I tempi sono sospetti più del dovuto, considerato che la matematica impone ben altri dilemmi: la Champions League (vezzo per gli studiosi di statistica), i suoi 40 milioni e più di introiti e una questione stadio che non alimenta, certo, il bilancio di corso Galileo Ferraris. Ma la dissoluzione del ruolo di Delneri (sotto osservazione) nel trittrico di inizio stagione cos’è se non un deja vù da teatro dell’assurdo che ci ripropone Roberto Mancini? La sua denigrazione gratuita non appaga nulla, se non un revanscismo di quelli elementari da cui…
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