CHIUSO L’OCCHIO, CHIUSO IL LOCALE

I contagi da covid19 sembrano di nuovo dilagare, qui e altrove.
Sul banco degl’imputati – con qualche ragione – i locali dove assembramento e schiamazzi (leggasi, altresì, sputazzi…) ne sono la ragion d’essere, dato che, in questi luoghi, il ballo, in sé, mi pare un’attività secondaria.
Il ministro alza la paletta rossa e ordina chiusure.
Lo si poteva immaginare.
Ciò che non reputo, invece, così “automatico”, e neppure doveroso, è l’affrettarsi, da parte del governo, a promettere indennizzi ai gestori per le perdite derivanti dalla brusca interruzione del loro business.
Ma insomma…, è tanto essenziale, fondamentale, vitale,  andare in discoteca? O trattasi di uno svago, di un passatempo come un altro, pertanto vi si può benissimo rinunciare?
E non è forse vero che si è chiuso più di un occhio riguardo alle misure di contenimento del contagio, proprio da parte di chi, adesso, si lamenta dei provvedimenti assunti?
Non mi risulta che il governo abbia mosso paglia per arginare la chiusura (a catena) di negozi di dischi e librerie, negli anni scorsi, quando di epidemie si parlava solo nei testi di medicina.
Eppure…, voluttuario per voluttuario, mi parrebbe più importante un libro o un disco, piuttosto che uno sballo a forza di decibel alcool e danze sfrenate, per l’anima e la cultura delle giovani generazioni.

CHIUSO L’OCCHIO, CHIUSO IL LOCALEultima modifica: 2020-08-17T11:59:40+02:00da alberto.gambineri

6 pensieri riguardo “CHIUSO L’OCCHIO, CHIUSO IL LOCALE”

  1. Se volete essere veramente liberi:
    – NO MASCHERINA
    – NO CINTURE DI SICUREZZA IN AUTO
    – NO CINTURA IN AEREO
    – NO CASCO IN MOTO E BICICLETTA
    – NO PRESERVATIVO CON SCONOSCIUTE/I
    – NO PARACADUTE
    – NO PROTEZIONE SOLARE
    – NO DOCCIA O SAPONE

    1. Mi ricordi quel ragazzino in bicicletta che si vantava davanti alla madre delle sue prodezze. “Mamma, guarda…, senza una mano/Mamma, guarda, senza tutt’e due le mani/Mamma, mi vedi?, senza un piede/Mamma mamma, senza tutt’e due i piediii”. E, alla fine, “Mamma…, senza denti”. Evidentemente, fare i gradassi non paga. Ciao e grazie della visita.

  2. Come dico nel mio post odierno, è una guerra che non porta da nessuna parte: il polso fermo e deciso è ciò che ci serve. Le scaramucce e i contentini per i questuanti, non servono a nessuno.
    Buon giorno Alberto.

  3. non si insegna più ai figli la parola “sacrificio” (perché ora sono i ragazzi che circolano senza cognizione).
    noi abbiamo rinunciato ad ogni forma di assembramento … sia quello piacevole che quello meno piacevole …
    ci penseremo in futuro ..

    1. i figli vanno educati, che siano i genitori a farlo o istituzioni alternative quando il genitore manca; tra gli insegnamenti da impartire c’è quello di responsabilizzarsi e non cercare alibi alle proprie mancanze; ma sia chiaro che il primo insegnamento è l’esempio, perché predicare e reprimere non serve a niente; inoltre trovo insopportabile trasformare i figli deceduti in idoli ad uso e consumo dell’adorazione di massa; nessuno si sogna di sminuire il dolore di un genitore che è certamente lancinante, ma dignità vuole che esso debba rimanere un fatto privato.

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