Vedo Gente, Faccio Cose

Genoa-Siena: quella follia liquidata con un mese di squalifica e 30mila euro. Gegic pronto a rientrare?


Quella scena di profonda inciviltà nel teatro genovese dello stadio Luigi Ferraris vale un'ammenda. E un mese di squalifica per l'unico giocatore che non si è sfilato la maglia, l'unico che ha parlato senza temere nulla con uno dei capi ultras, l'unico che secondo quanto si legge avrebbe mentito alla procura federale. Giuseppe Sculli, in quel Genoa-Siena del 22 aprile scorso, non ha consegnato alcuna casacca ai curvaioli. Pur essendo stato a conoscenza di quanto premeditato, pur avendo rapporti sistematici con esponenti della frangia violenta e più controversa del tifo organizzato, pur non riferendo quanto accaduto al procuratore federale. Procura che opta per il deferimento individuando responsabilità specifiche dell'attaccante:
"per aver reso dichiarazioni non veritiere alla Procura Federale, in quanto perfettamente a conoscenza dell'organizzazione preventiva della contestazione nonché della preordinazione dei tumulti per la gara Genoa - Siena, perché riferitagli direttamente al telefono da uno dei capi ultrà della tifoseria del Genoa e confermata poi tramite l'invio di sms sulla propria utenza cellulare prima della gara e per aver successivamente intrattenuto contatti con alcuni esponenti della tifoseria ultras locale, di cui comunque era il punto di riferimento per ogni “esigenza connessa al tifo”, commentando tra l’altro ed in modo disinvolto i fatti accaduti ed il suo comportamento tenuto durante i disordini, come meglio specificato nella parte motiva del deferimento".
La richiesta avanzata da Stefano Palazzi e dal sostituto procuratore Antonio Villani era di tre mesi, la Commissione Disciplinare presieduta da Sergio Artico ha ritenuto opportuno un accoglimento parziale. Tradotto, diamo un mese a Sculli da cui la responsabilità oggettiva della società. Come? Così.
"Quanto al calciatore Giuseppe SCULLI, il deferimento è parzialmente fondato. Rilevato che, anche nel procedimento disciplinare opera la regola secondo la quale "nemo tenetur contra se edere”, il che esclude il dovere dell'incolpato di rendere dichiarazioni idonee a fornire la prova della sua responsabilità e quindi la esigibilità di dichiarazioni autoindizianti, dalle numerose trascrizioni delle intercettazioni versate in atti, emerge la prova delle costanti e prolungate frequentazioni tra l’incolpato ed elementi di spicco della frangia di contestatori autori degli episodi verificatisi il 22.4.2012. Tra questi anche P.M., detto “C………”, il soggetto che nelle immagini televisive parla con lo SCULLI durante la interruzione della gara, indagato per i reati di cui agli artt. 6 bis, II comma e 6 quater L.401/89, 610 e 582 c.p., e tale M.L., dall’informativa della Squadra Mobile presso la Questura di Alessandria indicato come “pluripregiudicato, elemento di spicco della frangia di ultras del Genoa .. già sentito come testimone per fatti inerenti il calcio scommesse nel corso del 2005”. Allo stato degli atti, però, non emerge la prova certa della preventiva conoscenza dello SCULLI in ordine alla premeditazione della protesta. Emerge il malcontento degli ultras e la loro intenzione di attendere l’esito della gara Genoa-Siena del 22.4.2012, ma non vi sono elementi certi da cui trarre indicazioni in ordine ai tempi ed ai modi della contestazione. Vedasi, in tal senso, il messaggio trasmesso il 14.4.2012 da M.L. sull’utenza in uso allo SCULLI (Ok fratellino, tregua fino a Genoa Siena …….. poi liberi tutti con voi liberi di scappare se ci riuscite), nonché le trascrizioni delle telefonate del 16.4.2012, ore 12:45:36, progressivo n. 4847 e del 19.4.2012, ore 18:23:16, progressivo n. 5454 intercorse sempre con il medesimo M.L. Nel corso di quest’ultima M.L. afferma testualmente: ancora una volta vi stiamo vicini ……ancora una volta per il bene del Genoa noi diciamo andiamo avanti. Hai capito?” Emerge, sì, che si tratta di una tregua a tempo, ma nulla, come detto, in ordine ai tempi ed ai modi della eventuale successiva contestazione e della loro conoscenza da parte dello SCULLI. Vi è però, che lo SCULLI assume il ruolo di portavoce del malcontento della frangia violenta della tifoseria all’interno dello spogliatoio, facendosi portatore, con i compagni di squadra, dei messaggi a contenuto intimidatorio da questa provenienti. Esemplificative ed emblematiche, in tal senso, le trascrizioni delle telefonate con progressivo n. 5353 del 19.4.2012 e 6109 del 22.4.2012. Nella prima, lo SCULLI aderisce alla richiesta di M.L. di affiggere all’interno dello spogliatoio la pagina di un giornale, evidentemente a mo’ di avvertimento. Nella seconda, invece, conferma di avere riferito ai compagni dei malumori della tifoseria violenta: “Tu forse non hai capito, io glielo ho detto a loro …….. gli ho detto ragazzi vedete che questa è l’ultima possibilità …….io tutte le cose che ti dico le faccio …”. Libero lo SCULLI di avere le frequentazioni che preferisce e di accettare il rischio delle eventuali conseguenze negative, quelli descritti configurano, però, comportamenti che violano i principi di lealtà, correttezza e probità che devono improntare i comportamenti dei tesserati e degli atleti nei rapporti comunque riferibili all’attività sportiva".
P.S.: il capo della Polizia, Antonio Manganelli, ha sottolineato la complessità della rete e dei capitali mossi attorno a questa ragnatele disegnata dalla criminalità organizzata e il livello di penetrazione nel mondo del pallone. "Alcune cose scorrette sono venute fuori, altre stanno per venire fuori e porteranno a ulteriori risposte. Se possibile ancora più clamorose" ha spiegato nella sala della stampa estera presentando l'assemblea mondiale dell'Interpol che si terrà dal 5 all'8 novembre, a Roma. "Non parliamo di calcio truccato tout court non si scommette sul risultato finale di una partita ma sul fatto che un giocatore butti la palla fuori, si scommette su chi tirerà il primo calcio d'angolo o si chi toccherà per primo la palla con la testa. È possibile capitalizzare denaro importante anche così".  Novità che attendiamo fiduciosi. Da Cremona. Da Napoli. Da Bari. E che potrebbero iniziare con la decisione di costituirsi di Almir Gegic, uomo del gruppo degli zingari. Ed ex giocatore del Chiasso.