L’orologio Americano

C’erano camelie sul terrazzo che aggetta dal muro dell’edificio, riparato anteriormente da una struttura ben più alta, e ai lati alti due terrazzini più piccoli, ricoperti di piante rampicanti per preservare da occhi indiscreti.

La vedevo uscire raramente, guardandola dalla mia finestra posta proprio di fronte al suo terrazzo, probabilmente solo per stendere e ritirare il bucato, ed era bella di una bellezza acerba, bionda senza averne l’aria, quasi triste, come i fiori d’erba di scarpata ferroviaria.

Non sapevo chi fosse, non sapevo il suo nome, ne che in pochissimo tempo, avrei saggiato il miele dalle sue labbra, ne che sarei morto tra l’umido bagnato dell’amore tra le sue gambe.

Perchè lei l’amore, ed ogni sua derivazione, lo vendeva.

E non passò poi molto tempo, dal momento del giorno in cui scopri il suo lavoro, a quando mi ritrovai a salire, con una sensazione di eccitazione mista a curiosità, le scale di quell’edificio, tutto sommato elegante, in pieno centro della città.

Lei mi accolse sorridendo, con un sorriso simile ad una carezza, mi disse il suo nome con un tono di voce onestamente bugiardo, Jasmine.

Vergognandomi, ma solo un poco appena, iniziai a spogliarmi nell’attimo in cui lei me lo chiese, mi baciò e le sua labbra rimasero impigliate alla mia bocca più di quanto volesse, e quello che successe dopo, fu un amore deflorato, e per un tempo neanche ben pagato.

La invitai a cena qualche settimana dopo, e mangiammo e bevemmo senza orologi a scandire il tempo. Ci stavamo innamorando, e forse, tutto ciò non sarebbe stato sbagliato.

Facemmo l’amore più volte, quasi accompagnando i nostri sussulti di piacere alla musica che faceva da sottofondo, e in un attimo sospeso la mia voce raggiunse quella di Guccini:

Ma nel gioco avrei dovuto dirle
“Senti, senti io ti vorrei parlare…”,
Poi prendendo la sua mano sopra al banco
“Non so come cominciare…
Non la vedi, non la tocchi,
Oggi la malinconia?
Non lasciamo che trabocchi
Vieni, andiamo, andiamo via…”

L’amore vuole coraggio, ed io non ne ebbi. Jasmine lasciò la città qualche mese dopo, ed io la lasciai partire, come profumo che sfugge dalla finestra appena aperta. Non mi resta che una fotografia, ed è tutto quello che ho di lei, insieme al rimpianto di non aver provato a cambiare la sua vita, e la mia.

L’orologio Americano

(Questo breve racconto, contiene alcune frasi di 3 canzoni da me particolarmente amate: Autogrill di F. Guccini, Jamin-A di F. de Andrè, L’Orologio Americano di I. Fossati. Un mio modesto e personalissimo omaggio a questi tre autori straordinari.)

L’orologio Americanoultima modifica: 2021-05-07T17:25:06+02:00da LaFormaDellAnima

15 pensieri riguardo “L’orologio Americano”

  1. “Coraggio” .. una parola facile da pronunciare ma spesso difficile da mettere in atto. Soprattutto quando, al contrario, servirebbe per lasciar andare.

    1. Beh.. avere coraggio non è mai semplice, sopratutto quando una scelta coraggiosa può indirettamente coinvolgere anche altre persone a te care. A volte scegliere di “non avere il coraggio di”, serve anche a preservare chi ci sta intorno..

  2. Sei davvero molto bravo a raccontare, sembra quasi di vedervi… A volte si ha più coraggio a lasciar andare piuttosto che a trattenere, la vita è fatta anche di scelte difficili, ce ne rendiamo conto solo dopo,il rimpianto per qualcosa di bello fa parte della nostra natura…

    1. Grazie Tina. Ne sono lusingato.
      È vero, spesso la vita ci mette davanti a delle scelte difficili, e spesso solo dopo anni ci rendiamo conto delle conseguenze. Inevitabilmente qualche rimpianto l’avremo sempre..

  3. Una lettura piacevole e scorrevole, peccato il finale. L’amore, amare, richiede molto coraggio, che altro non è che forza d’animo. Le scelte comportano sempre un dolore o un rimpianto. Buonasera

    1. Questo brevissimo racconto nasce dall’idea di rivivere la canzone di cui il titolo. Nella canzone di Fossati, non c’è il lieto fine, anzi, si suppone rancore da parte di lei per il mancato coraggio di lui.. Ho mescolato questa canzone con altre due, che raccontano proprio di rinunce fatte per mancanza di coraggio. Grazie per la visita.. Buonanotte 🙂

  4. Malinconico, ma bello, il tuo racconto.
    Forse, in amore, le donne sono un po’ più coraggiose degli uomini…ma potrei vederla così perchè sono di parte. Visto che siamo in tema di canzoni: “Corri e fottitene dell’orgoglio…Ci fosse anche solo una probabilità, giocala, giocala, giocala” (cit. Vasco)

    1. Non forse, è cosi. O almeno, anche io la penso come te. In amore (e non solo), le donne sono nettamente più coraggiose degli uomini.. e Vasco, ha sempre ragione. Sempre.

  5. Vasco è la colonna sonora della mia adolescenza, ci sono canzoni che mi riportano indietro di secoli e mi fanno ancora battere il cuore. Sono “lucchettata”, chissà se ti arriverà ugualmente il mio commento…lo scoprirò presto.
    Buona serata, mio caro.

  6. Scritto molto bene quanto hai raccontato , scorrevole agli occhi di chi ne legge il contenuto .
    Penso che sia Donna che Uomo debbano avere un gran coraggio per prendere decisioni in amore…ma per entrambi non è così semplice come scriverlo … Bisogna agire punto!

    Un saluto

    Rosy

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