LA VOCE DI KAYFA 2.0: Il blog di Enzo Giarritiello

RENZI VS IL FATTO, IL CONFRONTO FA BENE ALLA DEMOCRAZIA!


Quando un politico improvvisamente decide di confrontarsi vis a vis con un giornale verso il quale ha sempre dichiarato di nutrire pochissima stima perché, a suo dire, racconterebbe una vagonata di falsità, (fake news), giungendo ad alterarne ironicamente il nome della testata da Il Fatto Quotidiano ne il falso quotidiano, vuol dire che quel giornale tanto inviso, forse, racconterebbe più verità di quante si vuol far credere.

Se infatti giovedì scorso, a seguito dell'audizione in commissione d'inchiesta parlamentare sulle banche del numero uno di Consob Vegas che, parlando della vicenda Banca Etruria, avrebbe rilasciato dichiarazioni che smentirebbero la linea difensiva di Maria Elena Boschi, la quale ha sempre dichiarato che, all'epoca in cui era Ministro delle Riforme, non s'era mai interessata della crisi della banca di cui il papà faceva parte del cda e poi in seguito era divenuto vicepresidente, non facendo pressioni su chicchessia perché intervenisse per salvare la banca dal crack, tanto che l'attuale sottosegretaria alla presidenza del consiglio aveva chiesto un faccia a faccia televisivo dalla Gruber con il direttore de Il Fatto Marco Travaglio, personificazione del diavolo per i renziani; e se poi ieri Renzi ieri ha scritto una lunga lettera a Il Fatto per rispondere a un articolo pubblicato un paio di giorni prima da Giorgio Meletti sempre sulla vicenda Boschi-Banca Etruria, ( ieri Meletti ha subito controreplicato alla lettera di Renzi) è evidente che il segretario del Pd e il suo entourage temono Il Fatto, unico quotidiano che non ha mai fatto sconti a nessuno, nemmeno al M5S svelando alcuni aspetti sconosciuti dell'allora candidata pentastellata al campidoglio Virginia Raggi, diversamente da quanto molti sostengono.

Un quotidiano deve raccontare i fatti senza alterarli né addomesticarli per consentire all'opinione pubblica di farsi un'idea del paese in cui vive e della classe dirigente che lo governa o si appresterebbe a governarlo.

Se fino e "ieri" Renzi e i renziani dicevano peste e corna de Il Fatto e poi, all'improvviso, sono stesso loro a chiedere un confronto con i suoi giornalisti e a scrivere al giornale per smentire quanto scrive, venendo a loro volta smentiti, può solo significare che Il Fatto racconta i fatti per quel che sono, senza edulcorarli o omettendo aspetti che potrebbero infastidire "il potere", o quanto meno "un certo potere".

Se Renzi e i suoi, dopo aver denigrato Il Fatto definendolo falso quotidiano, decidono di sottoporsi a uno scontro aperto con i suoi giornalisti, può solo significare che il quotidiano diretto da Travaglio pubblica articoli e inchieste che, svelando verità scomode, possono minare il già traballante trono su cui Renzi siede.

Se, dopo aver cercato di ridicolizzarlo,il nemico lo si chiama pubblicamente in campo per affrontarlo al fine di dimostrare chi ha torto e chi ha ragione può solo significare che lo si rispetta più di quanto si vorrebbe far credere. Tale rispetto deriverebbe dal fatto che svolgerebbe a pieno la funzione per cui fu ideato: i quotidiani devono fungere da cane da guardia del potere. Se ne diventano il cane da compagnia, il potere, libero da controlli, si sente in diritto e dovere di fare quel che vuole arrecando danni irreparabili alla società.

Lo scontro tra Renzi e Il Fatto non può che portare benefici in un paese dove sempre più spesso i giornali più che essere il cane da guardia del potere ne sono portavoce.

A volte il manovratore va disturbato, affinché non perda l'orientamento!