do you wanna dance?

RIPARLANDO DI VERITA'


“Si riparla del caso-Regeni…” “E’ perché sta per iniziare il processo, da parte della magistratura italiana, ai presunti colpevoli della morte di quel ragazzo” “Hanno nuove testimonianze” “Così sembra” “Ma, secondo te, a cosa serve questo processo?” “A nulla! E’ un processo in contumacia. Ammesso che gl’indiziati vengano condannati, chi torcerà loro un capello? Tutt’al più, si terranno lontani dall’Italia, almeno da un ingresso ufficiale in Italia… Ma, per il resto, vivranno tranquilli e sereni, protetti dal loro governo, come è stato finora” “Ci vorrebbero ben altre misure da parte dello stato italiano…” “Ah, certamente! Ma, stai pur sicuro, nessuno richiamerà l’ambasciatore, che già, a suo tempo,  fu rimesso al proprio posto… Nessuno interdirà spazio aereo ed aeroporti ai voli egiziani… Nessuno smetterà di fornire armamenti a quel paese… Non s’impedirà neppure alle agenzie di viaggio di vendere vacanze ed escursioni sul Nilo e alle piramidi” “Tu scrivesti qualcosa in merito, circa un anno fa…” “Sì, erano considerazioni sul concetto di verità , e mi ero riallacciato alla vicenda dello studente friulano, perché, di tanto in tanto, questa ritorna fuori” “Pensi che il processo sia una forma di debito che lo stato italiano intende pagare ai famigliari, altrimenti destinati a rimanere a mani vuote?” “Ho questa impressione” “Vorresti ripubblicare quel post?” “Eccolo qui!” “La verità…, cos’è mai la verità?”. Queste parole sono attribuite a Ponzio Pilato, mentre s’interroga circa l’epilogo che potrebbe avere la vicenda di Gesù, la cui gestione gli è caduta tra capo e collo, suo malgrado. La verità s’implora da chi ci ha fatto un torto, e generalmente si ricerca nei tribunali. Ma, quasi mai, viene svelata in pieno. Tra chi ha interesse a nasconderla o a travisarla e chi, per chiudere una partita che magari si protrae per anni, non vede l’ora di scrollarsi di dosso il peso di trovarla, alla fine (…e nel migliore dei casi) essa non rimane che un surrogato, del quale accontentarsi. Nulla è più sottile e fuggevole della verità, se ci si pensa bene. Di centinaia di migliaia di casi di delitti o di disgrazie naturali qual è la verità? E poi… non sarà che, in fondo in fondo, la verità c’interessa poco, e ciò che vogliamo veramente è solo che qualcuno paghi per l’ingiustizia che ci è toccato di subire? La verità sta in una sorta di limbo tra un malessere che abbiamo (che può assumere i connotati persino di un dolore straziante) e il desiderio di rivalsa, se non di vendetta, verso chi ci mette in tale scomoda situazione. Se un colpevole viene individuato e punito, il nostro animo si placa. Ci sembra di avere ottenuto una contropartita. Ma siamo sicuri che la verità abbia vinto? E, soprattutto, staremo meglio, d’ora in avanti? Questo mi permetto di ricordare a quanti, come il papà e la mamma di Giulio Regeni, vanno, da anni, sollecitando i potenti affinchè venga fatta luce sulla esecrabile vicenda di un congiunto, strappato loro in circostanze non del tutto chiarite, e sui probabili responsabili di ciò, perchè siano processati ed assicurati alla giustizia. Sarebbe, comunque, una giustizia umana! E tanto clamore servirebbe a scoraggiare tanti, come quel giovane, dal recarsi in luoghi insicuri, sacrificando il proprio anelito di scoperta e di conoscenza, standosene barricati entro le mura di casa, con l’illusione di non correre rischi? L’uomo ha in sé una miscela di curiosità e coraggio…, di impulsività e insensatezza…, di prudenza e temerarietà… Di tutto questo deve esser pronto ad assumersi la responsabilità e subire le conseguenze: lui per primo e coloro che l’amano. A che pro scomodare le diplomazie dei governi e mettere in discussione la ragion di stato di un paese, con il chiodo fisso di aver risposte e innalzare patiboli? E’ già tanto se un nome starà su manifesti e striscioni, nonché pronunciato dalla gente con ammirazione e rispetto per gli anni a venire. La fama, quella sì, sarà uscita allo scoperto e potrà resistere all’azione erosiva del tempo. La verità abita altrove. "Già, mi ricordavo vagamente... Il post s'intitolava UNA, SOLA E FORSE INUTILE, se non sbaglio. Mah..., che debbo dirti? Sono triste, sai... La nostra esistenza, a volte, è un sorso troppo amaro da buttar giù" "Ti capisco. Ed empatizzo col tuo stato d'animo"