescono a farsi forza a vicenda quando vengono rapiti dal Chimico e lui si becca persino un pugno per aver provato a difenderla.
Insomma, poco, ma qualcosa c’è.
Ho continuato a credere perché mi sembrava impossibile che la loro evoluzione non avrebbe portato a nulla, ma avevo perso fiducia. Lo ammetto.
Okay, ho visto anche io l’espressione imbambolata che ha Stiles quando Lydia arriva nella premiere. Della serie passano gli anni ma certe cose non cambiano mai. Però non ci avevo dato peso: la quarta stagione era stata un duro colpo, credevo che ormai quei due fossero fossilizzati nel ruolo di amici detective e che quelli che mi avevano dato della visionaria, una che aveva visto sentimenti e crescita dove non c’erano…avessero ragione. Ero amareggiata, sì.
Poi lui vede Lydia per terra, ferita, la scena va in slow motion e invece il mio mondo si è fermato, e sì lo so che c’è una scena Sterek praticamente identica e che non significa nulla, che se per terra ci fosse stata Kira si sarebbe paralizzato lo stesso per la paura (beh, non proprio ma vabbé), però mi ha riacceso la speranza.
Poi ho iniziato a vedere un certo cambiamento da parte di Lydia, finalmente. Siamo partiti con what the hell is a Stiles, e siamo arrivati a lei che nota che ha un dolore sospetto alla spalla. Lei, quella che era fredda e snob, adesso si preoccupa dell’ex ragazzino ossessivo con una cotta decennale per lei.
Menzione d’onore, giusto perché non volevo essere banale e passare subito alle scene tra i due alla Eichen.
Oh, se non fosse che ho provato male fisico ogni volta che veniva mostrato cosa stesse passando Lydia alla Eichen, direi che quelle scene sono state le più forti. Stiles, come dice Scott, prestava attenzione e l’ascoltava. Ancora una volta Stiles dimostra di farlo, va a visitare una Lydia catartica e le ricorda chi è, le chiede di svegliarsi perché lei è la più intelligente del gruppo e solo lei può aiutarli a superare gli esami. E tutto il resto. Perché lui, loro, avevano bisogno di Lydia e basta.
C’era tanta tenerezza nei gesti di lui, tanta dolcezza nella sua voce e nelle sue parole, uno Stiles che credevo di aver perso dopo l’incidente con Donovan e che ritroviamo con la sua Lydia. Ero lì, guardavo la scena e pensavo solo alle loro mani, a come lui posi le sue quasi con timore su quelle di lei. Mi dispiace pensare che lei, probabilmente, non ricordi quei momenti, perché erano…meravigliosi.
I due episodi del salvataggio mi hanno letteralmente colta di sorpresa. Ero troppo preoccupata per Lydia per pensare ad altro all’infuori della sua incolumità, ma poi…poi Lydia si è svegliata, Stiles è arrivato da lei ma lei lo ha mandato via. Perché temeva per la sua vita. C’era una disperazione tale, nella sua voce, che Stiles quasi le da retta. E quando Valack la porta via, e Stiles comincia a urlare e battere le mani sulla porta con rabbia e disperazione? Mi vengono i brividi al solo pensiero.
Fino a questo momento, Stiles è stato un compagno e un amico, un partner in crime, ma con l’episodio 16 Stiles è diventato l’eroe. Lydia credeva che fosse andato via, invece è tornato per lei, con tanto di camicia svolazzante a mo’ di mantello. La sua espressione è quasi incredula, un po’ sollevata ma allo stesso tempo preoccupata. Ma quando lui la mette a tacere con quel Lydia, please shut up and let me save you life, è in quel momento che qualcosa in lei finalmente scatta e capisce che lui ci sarà sempre. Che lui ci sarà nel bene e nel male, non importa quanto pericolosa o difficile possa diventare la situazione. Lui ci sarà sempre a salvarla, a ricordarle quanto è intelligente, ad avere fiducia in lei persino quando sembra remarle tutto contro.
Lydia annuisce e lascia che Stiles le salvi la vita. Ma quello è un cenno di assenso che nasconde anche tanto altro. Per la prima volta è come se Lydia accettasse definitivamente il profondo affetto che quel ragazzo prova per lei, di qualsiasi natura esso sia. Amicizia, amore, non importa con loro, perché il loro rapporto è diventato un insieme di tutte queste cose ed è innegabile, non hanno bisogno di etichette. Tra l’altro, abbiamo la prova che il piano sia sempre stato questo. Lydia muore per qualche secondo, tra le braccia di Stiles, tra le braccia di colui che sarebbe impazzito se le fosse successo qualcosa. E tutto quel discorso sulle ancore della terza stagione, su come dovesse essere qualcuno capace di riportare l’altra persona indietro… non è poi quello che ha fatto Stiles?
Stiles l’ha salvata, e Lydia lo sa. Lo riconosce. L’ha salvata alla Eichen, andandola a prendere direttamente dalla stanza delle torture di Valack. L’ha salvata da Deaton, dopo quell’ultimo urlo devastante. L’ha salvata quando dubitava di se stessa. L’ha salvata quando non riusciva a essere sincera. L’ha salvata in tantissime occasioni, e finalmente lo accetta. Potrei passare ore e ore a parlare di quei tre minuti finali.
Oltretutto, mi piace pensare che salvare Lydia abbia permesso a Stiles di fare ammenda dopo la morte di Donovan. Tendiamo a dimenticare quello che è successo, perché in fondo Donovan era cattivo, ma Stiles ha ucciso una persona; è stato un incidente, certo, ma questo lo ha comunque segnato, rendendolo un po’ più cupo, spento. Dopo aver salvato Lydia, negli ultimi episodi della stagione, ho rivisto il vecchio Stiles. Quello ironico, sveglio, sereno. Non so voi, ma ho sempre pensato che le due cose siano collegate.
Insomma, shippare Stydia non è un lavoro facile. Non è stato un viaggio fatto di gesti eclatanti, di crescite repentine e di gioie. No, per niente. Piuttosto, direi che è stato un viaggio fatto di piccole cose: di lei che per la prima volta sta ad ascoltare le sue parole e sorride, invitandolo a ballare; lui che si getta su di lei sempre, per ripararla dal pericolo, che abbia la forma di un corvo o dei vetri delle finestre appena esplosi; lei che avvicina la mano alla sua, senza stringerla, solo per sentire la sua presenza; di mamma McCall che ordina a Stiles di stringere la mano di Lydia quando devono farle l’iniezione di cortisone e lei ha già allungato il braccio ancora prima che lui accetti, perché probabilmente sa che anche se ha paura degli aghi non l’abbandonerà (in fondo hanno superato di peggio); è stato un insieme di carezze sul viso, di “come stai?” quando nessuno nota che l’altro stia male, di mazze da baseball, di frustrazione e di battute sarcastiche; è stato un insieme di cose che ci hanno portato dove ci troviamo adesso. Non sono d’accordo con chi dice che non ci sono le basi: sono state costruite semplicemente con calma (forse anche troppa, questo sì). Mattone dopo mattone, siamo arrivati al punto che si fidano ciecamente l’uno dell’altra, entrambi sanno di poter contare sull’altro in qualunque occasione.
Quella che è iniziata come la solita, banale storia ragazzo imbranato innamorato della ragazza più bella della scuola, è diventata qualcosa di più. È diventata la storia di due ragazzi che si conoscevano a stento e che le situazioni hanno messo insieme un po’ per forza. La storia di due ragazzi che hanno imparato a conoscersi, a fidarsi e sono diventati amici. Due amici che si salvano la vita in ogni occasione, senza se e senza ma. Lui ha capito che non deve essere ossessivo e impacciato in sua presenza, mentre lei ha capito quanto vale, e che non deve elemosinare l’affetto di nessuno. E forse adesso questi due hanno capito di essere qualcosa di più, perché lui la ama dalla terza elementare e lei ha deciso di non voler più stare con i bad guys. Direi che non c’è momento migliore di questo