do you wanna dance?

INVISIBILI


“E così il caso-Afghanistan si riappropria delle prime pagine e dei dibattiti televisivi” “Be’, potevamo illuderci che il ritiro degli occidentali sortisse un risultato diverso? Io l’ho sempre detto che sarebbe andata a finire in questo modo. E non sono Nostradamus…” “Hai sentito il discorso di Biden? Puro cinismo, secondo alcuni… Ma come dargli torto? In fondo, chi glielo fa fare agli americani di continuare a spendere milioni di dollari per una causa che, secondo il loro punto di vista, è già stata risolta?” “Alludi all’uccisione di Bin Laden? Sì, in effetti, se l’intento era solo quello di vendicare l’11 settembre, si può dire che l’obiettivo sia stato centrato. Al-quaida è stata disintegrata e cancellata dalla faccia della terra. Si sono presi quella soddisfazione. E’ tempo di fare i bagagli. L’Afghanistan non è esattamente il luogo giusto per soggiornarvi senza una ragione precisa…” “Parlami un po’ di questo paese” “No no…, troppo impegnativo. E poi le mie conoscenze in merito non sono in grado di tracciare un quadro esauriente. Meglio se ti rivolgi a qualche buon testo da reperire in libreria, o a Wikipedia… Voglio, piuttosto, affrontare il tema della donna islamica. Forse questo potrebbe indirettamente illuminarti sulla realtà di questo luogo, chilometricamente, non così distante da noi” “Ti ascolto” “Partiamo dal Corano (sura 24, 30-31).  Di' ai credenti che abbassino gli sguardi e custodiscano le loro vergogne.; questo sarà per loro cosa più pura perchè Dio ha consapevolezza di ciò che essi fanno. E di' alle credenti che abbassino gli sguardi e custodiscano le loro vergogne e non mostrino troppo le loro parti belle e si coprano i seni di un velo e non mostrino le loro parti belle altro che ai loro mariti o ai loro padri o ai loro suoceri o ai loro figli o ai figli dei loro mariti o ai loro fratelli o ai figli dei loro fratelli o ai figli delle loro sorelle o alle loro serve o alle loro schiave o ai loro servi maschi privi di genitali o ai fanciulli che non distinguono le nudità femminili; e che non battano assieme i piedi sì da mostrare le loro bellezze nascoste... Come per ogni religione, inclusa la cattolica, le cosiddette scritture sono oggetto d’interpretazione. Ma non è detto che interpretare sia a beneficio della ricerca del bene e della verità. Spesso si fa dire alle scritture ciò che fa comodo esse dicano. Oggi come oggi, il binomio donna-Islam cambia col mutare delle coordinate geografiche. In Tunisia, una ragazza mette rossetto e minigonna; appena poco lontano, in Algeria, viene violentata e squartata in nome di Allah; in Turchia, le donne vanno al potere; in Iran la percentuale di donne che frequenta l’università è relativamente alta; in Afghanistan sono sepolte vive in una specie di scafandro di tela che non lascia loro mostrare neppure gli occhi. Il mondo islamico è talmente vasto ed eterogeneo che le generalizzazioni hanno ben poco senso. Di certo, nessuno celebra l’8 marzo, in quei paesi! Quella è roba per intellettuali occidentali in cerca di redenzione da un passato non poi così tollerante verso la condizione femminile. Nell’universo islamico, comunque, nulla è riuscito mai a scardinare un sistema patriarcale e maschilista, radicato nei secoli, neppure in realtà, come quella turca, dove, negli anni ’30, il perseguimento di una forma laica dello stato, su modello europeo, ha addirittura strumentalizzato i diritti della donna utilizzando l’emancipazione femminile, simboleggiata dall’abolizione del velo, pur di contribuire alla creazione di un’identità nazionale di stampo secolare. La modernizzazione imposta non ha cancellato le tradizioni, spesso appannaggio di realtà tribali. E il fallimento, su molti fronti, non ultimo quello sociale, del modello occidentale ha inevitabilmente riportato in vita le antiche convinzioni, anche in paesi che sembravano essersele scrollate di dosso per sempre. Ad onor del vero, se si scartabella nelle fonti, si scopre che l’Islam dei primi secoli non era così discriminatorio quanto quello di oggi. Le mogli di Maometto accompagnavano spesso il marito in battaglia e lo consigliavano circa le strategie da seguire. Secondo alcuni testi, al tempo del profeta, alcune tribù della penisola araba praticavano addirittura forme di poliandria, in base alle quali una donna poteva contrarre simultaneamente più matrimoni… Cos’è cambiato nel frattempo? La consapevolezza che i due sessi si portano dietro peculiarità molto diverse e spesso inconciliabili tra loro ha spinto le società più arretrate dal punto di vista legislativo a privilegiare il maschio, che può geneticamente permettersi maggior libertà nel rapporto sessuale senza dover troppo rispondere delle proprie azioni, mentre la donna, che dal rapporto può restare incinta, rischia di non essere sempre in grado di garantire al consorte che la futura prole risulti legittima e non già frutto di una relazione extraconiugale. Di qui, l’urgenza di imporre alla femmina ogni sorta di impedimenti affinchè essa possa offrire la massima garanzia di essere la genitrice dei figli legittimi del marito. In questo contesto, rientrano la limitazione nel movimento, il divieto di svolgere lavori istituzionali, l’obbligo di coprire ogni zona del corpo che susciti il desiderio in un altro uomo, fino ad arrivare alle mutilazioni genitali, che spengano il piacere del sesso, al punto di non desiderarlo affatto e ridurre, quindi, al minimo l’eventualità di tradimento ed adulterio, comunque punibili con la morte, secondo la sharìa, ossia la legge islamica riguardante lo status della donna. E così, per esempio, se ad una somala è toccato un pesante velo, che copre il volto, ma lascia liberi almeno gli occhi, ad un’afghana è imposto il burqah, che, pur rimanendo un velo, prevede però una specie di grata di corda, che copre tutto, sguardo compreso” “Un destino davvero crudele, non c’è che dire!” “…che riguarderà verosimilmente ogni esemplare umano di sesso femminile, d’ora in avanti, nell’emirato fondamentalista dei talebani, all’indomani del loro trionfale ritorno al governo dell’Afghanistan lasciato solo dai contingenti occidentali” “Donne invisibili…” “Donne negate nel corpo, ma anche nella loro storia e nella loro dignità di cittadine”