“Trovo inquietante l’episodio riferito ad Otto e 1/2 da Michela Murgia, occorsole l’altro giorno alla stazione Termini” “Sì, ho sentito. Un fatto che ha del surreale” “Ma ti rendi conto? Uno si reca in stazione a prendere un treno, e un impertinente addetto al controllo delle autocertificazioni si permette di apostrofarla in maniera così arrogante e inopportuna; al limite dell'abuso di potere, direi...” “Già. Ma lei lo ha spiegato chiaramente il perché di un gesto del genere. Il tizio in divisa, evidentemente influenzato dalle esternazioni vittimistiche di non so quale politico, legato alle forze armate, ha avuto l’impudenza di chiederle se mai ella si sentisse infastidita alla presenza di un’uniforme militare” “Sì sì, che ci siano in circolazione soggetti esaltati, irruenti e con la coda di paglia lo so perfettamente. Ma quel gesto non ha alcuna giustificazione. Può succedere, certo, ed è successo, ahinoi… Nel paese serpeggia da tempo un clima di odio ed intolleranza, che proprio la gente delle istituzioni, che, per il ruolo pubblico che ricopre, dovrebbe smorzare, fomenta, invece, a tutto spiano, senza porsi il ben che minimo interrogativo circa le conseguenze che certe affermazioni e certi contegni possano esercitare su menti deboli e facilmente manipolabili. Sempre che quest’azione sobillatrice non sia deliberatamente pianificata… Perché, sai, c’è da aspettarsi di tutto!” “Be’, comunque sia, il militare del posto di blocco si è arrogato un diritto che non aveva. Che le parole della Murgia, scritte o pronunciate che fossero, non gli andassero a genio, o, più probabilmente, quelle tendenziose e distorte, lette o udite dai di lei detrattori, lo avessero, in qualche modo, ferito nel suo orgoglio di vestire una divisa, questo doveva rimanere un problema da gestire con se stesso. Il suo compito era quello di controllare le autocertificazioni dei passeggeri in procinto di salire su un treno. Stop! Ogni manifestazione di disappunto, legata a fatti, veri o presunti, appresi dai media ed inculcatigli dall’esterno, doveva essere repressa. Invece, non ha saputo mantenere il controllo e… la lingua a posto! E ciò, proprio per uno che svolge abitualmente una professione avente a che fare con l’ordine pubblico, quindi, con la tutela del cittadino, è assolutamente riprovevole” “D’accordissimo con te! Rimane la questione del rapporto cittadino-istituzioni, ovvero quanto lo Stato, nelle sue molteplici incarnazioni, abbia o no il diritto di biasimare, o anche solo criticare, le parole e i comportamenti della gente comune” “Uhm, un tema interessante!” “…che dibatteremo un’altra volta”
SOBILLATORI E IMPUDENTI
“Trovo inquietante l’episodio riferito ad Otto e 1/2 da Michela Murgia, occorsole l’altro giorno alla stazione Termini” “Sì, ho sentito. Un fatto che ha del surreale” “Ma ti rendi conto? Uno si reca in stazione a prendere un treno, e un impertinente addetto al controllo delle autocertificazioni si permette di apostrofarla in maniera così arrogante e inopportuna; al limite dell'abuso di potere, direi...” “Già. Ma lei lo ha spiegato chiaramente il perché di un gesto del genere. Il tizio in divisa, evidentemente influenzato dalle esternazioni vittimistiche di non so quale politico, legato alle forze armate, ha avuto l’impudenza di chiederle se mai ella si sentisse infastidita alla presenza di un’uniforme militare” “Sì sì, che ci siano in circolazione soggetti esaltati, irruenti e con la coda di paglia lo so perfettamente. Ma quel gesto non ha alcuna giustificazione. Può succedere, certo, ed è successo, ahinoi… Nel paese serpeggia da tempo un clima di odio ed intolleranza, che proprio la gente delle istituzioni, che, per il ruolo pubblico che ricopre, dovrebbe smorzare, fomenta, invece, a tutto spiano, senza porsi il ben che minimo interrogativo circa le conseguenze che certe affermazioni e certi contegni possano esercitare su menti deboli e facilmente manipolabili. Sempre che quest’azione sobillatrice non sia deliberatamente pianificata… Perché, sai, c’è da aspettarsi di tutto!” “Be’, comunque sia, il militare del posto di blocco si è arrogato un diritto che non aveva. Che le parole della Murgia, scritte o pronunciate che fossero, non gli andassero a genio, o, più probabilmente, quelle tendenziose e distorte, lette o udite dai di lei detrattori, lo avessero, in qualche modo, ferito nel suo orgoglio di vestire una divisa, questo doveva rimanere un problema da gestire con se stesso. Il suo compito era quello di controllare le autocertificazioni dei passeggeri in procinto di salire su un treno. Stop! Ogni manifestazione di disappunto, legata a fatti, veri o presunti, appresi dai media ed inculcatigli dall’esterno, doveva essere repressa. Invece, non ha saputo mantenere il controllo e… la lingua a posto! E ciò, proprio per uno che svolge abitualmente una professione avente a che fare con l’ordine pubblico, quindi, con la tutela del cittadino, è assolutamente riprovevole” “D’accordissimo con te! Rimane la questione del rapporto cittadino-istituzioni, ovvero quanto lo Stato, nelle sue molteplici incarnazioni, abbia o no il diritto di biasimare, o anche solo criticare, le parole e i comportamenti della gente comune” “Uhm, un tema interessante!” “…che dibatteremo un’altra volta”