Premetto che
Antonio Conte nell'inchiesta condotta dalla procura di Bari, guidata da Antonio Laudati, non è iscritto nel registro degli indagati ma è stato sentito a
Monopoli il 6 settembre scorso in qualità di persona informata sui fatti.
Conte, dunque, è stato sottoposto a un interrogatorio per comprendere l'ambiente, le circostanze, il contesto in cui è maturato l'insieme delle condizioni che hanno condotto al coinvolgimento di giocatori nella rete internazionale emersa dalla indagini della procura di
Cremona che, per prima, ha indagato sul fenomeno del
calcioscommesse. La procura ad oggi - aspetto specificato a più riprese dal procuratore Laudati - non ha iscritto l'allenatore della Juventus nel registro degli indagati.
Ho estrapolato passaggi interessanti di questo verbale (che potete leggere per intero anche
qui oltre che sui principali siti di informazione) nell'intento di delineare la posizione del tecnico (testimone, ribadisco, per quanto attiene questa inchiesta specifica) rispetto ad alcuni aspetti, ai personaggio da
Masiello a Stellini e alla dirigenza del
Bari. Partiamo dal principio, cioè da queste risposte.
SALERNITANA-BARI - "Cioè che noi fossimo superiori alla Salernitana era evidente sulla carta, che poi se lei mi dice: durante la partita, c'è stata in quella partita una superiorità schiacciante? Io le dico di no".
GARE TRUCCATE - "Che mi sembra? Che è una vergogna! Che è una vergogna! Chiariamo, e ribadisco un concetto, il campo è una cosa, fuori è un'altra. Perché, se io avessi saputo una cosa del genere, ad uno ad uno gli staccavo la testa".
INCONSAPEVOLE - "Le faccio un esempio (rispondendo al procuratore Laudati). Gustinetti, Gustinetti ha avuto tutti questi delinquenti e se li è portati dietro. Io Gustinetti lo conosco. E' una persona che se tu dici bravissima, cioè questa persona è disperata, e dice "Io sono un coglione", è un coglione lui, sono un coglione io".