LA CALZA DELLA BEFANA

Nella calza della Befana degli italiani c’è un anno peggiore del precedente.
Ne sono sicuro.
Lasciamo perdere tutte le battute da bar-dello-sport circa il pessimismo, il disfattismo, il negativismo, che, secondo chi è dedito ad atteggiamenti fatalisti, porterebbero jella, mentre bisognerebbe “pensare positivo”, perchè il cielo aiuta chi mantiene gaio il cuore.
Se fosse così facile, ci compiaceremmo dei verbi declinati al futuro, che, di giorno in giorno, sputano le bocche (neppure tanto “di rosa”) dei nostri governanti, per sentirci al riparo da ogni intemperia, dentro una botte di ferro.
La realtà è ben diversa; e l’anno appena concluso ha solamente messo sul piatto tutti i problemi che si preparano a esacerbare le nostre esistenze, già in buona parte provate.
Questo governo, che ci è stato dato, è inadeguato a svolgere il suo compito. L’ho detto e ripetuto decine di volte, ben prima che scoprissimo sulla nostra pelle che cosa fosse la gestione di una pandemia. E’ fatto di gente di scarsissima caratura politica, culturale, intellettuale, per di più molto male assortita, e guidata da un personaggio mediocre, borioso, arrogante, rancoroso, convinto che un paese complicato come questo si governi circondandosi di un manipolo di lacchè a lui fedeli. Il presidente della repubblica, vero deus ex machina di tutta l’operazione, ha acconsentito a dar vita a questa abortiva creatura più per riportare le sinistre nella coalizione che per scongiurare il sicuro avvento della destra; e l’EU ha benedetto questi natali, fuori di sè dalla gioia di essersi liberata della lega sovranista ed anti-europea, ma anche, e soprattutto, per avere un’Italia ossequiosa, debole, pavida, da imbavagliare e tenere al guinzaglio.
Ciò che è successo è sotto gli occhi di tutti. Il coronavirus, di per sè un’emergenza, ha straziato un paese che nell’emergenza vive perennemente.
Adesso il 2021 dovrebbe portarci alla resurrezione? E con quali presupposti?
In Italia non si va a scuola; la didattica a distanza langue perchè nessuno l’aveva mai esperimentata, nè immaginata prima. D’altra parte, dov’è la connessione-internet in grado di assicurare a centinaia di migliaia di studenti (e, con essi, altrettanti lavoratori in necessità di smart working) un collegamento decente? E dove sono i mezzi di trasporto idonei a disimpegnare un servizio in sicurezza a coloro che dovrebbero recarsi in classe o in ufficio senza la possibilità di un’auto propria? Se ci sono aule non ci sono insegnanti, se ci sono banchi non c’è spazio per il distanziamento, se ci sono le strutture manca l’accordo coi poteri locali…
Vogliamo parlare del vaccino…? Per ora, c’è un’unica certezza: i fiorellini colorati di Boeri a sugello di una rinascita, che sta solo negli slogan e nei fac-simile dei capannoni, dove avremmo dovuto recarci, dal 27 dicembre dell’anno scorso, a farci iniettare il miracoloso siero, messo a punto in quattro e quattr’otto (di cui, secondo Rai1, l’Italia aveva prenotato milioni di dosi, e che, invece, è la solita EU a smistare, salvo trovarsi a corto di forniture perchè il produttore improvvisamente scopre non essere in grado di rispettare le consegne o perchè qualche altro paese si è, nel frattempo, accaparrato l’accaparrabile, alla faccia della solidarietà e della cooperazione). In realtà, di tre o quattro vaccini, di cui ci son state cantate le lodi, non ce n’è neanche uno; e siamo solo al 6 gennaio… Le magre scorte sono sotto chiave; serviranno per il secondo ciclo di chi si è già vaccinato e deve avere l’iniezione successiva dopo 21 giorni; se si proseguisse con ulteriori pazienti, si rischierebbe di non avere più dosi per i primi, vanificando per costoro l’efficacia dell’immunizzazione.
Ma tant’è… La faccia tosta di chi ci governa si riconferma nel consolarci con la canzone che anche altri paesi incontrano difficoltà. Tra questi non c’è sicuramente la Gran Bretagna, che si è fabbricata il suo vaccino e procede spedita, senza più “l’ala protettiva” dell’EU…
Intanto, però, qui ci si riunisce – comitati, cabine, consessi vari… – per colorare le regioni per i prossimi giorni e settimane, decidendo del destino di commercianti, artigiani, artisti, taxisti, con la logica consueta del “suonare ad orecchio” (se sta, sto; se non sta, non sto” – è una storiella che si raccontava dalle mie parti; ve la dirò un’altra volta),  e della solita arrogante protervia verso il cittadino costretto a subire angherie tanto più mortificanti quanto più perpetrate da incompetenti improvvisatori, ostaggio delle lobbies, tra cui non è difficile intravedere quella dei medici.
Qualcuno, in questa adorabile paranza, mostra di essersi stufato di un modo di fare tanto insolente, e ha cominciato a puntare i piedi, indispettito che una manovra economica prenda le sembianze di un elicottero dispensa-quattrini a fini elettorali, senza che vi siano seri progetti di rilancio del paese. E’ nobile patriottismo…? Forse che è in cerca di visibilità e rilancio…? Forse imbastisce tutto questo casino pur di cacciare l’inviso primo ministro e poi rientrare nei ranghi…? Mistero.
Fatto sta che, in caso di crisi senza ritorno, l’alternativa sono le elezioni, quindi la prospettiva, in piena pandemia, di veder arrivare, al gran galoppo, il leghista e la biondina, col cavaliere di rincorsa…
Capite bene perchè nella calza della Befana non c’è niente di buono!   

LA CALZA DELLA BEFANAultima modifica: 2021-01-06T01:33:05+01:00da alberto.gambineri

13 pensieri riguardo “LA CALZA DELLA BEFANA”

  1. Come ogni d’altronde. In Veneto c’è la tradizione di bruciare la Befana e con lei i mali dell’anno appena passato. Meno male che c’è il lockdown altrimenti sarebbe scoppiato un incendio di dimensioni talmente esagerate da rischiare di essere indomabile. Perdonami, Alberto, se la butto a vin santo e tarallucci…ma fracamente non mi aspettavo nè mi aspetto scenari migliori. Buon pomeriggio 🙂

    1. quello che è accaduto, oltre 70 mila morti in primis, non si può bruciare, e neppure ciò che tutto questo ha provocato: una gestione a dir poco sciagurata che non sembra voler mutare rotta e che condizionerà pesantemente l’anno appena iniziato. Buonanotte.

  2. Fin dall’inizio della pandemia c’è stata solo campagna elettorale. Daremo questo … e non si è visto nulla. Sostegno qui … e il sostegno non c’è stato. Però hanno saputo dare bonus monopattino e bonus vacanza, utilissimo suppongo per chi è fallito ed ha dovuto chiudere l’attività e magari andare alla Caritas a mangiare. I vari Salvini e Meloni che sputano veleno al Governo ma quando Salvini è stato al Governo non mi par di aver visto questo gran chè di attività a favore del paese. Pur non c’entrando il covid allora. Mi chiedo se non siano tutti “pappa e ciccia” ma in TV non facciano la bega per intortare gli italiani che ci sono destra e sinistra che si battono per il paese. Mentre alla fine loro mangiano banchetti degni degli antichi romani. Serena giornata

    1. vedi bene perchè non nutro grandi speranze per il nuovo anno! obiettivamente non ci sono nè le condizioni nè i personaggi in grado di prendere in mano la situazione; non so…, Mattarella potrebbe chiamare Amadeus??

      1. Eh dopo che Conte ha chiesto aiuto a Fedez e alla Ferragni per le mascherine, anche Mattarella potrebbe chiamare Amadeus 😉 ehehehe in che mani siamo messi!!! Buon fine settimana

  3. La classifica degli ho smesso di farla, perché almeno per me, dipende da come riesco a scavalcargli gli anni e sento addosso che è sempre più complicato… Gli scenari politici continuo a cercare di capirli ma con molta difficoltà se penso alla logica e al senso della politica.
    Ciao, Gi

    1. Tu hai smesso di far quella classifica, ma con gli eventi dobbiamo tutti confrontarci e le premesse per il 2021 sono pessime; in una trasmissione in onda in questo momento è stato appena detto che l’anno passato è stato solo il “trailer”, intendendo dire che il “meglio” deve ancora arrivare, esattamente come ho scritto due sere fa in questo post (controllare, prego…); certe volte ho l’impressione di essere segretamente letto, sebbene non mi citino mai… sob sob… 🙁 ciao

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