VERGOGNA

Ooooh…, il nuovo dpcm è con noi! Come vedo  mister ordinario-di-diritto-privato apparire sul video, mi viene una voglia irrefrenabile di togliermi una ciabatta e scagliarla contro il televisore (poi, realizzo quasi subito che non riuscirei a spaccarlo; questi apparecchi di nuova generazione si rompono solo quando lo decidono loro).
A me non frega nulla se chiudono le pasticcerie alle 6 del pomeriggio; a quell’ora non hanno che quattro avanzi su quegli squallidi vassoietti, lo so per esperienza, essendo molto goloso di dolci, quindi un loro frequentatore; sono estremamente amareggiato perché questa manica d’insensibili, ignoranti, oltre che incapaci e ipocriti se la prendono con i teatri, ovvero con la prosa,  la musica,  il cinema.
Dovrebbero vergognarsi.
Ma, è ovvio, ci si vergogna solo se si possiede un minimo di dignità.
Io, per esempio, mi vergogno per una come l’Azzolina, che solamente per quel timbro di voce stridulo che ha, dovrebbe essere bandita da ogni trasmissione, perché incompatibile con la qualità-audio, anziché continuamente intervistata, per ripetere, fino all’inverosimile, che lei ha fatto, e fa, tutto bene, ma che certamente si può sempre migliorare (‘azz, se si può, piccina…! e manco poco!).
Mi vergogno altresì di chi approfitta del frangente in cui ci ritroviamo per dissotterrare l’ascia di guerra delle frustrazioni, che nulla hanno a che fare con i disagi delle restrizioni, per sfogare contro i beni dello Stato e la proprietà altrui il malessere che lo rode dentro e gl’istinti belluini che famiglia ed ambiente gli hanno inculcato e che non è mai riuscito a reprimere del tutto.
Me ne vergogno perché, malgrado tutto il mio cinismo, non sono così freddo ed indifferente, e sogno, da sempre (forse invano…), un paese onorabile, decoroso e degno di rispetto. Perfino in tempi di pandemia.
Ci si vergogna se si possiede un barlume di dignità…
…ed il senso della vergogna.

VERGOGNAultima modifica: 2020-10-26T16:43:38+01:00da alberto.gambineri

12 pensieri riguardo “VERGOGNA”

  1. E’ tipico delle solite frange, cavalcare l’onda del malcontento, non importa di quale colore o provenienza, per sfogare la violenza tenuta a freno a stento nel loro quotidiano. Il padre di famiglia medio, che ha perso il lavoro o si trova in cattive acque non lo vedi ad incendiare cassonetti o sfondare vetrine, anche se la sua frustrazione è tanta. Purtroppo ci sono ampie fette di popolazione che di violenza si cibano e non conoscono altro linguaggio. Discorso a parte meritano poi coloro che nell’ombra manovrano questi burattini per creare scompiglio e trarne vantaggio. E sappiamo bene chi sono. Buonanotte

  2. Questo paese è una vergogna, la classe politica è una vergogna!!! Andrebbero presi tutti a calci in culo e sbattuti fuori dal parlamento. Se la prendono con sanità (prova ad ammalarti di qualcosa di diverso dal covid) con l’istruzione (infatti ci hanno messo la Azzolina che non capisce un’azzolina) se la prendono con i teatri e la cultura, se la prendono con lo sport (rinforza il sistema immunitario). Devo dire altro?

    1. non devi aggiungere altro, basta così, anche perché mi punge vaghezza che, continuando di qs passo, sarà il ns fegato la prossima vittima; ora come ora non esiste compagine politica degna di un minimo di attenzione; nessuno, né a destra né a sinistra né nel firmamento delle stelle, ha uno straccio di programma sensato e credibile; vedo solo teste di non voglio-dire-che senza pudore né vergogna, ma soprattutto senza idee; siamo estremamente messi male ed è orribile ritrovarsi senza speranze.

  3. Dei ristoranti, delle pasticcerie, dei teatri, delle palestre e delle piscine francamente me ne frego. E non mi vergogno nemmeno di dirlo: non sono attività e risorse primarie per il paese.
    Mi vergognerei se fossi in loro, cioè nei politici, qualsiasi politico, di come non sia stata gestita la ventilata ripresa;
    di come se ne siano infiaschiati dei mezzi di trasporto che ospitano pendolari, studenti e lavoratori;
    di come siano stati sperperati tamponi per i rientri dalla vacanze in quell’epoca in cui si era liberi tutti ben sapendo che ottobre sarebbe arrivato.
    Buon pomeriggio, ciao Alberto

    1. mah, io di ripresa non ho mai sentito parlare, almeno in termini di concretezza; ho sentito snocciolare previsioni e promesse basate sul nulla, perché, come si vede, arriva un’epidemia e saltano tutti i tavoli; riguardo ai mezzi trasporto, viene fuori che, in alcune zone del paese, essi sono in mani straniere, quindi praticamente impossibili da governare da parte di chicchessia delle istituzioni, questo perché anche in quel campo abbiamo svenduto molta parte delle nostre strutture; quanto ai tamponi, siamo sicuri che servano a qualcosa? o ti danno il risultato in tempo reale e sei in grado di farli all’intera popolazione (ma non mi sembra che nessuno dei due casi sia attuabile), altrimenti…; esiste solo la prevenzione ed il senso di responsabilità dell’individuo; ciò di cui chi ci governa si dovrebbe vergognare è di non saper decidere, di dare ascolto a centomila voci diverse (scienziati o presunti tali, sindacati, associazioni di categoria, vaticano, ecc…), e soprattutto di perdersi in chiacchiere ridicole in altrettanto ridicole conferenze-stampa senza dare istruzioni chiare precise e intellegibili; certo, sarebbe anche auspicabile non sbilanciarsi in promesse in denaro per compensare perdite, che non sempre sussistono (moltissimi esercizi, che oggi sono obbligati a chiudere alle 18.00, chiuderebbero comunque alle 19.30…, mi spiegate dove sono le perdite? eppure i loro gestori chiederanno il famoso “ristoro”…). Mi fermo qui, Elena… Buonanotte.

  4. Stavo pensando a Fontana, un halantuomo come stanno dimostrando molte inchieste, che un mesetto fa premeva per far aumentare il numero di spettatori ammessi negli stadi e ora si ritrova una regione col più alto tasso di contagio. Penso alla mia regione che non ha voluto accedere ai fondi messi a disposizione dal governo (300 milioni) per l’emergenza trasporti, salvo utilizzare 5 milioni per il rimborso degli abbonamenti. Poi, vabbè, c’è chi pretende che in pochi mesi le aziende di tpl acquistassero centinaia di nuovi bus… E intanto fanno a gara a chi le spara più grosse, nei talk show politici (che mi vanto di non guardare). A mezzanotte scatta il lockdown totale in Francia, che faranno il francese medio e la destra nazional-populista?

    1. Non pensare a Fontana alle 6 della mattina! Ti rovini la giornata. Tanto, sta’ pur certo che “lassù” qualcuno lo ama… (fossero solo leghisti incalliti, gretti e ignoranti…). La questione-trasporti è assai complessa, poiché vi rientrano troppe considerazioni da fare. Da quel che mi par di capire, tu lavori nell’azienda della tua città, pertanto potresti trarre conclusioni con maggiore competenza rispetto a tanti sproloquianti televisivi e non. Farò un post al riguardo esponendo le mie teorie e la mia esperienza. Ma è evidente che il primo intoppo da superare è la cosiddetta “ora di punta”, che in questo paese non si riesce a superare, perché c’è l’endemico rifiuto di organizzarsi e programmare. Quanto alla mezzanotte, quand’ero bambino ricordo che era impensabile che qualcuno girasse per la città a quell’ora (forse perché abitavo in una città di provincia). Era tutto chiuso a parte le farmacie di turno dove comunque dovevi suonare il campanello, attendere che ti aprissero e corrispondere un tot in denaro per il disturbo. Che cosa è cambiato da allora perché adesso sia tanto indispensabile fare i nottambuli?

      1. No. E chi pensa a Fontana? Mi bastano Toti e Buccini alla regione ed in comune. C’è chi ha firmato una convenzione con le società di noleggio con conducente, per dare un po’ di respiro ai bus pubblicu nelle ore di punta (la Liguria no), dando anche una mano ad un settore molto danneggiato da questa crisi. L’ora di punta, poi, è un mistero. Spesso carichiamo molto si più nelle ore di calma, specie quando c’è qualche mercato rionale e le vecchiette si muovono in massa! Bè, una volta si andava a ballare la domenica pomeriggio con ritorno a casa previsto entro le 19. Già quando ero adolescente io, alla fine degli anni 80, le cose stavano cambiando.

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