Vedo Gente, Faccio Cose

La democrazia senza informazione di Grillo


Che assurdità la democrazia, l'illusoria strutturazione di cittadini consapevoli, calati in un contesto di un sistema codificato che disciplina diritti, doveri, obblighi. Nel come e nel perché si perseguano gli obiettivi posti in un manifesto elettorale, ad esempio, con correlate azioni a livello tecnico e una altrettanto banale, ovvia, enucleazione dei costi e delle modalità secondo cui reperire le risorse. Appendici inutili, in campagna elettorale. Come inutile, deviata, funzionale alla fabbrica del consenso è il sistema mediatico. La libertà di informazione è un vezzo, nel nuovo ordine mondiale di Casaleggio&Grillo. In una nuova Repubblica fondata sul consenso dal basso, senza la mediazione di forme di aggregazione elementare inscatolate nel fallimentare sistema dei partiti non si avvertirà la necessità di informare e di essere informati? Se quanto asserito con la consueta irruenza verbale dal palco di San Giovanni da Beppe Grillo sui mezzi di informazione, tacciati e insultati, sarà tale nell'avvento di questo futuro disegnato dal programma politico del M5S, in quale dove si colloca l'art.21 della Costituzione e derivati? Come verrà trattato un principio costituzionale e, come tale, pilastro volto a sostenere l'impianto normatico dell'ordinamento giuridico nostrano? Che ci dobbiamo aspettare, oltre le accuse di falsa informazione e il rigetto dei media in una selezione altrettanto furba di chi e di quando deve documentare dei comizi dell'ex comico, il format più riuscito di questo scorcio di fine febbraio? La strategia della distruzione paga, in un Paese annacquato da nipoti di Mubarak, rimborsi folli a parlamentari, condoni di vario genere con altrettante e fantasioni soluzioni a lato. Conquista, addirittura, se in una campagna elettorale giocata sulla logorante linea gotica delle opportunità sprecate, Grillo e la condivisione con Casaleggio celebrano una liturgia davanti a una folla festante che ha riempito San Giovanni, la piazza dei sindacati. Nel corso di questo ultimo atto dello Tsunami Tour, Grillo ha speso parole che esprimono sentimenti popolari, ammettiamolo. Come per la magistratura o i consueti temi su cui ha avvitato il fulcro del suo monologo (confrontiamolo con quanto ascoltato in precedenza, anche a Milano). Un soliloquio interrotto solo dall'intervento del guru Casaleggio, noto personaggio di spicco della comunicazione sul Web e che ha confenzionato nel suo recente passato successi imprenditoriali non trascurabili. Un passaggio simbolico. Una sottolineatura, prima della passerella dei grilini che ce l'hanno fatta. Ad accedere a ruoli istituzionali e che ora iniziano a muoversi nei Palazzi. No alla stampa, no alle televisioni, no al finanziamento pubblico dei giornali. Se l'antipolitica si alimenta sul contro, sull'antagonismo rispetto a quanto di preconfezionato anche a livello di informazione, osteggiare i canali mainstream con altri e usandoli all'occorrenza, non ha sbocchi. Non sostiene né il plualismo, né la crescita della libertà d'opinione in un Paese che intellettuali e critici definiscono anestetizzato da vent'anni e passa di televisione commerciale e da quei modelli culturali e che, più modestamente, io vedo collocato sempre nelle parti basse della classifica di RSF. Acquisita la replica, doverosa, della Fnsi a esternazioni che ledono più all'autore che la categoria, in un Parlamento dove siederanno deputati e senatori del M5S la questione sarà posta prima o poi in un qualche ordine dle giorno. Una nuova legge sulla stampa verrà sottoposta loro o magari sarà stesa con la compartecipazione di aderenti al movimento che dovrà misurarsi con quanti altri saranno eletti in schieramenti diversi e di matrice politica tradizionale. Il pluralismo se non tutelato e sostenuto con strumenti di sostegno trasparenti e adeguati al mercato, scomparirà appannando un panorama culturale già compromesso. Altra cosa rispetto ad 'Arrendetevi' e 'Tutti a casa'. Altra cosa rispetto al rigetto di confronti, interviste e domande. Altra cosa anche rispetto alla selezione degli interlocutori, arbitraria e personale.