Di conversioni e riconversioni ne ho ammirate diverse, nella vita da desk a cui pare sia destinata. Nutro una diffidenza naturale, lo ammetto, nei confronti di quanti mantengono un approccio dogmatico al sistema di categorie di pensiero che si sono costruiti e dietro cui amano trincerarsi, sottraendosi al dialogo. Accolgo con l'apertura necessaria, invece, quelli che si arrogano il diritto di poter cambiare idea e di rivedere - magari - una posizione che è stata espressa - magari bis - con termini inappropriati o rivelatesi infelici. Però in questo post "Il nuovo femminismo" (vedi screenshot) pubblicato in tempi ormai remoti sul blog di Grillo e divenuto un caso per gli amanti del genere e gli addetti ai lavori (certi numeri non possono essere trascurabili) leggo più di quanto scritto, più di quanto maldestramente espresso. Il disgusto prevale e non si affievolisce alla rilettura. Neanche a una terza lettura, a dirla tutta: se l'intento dell'editor, investito da questo ingrato compito, è di produrre sensazioni contrarie non riesce a renderle con l'adeguato appunto di ironia e distacco. Male, male, male. Di meraviglie sulla lotta alla violenza sulle donne associate a questo spazio - mi riferisco al blog in toto - ve ne saranno pure state, ma questo post che per i buoni e giusti è ad uso strumentale dei media tradizionali, dei trollS o degli uomini allineati, ha lo stesso germe che ha infettato la campagna distruttiva nei confronti di Federica Salsi. Denigrata più e peggio di Giovanni Favia.
La guerra di Grillo
Di conversioni e riconversioni ne ho ammirate diverse, nella vita da desk a cui pare sia destinata. Nutro una diffidenza naturale, lo ammetto, nei confronti di quanti mantengono un approccio dogmatico al sistema di categorie di pensiero che si sono costruiti e dietro cui amano trincerarsi, sottraendosi al dialogo. Accolgo con l'apertura necessaria, invece, quelli che si arrogano il diritto di poter cambiare idea e di rivedere - magari - una posizione che è stata espressa - magari bis - con termini inappropriati o rivelatesi infelici. Però in questo post "Il nuovo femminismo" (vedi screenshot) pubblicato in tempi ormai remoti sul blog di Grillo e divenuto un caso per gli amanti del genere e gli addetti ai lavori (certi numeri non possono essere trascurabili) leggo più di quanto scritto, più di quanto maldestramente espresso. Il disgusto prevale e non si affievolisce alla rilettura. Neanche a una terza lettura, a dirla tutta: se l'intento dell'editor, investito da questo ingrato compito, è di produrre sensazioni contrarie non riesce a renderle con l'adeguato appunto di ironia e distacco. Male, male, male. Di meraviglie sulla lotta alla violenza sulle donne associate a questo spazio - mi riferisco al blog in toto - ve ne saranno pure state, ma questo post che per i buoni e giusti è ad uso strumentale dei media tradizionali, dei trollS o degli uomini allineati, ha lo stesso germe che ha infettato la campagna distruttiva nei confronti di Federica Salsi. Denigrata più e peggio di Giovanni Favia.