do you wanna dance?

CHI MUORE GIACE


Pa qu'è tonte maldade nesse mundo S'nò ta li so pà um segundo. Pa que tonte inamizade Pa gerà infelicidade

Così recita l'incipit del testo di "Apocalipse", uno dei tanti brani, rigonfi di tristezza, interpretati dalla grande capoverdiana Cesaria Evora. Del resto, in una ex-colonia portoghese, le tracce della cultura degli antichi padroni non possono non essere ancora vivissime; anche quelle legate alla musica, che, in questo caso, si sviluppa in forma di fado, il genere tipico delle genti lusitane. Sebbene la purezza della lingua-madre appaia contaminata da idiomi locali africani, quindi, oggigiorno, un dialetto, più che il portoghese di Coimbra, è facile comprendere il significato letterale di questi semplici versi. "Perché tanta cattiveria in questo mondo, se non vi sostiamo che un secondo; perché tanta inimicizia, che porta solo infelicità". Penso, ovviamente, al caso di Paliano e alla barbara fine di Willy Monteiro Duarte, figlio d'immigrati dalle isole di Capo Verde, partiti da una terra arida, povera d'acqua e di tante altre sostanze di prima necessità, presa d'assalto dal turismo becero occidentale, che arricchisce solo pochi, per venire in questo nostro paese, sempre più malato di insoddisfazione, d'isteria, di miseria morale. Ne parlo con evidente e consapevole ritardo rispetto all'immediatezza dell'accaduto. Ma ciò è a ragion veduta. Volevo liberarmi dalla trappola delle reazioni "a caldo", sempre un po' fuorvianti, quando si è presi da animosità incontrollata. Oggi, quel corpo martoriato riposa sottoterra, sono trascorsi giorni, parole a fiumi son state dette e scritte, ipocriti palloncini son stati liberati verso il cielo (sempre più blu…) e, forse, si può tentare di vedere le cose con occhio critico e libero da improvvidi condizionamenti emotivi. Innanzi tutto, voglio tirare in ballo il covid19. Sì, proprio il virus omicida, che, una volta tanto, poteva tornare utile nell'unico suo aspetto positivo, quello di tenere la gente debitamente separata, nello sforzo, da mesi in atto, di riuscire ad evitarlo. Allora, l'interrogativo è il seguente. Questi locali (per loro natura, non in grado di scongiurare assembramento) rimangono chiusi o no? C'è qualcuno che sorveglia che le ordinanze generali e locali vengano rispettate? Ci sono interventi concreti onde decretarne l'immediata chiusura, seguiti da sanzioni severissime a carico di proprietari e gestori inadempienti, oppure c'è il solito, infruttuoso (e un tantino paraculo da parte del governo, lasciatemelo dire…) richiamo alla responsabilità individuale, che, come qualunque idiota sa, non sortisce effetto alcuno??? Perché, durante il periodo di limitazione degli spostamenti, la gente è rimasta, buona buona, in casa? Non certo perché noi italiani siamo ligi e rispettosi della legge (quando mai?). Ma perché era scattato una specie di coprifuoco, con tanto di verbali e denunce, se qualcuno veniva beccato in giro senza motivi validi. Willy è morto anche perché le istituzioni sono assenti. Forse incapaci, disorganizzate, scoordinate… Comunque, assenti. Io, se fossi il pdc, non mi sarei fatto vedere al funerale, a portare a spasso una faccia di bronzo di non scarsi peso ed entità, auspicando generiche misure giudiziarie, quando dovrebbe sapere benissimo che questo non è il paese né della certezza del diritto né della giustizia, né, tanto meno, di quella della pena, ancorché comminata. E poi esiste il capitolo dell'ordine pubblico, una misura che scatta solo quando si tratta di manganellare qualche dimostrante licenziato, riunito in piazza o in corteo. I picchiatori tutti muscoli e zero cervello, tanto da essere sistematicamente utilizzati dalla malavita locale, che ne sfrutta abilmente, con tecnica mafiosa, l'indole eccitabile ed esagitata, erano ben noti a chi è pagato dallo stato (quindi dai contribuenti) per ovviare ad episodi, sempre più frequenti, di disordine sociale. Dunque…? Si aspetta sempre che i buoi siano scappati, per chiudere la porta? O ci piacciono le omelie funebri, fatte di banalità e sterili richiami alla dottrina cristiana, proferite ad uso e consumo di magliette stampate a tempo di record e lacrime di coccodrillo? Willy è morto anche perché siamo capaci solo d'ipocrisia, di mania di protagonismo, di voglia di riflettori. Dopo di che… chi muore giace. Con quel che ne consegue. Ci ritroveremo a bere del whisky al Roxy Bar, magari senza mascherina, e questo mondo (dove rimaniamo un solo secondo) continuerà a girare con tutto il brutto che sta nella natura umana.