I tempi sono sospetti più del dovuto, considerato che la matematica impone ben altri dilemmi: la Champions League (vezzo per gli studiosi di statistica), i suoi 40 milioni e più di introiti e una questione stadio che non alimenta, certo, il bilancio di corso Galileo Ferraris. Ma la dissoluzione del ruolo di Delneri (sotto osservazione) nel trittrico di inizio stagione cos’è se non un deja vù da teatro dell’assurdo che ci ripropone Roberto Mancini? La sua denigrazione gratuita non appaga nulla, se non un revanscismo di quelli elementari da cui astenersi. Da allenatore dell’Inter (ex è quasi aspetto secondario) non è gradito a parte della tifoseria che non si addolcì neanche per le dichiarazioni ripetute in una strategia tenera per quanto esplicita, all’epoca della vigilia del suo trasferimento a Manchester, sponda City. Il Mancio, sarebbe l’uomo in più, in grado di scuotere l’ambiente.
Posto che in Walter Mazzarri – altro erede individuato dal club – sono più i tratti del mourinhismo che dello stile Juve, il suo possibile ingresso come guida tecnica della società sarebbe cosa altretanto buona e giusta. Peccato che ci sia – nell’ordine – l’ostilità del presidentissimo Aurelio De Laurentiis (come biasimarlo, d’altronde?), la struttura di una società collaudata come il Napoli e una certa resistenza della nuova dirigenza a oltrepassare la dimensione del contatto in questa fase così delicata.
Le odierne esternazioni di Big Luciano, Moggi, non sono che il reiterarsi di un concetto ormai pluriennale tanto quanto gli incentivi della casa madre. “Mancini è un allenatore molto valido, lo porterei alla Juventus”, il concetto espresso a Radio Kiss Kiss Napoli dall’ex direttore generale. “Con lui non ho una grande amicizia, ma lo conosco perché ci siamo parlati spesso. Quando si sceglie un allenatore si va a guardare la bravura e Mancini potrebbe andar bene. Ha fatto quello che in tanti non hanno mai fatto: ha rivisto concetti che aveva espresso in passato”.
Con Giorgio De Giorgis, suo rappresentante, la Juventus stando a quanto asserito dall’ad Giuseppe Marotta avrebbe avuto contatti solo per alcuni calciatori. “Mancini ha un contratto con il City e con De Giorgis abbiamo parlato di calciatori, anche di Serie B”. Non proprio convincente. Perché negoziare, chiedere se mancano i capitali e se il Delneri bis impone scelte obbligate?
Nota a parte: Alessandro Del Piero, l’uomo che firma in bianco, non ha ancora prolungato. Marotta, interrogato sulla questione, ha rassicurato, come sempre sull’argomento: “Per il rinnovo del capitano è tutto fatto: mancano solo le firme”. Tra astinenza e pentimento, di un Carlos Tevez ce ne vedremmo bene. Proprio bene.