C'è quel sottile filo rosso che raccorda procure, giocatori, personaggi in cerca d'autore nell'abominevole ramificazione della rete di scommesse illegali che ci ha vomitato addosso la sua voracità. Accantoniamo la questione relativa alle tempistiche con cui
Stefano Palazzi e i suoi operano nella gestione delle inchieste derivanti dai diversi filoni di indagine: è pacifico che l'ufficio indagini non riesce a sostenere il peso di una moltiplicazione senza fine di atti, testimonianze, calciatori, tecnici, dirigenti coinvolti in maniera diretta e indiretta. E' un dato che deriva anche dalla banale constatazione che i quotidiani, dalla
Rosea a quelli del gruppo
L'Espresso, hanno dedicato pagine e spazi appositi alla vicenda
calcioscommesse. Chiamatela pure calcio infetto o come più gradite, la sostanza è quella.
Nel turbinio elettorale di ieri, la procura ha reso noto il
nuovo calendario della audizioni relative al filone di
Bari-bis. Tra i nomi eccellenti - oltre all'inevitabile
Antonio Conte, anche
Cristian Stellini, ex calciatore e preparatore atletico del tecnico juventino. Figura anche il nome di
Andrea Ranocchia, la cui posizione sul fronte giudiziario è stata archiviata.
Stellini è comparso davanti agli uomini della procura federale dopo aver riferito ai magistrati di Bari. Esce alle 18 dagli uffici, accompagnato dal suo legale di fiducia
Raffaele Della Valle (avvocato assai noto e che nella sua carriera ha avuto anche l'incarico di difendere il presentatore televisivo ingiustamente accusato,
Enzo Tortora) dopo aver detto la sua verità in merito alle presunte combine di
Bari-Treviso (0-1) dell'11 maggio 2008 e
Salernitana-Bari (3-2) del 23 maggio 2009. Era l'era Conte. "Abbiamo ribadito l'assoluta estraneità di
Antonio Conte - afferma - così come avevamo già dichiarato a Bari. È una vicenda che mi lascia tanto amaro in bocca, e la speranza che per il futuro questa storia possa insegnare molte cose".
"Non c'è dubbio, inutile farne un mistero - ha aggiunto l'avvocato -. Abbiamo ribadito l'assoluta estraneità di Conte, perché è la realtà. Abbiamo esposto i fatti come sono accaduti, fatti che vedono
Conte escluso nel modo più assoluto".
Concetto che avrebbe ribadito lo stesso
Jean Francois Gillet in un contesto da cui, per quanto sia noto, la figura di Conte emerge distante dagli intrecci sporchi, dai passaggi di denaro, dai rituali da spogliatoio. Il procuratore capo di Bari,
Antonio Laudati, nel verbale diffuso di quell'interrogatorio avvenuto a Monopoli, ribadisce e sottolinea che l'allenatore è persona informata sui fatti, a più riprese e che non si trovava lì perché indagato.
Il ruolo di Conte, allora qual è? Qual è la giusta distanza da cui un allenatore deve osservare la propria squadra, quando una procura della Repubblica ti illustra le modalità in cui si sarebbero concordate le combine? Come collocare quel fatto quando poi a questa se ne aggiunge una seconda e poi la giustizia sportiva?
Alcuni giocatori sentiti hanno ribadito, come e quanto
Stellini in merito, l'estraneità di
Conte rispetto ai fatto contestati ai protagonisti di queste combine.
"E' una vergogna. Se io avessi saputo una cosa del genere, ad uno ad uno gli staccavo la testa. Se dietro una partita del genere c'è un accordo in denaro così importante a me viene da piangere, mi viene da piangere a sapere che ci stanno dei soldi dietro", si legge nel verbale diffuso a distanza di mesi dall'incontro con Laudati e i sostituti nella caserma dei carabinieri di Monopoli. L'
11 marzo dovrà ripeterlo, a Roma, ancora una volta dopo quell'afosa giornata di luglio.