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Conte: "Non temo un deferimento"


E' il più atteso, da giornalisti e addetti ai lavori: Antonio Conte. Oggi tocca a lui presentarsi davanti agli uomini della procura federale per rispondere in merito a quanto emerso dal filone dell'inchiesta sul calcioscommesse nel corso delle indagini della procura di Bari. Puntuale, il tecnico è giunto nel primo pomeriggio. "Ci vediamo dopo", ha detto ai cronisti presenti non aggiungendo altro accompagnato dagli avvocati Luigi Chiappero, Antonio De Rensis e Maria Turco. Ha parlato di più all'uscita dagli uffici della procura. "Com'è andata? Bene. Siamo stati un poco, abbiamo fatto una pausa, caffè, tè, biscotti, quindi, niente. Ho chiarito tutto quello che dovevo chiarire", ha esordito Conte. "Se temo un deferimento? Assolutamente no". "Nessun imbarazzo nell'incontrare gli uomini - ha risposto l'allenatore - della procura federale. Nemmeno ricordando i miei sfoghi dopo la squalifica: quelli erano dettati dal cuore". Il tecnico della Juventus, che ha guidato la squadra di Andrea Masiello e gli altri nelle stagioni a cui si fa riferimento, è stato sentito relativamente alle presunte combine di due partite del torneo di Serie B della squadra pugliese, vale a dire Bari-Treviso 0-1 del 10 maggio 2008 e Salernitana-Bari 3-2 del 23 maggio 2009 (il famoso incontro della scatola che passò nello spogliatoio e che vede coinvolti personaggi ambigui, come emerso dalle indagini). Come noto, Conte era stato sentito a Monopoli nella locale caserma dei carabinieri dal procuratore generale, Antonio Laudati e dai suoi sostituti, Ciro Angelillis e Giuseppe Dentamaro come persona informata sui fatti (l'allenatore salentino non è mai stato iscritto nel registro degli indagati) e da quanto emerge dalla letturale del verbale di quell'interrogatorio Conte si è ripetutamente detto all'oscuro delle vicende che hanno inquinato l'immagine e il sistema Bari. Questo quanto ha ribadito davanti ai magistrati, in quella giornata. Estraneità sottolineata e ripetuta a più riprese e su cui alcuni ex giocatori avrebbero avanzato dubbi al contrario di altri, i quali hanno affermato con chiarezza che delle combine Conte non poteva saperne alcunché. Jean Francois Gillet, davanti agli 007 di Palazzi, avrebbe respinto ogni addebito riconducibile all'illecito sportivo e ha escluso che Conte potesse essere a conoscenza di manovre e incontri, ricostruzione che - stando a quanto ha riportato La Stampa all'indomani del suo interrogatorio - non avrebbe convinto del tutto il procuratore federale. In ballo, ci sarebbe il deferimento per omessa denuncia di Conte (su cui si era approfondito qui) che il portiere del Toro in sede di inchiesta penale, prima di Natale, aveva cercato di evitare inviando una nota ai pm baresi per ribadire proprio l’estraneità a ogni possibile coinvolgimento del tecnico bianconero. Le audizioni federali nel frattempo per il cosiddetto filone d’inchiesta Bari-bis sono andate avanti e hanno raccolto testimonianze rilevanti. Fra gli altri, sono stati ascoltati tra gli altri l’ex difensore biancorosso Stellini, il centrocampista granata Gazzi, Lanzafame e l'interista Andrea Ranocchia che ha fornito la sua versione dei fatti (a Bari si avvalse della facoltà di non rispondere e la sua posizone è stata archiviata, ndr). Il lavoro degli investigatori della Figc proseguirà per tutto marzo, poi toccherà a Palazzi trarre le proprie conclusioni: il processo sportivo di primo grado su questi due incontri prenderà il via non prima dell'estate, a fine campionato. La procura barese, intanto, continuerà la propria attività nel convincimento da quanto emerso dagli atti che allora si trattò di risultati combinati.