Il Venezuela alla prova del fuoco delle rivoluzioni colorate di marca USA.

About

Share on Tumblr

Putin TrumpMaduro1

Di Andrea Atzori

Il disastro economico del Venezuela è già insito nel fatto stesso di un blocco di Nazioni dell’intero globo terracqueo coalizzato contro di essa. Maduro non ha alcuna responsabilità in questo.

Avverso questo piccolo paese si stanno per abbattere gli eserciti di tre quarti dell’intero pianeta. Se ancora non è stato aggredito ed il suo legittimo governo spazzato via, è solo dovuto al piccolo particolare che due super potenze del calibro di Russia e Cina ed altre nazioni di rilievo regionale, come Turchia, Iran, Corea del Nord, Messico ed India, sono strenuamente contrarie a questa eventualità.

Non solo, ma esiste il rischio concreto che il fatto stesso di intervenire militarmente, in un territorio vicino alle frontiere USA, anziché rivelarsi un fattore proficuo per gli esiti dell’inevitabile e disastroso conflitto diretto al cambio di regime violento a Caracas, con l’insediamento di un governo illegittimo ed antidemocratico, imposto con la forza da nazioni straniere e nemiche, possa al contrario trasformarsi in una gravissima e terribile insidia per la sicurezza del territorio nordamericano, funzionando come un invito a nozze per truppe e mezzi corazzati di paesi schierati sul fronte opposto come Russia, Cina, Iran, India e lo stesso Messico.

Per quale motivo questi paesi i cui eserciti sono sempre stati tra i più forti al mondo, che stanno subendo storicamente un assedio incessante ai loro confini terrestri e marittimi, da parte della Nato, non dovrebbero approfittarne per mettere sotto pressione le frontiere degli Stati Uniti ed alleggerire con ciò il peso da loro subito con la minaccia insistente e reale, creata dall’accerchiamento militare di cui sono vittime ad opera proprio dell’esercito degli Stati Uniti?

Insomma, sarebbe questo come un invito a nozze, da cogliere al volo, per pareggiare e riequilibrare le forze schierate nei vari teatri di crisi geopolitiche, che li vedrebbe avvantaggiati anche solo per il fatto di possedere eserciti tra i più forti al mondo sia in uomini che in mezzi. Il numero di soldati cinesi, sommati a quelli indiani, iraniani, nordcoreani e turchi, supera e di molto, quello dell’intero resto del fronte opposto schierato in questa imminente battaglia.

Tra l’altro, un eventuale coinvolgimento concreto e reale delle superpotenze asiatiche in questo conflitto, funzionerebbe come un atto di coraggio che invoglierebbe anche gli altri paesi sudamericani, ad approfittarne per scrollarsi di dosso l’asfissiante peso esercitato da Washington sui loro fatti interni, in modo da riacquistare integra la loro sovranità nazionale finora limitata e quasi soppressa perché conculcata.

Il Messico ha già colto la palla al balzo per schierarsi con Maduro, essendo ormai in rotta con la Casa Bianca in seguito ai noti fatti della chiusura delle frontiere e la costruzione di un muro lungo di esse per ostruire e ostacolare l’accesso dei migranti in territorio statunitense.

Mosca potrebbe restituire pan per focaccia ciò che sta subendo in seguito al golpe in Ucraina e lo schieramento di truppe, veicoli corazzati e piattaforme missilistiche lungo i suoi confini. La Cina potrebbe pareggiare l’invasione delle flotte navali a stelle e strisce nel mar cinese meridionale ed nelle acque territoriali della Corea del Nord.

La Turchia potrebbe vendicarsi per il colpo di Stato, seppure fallito, subito da Erdogan, che si è da subito dichiarato affratellato a Maduro; l’Iran avere un’opportunità di portare, creare una minaccia nel continente stesso di quello Stato già pronto a scatenare la guerra nelle acque del Golfo Persico e deciso a sovvertirne il potere legittimo, dopo averne annientato tutte le istituzioni nazionali, con bombardamenti catastrofici, sia per gli uomini che per le loro dimore.

I media occidentali stanno già suonando le campane a morto per Maduro, ma forse, come sempre, sono stati fin troppo precipitosi, avendo fatti i loro conti senza l’oste.

Il Venezuela alla prova del fuoco delle rivoluzioni colorate di marca USA.ultima modifica: 2019-02-06T22:41:07+01:00da Artalek

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.