In quanti all'ipotesi avanzata dal portale svizzero fussball.ch che il giocatore importante coinvolto nella macchina del riciclaggio fosse Cristiano Doni non hanno provato alcun moto pietistico? Di Doni, della sua capacità poliedrica di rinnovarsi imprenditore sorridente e paparazzato in un servizio più decadente di quelli studiati dal sempre geniale Roberto D'Agostino o dell'essere rinnegato dagli atalantini chi se ne cura - nell'accezione migliore - da quando ha ammesso il proprio coinvolgimento? E' una provocazione, sia ben chiaro, ma la menzione di Doni fatta dalla stampa svizzera non ha destato alcuna sorpresa dopo la consueta anticipazione della Gazzetta. L'indicazione dell'ex capitano come il professionista di primo piano che si sarebbe avvalso di un uomo di paglia, di un prestanome per aprire un conto corrente cifrato in Svizzera su cui versare denari derivanti - si sospetta - da attività illecite è scaturita dalla richiesta avanzata dalla magistratura svizzera, Berna in particolare, di acquisire la documentazione prodotta dalla procura di Cremona attraverso una rogatoria internazionale. Salvatore Pino, legale di Doni, ha inviato una nota all'Ansa con cui smentisce asserendo che il suo assistito "non ha ricevuto alcun invito a comparire di fronte alle autorità elvetiche o italiane, nell'ambito dell'indagine sul riciclaggio svizzero dei proventi del calcioscommesse, riferita oggi da molti siti internet".
Guido Salvini |