Basta con queste lacrime, non ce la faccio più a guardarti.
Ora è arrivato il momento di stringerci, poi vedremo cosa possiamo fare.
Chiamami, io sono sempre qua, sempre pronto a buttarmi nella mischia.
Sai che non puoi vincere quando il tavolo non lo permette,
hai imparato a perdere, ora impara a morsicare
chiamami, io sono sempre qua:
pronto a dare a mazzate, anzichè prenderle.
E pensa prima di parlare per non dire fesserie,
prendi tutto a ridere, e nascondi questa malinconia,
chiamami, o passa a trovarmi, se sei solo e vuoi parlare.
Lascia a casa i debiti, e scendi giù per strada,
tanto non ci crederai, ma ha i debiti anche Dio,
chiamami, io sono sempre qua:
pronto a dare a mazzate, anzichè prenderle.
E se cammini dento l’oscurità, e non riesci a vedere,
metti la mani avanti e cerca di non cadere,
sii sempre sicuro di te stesso, più sicuro di te stesso,
mordi, arrabbiati e datti coraggio.
Cento stelle brillano, alza le mani che potrai prenderle,
cento fuochi bruciano, nel tuo petto e vorresti spegnerli
Chiamami, io sono sempre qua, sempre pronto a buttarmi nella mischia.
Quanti galli cantano, ma il mattino tarda ad arrivare,
e quanti asini ragliano, e credono di comandare,
chiamami e impariamo a vivere,
andiamo a dare mazzate, anzichè prenderle.
“Amo profondamente questa canzone, del grande Eduardo de Crescenzo.
Chiàmmame, fa parte dell’album d’esordio del cantautore Napoletano, unico disco della sua discografia ad essere cantato interamente in dialetto.
Siamo in pieno periodo post terremoto (quello dell’Irpinia), e Napoli come tante altre città del sud, cerca una nuova rinascita da un’ennesima tragedia che ha colpito e cambiato profondamente e non solo geoligicamente la Campania e buona parte delle regioni limitrofe.
Questa canzone è un inno a rialzarsi, a dare di più, a credere in se stessi, magari facendosi leva a quelle poche persone che possiamo ritenere amici. E sopratutto è una canzone che ci spinge a prendere, anzichè aspettare che tutto ci arrivi dal cielo.”
Convengo con la tesi che è dalle macerie, che si ricava la parte migliore di noi stessi.
Non posso non essere totalmente d’accordo ..
Non la conoscevo…
Può essere adatta anche a questo periodo così difficile, in cui siamo chiamati a risollevarci con grande forza d’animo, tutti insieme.
Buon pomeriggio, caro.
E una canzone che ha i suoi anni. Pubblicata agli inizi degli anni 80. Ma più che mai assolutamente attuale.. buon pomeriggio a te 🙂
Ci vuole tanta forza. La forza ce l’abbiamo dentro, anche se a volte si nasconde un pò 🙂
Vero.. e tante volte la si può attingere da un racconto, una poesia, una canzone… come questa 🙂
Mio padre mi accennò qualcosa del terremoto in Irpinia. Mi disse che la casa dei nonni fu tra le poche a resistere nel paese. Quella casa ora è nostra. Mi è venuta voglia di tornarci.
SG
L’epicentro fu a pochi KM da “Conza” in prov. di Avellino.. Un piccolo centro urbano che fu completamente raso al suolo. Ora questo paesino è stato completamente ricostruito pochi km distanti con il nome di Conza Della Campania. Io avevo 5 anni, ho qualche ricordo confuso di quella terribile sera..