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Calcioscommesse, Gervasoni interrogato a Cremona: si complica la posizione di Mauri


Stefano Mauri è uno di quei giocatori il cui nome si ripresenta con frequenza, negli atti relativi all'inchiesta condotta dalla procura della Repubblica di Cremona sul calcioscommesse. Un personaggio che fin dall'esplosione del caso fu invischiato nelle indagini per via di quegli incroci riconducibili a lui, al capitano della Lazio. La scena del suo arresto e quanto ne sia scaturito non gli impedisce di portare la fascia di capitano e di giocare, ogni maledetta domenica. Come è giusto che sia, fino a prova contraria. Anche la prossima giornata di campionato ci sarà. Perché Mauri non ha mai rinunciato a scendere in campo, da quando la magistratura ha dovuto includere il suo nome negli atti di questo fascicolo. Perché Mauri non ha mai ceduto, nonostante la vicenda su cui stanno operando accertamenti i giudici elvetici relativamente a quel conto corrente riconducibile ai suoi genitori. Questa sera l'agenzia di stampa ANSA batte la notizia che vorrebbe essere una indiscrezione: riporta di un interrogatorio di circa sei ore a cui è stato sottoposto Carlo Gervasoni, uno dei pentiti di questo filone che ha indicato i personaggi coinvolti, le partite, le modalità operative di queste combine che avrebbero intessuto quella rete malata. Gervasoni avrebbe effettuato altre rivelazioni che aggraverebbero la posizione di Mauri. Nella stessa giornata in cui l'Europol ci informa che le gare truccate sarebbero 380. Il condizionale in queste circostanze è d'obbligo, anche se rapidamente viene confermata da Sky Sport24, dalla Gazzetta dello Sport e così via. L'ex calciatore della Cremonese, passato poi al Piacenza, avrebbe fornito maggiori precisazioni su dichiarazioni rilasciate in passato, in particolare sul coinvolgimento di Mauri, stando alle fonti investigative citate dalla Gazzetta. In questo nuovo interrogatorio, il pentito avrebbe fornito ulteriori specifiche su due incontri, Lazio-Genoa e a Lecce-Lazio disputate nel maggio 2011. Gervasoni avrebbe spiegato anche che il gruppo degli zingari capeggiato da Almir Gegic gli avrebbe dato dei soldi a prescindere dal suo apporto nella combine. Sarebbe stato pagato perché, pur avendo un ruolo secondario, era organico al sistema. Se il risultato concordato veniva raggiunto, Gervasoni riceveva dei soldi. L'ex calciatore sarebbe tornato a illustrare il ruolo nella combine Chievo-Novara di Bertani all'epoca tesserato della società piemontese. A proposito del cosiddetto Mister X, su cui si sarebbe espresso lo stesso Almir Gegic, Gervasoni avrebbe informato gli inquirenti di averne appreso l'esistenza dal gruppo degli zingari.