do you wanna dance?

IL RE DEL MONDO


“Franco Battiato se n’è andato, ed io non faccio che rigirarmi nella testa quella sua canzone del 1979. E’ un pensiero ricorrente; un ossessivo chiedermi dove mai avesse trovato tanta preveggenza, tanta illuminazione, da poter descrivere, in pochi versi, ciò che, molti anni dopo, puntualmente sarebbe stato; ciò che ci sarebbe capitato. Incredibile! La sensibilità degli esseri geniali… O, forse, la capacità di vedere ben oltre il limite dell’occhio umano, che solo il genio possiede” “Ti riferisci al Re Del Mondo… Era contenuta nell’album L'Era Del Cinghiale Bianco, un disco che segnò un mutamento di rotta nel percorso artistico del cantautore” “Già. E’ proprio quello il pezzo! Ed anche l’arrangiamento era molto avanti per i tempi. Con quel riff di chitarra reiterato all’infinito…, quasi a sottolineare l’inquietudine di un animo tormentato da sinistri segnali, ancora poco chiari, ma già pieni di funesti presagi” “Una canzone passata quasi inosservata, all’epoca. Battiato non era ancora arrivato al grande successo di pubblico, che l’avrebbe investito da lì a poco. Ma rivalutata, successivamente… Lui l’ha sempre fatta nei concerti; ed ha avuto anche delle cover, mi pare” “Sì, c’è una versione pazzesca di Giuni Russo. Un pezzo che fa venire i brividi…” “Chi è il re del mondo, secondo te?” “La globalizzazione! Un concetto sconosciuto alla gente della fine degli anni ’70. Solo un acuto e sensibile osservatore di manifestazioni antropologiche, in lento divenire, poteva cogliere certi segni, certi embrioni, ed esserne ragionevolmente scosso” “In pratica, l’euforia per un risveglio dall’incubo di un conflitto mondiale, costato all’umanità atrocità di ogni genere, oltre che milioni di morti, impedisce di scorgere, nella dolce rilassatezza della pace, così come nell’improvvisa disponibilità di beni di consumo mai conosciuti e fruiti fino ad allora, la mano nascosta, ma inesorabile, di un potere diabolico, quanto inoppugnabile, determinato a livellare le menti dei popoli e prenderne subdolamente possesso” “...al fine di ridurle al proprio volere! Esatto! Hai compreso benissimo… Ciò che puntualmente è accaduto, fino a toccare, nel nuovo secolo, punte di manipolazione di massa assolutamente inusitate, quantunque inimmaginabili nei giorni in cui il brano fu scritto” “Uhm… E noi occidentali, intendo dire… europei, siamo forse stati un po’ meno toccati da questa follia…” “Non lo so… Certo, nelle parole di Battiato c’è un universo essenzialmente orientale. C’è la contrapposizione tra il mondo mistico delle danze sufi e le metropolitane stipate di individui-numero dove a malapena si respira; c’è il richiamo alla meditazione, che, comunque, la danza suscita e concilia, opposto alla frenesia della vita programmata e meccanizzata, che riduce l’uomo ad un automa privo di volontà di ribellione e riscatto. Non accade anche qui tutto questo?” “Ed il tragico è che non ce ne accorgiamo. Non riusciamo più a distinguere quel che è essenziale e quel che non lo è” “Appunto! Come dice il testo…? Più diventa tutto inutile, più credi che sia vero. Manipolare un cervello significa portarlo a ragionare secondo un protocollo, che viene da esso progressivamente accettato ed assimilato come l’unica alternativa d’azione possibile. Ti rendi conto? La distruzione del libero arbitrio! Ancor più tragica nella misura in cui si crede di esserne in pieno possesso…” “E, quando arriverà la morte, non saranno una lingua straniera o un qualunque attestato in più a strapparci dal nostro destino…” “Scopriremo con rammarico di esserci illusi, di aver svenduto il nostro cuore ad una perfida entità il cui unico disegno era ridurci al proprio volere” “Il re del mondo…” “La guida invisibile che scegliamo, docili e ignari, di ascoltare e seguire”