DUBBI

“Ti sfiora mai il dubbio che in questo paese si muoia così tanto di covid19 per l’inefficienza di medici e strutture ospedaliere?”
“Be’, in effetti, sì. Sono oltremodo convinto che buona parte dei sanitari sia fatta di emeriti stronzi, spocchiosi e opportunisti i medici, glaciali e insensibili gl’infermieri. Se poi ci metti le pratiche assurde dentro le a.s.l. e all’interno degli ospedali…”
“Niente angeli dal ciel discesi, dunque!”
“Ma quando mai? I beneamati dottori, oggigiorno, non sanno emettere una diagnosi se non dopo decine di analisi. E la maggior parte di queste sono assolutamente inutili, prescritte solo per far lavorare i laboratori, come, del resto, molti farmaci. Si preoccupano solo di mandare avanti il comparto”
“O sono ostaggio delle case farmaceutiche… Mentre gl’infermieri badano a pararsi il deretano, leccando quello dei loro superiori e infischiandosene  delle fragilità e delle sofferenze dei pazienti”
“Esatto. Così basta un simpatico virus per far emergere tutto questo letamaio e moltiplicare i morti, che altrimenti potrebbero ridursi nel numero, se solo vi fossero un po’ più di professionalità, senso del dovere e di rispetto per il prossimo”
“Anche meno smania di ribalta e di salotti televisivi…”
“E…, dimmi, non hai mai pensato che a questo stato, sotto sotto, faccia comodo che tanti anziani tirino le cuoia, così si risparmia un bel fracco di quattrini in pensioni, accompagnamenti e sovvenzioni varie?”
“Dici che col covid hanno preso la palla al balzo?”
“Mah… A voler essere maliziosi, verrebbe da farsela venire qualche strana idea, no?”
“Non saprei. Certo è che più della metà delle regioni non si è minimamente affrettata a vaccinare quelli della terza età, che pure avrebbero diritto più di molte altre categorie”
“Proprio così! Sarà un caso? Colpa della solita italica disorganizzazione…? Degli algoritmi…? O di che cosa?”
“Forse delle lobbies degli avvocati, dei magistrati, dei militari…”
“Forse solo delle nostre fobie… Ah Ah Ah! Delle nostre menti distorte…”
“Sicuramente sì… Siamo dei malpensanti cronici. Ah Ah Ah…”

GIA’ LETTA

“Continui a non pronunciarti sull’operato del nuovo Pc?”
“Assolutamente! Non ci sono elementi sufficienti per trarre giudizi. Nessuno ne ha, a meno di non parlare per supposizioni o per partito preso”
“Beh, allora parliamo del nuovo segretario del PD”
“Per l’amor di Dio! Se c’è qualcosa che proprio non mi appassiona è seguire le vicende del PD… Ti ricordi, qualche settimana fa…? Feci un rapido excursus attraverso i maggiori partiti che hanno deciso di sostenere questo governo. Ebbene, quel che dissi allora non è cambiato. Se proprio debbo esprimermi sul nuovo segretario, ritengo questi una figura ancora più scialba di quella che c’era prima”
“Ehilà, addirittura!”
“Ma sì… Se veramente si illudono di risollevare le sorti del partito con uno come Letta, stanno freschi…”
“Non ci ha pensato due volte a rispondere alla chiamata…”
“Come no…? Era lì che scalpitava, pronto a partire. Probabilmente si stava preparando già da qualche tempo. Questi qui si sentono sempre il messiah, cui il popolo inneggia con le fronde di palma in mano. E, puntualmente, finiscono tutti sulla croce. Si gettano come falene contro la fiamma. Evidentemente, il richiamo del potere e della ribalta è più forte di loro”
“Beh, potrebbe trattarsi del richiamo dell’ideologia…, del dovere di servire il proprio partito… Non credi?”
“Eeh…, in questo caso, non posso che compiangerlo, il professore”
“Perché?”
“Ma perché è evidente anche ai ciechi che dentro quell’accozzaglia ci sta di tutto, dall’estrema sinistra fino ai “democristiani”. Come si fa a tenere a bada tante idee diverse? Credi che Zingaretti non ci abbia provato? Che fosse veramente il succube dei Cinquestelle, rassegnato e inerte? Sono anni che cercano disperatamente un’identità… Hanno cambiato sigla mille volte, intanto che cercavano di capire chi fossero veramente… Hanno buone personalità al loro interno, ma è il tutt’uno che manca… Lo stesso Renzi provò a scuoterli dal loro eterno torpore, e poi è finita che è uscito. Letta non ha fatto in tempo a concludere il suo discorso d’investitura che già si accapigliano sulla candidatura del sindaco di Roma, ahahah…! Te l’ho detto e lo ripeto: sono un partito da opposizione. Te ne stai fermo e buono nella tua comfort zone, e critichi ciò che fa chi sta al governo, senza prenderti il becco di responsabilità”
“Ora sono al governo anche loro”
“Sì sì… Ma questa è una situazione speciale. Se vuoi, inusuale. Qui non c’è stata una coalizione ad esprimere un Pc…; è stato il Pc a determinare la corsa all’accrocchio. L’esatto opposto di ciò che dovrebbe accadere”
“Comunque, proveranno a darsi qualche spunto su cui imbastire un programma”
“ ‘Urca! Lo ius soli, per esempio”
“Un loro vecchio cavallo di battaglia…
“Come no? E il diritto di voto fino da 16 anni, perfino… Voti cercansi disperatamente!!!”
“Salvini è già in… ebollizione, per questo”
“Ah, non mi meraviglio! Ma la faccenda non piace neppure a me, che non sono leghista”
“Lo so. Ti conosco”
“Uff…, i comunisti non cambieranno mai… Sempre a sognare un nirvana fatto di aggregazione, di uguaglianza, di libertà…”
“…di lotta operaia, di occupazioni…”
“Ma per favore…, si svegliassero un po’, ‘chè la guerra è finita! Letta, del resto, è quello che nominò un ministro di colore, la famosa Kyenge, la congolese, quella che pretendeva il salto culturale degli italiani, dalla sera alla mattina… Che la vedessero come qualcosa di assolutamente normale! Senza, però, fare, lei per prima, il minimo sforzo per comprendere che l’opinione pubblica potesse essere un tantino disorientata a ritrovarsi in parlamento un negro. In fondo, questo è un paese che di negri non ne ha mai visti per secoli, a parte qualche artista alla televisione. Ma lei, piccina, aveva la coda di paglia. Eeeh…, c’è bisogno di un poco di umiltà, bella gente!”
“Dire negro è un dispregiativo?”
“Ma va’!  Lo è solo per gli ipocriti, per gli ossessionati del politicamente corretto. Costoro preferiscono esprimersi con locuzioni del tipo africano oppure afroamericano, a seconda della provenienza. Li fa sentire in pace con la coscienza. Puah…!”
“Insomma, sei scettico circa la ventata di rinnovamento che il nuovo segretario solleverà in quel partito…”
“Bah, per quel che mi riguarda, gli auguro di riuscire. Ma ho paura che non basti cambiare il direttore per far suonare meglio l’orchestra, se gli strumenti sono scordati”
“Ahi ahi ahi, allora… Situazione deja vu, dunque…”
“Già vista, sì. Anzi, già… letta!”

 

E’ ANCORA TROPPO PRESTO

“Avevi ragione tu, Draghi non piace a nessuno”
“Eh be’, non sai che ho sempre ragione? Che altro vuoi aggiungere?”
“…che sei un maledetto montato, vanaglorioso e pieno di te! Ecco quello che voglio aggiungere!”
“Su su…, non divaghiamo! Cos’è che ti induce a concludere che Draghi non stia simpatico alla gente?”
“Uhm, le mezze frasette, che, su di lui, sento pronunciare nei dibattiti televisivi”
“Oh oh…, non ti aspetterai che lo critichino apertamente! Non lo facevano nemmeno con Conte, se è per questo… Lo stesso Salvini se la prendeva sempre, genericamente, con il governo. Solo Renzi, ad un certo punto, ha cominciato a bersagliarlo senza posa, fino a che non è finita come… è finita. Ma tu… che cosa hai sentito di preciso su Draghi?”
“Mah, sembra che da più parti lo accusino di scarsa comunicativa, di eccessivo distacco nei confronti di coloro che pretenderebbero di essere i suoi legittimi interlocutori”
“Di chi parli? Dei giornalisti…?”
“Loro, in particolare, sì. Hanno trovato il modo di ironizzare su quanto raramente, finora, abbia parlato in pubblico; e, quando l’ha fatto, hanno rimarcato finanche sui minuti, pochissimi, della durata dei suoi discorsi. C’è poi chi si vanta di conoscerlo personalmente e assicura che non avrebbe alcuna difficoltà ad apparire in pubblico, né, tanto meno, ad esprimersi direttamente, senza l’ausilio di intermediari…; ma, intanto, sghignazza su quella volta che, in sua vece, ha mandato due ministri ad illustrare il dpcm del momento. Ma, ti dirò, è opinione comune, anche tra la gente, che sia un soggetto algido, impenetrabile, sussiegoso e  poco empatico”
“Eeeh…, sarà che anche lui è uno montato, vanaglorioso e pieno di sé…, ahahah…”
“Forse”
“Ma, senti, per me fa benissimo a non concedersi troppo ai microfoni. In fondo, l’hanno chiamato per produrre fatti, non chiacchiere. E poi… si può essere dei parlatori impeccabili, ma non sempre capaci di mantenere aplomb e lucidità di fronte alle provocazioni dei giornalisti. L’hai detto tu quanto sono perfidi, quelli lì. Un conto è declamare da un pulpito, un altro sottoporsi a domande che possono essere insidiose e irritanti. I cronisti  sono maestri a contrabbandare informazione con reconditi intenti di suscitare reazioni, che, in qualche modo, soddisfino la sete di sangue che alberga nei loro lettori o negli spettatori dei loro salotti. I giornali si debbono vendere, e così dicasi per le trasmissioni televisive. Tanto più sensazione e scalpore si riesce a creare, in quelle sedi, quante più probabilità sussistono che il prodotto sia fruito da un vasto pubblico e gl’inserzionisti della pubblicità sgancino denaro sonante. Forse Draghi queste cose le conosce, e, come si suol dire, più le conosce più le evita. Inoltre, c’è da aggiungere che uno nella sua posizione non dovrebbe indulgere troppo alla tentazione di rilasciare interviste. Non è un candidato all’oscar e neppure una rockstar… Non è questione di alterigia. Un contegno sobrio è forse più in linea con il carico di responsabilità che grava sulle sue spalle. Va be’ che, oggigiorno, anche il Papa si fa riprendere volentieri, sull’aereo, col microfono in mano…, ma, francamente, trovo la cosa non esattamente appropriata alla figura che egli rappresenta”
“Uhm, probabilmente hai ragione”
“Eh no! Non darmi ragione di nuovo, per poi rinfacciarmi la mia scarsa modestia…”
“Di’ la verità, a te Draghi un poco piace…”
“Dovresti sapere che non amo sbilanciarmi. E’ ancora troppo presto per trarre conclusioni serie sul suo operato. Sull’argomento, risentiamoci fra qualche mese!”

PERLE DI TELECAMERA

“Di cosa vuoi parlare, oggi?”
“Di tutte le scempiaggini che sento dire in televisione”
“Ti riferisci a fatti di cronaca…? Alla politica…?”
“Non mi riferisco ai contenuti. Come già scritto in passato, voglio dileggiare tutti questi boccaloni che occupano permanentemente i canali televisivi sproloquiando senza un minimo di cognizioni sintattiche e grammaticali”
“Ah… Se ne sentono di castronerie!”
“E’ insopportabile tanta ignoranza in personaggi che conducono trasmissioni destinate a milioni di spettatori, e che dovrebbero, prima di ogni altra preoccupazione, badare alla decenza nell’esposizione e ad un eloquio nel rispetto della lingua”
“Invece…”
“Invece, senti infarcire il discorso di termini anglosassoni, che non sanno pronunciare e dei quali probabilmente ignorano perfino il significato”
“Nei salotti delle chiacchiere…?”
“Bravo! Innanzi tutto, fai bene a non usare, tu per primo, espressioni prese in prestito dall’inglese come talk show. Anzi, dall’americano…! Salotti delle chiacchiere è perfetto! Ma non solo in quei contesti… Penso ai telegiornali, per esempio, laddove un tantino di linguaggio morfologicamente corretto  in più sarebbe il minimo che ci si dovrebbe aspettare dall’informazione ufficiale. L’altro giorno, per citare il primo esempio che mi viene in mente, uno dei tanti somari della RAI, doveva dire paglia, e non so davvero per quale ragione non potesse accontentarsi di dire paglia e basta. Tanto semplice…! Eh no…, ma, siccome riferiva di non mi ricordo quale oggetto in uso negli Stati Uniti, ha detto stru anziché strò, che è la corretta pronuncia della parola straw. Insomma, mancanza di professionalità, prima ancora che ignoranza”
“Hai ragione. Bisognerebbe documentarsi, se si vuole utilizzare vocaboli ed espressioni in altre lingue. Ma anche l’italiano viene maltrattato assai!”
“Guarda, sorvolo sulle resilienze, sui sostenibile, sui vari processare, impattare, attenzionare, spintonare, e piacevolezze del genere…, ma solcare il palcoscenico veramente mi mancava, e debbo dire che stavo per vomitare sul televisore, quando ho sentito, giorni or sono, la tizia che fa la trasmissione pomeridiana, subito dopo il notiziario-RAI delle 13.30, sparare una bestialità simile”
“Ah ah ah…! Ma davvero… !?”
“E non credo proprio fosse un lapsus, è asineria pura. E che dire di Amadeus, che ha esordito al festival dichiarando che la normalità è straordinaria… Ma si possono sentire coglionerie del genere? Non hanno un supervisore che si occupa dei testi, questa gente…? Macchè… Addirittura, l’indomani, questa chicca è stata ripresa dal mezzobusto di turno, durante il telegiornale che stava tessendo le lodi di quella manifestazione… Segno evidente che alla RAI è normale sparare in tv che la normalità sarebbe straordinaria”
“Eh già. Una specie di ossimoro!”
“Non una specie! Un’assurdità, vera e propria. Ma non detta con intento enfatico o ironico…, bensì nella perfetta ignoranza del significato dell’aggettivo straordinario, che, secondo loro, vuol dire stupendo, bellissimo, grandioso, quando, invece, significa solo fuori dell’ordinario, ovvero fuori del normale. Perciò, figuriamoci se la normalità possa mai essere straordinaria…, ahahah”
“Capre, direbbe Sgarbi…!”
“Ed avrebbe ragione! Ma sai gli esempi che ti potrei fare…!? E’ un fuoco di fila di minchiate e di errori da matita blu, continuo, incessante… E pultroppo, anziché purtroppo, dove lo vogliamo mettere? Anche questa è da incorniciare ed appendere, ad imperitura memoria, nel florilegio dei motteggi di molti assidui frequentatori dei divani televisivi. Però, vedi, al di là del singolo caso e delle risate e gli sberleffi che possa attirare, qui si tratta di un ulteriore segnale di miseria culturale, nella quale è sprofondato questo paese, dove la scuola, per prima, è diventata un passatempo, invece di rivestire il ruolo, che le sarebbe proprio, di formatrice dell’individuo, a cominciare dall’uso corretto della lingua, parlata e scritta. Ti dico la verità, se mi capita, fai conto, una visita medica da uno specialista che dice pultroppo , mi alzo dalla seggiola, raccatto tutte le mie scartoffie e me ne vado, malgrado i soldi spesi… Perché il grado di conoscenza lessicale è indispensabile per guadagnarsi rispetto e credibilità: per chiunque, non parliamo poi di un responsabile della salute…, o di chi pretende di fare informazione…”
“Quindi, tu non processeresti tamponi, per esempio…, ahahah!”
“Io processerei per direttissima chi pronuncia corbellerie simili, condannandolo ad apparire in televisione con le orecchie d’asino, infilate ai due lati della testa, ed un cartello appeso al collo con su scritto IO NON PARLO, RAGLIO”

MUTUO SOCCORSO

“Ciao”
“Uhm, che fai? Come le donnine di Libero che ti mandano un messaggio ammiccante per rompere il ghiaccio, senza però dire niente…?”
“Eech…, il solito scontroso!”
“Dai dai, vieni al sodo. Di che cosa vuoi parlare oggi?”
“Dei Cinquestelle”.
“Uh, figuriamoci! Se alludi alla loro natura, ne hanno disquisito cani e porci, senza mai trovare il bandolo della matassa. Sono un arcano anche per loro stessi, ahahah…”
“Mah, lasciamo perdere le loro mille “anime”… Ultimamente, ciò che resta del movimento sembra voler riorganizzarsi…, tentare di rinverdire le glorie passate e darsi una nuova identità”
“Diciamo pure una nuova credibilità, visto quanto in basso sono precipitati nella classifica delle intenzioni di voto”
“Ci sono manovre in tal senso. Non ti pare?”
“Beh, ne avrebbero di che imparare dagli errori commessi! Già tre anni fa, all’indomani dei risultati delle urne… Hanno avuto fretta. Si son fatti prendere dalla smania di andare al potere”
“Non erano ancora pronti…”
“Più che altro, non avevano raccolto i voti! I voti sufficienti per governare da soli, intendo dire… E una cosa è certa, quando si parla di loro: non è che il senso del compromesso sia mai stata una loro prerogativa…; e quella, credi a me, è una dote indispensabile per star dentro le coalizioni. D’altra parte, ripeto, non avevano vinto le elezioni”
“Già…, sebbene fossero stati il partito più votato”
“Non serve essere il partito più votato, se la legge elettorale in vigore non ti consente di andare al governo da solo! Serve tener duro, saper aspettare, non cedere all’impazienza…”
“Che avrebbero dovuto fare?”
“Rimanere coerenti coi loro princìpi! Rifiutare le alleanze e tornare all’opposizione. Lo so che è difficile e frustrante, quando avverti su di te il consenso del paese… Ma non era ancora il loro momento. Avrebbero dovuto mantenere i nervi saldi, ed anche un po’ di onestà intellettuale con se stessi, coi loro iscritti e coi loro simpatizzanti. Dopo tutto, l’unica alternativa che avevano era stringere un patto di governo con uno qualunque dei loro acerrimi nemici… Ed è ciò che hanno fatto”
“Questo li ha, in qualche modo, contaminati”
“Per la fregola di potere, hanno perduto la verginità. Avrebbero dovuto stare a guardare e lasciare che si facesse il solito  governo raffazzonato, instabile e incapace di portare avanti la ben che minima istanza. Bersagliandolo dall’opposizione, avrebbero raccolto ulteriore consenso, quel tanto da consentir loro di stravincere alla prossima tornata elettorale”
“Certo. Perché quel governo sarebbe caduto nel giro di pochi mesi…!”
“Sicuramente! Nervi saldi e lungimiranza! Questo è ciò che ci vuole, in certi casi! Son stati dei polli, e mi meraviglio dei loro “mentori”… Possibile che i vari Grillo e Casaleggio non abbiano avuto un minimo di… illuminazione?”
“Chi lo sa se qualcuno ne ha, in quel partito, perfino adesso che prova a tornare a galla, annaspando disperatamente tra acque infide…”
“Dici bene: annaspando”
“Sperano di rifarsi il maquillage con Conte. Chissà, forse si aspettano che la presunta popolarità dell’ex-presidente nel paese porti la gente a guardarli di nuovo con occhio benevolo e fiducioso”
“Forse… Ma non è una passata di pittura che salva il muro pericolante dal crollo. In fondo, le loro capacità dobbiamo ancora vederle. Ripeto, mi sono sempre sembrati troppo ingenui e, ad un tempo, inflessibili per la politica”
“Conte mitigherà la loro “anima” …”
“Accipicchia! “Mitigare”… “Annaspare”… “Contaminare”… Mi stupiscono queste tue inusitate scelte lessicali!”
“Eh beh…, ho un buon maestro, no?”
“Mmm, giusto! Quanto a Conte, può darsi che il principio del mutuo soccorso sortisca buoni frutti per entrambe le parti”
“Mutuo soccorso…? Che vuoi dire?”
“…che, ora come ora, loro hanno bisogno di lui, e lui di loro”