IL MISTERO DELL’INCOSCIENZA

“Incoscienza… Ne abbiamo già parlato!”
“E’ stato solo pochi giorni fa”
“…a proposito di chi affronta un viaggio pieno di incognite e di pericoli, attraverso luoghi sconosciuti e inospitali, per raggiungere il Mediterraneo e tentare d’imbarcarsi alla volta delle coste europee”
“Già. E lo fa ben al corrente di ciò che potrebbe capitargli… Internamento in centri di detenzione in Libia, dove si rimane anche anni alla mercè di trafficanti senza scrupoli e crudeli carcerieri, per poi trovare un posto su un gommone malandato o una vecchia motobarca, che potrebbero non riuscire a toccare terra. Che cos’è che spinge questa gente ad un viaggio, che essa stessa sa non offrire la ben che minima garanzia di successo?”
“Ma c’è da aggiungere che, quand’anche giunti, sani e salvi, in un luogo di raccolta-profughi in Europa, sussiste sempre il rischio di venire rimpatriati o di finire nelle mani di malavitosi in cerca di apprendisti da avviare allo spaccio o di sfruttatori di manodopera nei campi, o di prostituzione, specialmente se si tratta di donne giovani…”
“E’ vero. D’altra parte, abbiamo detto che tutti questi rischi sono noti a chi intende intraprendere quest’avventura. L’informazione è ormai capillare e raggiunge ogni singolo villaggio del globo, per quanto sperduto… Non si può pensare che qualcuno non sappia. Ma, contemporaneamente, abbiamo anche escluso che i motivi che inducono alla partenza risiedano nelle condizioni di vita insostenibili, nell’inedia, nelle guerre… Non in Africa. Allora…?”
“Eeeh… Incoscienza non è mancanza di consapevolezza, come ci siamo appena ripetuti. E’ un’attrazione irresistibile e incontrollabile della mente verso l’ignoto, laddove la volontà giuoca un ruolo antitetico rispetto a quello che dovrebbe normalmente esercitare sull’azione, ossia accettare il rischio anziché rifiutarlo e respingerlo. Una sorta di canto delle sirene, al quale puoi resistere solo se ti legano ad un palo”
“Abbiamo un altro esempio di questo fenomeno. Me lo fanno pensare i fatti di questi giorni, che accadono in Palestina”
“Gli scontri, riaccesisi per l’ennesima volta, tra Israele e Gaza, intendi…? In quale misura?”
“In fondo, ciò che sta alla base di questo conflitto senza fine è il bisogno costante, che Israele ha, di estendere il proprio territorio, affinchè si creino nuovi spazi per l’insediamento delle migliaia di immigrati ebrei che, incessantemente, vogliono trasferirsi nel suo territorio da ogni parte del mondo. Il che viene portato avanti a spese dei palestinesi della striscia di Gaza, ma anche di quelli della Cisgiordania”
“Una vecchia piaga…!”
“Un problema senza soluzione, che riaccende, puntualmente, l’odio di genti autoctone nei confronti di chi viene da sempre considerato un usurpatore. Ma questa è un’altra storia. Il tema è che cosa mai spinga quelle migliaia di persone, ogni anno, a lasciare Europa, Stati Uniti, Africa, Sudamerica per recarsi a vivere in Israele, dove la sicurezza per l’incolumità è assai precaria, il rischio di attentati sempre costante, l’eventualità di venir chiamati ad indossare un’uniforme ed imbracciare un’arma una circostanza tutt’altro che remota. Insomma, perché rinunciare ad un’esistenza normale, per andare incontro ad un destino incerto, che potrebbe anche chiamarsi morte? E’ un mistero!”
“Qui, le ragioni di un miglioramento della vita sono perfino meno valide di quelle che potrebbero animare i migranti africani…”
“Che ti devo dire…? Questo è quanto…: un paese in guerra perenne per assicurare spazio a nuovi venuti, i quali, per raggiungere un luogo insicuro, ne determinano ulteriore precarietà… Assolutamente pazzesco!”
“L’essere umano è strano, mio caro. Spesso si sente realizzato solo quando viene messo alle corde e deve inventarsi un modo per reagire. Spesso preferisce sopravvivere, anzichè vivere…, farsi male, anziché aggirare il pericolo. Evidentemente, la sfida con se stesso è irresistibile, e può giustificare qualunque avventatezza. In fondo, è il concetto omerico dell’antitesi tra il ritorno e la ricerca dell’ignoto che ogni volta si ripropone nell’animo umano. Forse è questo il caso. Non so…”
“Non risolveremo noi l’arcano. Possiamo porci un interrogativo e provare a sviscerare una questione…”
“Già. Dopo tutto, non è forse questo il compito di un blogger?”

IL MISTERO DELL’INCOSCIENZAultima modifica: 2021-05-16T10:46:36+02:00da alberto.gambineri