do you wanna dance?

QUALE INDUSTRIA?


La Confindustria si è sempre, più o meno, scagliata contro le restrizioni imposte dal governo alla nazione. Ciò porta il mio pensiero al mondo dell'industria, ma mi astengo dal prendere posizione a favore/sfavore di entrambi i soggetti testè citati. Penso, piuttosto, a che cosa si è ridotta la produzione industriale in questo paese. Non abbiamo mai avuto fabbriche particolarmente ciclopiche, neppure nel passato; però, costruivamo treni, automobili, autocarri, frigoriferi e lavatrici..., oltre che macchinari per tessere, per assemblare capi di abbigliamento. Poi, molto è scomparso, in parte (s)venduto a multinazionali predatrici a caccia di un marchio, in parte decentrato in zone del globo dalla manodopera a basso costo (dove un lavoratore guadagna in cinque anni quello che un tecnico da noi prende in un mese). Oggi come oggi, l'industria che conta (e che rende) è quella dell'alta tecnologia, soprattutto in ambito digitale, laddove, qui, siamo particolarmente sguarniti, fatta eccezione per qualche sparuta realtà, non certo in grado di incidere sul p.i.l. Il genio italico non è che eccella in molte cose, ultimamente. Sa fare telefonini..., per esempio? Sa fare chimica industriale, forse? O centrali nucleari? Oppure nanotecnologie e robotica? O, magari, vaccini contro malattie, altrimenti, incurabili??? Sa far da mangiare, questo sì! Sa fare pasta e vini. Sa fare il prosecco,  il parmigiano e la mortadella. Ma questa è roba che, all'estero, rientra tra i generi squisitamente voluttuari, e che pochi benestanti possono permettersi (anche perchè viene venduta a prezzi astronomici), quindi non suscettibile di consumi talmente vasti da assicurarci export e prosperità a vita. Nel mondo, siamo famosi per il cibo (oltre che per la mafia, la lirica e la nostra endemica disorganizzazione), ma questo è l'unico fiore all'occhiello che abbiamo. Per il resto, importiamo. O, nella migliore delle ipotesi, contribuiamo alla produzione altrui con della componentistica. Ecco perchè quella della Confindustria mi pare prosopopea fuori luogo, oltre che una voce sempre alquanto sgraziata.